LET THE HOLIDAYS BEGIN
«Ho un'idea geniale per le vacanze!» esclamò Chiesa un giorno di fine giugno, quando io, lui, Benedetta, Matteo, Thessa e Loca ci trovammo per un aperitivo in centro a Milano.
Noi alzammo le sopracciglia sorpresi.
«Non vi aspettate chissà cosa, Fede e geniale non vanno d'accordo di solito» ci disse Benedetta prendendo in giro il suo ragazzo e facendo ridere tutti.
Fede invece la guardò male.
«Ti ho parlato di quello che ho in mente, è una bella idea!» si difese con aria ovvia.
Benni gli fece un sorrisetto tenero.
«Hai ragione, amore, esponi la tua idea» disse accarezzando una guancia a Fede, che le fece un sorriso tenero.
«Ho pensato alla Sardegna e ho anche trovato una casa con piscina perfetta per noi» disse poi rivolto a noi, guardandoci entusiasta.
«Ma l'anno scorso non avevamo detto di voler andare in barca?» chiese Thessa arricciando il naso.
«Sì, ed è per questo che nella vacanza ho previsto un giorno intero in barca» confermò Fede allargando poi le braccia, aspettandosi evidentemente dei complimenti.
Complimenti che però non arrivarono, non perché non ci piacesse l'idea, ma perché avevamo ancora delle domande da fare.
«Quanto tempo durerebbe questa vacanza?» chiesi io.
«Una settimana» rispose Fede.
«Ed è già tutto prenotato?» chiese Matteo.
«No... certo che no» rispose Fede.
«E allora perché tutto questo entusiasmo?» chiese Loca alzando le sopracciglia «Insomma, la casa potrebbe non esserci più e il posto potrebbe non avere un luogo dove affittare una barca» disse poi.
Noi lo guardammo male.
«Lasciando perdere la positività fatta a persona...» disse Thessa ignorando il suo fidanzato «...l'idea è carina, ma dobbiamo metterci in moto il prima possibile a prenotare il tutto» fece notare.
Io e Benedetta annuimmo, d'accordo con lei.
«Perché quando lo dico io nessuno mi ascolta e invece con lei siete tutti d'accordo?» chiese Loca stizzito.
Noi facemmo una risatina.
«È il modo in cui lo dici che cambia il modo di reagire delle persone. Te l'ho già detto tante volte, Loca...» iniziò a dire Matteo serio.
«Si salvi chi può! Il professor Pessina ha attaccato con la predica!» esclamò Loca spalancando gli occhi.
Matteo lo fulminò con lo sguardo, prima di tirargli una sberla sul braccio, che Loca non esitò a ricambiare.
Erano proprio due bambini!
«E scusa, Fede...» iniziai io «Quegli esserini pelosi che abbiamo tutti in casa? Ce li portiamo dietro?» chiesi, riferendomi ovviamente ai nostri cagnolini.
Sì, anche Thessa e Loca ne avevano uno di nome Sam, mentre Benedetta e Fede ne avevano ben tre, chiamati Mora, Mela e Marlon Brando.
Non potevamo lasciarli a casa, dovevano venire con noi.
«Perché no?» chiese Fede in risposta «D'altronde sono amici anche loro» aggiunse alzando le spalle con innocenza.
«E in barca? Non possiamo portarli» fece notare Thessa.
«Possono anche stare a casa per un giorno. Sarà abbastanza grande perché si divertano senza fare danni» disse Fede.
Noi sospirammo.
Era bella l'idea di andare in vacanza con i nostri cagnolini, che in effetti si conoscevano già e andavano d'accordo, e d'altronde, erano tutti bravi, quindi che problema c'era a lasciarli a casa un giorno mentre noi eravamo in barca?
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Sì, alla fine, nonostante la negatività di Loca, eravamo riusciti a prenotare la nostra vacanza per tempo. La casa che aveva trovato Fede era ancora disponibile (ma diciamocelo, anche se non lo fosse stata il proprietario avrebbe fatto in modo di averla libera per i giorni che gli erano stati richiesti da tre vincitori degli Europei di calcio in carica) e il posto aveva anche un molo dove poter affittare le barche.
Insomma... era perfetto!
E sì, Fede aveva avuto una brillante idea.
«Da quando hai anche occhio per l'estetica delle case e non solo per le occasioni di fare goal?» chiese Matteo ironico a Chiesa, appena mettemmo piede in casa.
Loca scoppiò a ridere di gusto, Fede invece li guardò male.
Comunque, la casa era davvero carina e davvero perfetta per noi: salotto e cucina erano spaziosi, il giardino con tanto di veranda dove poter mangiare aveva anche una piscina con vista mare, e c'erano tre camere da letto ognuna con rispettivo bagno.
«Chi vuole fare un tuffo in piscina?!» chiese Loca appena finimmo di sistemare le nostre cose nelle rispettive camere.
«Ma il tempo di respirare no?» chiese Thessa «Anche perché c'è da cucinare qualcosa se vogliamo mangiare» fece notare.
«E se oggi ordinassimo qualcosa?» propose Benedetta «Io non ho voglia di cucinare, anche perché non abbiamo fatto la spesa» disse.
In effetti aveva ragione, e la voglia di buttarsi in piscina era tanta, così acconsentimmo a ordinare qualcosa e ci mettemmo immediatamente il costume per sdraiarci a bordo piscina.
«Tuffo a bomba!» esclamò a un certo punto Matteo, correndo e poi tuffandosi in acqua, sollevando una marea di schizzi.
Schizzi che arrivarono fino a noi ragazze, che eravamo sui lettini.
«Complimenti per l'eleganza, amore» dissi io ironicamente, asciugando i miei occhiali da sole pieni di goccioline d'acqua.
«Mamma mia! Pess, vieni a vedere che foto stratosferica ti ho fatto!» esclamò Fede entusiasta, guardando lo schermo del suo cellulare con gli occhi spalancati.
Ci avvicinammo tutti a bordo piscina dove era lui per vedere la foto, che in effetti era molto bella.
«Sembro Superman» disse Matteo divertito.
«Sì, il Superman dei quartieri poveri di Monza» dissi io prendendolo in giro.
Matteo mi guardò con gli occhi ridotti a fessura, poi mi prese per la vita e mi tirò in acqua prima che potessi ribellarmi. Ma non sarei comunque riuscita a sfuggirgli, era troppo più forte di me.
«Sei pazzo?! Stavo quasi perdendo il costume!» esclamai quando riemersi, guardando male Matteo.
«Allora rifacciamolo!» esclamò lui con un sorrisetto ammiccante.
Io gli tirai una manata di rimprovero mentre gli altri ridevano.
«Mi hai appena dato l'idea per una frase a cui abbinare la foto nelle storie di instagram» disse Fede annuendo con aria complice verso Matteo.
Poco dopo sia io che il mio ragazzo eravamo stati menzionati in una storia di @fedexchiesa.
«Ma quanto sei stupido!» esclamò Benedetta con rimprovero, rivolta al suo ragazzo.
«È geniale!» esclamò invece Matteo, che non esitò un secondo a ripostarla.
Io invece scossi la testa, anche se dovetti ammettere che mi aveva strappato una risata.
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«Cosa si mangia?» chiese il giorno dopo Loca, facendo un sorrisetto innocente.
Avevamo passato la mattina in spiaggia a prendere il sole e rilassarci, poi eravamo tornati a casa per pranzare.
«Cecilia si è offerta di fare un'insalata fresca che dice essere la sua specialità» rispose Benedetta facendomi un sorriso.
«Quella con l'uva?!» chiese Matteo spalancando gli occhi speranzoso.
«Proprio quella» confermai io annuendo.
Matteo si illuminò in un sorriso.
«Uva nell'insalata?» chiese Fede stranito.
«È molto buona» disse Thessa annuendo.
Lo feci anche io.
«In effetti ci sta bene, però potreste togliere i semini dall'uva? Mi danno molto fastidio» ci chiese Loca arricciando il naso.
Io alzai le sopracciglia.
"Viziatello" pensai.
«L'uva la taglia Thessa» sentenziò Benedetta alzando le mani.
Io feci una risatina mentre Thessa sospirava divertita.
«Ci andrebbe la feta, ma a me non piace quindi uso la mozzarella. Va bene a tutti?» chiesi poi io, passando lo sguardo sui miei amici.
«Non amo particolarmente la mozzarella ma me ne farò una ragione» rispose Loca rassegnato.
"Molto viziatello" pensai io, e incontrando lo sguardo di Matteo mi accorsi che lo stava pensando anche lui, che infatti non riuscì a trattenere una risatina una volta incontrati i miei occhi.
«Io credo che andrò a lavarmi» disse poi, facendo per alzarsi.
«Sì, anche io dovrei» lo appoggiò Chiesa.
«Oh no, belli! Tu apparecchi, tu rompi le noci e tu tagli i finocchi, forza!» ordinò Thessa rifilando compiti a tutti e tre.
I ragazzi si guardarono sbuffando, poi si rassegnarono ai loro compiti.
«Aceto balsamico?» chiesi poco prima di servire l'insalata.
«Io...» provò a protestare Loca.
«A Loca va bene. Gli altri?» chiesi io interrompendolo.
Lui mi guardò male mentre gli altri ridevano e mi dicevano di sì.
«Quindi domani barca?» chiese Matteo mentre mangiavamo.
«Direi di sì» rispose Chiesa «Il tempo dovrebbe essere bello» aggiunse poi.
«Ah! Io e le ragazze abbiamo trovato un locale per stasera!» esclamò in quel momento Benedetta illuminadosi «È una specie di discoteca, anche se ognuno ha il suo tavolo e può scegliere se andare a ballare in pista o no. Ma la cosa più bella è che ogni sera organizza una festa a tema diverso, e stasera il tema è Country!» annunciò facendo un sorriso smagliante.
Anche io e Thessa ne facemmo uno, aspettandoci una reazione entusiasta dai nostri ragazzi. Reazione che non arrivò.
«Ok...» si limitò a dire Chiesa.
«Dobbiamo proprio andare?» chiese invece Matteo arricciando il naso.
Io lo guardai confusa.
«Perché non dovremmo?» chiesi «Sarà divertente» dissi alzando le spalle con innocenza.
«Non sono un grande fan del Country» ammise Matteo titubante.
«Ma dobbiamo anche vestirci a tema?» chiese Loca.
«Certo!» esclamò Thessa in risposta.
«Neanche per sogno!» esclamarono Matteo e Fede all'unisono, scuotendo entrambi la testa.
Io e le ragazze li guardammo male.
Ma insomma, che noiosi!
«Non abbiamo i vestiti adatti» disse Loca.
«Per voi ragazzi bastano un paio di jeans e una camicia a quadri» gli fece notare Benedetta con aria ovvia.
«Io non ho camicie a quadri» disse Matteo scuotendo la testa.
«In spiaggia c'è un tipo che le vende, costano poco» disse Thessa alzando le spalle con innocenza.
I ragazzi provarono ancora a protestare, ma noi eravamo decise: quella sera saremmo andate in quel locale punto e basta.
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@she.s.benni ti ha menzionato nella sua storia
Sì, proprio così era iniziata la serata, con una foto di me, Thessa e Benedetta nei nostri costumi Country pubblicata da Benni, e con il repost sia mio sia di Thessa.
«Vi siete impegnate devo dire» ci aveva detto Loca guardandoci sorpreso mentre Matteo ci faceva la foto.
"E vorrei vedere! Siamo stratosferiche!" avevo pensato io tra me e me.
«Perché vi siete portate degli stivali texani e un cappello da cowboy per venire al mare?» ci chiese invece Fede stranito, poco dopo essere entrati nel locale.
Io e le ragazze ci guardammo arricciando leggermente il naso.
«Beh, può darsi che avessimo già trovato il locale prima di partire» ammisi io.
«E può anche darsi che avessimo già prenotato un tavolo» aggiunse Thessa.
I ragazzi rimasero spiazzati.
«Siete delle bugiarde!» esclamò Loca indignato.
«Parecchio» gli diede ragione Matteo annuendo.
Noi li guardammo male.
«Non fate storie, vi divertirete» li rimproverò Benedetta.
«Però intanto stiamo andando in giro vestiti così!» protestò Fede.
Sì, quel pomeriggio avevano comprato tutti e tre (obbligati da noi ragazze) delle camicie a quadri dal tipo di cui parlava Thessa. Forse non era proprio il loro stile, però stavano bene.
«Davvero credi che mi stia bene?» mi chiese Matteo indicandosi la camicia.
La sua era rossa e blu, quella di Loca era blu e verde e quelle di Fede era gialla e blu.
«Molto» risposi «Sei molto sexy vestito così» aggiunsi in un sussurro, avvicinando la bocca al suo orecchio.
Matteo fece un sorrisetto stupido.
«Davvero?» mi chiese poi con aria ammiccante.
«Sì» risposi io annuendo «Anche se saresti decisamente più sexy se venissi a ballare con me» aggiunsi accarezzandogli una spalla e mordendomi il labbro inferiore.
«Lo sai che non ballo, Ceciu» mi disse Matteo guardandomi male.
Lo guardai male anche io.
«Andiamo! Sei venuto per divertiti o no?!» gli chiesi scocciata.
Matteo sospirò.
«E va bene! Andiamo a ballare!» si arrese poi, accettando la mia mano e facendosi trascinare in pista.
Ora si che la festa poteva iniziare!
Spazio autrice:
Come promesso un capitolo anche oggi! 🤍❤️
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