STRONGER THAN YESTERDAY
«È una sensazione nuova essere qui allo stadio a vedere una partita con te» avevo detto un pomeriggio di fine ottobre a Matteo, facendogli un sorriso.
Pochi giorni prima del compleanno di Fede io e Matteo eravamo andati allo stadio a vedere Atalanta-Udinese, partita a cui ovviamente Matteo non avrebbe giocato causa infortunio. Non avevamo mai visto una partita insieme allo stadio, quindi era un'esperienza nuova.
«Una sensazione che avrei tanto voluto non provare mai» disse Matteo con tono spento.
Sì, gli pesava ancora non poter giocare, anche se in parte se ne era fatto una ragione.
Io sospirai e lo guardai male.
«Simpatico» dissi secca.
Sospirò anche Matteo.
«Non volevo essere cattivo, è che non mi piace essere in tribuna a guardare una partita della mia squadra. Mi sento impotente» si scusò giustificandosi poi.
«Lo so, ma guarda il lato positivo» gli suggerii io facendo un sorrisetto innocente.
Ovviamente nella mia testa il lato positivo era essere lì con me, e Matteo colse la cosa ma decise di fare il finto tonto.
«Hai ragione, è positivo che il clima sia gradevole. Troppo freddo non avrebbe fatto bene al mio infortunio» disse infatti guardando il cielo.
Io invece lo guardai male, mentre lui faceva un sorrisetto innocente che poi diventò una risatina.
«Scherzo, amore mio. Sono felice di essere qui con te» disse Matteo «È una sensazione nuova, e fin'ora mi sta decisamente piacendo» aggiunse con un sorrisetto tenero.
Sorrisi anche io, mentre lui si sporgeva verso di me per lasciarmi un bacio a fior di labbra.
«Se la cosa non è ancora abbastanza positiva guarda là» gli dissi indicando verso dei tifosi seduti dietro la porta.
Avevano uno striscione attaccato alla balaustra della tribuna che diceva "Ciao Pessina come stai? Torna presto, non mollare".
Matteo si girò verso dove gli stavo indicando io e fece un sorriso. Poi prese il cellulare per fare la storia su instagram.
Nel frattempo io mi presi un attimo per guardarlo e mi scappò un sorriso. Si era illuminato dopo aver visto quello striscione, cosa che mi rincuorava molto.
Evidentemente aveva bisogno di sapere che i suoi tifosi non si erano dimenticati di lui, e quelli che avevano fatto quello striscione lo avevano capito e messo in pratica.
Ora eravamo davvero pronti per assistere a quella partita e tifare Atalanta con tutto il cuore.
~~~
Che emozione vedere di nuovo il mio Matteo correre per il campo!
Che emozione vederlo di nuovo sorridere a fine partita, mentre salutava i tifosi uscendo!
Eh già, Matteo si era ripreso dal suo infortunio, e la sera di Cagliari-Atalanta era tornato in campo più forte di prima. Aveva giocato solo quattro minuti, perché giustamente doveva ancora dosare le forze e non affaticarsi troppo, ma erano stati abbastanza per ridonargli un sorriso smagliante, di quelli che non vedevo da un po'.
E, è da dire, quei quattro minuti in campo gli ridonarono anche la piena voglia di fare l'amore.
Ovvio che non avevamo smesso di farlo, ma quella notte fu particolarmente... intenso diciamo.
Comunque, sesso a parte, Matteo era davvero contento di essere tornato a giocare, e il suo stato d'animo stava per migliorare ancora di più.
«Perché Mancini non ti ha convocato in Nazionale?» gli chiese un pomeriggio Filippo, aggrottando le sopracciglia.
Eravamo fuori a bere qualcosa io, lui, Matteo e la Bea, e quando sentii quella frase di mio fratello lo fulminai con gli occhi.
Era proprio il caso di chiedere una cosa del genere a Matteo?
Gli aveva fatto già male abbastanza non essere stato convocato neanche quella volta in Nazionale.
«Perché ha scelto i giocatori prima che io tornassi a giocare, quindi evidentemente pensava non fossi pronto» rispose Matteo con calma.
«Beh, ma ci si informa prima di fare delle liste così importanti» protestò Filippo «Se perdiamo contro la Svizzera siamo fuori» aggiunse spalancando gli occhi.
«Lo so» disse Matteo «Ma non credo che io avrei fatto la differenza» continuò «Probabilmente non avrei nemmeno giocato» aggiunse facendo spallucce.
Io lo guardai male e scossi leggermente la testa.
Si sottovalutava sempre!
«Ma saresti stato una riserva più che utile!» esclamò Filippo con aria ovvia «Almeno conosci le dinamiche della squadra!» aggiunse.
Matteo alzò di nuovo le spalle.
«Guardiamo il lato postivo: avrò più tempo per concentrarmi sul mio infortunio appena terminato e non peggiorare di nuovo la situazione» disse.
Io annuii, d'accordo con lui.
Ma era proprio qui che ci sbagliavamo, perché in realtà Matteo tempo di concentrarsi sul recupero non ne avrebbe avuto.
«Amore, mi ha chiamato Mancini!» esclamò infatti un giorno, accogliendomi sulla porta di casa sua.
Io aggrottai le sopracciglia.
«Mancini?» chiesi «E cosa voleva?» chiesi ancora.
«Mi ha convocato in Nazionale!» esclamò Matteo avvicinandosi per prendermi per la vita e farmi fare un giro sollevandomi da terra.
Io però ero ancora confusa.
«Ma... in che senso?» chiesi infatti.
«Zaniolo e Pellegrini si sono fatti male quindi tornano a casa stasera, così Mancini ha chiamato me perché ha visto che sono tornato a giocare» mi spiegò Matteo.
A quel punto io sorrisi.
Ora era tutto più chiaro, ed era una cosa di cui essere felicissimi. Infatti il giorno dopo, appena Matteo mi scrisse che era arrivato a Coverciano, mi scrissero Thessa e Benedetta.
Thess 🌹
Ceci! Manu e Fede ci hanno detto che Matteo è arrivato a Coverciano!
Siii!
Non vi dico quanto era felice ieri! 🥰
Benni 🌻
Immagino!
Ma senti...
Io e Thess andiamo a vedere la partita a Roma...
Vieni anche tu?
Mi scappò un sorriso.
Speravo tanto me lo chiedessero.
Se mi volete 🥺
Thess 🌹
Certo che ti vogliamo amica! 🥰
Benni 🌻
Ma scherzi?!?!?
Non vedo l'ora di fare di nuovo casino con te! 🥳
Scoppiai a ridere.
Ma che belle le mie amiche!
Thess 🌹
Tra l'altro abbiamo anche già il biglietto perché alla fine il fratello di Fede non riesce a esserci
Allora ci sono! 🥰💪🏻
Non vedevo l'ora di vedere un'altra partita con le mie amiche!
~~~
Oh Firenze!
Posto meraviglioso, sempre e comunque!
Sì, lo so che la partita dei ragazzi era a Roma, e infatti era lì che ero diretta, ma, dato che Benni era già a Firenze a trovare i suoi, io e Thessa eravamo partite in treno da Milano per raggiungerla, e poi con la sua macchina saremmo andate a Roma.
«Che bello visitare questa meravigliosa città con le mie amiche!» esclamai a un certo punto, mentre passeggiavamo per Firenze.
Thessa e Benedetta mi fecero un sorriso.
«Che bello che il trio è tornato a tifare Italia insieme!» esclamò poi Thessa.
Vero!
Era bellissimo che Matteo fosse tornato in Nazionale, soprattutto perché finalmente potevo tornare sugli spalti con le mie amiche a tifare i nostri ragazzi!
Comunque, io, Thessa e Benni mangiammo qualcosa di veloce lì a Firenze, poi facemmo un altro veloce giro della città e infine partimmo per Roma. Non prima però che Benedetta mettesse una storia su instagram che io e Thessa ripostammo.
Che bello viaggiare in macchina con le mie amiche!
Fu un viaggio di gossip, canzoni, ancora gossip, risate, canzoni, di nuovo gossip e di nuovo risate.
Insomma, un viaggio da sogno!
Da sogno come Roma, che sempre sarà una città straordinaria, e con Thessa e Benedetta lo è sempre di più.
~~~
Questa storia postai su instagram qualche ora prima della partita. Volevo far capire a Matteo che gli ero vicina e che ero fiera di lui, e direi che il messaggio arrivò, perché in un attimo proprio il mio ragazzo mi aveva risposto con un cuore rosso alla storia, che io ricambiai.
Non vedevo l'ora di vederlo quella sera!
Purtroppo non giocò, e la partita finì 1-1, con tanto di rigore sbagliato da Jorginho.
Purtroppo il punteggio era abbastanza inutile per la qualificazione dell'Italia ai Mondiali, ma non c'era tempo di buttarsi giù. Bisognava concentrarsi subito sulla prossima partita, che sarebbe stata a Belfast contro l'Irlanda del nord.
Proprio perché i nostri ragazzi da lì a pochi giorni sarebbero partiti per Belfast, io, Thessa e Benedetta aspettammo che uscissero dallo stadio per avere almeno uno scambio di sguardi. Scambio di sguardi che in effetti avvenne con il mio Matteo, che mi fece l'occhiolino e un sorriso.
Chi invece era evidente non avesse voglia di sorridere era proprio Jorginho, che uscì dallo stadio a testa bassa e salì diretto sul pullman.
La cosa mi lasciò spiazzata, e vedere i suoi occhi verdi così spenti mi mise tantissima tristezza.
Di' a Jorginho che io e le ragazze gli vogliamo bene ❤
Questo scrissi a Matteo una volta in albergo.
Sapevo che anche lui era in stanza ormai, ma che sicuramente non stava dormendo, quindi aveva tempo di darmi retta.
Puoi scriverglielo tu sai? 😅
Non si sa mai con te ️🤷🏻♀️😘
Posso?
Non sono così sottona, ma non volevo far ingelosire ancora Matteo, soprattutto non mentre era in trasferta con la Nazionale.
...
Meglio se glielo dico io 🤗
Gelosone 😝
Un po' sì
Anche se con quel "io e le ragazze" ti sei salvata in corner 😅
😇😇😇
Mi scappò una risatina.
Buonanotte, amore 🤍
Mi raccomando a Belfast vinci 😘🤍
🤞🏻🤞🏻🤞🏻
Ti amo, buonanotte 🤍❤
~~~
Cosa avevo detto a Matteo?
Di vincere a Belfast giusto?
Beh... non successe, l'Italia pareggiò 0-0 contro l'Irlanda del Nord e Matteo non giocò neanche. Questo significava una cosa sola: ci saremmo giocati il pass per Qatar 2022 a marzo, ai play-off, quindi o dentro o fuori.
Sì, gli italiani erano delusi, credo sia un sentimento che avete provato tutti quella sera, ma vi assicuro che negli occhi di nessuno avreste potuto vedere la delusione che c'era negli occhi del mio Matteo quel martedì sera che andai a trovarlo.
«Amore, cos'hai?» gli chiesi dopo minuti di silenzio in cui non avevo ricevuto neanche mezzo sorriso.
Insomma, era una settimana che non ci vedevamo, poteva salutarmi con un po' più di calore!
«Cos'ho?! Cecilia, non ho giocato neanche mezzo minuto nelle ultime due partite!» rispose Matteo con aria ovvia ed evidentemente infastidito.
Io sospirai ma non dissi nulla. Non sapevo cosa dire.
«Non dico che avrei potuto ribaltare la situazione, ma almeno avrei creato delle occasioni che forse avrebbero potuto portare a un goal!» si lamentò ancora Matteo, con rabbia nella voce.
«Tu non eri quello del "È successo perché doveva andare così"?» gli chiesi io stranita «L'estate scorsa mi hai detto che non hai giocato la finale perché tanto non avresti cambiato niente» aggiunsi.
Matteo mi guardò male.
«In questo caso avrei sicuramente cambiato qualcosa visto che abbiamo fatto schifo» ribatté.
Io sospirai di nuovo.
«Non vedere le cose così in negativo, Teo, non è ancora finita...» provai a dire.
«Ma lo sarà, Cecilia, perché se andiamo avanti così non faremo nulla! Nulla!» ribatté ancora Matteo.
Questa volta non avevo davvero più niente da dire, anche perché Matteo era talmente tanto arrabbiato e deluso che nulla lo avrebbe calmato.
Così decisi di andare in cucina a vedere cosa poter cucinare, visto che ormai era ora di cena e sua madre non sarebbe tornata fino al pomeriggio dopo.
«Che ne dici se faccio una pasta veloce e poi andiamo a sdraiarci a letto per rilassarci?» proposi dopo un po' a Matteo, sperando avesse sbollito un po' di rabbia.
Da come rispose evidentemente non era successo.
«Non ho fame, e stanotte voglio stare da solo, meglio se te ne vai» disse.
Io lo guardai spiazzata e offesa allo stesso tempo.
Invece di essermi riconoscente ed essere felice di vedermi dopo giorni, mi diceva cose così cattive?
Presi un bel respiro per non rispondergli male. Non era il caso.
«Non dire cose che non pensi, Teo» dissi con calma.
«Lo penso davvero» disse lui secco.
Ma facendolo non alzò gli occhi su di me, cosa che mi fece capire che non stava dicendo la verità.
«Amore» dissi allora, avvicinandomi a Matteo che era appoggiato allo stipite della porta della cucina «Teo» lo chiamai ancora, prendendogli una mano e cercando il suo sguardo.
Lo sentii fremere sotto il mio tocco da quanto era nervoso.
«Respira» gli dissi quando puntò gli occhi nei miei.
Lui lo fece, poi chiuse un attimo gli occhi per provare a calmarsi.
«Ok, puoi stare qui stanotte, ma non fare la cozza, non sono in vena di coccole» disse freddo.
Io sospirai di nuovo, poi mi arresi e seguii Matteo nel letto, dove mi sdraiai dalla mia parte dandogli le spalle.
Se aveva bisogno dei suoi spazi ero disposta a lasciarglieli, mi bastava essere lì con lui.
Dopo una buona mezz'ora di silenzio nel buio della stanza sentii Matteo muoversi nel letto, e poi sentii un suo braccio stringersi intorno alla mia vita e il suo petto cozzare con il mio corpo.
«Scusa, Ceciu, non volevo trattarti male» mi sussurrò dispiaciuto, prima di lasciarmi un bacio sul collo.
Mi scappò un sorrisetto, mentre mi giravo verso Matteo per stringermi un po' di più a lui.
«Tranquillo, capisco il tuo nervosismo e la tua delusione» gli dissi accarezzandogli i capelli.
Poi mi sporsi per lasciargli un bacio a fior di labbra.
«Però non buttarti giù, perché ripeto, non è finita, e sono sicura che tornerete più forti di prima a far sognare gli italiani» continuai.
Poi diedi un altro bacio a Matteo e gli dissi di chiudere gli occhi per dormire un po'. Era presto, ma lui aveva bisogno di dormire.
Io non avevo sonno, così continuai ad accarezzare la schiena di Matteo e a lasciargli dolci baci sulla spalla fino a che non lo sentii addormentarsi.
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