RUNNING

«È due anni che stiamo insieme ma tu con cambi mai eh?»

Io e Matteo eravamo al solito parco di Monza, e... beh sì, stavamo facendo jogging e io mi ero fermata dopo neanche venti minuti con il fiatone e un male terribile alla milza.

Alzai lo sguardo su Matteo e lo fulminai con gli occhi.

«Che tu sia il mio ragazzo non fa automaticamente di me un'atleta» ribattei a fatica ma comunque seccata.

Matteo fece una risatina.

«Questo è vero, ma è mesi che corriamo insieme, speravo fossi un po' migliorata» mi fece notare poi alzando le sopracciglia «Certo che se ti fermi al minimo dolore...» aggiunse tra sé e sé e con del disappunto nella voce.

Io lo fulminai di nuovo con lo sguardo, ma avevo troppo poco fiato per ribattere e difendermi.

Ci cascavo tutte le sante volte!

Tutte!

Mi facevo convincere da quei bellissimi occhi color cioccolato e quel tenerissimo sorrisetto storto e non riuscivo a dire di no!

Ma io odiavo correre!

E, come credo sia chiaro, non ero neanche brava!

«È l'ultima volta che accetto di venire a correre con te» dissi poco dopo a Matteo, appena ci sedemmo davanti a una tazza di cappuccino e una briosche.

Matteo mi guardò scettico.

«Lo hai detto anche l'ultima volta, eppure eccoti qui» mi fece notare alzando un sopracciglio.

«Beh, questa volta dico sul serio» dissi io «La corsa non fa per me» aggiunsi scuotendo la testa decisa.

Matteo fece una risatina, prima di addentare la sua briosche.

«Ti ricordi quando abbiamo corso insieme per la prima volta?» mi chiese poi, guardandomi con la testa inclinata verso sinistra e un sorrisetto tenero.

Ma quanto era bello?!

«Certo che me lo ricordo, è quando ci siamo dati il primo bacio, non potrei dimenticarlo» risposi facendo un sorrisetto anche io.

«Non sei migliorata molto da quella volta nonostante siano passati due anni» notò Matteo arricciando il naso.

Io lo guardai male.

«Sì che sono migliorata invece» ribattei «Prima delle vacanze sono arrivata a correre per venticinque minuti senza sosta» gli ricordai.

«Hai messo la retromarcia allora? Stavolta non sei arrivata nemmeno a venti minuti» mi fece notare Matteo alzando le sopracciglia.

«Siamo praticamente appena tornati dalle vacanze» gli feci notare io con aria ovvia.

«Io avrei corso un'altra mezz'ora come minimo» se la tirò lui alzando le spalle con noncuranza.

Io lo guardai con gli occhi ridotti a fessura.

«Devo ricordati che sei un calciatore professionista?» gli chiesi con aria ovvia.

Matteo mi guardò divertito e poi scoppiò a ridere.

«Quanto mi piaci quando te la prendi per cose inutili!» esclamò senza smettere di ridere.

Io invece gli feci la linguaccia stizzita. Poi però non mi trattenni e scoppiai a ridere con lui.

È impossibile non farlo!

Ha la risata troppo contagiosa!

~~~

«La prossima volta chiedo a Loca di venire a correre con me» disse Matteo mentre tornavamo verso la macchina.

«Fai pure, non mi lamento» dissi io alzando le mani in segno di resa e scuotendo la testa.

Matteo fece una risatina e si voltò a guardarmi.

«Solo che... beh, con Loca non potrei fare questo» iniziò a dire tirandomi verso di lui fino a far cozzare i nostri corpi.

Mi mise un braccio intorno alla vita e mi fece un sorriso che io ricambiai.

«O questo» continuò lasciandomi un bacio sulla guancia «O questo» disse ancora, iniziando a baciarmi le labbra con passione.

Io ricambiai il bacio, prima di staccarmi per guardarlo negli occhi.

«Meglio per te se non fai queste cose con Loca, perché saresti single all'istante» lo ammonii puntandogli il dito contro e cercando di rimanere seria.

Matteo invece fece una risatina.

«Non sarei single, sarei il ragazzo di Loca» mi fece notare poi alzando le spalle con innocenza.

A quel punto scoppiai a ridere anche io. Poi però arricciai il naso poco convinta.

«Anche se lo fosse, Loca è troppo innamorato di Thessa per dichiararsi gay» dissi scuotendo la testa.

Matteo fece una risatina.

«E io sono troppo innamorato di te per dichiararmi gay» ammise, avvicinandosi al mio viso per strofinare il suo naso con il mio.

Io feci un sorrisetto tenero, poi gli lasciai un bacio a fior di labbra.

Anche io ero innamoratissima di lui. Talmente tanto innamorata che ancora dopo due anni di relazione sentivo le farfalle nello stomaco tutte le volte che le sue mani mi sfioravano.

Era così speciale il mio Matteo!

«L'ultimo che arriva alla macchina è un pollo!» esclamò in quel momento Matteo, iniziando poi a correre.

Io rimasi un attimo spaesata.

«Stai scherzando?!» gli chiesi poi «La macchina è lontana chilometri!» esclamai sconvolta.

«Ma se è qui dietro!» ribatté Matteo correndo all'indietro per guardarmi.

«Lo sai che non corro» protestai io decisa.

Però quegli occhioni color cioccolato che mi sorridevano mi avrebbero fatta sciogliere a momenti, ne ero certa.

«Vuoi essere un pollo?» mi chiese Matteo correndo sul posto.

Io sbuffai.

«Questi giochi si facevano alle elementari, Teo» dissi scocciata, prima di iniziare a correre verso di lui.

È vero, la macchina non era lontana, e in velocità sono sempre stata abbastanza brava (più che in resistenza sicuro), però Matteo era inevitabilmente più veloce di me.

«Tanto perdo!» gli urlai a un certo punto, quasi decisa a fermarmi.

Matteo mi lanciò uno sguardo da sopra la spalla, prima di fermarsi con una mano sul polpaccio.

«Crampo!» urlò con una smorfia di dolore.

Io spalancai gli occhi e lo raggiunsi leggermente allarmata.

«Va tutto bene?» chiesi.

Matteo alzò lo sguardo su di me scocciato.

«Davvero, Ceciu? Io fingo un crampo per farti vincere e tu ti fermi a chiedermi se va tutto bene? Corri!» esclamò con aria ovvia.

Io lo guardai stranita, poi ricominciai a correre. Arrivata alla macchina mi accorsi di avere un sorrisetto stupido in volto.

Mi aveva lasciata vincere, ma che carino!

Quando Matteo mi raggiunse aveva in mano un fiore giallo raccolto non so dove.

«Per la mia campionessa» disse con un sorriso, porgendomi il fiore.

Sorrisi anche io, mentre accettavo il suo regalo e incastravo il gambo del fiore nell'elastico che mi legava i capelli in una coda alta.

«Posso avere anche un bacio per la vittoria?» chiesi poi avvicinandomi a Matteo.

Lui storse la bocca.

«Ti ho lasciata vincere, ora chiedi troppo» rispose.

Io misi il broncio mentre lui faceva una risatina.

«Scherzo, amore mio, puoi avere tutti i baci che vuoi» disse poi divertito, prima di mettermi una mano sotto il mento e una su un fianco per stringermi a sé e baciarmi con passione.

~~~

«Sai, dovresti smetterla di fingerti un'atleta e andare a correre con Matteo, risulti un po' ridicola» mi disse Filippo poco dopo, quando entrai in casa dopo aver salutato il mio ragazzo, che si era avviato verso casa sua.

Io lo guardai indignata.

Ma come osava?!

Che antipatico!

«Beh, non smetterò di farlo» dissi decisa «Nonostante io non sia atletica mi piace andare a correre con Matteo, è un pretesto per passare un po' di tempo con lui» ribattei stizzita ma risoluta.

Lo so che avevo detto che sarebbe stata l'ultima volta, ma ero sicura che non sarei riuscita a dire di no al mio bellissimo Teo la prossima volta che me lo avesse chiesto.

«Ripeto, sei un po' ridicola» ripeté Filippo con noncuranza.

Io lo fulminai con lo sguardo.

«Tu non faresti di tutto per passare del tempo con la Bea? Anche cose che ti metterebbero in ridicolo?» chiesi con aria ovvia.

«Beh, sì, ma non andrei a correre non essendo allenato» rispose lui con il mio stesso tono.

Io lo guardai scettica.

«Ma se la Bea mi ha detto che fate esercizio insieme» dissi.

Filippo si lasciò scappare una risatina.

«Oh, te lo dico io come facciamo esercizio insieme!» esclamò con aria maliziosa e un sorrisetto furbo.

Ci misi un attimo a capire, ma quando lo feci spalancai occhi e bocca sconvolta.

«Fillo!» esclamai, lanciando la felpa addosso a mio fratello.

Ma che sfacciato!

«Si bruciano molti grassi a fare sesso» disse lui con tranquillità.

Io rimasi spiazzata, prima di sospirare, raccogliere la mia felpa e dirigermi verso camera mia.

«Non fare la santarella! So che fai parecchio sesso con Matteo!» mi urlò dietro Filippo, senza alzarsi dal divano.

Io mi bloccai e mi sporsi dalla porta del corridoio per guardarlo in faccia.

Ma che ne sapeva di quello che facevamo io e Matteo?

«È palese, Ceci» rispose Filippo quando glielo chiesi.

«Ma non è affar tuo!» esclamai io sconvolta.

Filippo fece una risatina.

«Non ti sto mica rimproverando, anzi! Sono fiero di te!» esclamò con un sorrisetto innocente.

Io lo guardai stranita.

«Che bello che mio fratello sia fiero di me perché faccio tanto sesso con il mio ragazzo» dissi poi ironica e con un sorriso falso.

Filippo mi guardò in cagnesco, prima di sbuffare e ripuntare gli occhi sul suo telefono.

Io sospirai, poi raggiunsi finalmente il bagno per farmi una doccia e cercare di dimenticare quella conversazione con mio fratello.

Ma insomma!

Che pervertito!

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