1825 DAYS
1825 giorni.
Erano passati esattamente 1825 giorni da quando io e Matteo ci eravamo detti di stare insieme.
1825 giorni di amore, passione, tante risate e pura felicità.
Di questi 1825 giorni alcuni non erano stati ovviamente il massimo, c'erano stati momenti di scontro tra me e Matteo, momenti di disaccordo e momenti completamente bui. Ma nonostante tutto, dopo 1825 giorni eravamo ancora lì, mano nella mano, innamorati come la prima volta.
Ancora dopo 1825 giorni ricordavamo entrambi quel primo fatidico incontro, quel primo fatidico sguardo e quelle emozioni uniche che avevamo provato.
Io, ancora dopo 1825 giorni, ricordavo quella sensazione così strana nello stomaco e ricordavo di aver pensato dall'inizio che quel ragazzo a cui mi ero appena presentata avesse due occhi di un colore meraviglioso. Due occhi luminosi e caldi, che mi avevano fatta subito sentire a mio agio. Quegli stessi due occhi che ormai erano casa per me, e senza i quali non mi sentivo più completa.
In quei 1825 giorni avevo capito che cos'è il vero amore, avevo riso, pianto e vissuto momenti indimenticabili.
In quei 1825 giorni avevo imparato ad amare il calcio, avevo finalmente capito cos'è il fuorigioco e avevo scoperto che se una partita a eliminazione diretta finisce in parità si va ai supplementari e poi ai rigori.
In quei 1825 giorni avevo sofferto con e a causa del mio ragazzo, imparando però anche a nascondere certi sentimenti e mostrarmi forte ai suoi occhi quando ne aveva più bisogno.
In quei 1825 giorni, grazie al mio Matteo, avevo conosciuto persone meravigliose e amici con cui passare tutta la vita, avevo visitato luoghi in cui mai avrei pensato di andare e avevo vissuto le esperienze più estreme della mia vita.
In quei 1825 giorni avevo scoperto la differenza tra "fare sesso" e "fare l'amore", e avevo capito che non sempre si ha voglia di entrambi, e che non è una vergogna avere voglia di fare del puro sesso con la persona che si ama.
Insomma, in quei 1825 giorni avevo vissuto davvero.
~~~
«Buongiorno» mi sussurrò quella mattina Matteo, quando mi vide aprire gli occhi.
Aveva ancora il viso assonnato, ma mi fece comunque uno di quei tenerissimi sorrisi mozzafiato che tanto mi piacevano.
Sorrisi anche io.
«Buongiorno, amore della mia vita» sussurrai, mentre sentivo Matteo stringermi a sé e lasciarmi un bacio in fronte.
«Lo sai che giorno è oggi?» mi chiese Matteo appoggiando la sua fronte alla mia «Sono 1825 giorni che ti amo alla follia» rispose, prima che potessi farlo io.
Sorrisi di nuovo.
«Lo so» dissi «E sai cos'è anche oggi?» chiesi poi «1825 giorni che ti sopporto» risposi ironica.
Matteo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura.
«A si?» mi chiese con aria di sfida.
Poi fece uno scatto e iniziò a farmi il solletico fino a quando non ebbi più fiato.
A quel punto Matteo si fiondò sulle mie labbra, iniziando a baciarmi con passione.
«Vuoi... uccidermi?» gli chiesi io, cercando di staccarmi «Mi stai... togliendo... il fiato» aggiunsi.
Matteo si staccò per guardarmi negli occhi.
«Tu mi togli il fiato da 1825 giorni, eppure sono ancora qui» disse con un sorrisetto tenero.
Ne feci uno anche io.
Ma quanto era bello?!
Stavo per tornare sulle labbra di Matteo, quando sentii qualcosa salire sul letto.
«Ecco i rompiscatole!» esclamò Matteo abbassando lo sguardo su Simba e Nala, che erano appena saltati sul letto scondizolando.
«Vogliono le coccole anche loro» dissi io accarezzando Simba con una mano.
Matteo fece una risatina, poi portò Nala più vicina a sé mentre io facevo lo stesso con Simba.
«Ti sei accorto che è il primo anno che non siamo in vacanza al nostro anniversario?» chiesi a Matteo dopo un po' di coccole.
«Ci stavo pensando anche io, ma non preoccuparti, ho provveduto a tutto» mi assicurò lui facendomi l'occhiolino.
Io lo guardai curiosa.
«Andiamo a Firenze» disse allora lui.
Io rimasi un attimo confusa.
«Quando?» chiesi.
«Partiamo tra tre ore e torniamo mercoledì» rispose Matteo.
«Stai scherzando?» chiesi io alzandomi su un gomito per vederlo meglio in faccia.
Matteo scosse la testa con un sorrisetto.
«È la tua città preferita, perché non portartici per il nostro quinto anniversario?» chiese poi alzando le spalle con innocenza.
Io non riuscii a trattenere un sorriso incredulo, poi posai Simba sul letto per fiondarmi sulle labbra di Matteo.
Non sapevo come altro ringraziarlo se non così, perché ero senza parole.
«Lo sai che sei il ragazzo perfetto?» gli chiesi guardandolo negli occhi.
Matteo sorrise.
«Sei tu che mi rendi perfetto» mi disse.
Io sorrisi di nuovo e poi tornai sulle sue labbra.
Quanto lo amavo!
~~~
«Hai imparato a fare le storie di instagram decenti, bravo!«
Questo esclamai poche ore dopo, quando io e Matteo ci sedemmo in treno diretti nella mia città preferita.
Sia io che lui avevamo messo una storia su instagram per celebrare quei cinque anni di nostro amore, lui con addirittura un video fatto quando eravamo stati al ristorante durante la nostra prima vacanza insieme in Sicilia.
Nella mia invece c'erano cinque foto di noi che adoravo.
Non era stato facile sceglierne solo cinque, ma ne avevo messa una per ogni anno che eravamo stati insieme, più che altro perché mettere tutta la galleria del telefono sarebbe stato esagerato.
«In 1825 giorni di relazione mi avrai pur insegnato qualcosa» disse Matteo alzando le spalle con innocenza.
Io gli feci la linguaccia, poi allungai una mano sul tavolino del treno per stringere la sua, mentre puntavo gli occhi sul paesaggio che scorreva fuori dal finestrino.
«Ah, non te l'ho detto! Mi sono permesso di scrivere a Fede e Benni che siamo a Firenze. Ci siamo dati appuntamento in piazza Duomo» mi disse dopo un po' Matteo.
«Hai fatto bene» gli dissi annuendo.
«A cena però siamo solo io, te e Firenze» aggiunse.
Io feci un sorrisetto.
Non vedevo l'ora!
Come non vedevo l'ora di vedere Fede e Benni, che era un po' che non vedevamo.
«Ciao, amici bellissimi!» esclamai appena arrivammo in piazza Duomo e individuai il bellissimo sorriso di Benedetta.
Lei allargò le braccia per abbracciarmi, prima di lasciarmi il tempo di ammirare la bellissima cattedrale che avevo di fronte.
Mi incantavo sempre quando mi ci trovavo di fronte, ed ero sicura che mi sarei incantata anche se ci avessi vissuto davanti.
È troppo bella per non incantarsi!
«Credo le piaccia questo regalo di anniversario» disse Fede a Matteo, guardandomi divertito.
Io feci una risatina.
«Mi piace almeno tanto quanto mi piace Teo, quindi tantissimo» confermai, guardando il mio ragazzo con tenerezza.
Lui mi fece un sorriso, poi si avvicinò per lasciarmi un bacio a fior di labbra.
Quando ci voltammo di nuovo verso Benedetta ci accorgemmo che ci stava facendo una foto.
«Questa la devi mettere nelle storie, Ceci! È davvero bella!» esclamò subito dopo la mia amica, mostrandomi la foto che ci aveva fatto.
Sì, era davvero una bella foto, e sì, era da postare.
«Per pranzo siete liberi?» ci chiese Fede poco dopo, mentre passeggiavamo per la città più bella del mondo.
Matteo annuì.
«Allora vi fidate di noi?» chiese ancora Fede.
«Ciecamente» rispondemmo all'unisono io e Matteo.
«State proprio insieme da cinque anni» disse Benni divertita, facendo ridere anche me e Matteo.
È vero, in quei 1825 giorni passati insieme avevamo anche iniziato a diventare una cosa sola, mantenendo ovviamente le nostre differenze, che erano la parte preferita l'uno dell'altra.
~~~
«Lo sapevi che sareste venuti a Firenze?» mi chiese Benni durante il pranzo, mentre Matteo e Fede parlavano delle solite cose da calciatori.
«L'ho scoperto stamattina» risposi io «È stata la sorpresa più bella che mi abbia mai fatto» continuai «E me ne ha fatte tante» aggiunsi annuendo.
Benni fece una risatina.
«State insieme da cinque anni, ormai sa come sorprenderti» disse.
Io annuii.
«Stiamo insieme da cinque anni...» dissi poi, quasi più a me stessa che a Benni «Faccio fatica a crederci» aggiunsi «È il primo ragazzo con cui io abbia mai avuto una relazione e sta già durando così tanto. Non mi sembra vero» spiegai scuotendo la testa.
Benedetta mi guardò con un sorrisetto tenero.
«Siete fatti per stare insieme, è normale» disse alzando leggermente le spalle.
Sorrisi anche io, puntando gli occhi sul mio Matteo.
Eravamo davvero fatti per stare insieme, e quei 1825 giorni ne erano la conferma.
«Oggi è esattamente il giorno in cui vi siete messi insieme vero?» mi chiese Benni «Non avete tolto dal calcolo degli anni quei due mesi in cui vi eravate lasciati» specificò.
Io scossi la testa.
«No, non li abbiamo tolti, perché, nonostante abbiamo passato praticamente due mesi senza parlarci, siamo consapevoli entrambi di non aver mai smesso di amarci. Nonostante la lontanza e quel litigio che ci ha portato a lasciarci, noi ci amavamo ancora, quindi quei due mesi sono parte dei cinque anni di puro amore che abbiamo vissuto» spiegai.
Era tutto vero, e io e Matteo avevamo proprio parlato di quella cosa, dicendoci chiaro e tondo che non aveva senso togliere quei due mesi dal calcolo dei giorni della nostra relazione, perché, nonostante fosse effettivamente finita in quei giorni, era solo in pausa, non al termine. Dopo quei due mesi eravamo tornati ancora piu innamorati e forti di prima, pronti a recuperare il più possibile quel tempo passato lontani. Cosa che, ve lo assicuro, eravamo riusciti a fare più che bene.
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