I MISSED YOU

«Fillo! È mezz'ora che sei in bagno! Mi lavo nell'altro ma almeno vorrei prendere shampoo e balsamo!» urlai una mattina a mio fratello, che era letteralmente chiuso in bagno da più di venti minuti.

Si era alzato senza dire una parola e si era chiuso lì prima che chiunque potesse anche solo dirgli "Buongiorno".

Io dovevo lavarmi i capelli perché dovevo uscire con Matteo, quindi dovevo entrare in bagno!

Dopo l'ennesima urlata contro la porta sentii dei movimenti da dentro il bagno, poi la maniglia si abbassò e la porta finalmente si aprì.

Ero pronta a fulminare mio fratello con lo sguardo ma non ci riuscii. I miei occhi ne avevano incontrati un paio color verde, ma non era il solito verde, era un verde spento. Era come se la distesa di erba che di solito caratterizzava gli occhi di mio fratello fosse indondata da pioggia su pioggia e coperta da un cielo grigio cupo.

«Fillo...» dissi quasi senza fiato «Cos'è successo?» riuscii a chiedere.

Filippo fece una smorfia per trattenere le lacrime, ma non ce la fece e scoppiò a piangere.

«La Bea mi ha lasciato» disse tra i singhiozzi, abbassando lo sguardo.

Io spalancai gli occhi e sentii il cuore fermarsi per un attimo.

Cosa?!

Come era possibile?!

Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire. Istintivamente annullai la distanza che divideva me e Filippo e lo strinsi a me, cercando di consolarlo in qualche modo. Non sapevo come però.

«Aspetta...» disse Filippo in un sussurro, staccandosi da me e prendendomi per mano.

Mi portò in camera nostra e si chiuse la porta alle spalle.

«Mamma e papà non sanno niente e per ora è meglio che non lo sappiano» mi spiegò.

Io lo guardai con tenerezza, mentre lui lasciava la mia mano e si sedeva sul suo letto con disperazione.

Io sospirai.

Era devastante vederlo così. Non era mai successo, e inconsciamente credo che avessi sempre sperato non succedesse mai.

Di nuovo non sapevo cosa dire, così mi limitai di nuovo ad avvicinarmi a Filippo e stringerlo a me, facendogli affondare la testa nella mia pancia. Gli misi una mano tra i capelli mentre lo sentivo ricominciare a singhiozzare.

Stava venendo da piangere anche a me a vederlo così. Allora pesi dei respiri profondi per resistere e iniziai a oscillare un po' per cullare Filippo.

«Mi sei mancata, Ceci» mi disse a un certo punto Filippo, alzando lo sguardo su di me.

I suoi occhi erano ancora molto lucidi, ma per lo meno aveva smesso di singhiozzare.

Io aggrottai le sopracciglia confusa.

Cosa intendeva?

«Non fare così, sai cosa intendo» mi disse Filippo «È tanto che non passiamo un po' di tempo solo io e te. Con questa scusa che abbiamo, beh, avevamo... entrambi una coppia, abbiamo perso un po' il nostro bellissimo rapporto che faceva invidia a tutti» iniziò a spiegare «Mi è mancato tutto questo, mi sei mancata tu» confessò guardandomi negli occhi.

Io lo guardai colpevole.

Aveva ragione, per quanto avessimo continuato a volerci bene avevamo un po' dato per scontato il nostro rapporto tra fratelli. Il fatto di vivere in casa insieme ci aveva fatto credere che non servisse prenderci un po' di tempo per noi, e avere un partner non aveva aiutato. Però in quel momento, con quelle parole, Filippo mi fece rendere conto del fatto che anche a me era mancato, tantissimo, e che forse quelle reazioni che avevo avuto nel vederlo così triste e quel mio abbracciarlo senza pensarci due volte erano conseguenze di quella inconscia mancanza di un contatto con lui.

«Hai ragione, e mi dispiace tantissimo» dissi annuendo e posandogli le mani sulle guance «Non ho mai smesso di volerti bene, Fillo, questo lo sai» aggiunsi.

Filippo annuì.

«Ti vorrò sempre bene, sempre» dissi ancora.

Poi lasciai un bacio in fronte a mio fratello mentre lui tirava su col naso.

«Anche io ti voglio bene, Ceci. Un bene immenso» disse dopo un po' «Grazie di esserci, soprattutto in questo momento» aggiunse.

Io feci un mezzo sorriso, poi gli lasciai un altro bacio in fronte e lo strinsi di nuovo a me.

I suoi occhi erano devastanti.

~~~

Passammo tutta la mattina sdraiati sul suo letto in silenzio, semplicemente stretti l'uno all'altra, io sperando di poterlo consolare in qualche modo e lui probabilmente ripensando a tutto quello che aveva vissuto con la Bea.

Infondo erano quasi tre anni di relazione anche per loro.

«Fillo» lo chiamai a un certo punto.

Lui fece un verso per farmi capire che mi ascoltava.

«Posso sapere come è successo?» chiesi «Cioè... perché... perché ti ha lasciato?» precisai.

Sentii Filippo prendere un respiro profondo prima di rispondere.

«Ha detto che non prova più le stesse cose dell'inizio» iniziò a dire «Ha detto che siamo cambiati e che probabilmente non siamo più compatibili come prima» continuò «Ha detto che ormai mi vede solo come un amico, nulla di più» concluse.

Io sospirai.

Potevo capire il punto di vista di Beatrice.

Insomma, non avevo mai sperimentato una cosa simile, ma credevo fosse normale a un certo punto arrivare a provare certe cose se la persona non era quella giusta.

Il fatto è che la Bea sembrava proprio la persona giusta per mio fratello.

«Non capisco» dissi infatti scuotendo la testa «Stava andando tutto così bene» dissi quando Filippo mi guardò aggrottando le sopracciglia.

«Quanto tempo è che non mi chiedi come va con la Bea?» mi chiese scettico.

«Beh...» iniziai a rispondere io.

Poi però mi bloccai.

Non ricordavo l'ultima volta che gli avevo chiesto come andasse la sua relazione, segno che era tanto che non lo facevo.

«È qualche settimana che le cose sono peggiorate» iniziò a spiegare allora Filippo «Ho iniziato a sentirla distante, meno presa di quanto fosse prima, ma all'inizio pensavo fosse una fase. Speravo si sarebbero sistemate le cose» ammise «Quando mi sono accorto che però la situazione non migliorava ho iniziato a farmi delle domande, e ieri sera sono arrivato a farle a lei, ricevendo una risposta decisamente poco gradita» continuò, tirando su col naso.

Io sospirai di nuovo e gli accarezzai ancora i capelli.

Da quello che diceva sembrava che Filippo se la aspettasse che la Bea lo avrebbe lasciato, ma evidentemente non se lo aspettava per niente.

«Credi che se non le avessi fatto quelle domande non mi avrebbe lasciato?» mi chiese dopo attimi di silenzio.

Io lo guardai leggermente stranita.

«No» risposi poi «Probabilmente non ti avrebbe lasciato ieri sera, ma lo avrebbe fatto comunque» specificai.

Filippo sospirò, poi tornò nel suo silenzio.

In quel momento suonò il citofono e mia madre mi avvisò che era Matteo.

Dovevamo uscire a pranzo, ma non potevo lasciare mio fratello in quelle condizioni. Così scrissi a Matteo di salire e poco dopo era entrato in camera mia con Simba e un sorriso che mutò in espressione confusa quando vide lo stato di Filippo.

Gli raccontai in fretta la situazione e il motivo per cui lo avevo fatto salire, poi gli dissi che poteva stare a mangiare lì se voleva, perché non mi andava di lasciare Filippo da solo.

Nel frattempo Simba, che Matteo aveva liberato dal guinzaglio, era salito sul letto, avvicinandosi a Filippo, e gli stava leccando una mano, quasi come se volesse consolarlo anche lui.

«Perché non ce lo portiamo dietro?» chiese Matteo alzando le spalle con innocenza.

Io lo guardai stranita.

Davvero credeva che Filippo sarebbe voluto venire a mangiare con noi?

«Io non esco» disse infatti mio fratello deciso.

«Se non esci oggi sarà difficile farlo nei prossimi giorni» gli disse Matteo.

«Non ho intenzione di uscire neanche nei prossimi giorni» disse Filippo.

Io sospirai e guardai Matteo sconsolata.

Lui allungò una mano per stringere la mia e mi fece un'espressione da "ci penso io".

Non potevo che fidarmi.

«Invece oggi uscirai, e non accetto un no come risposta» disse a Filippo.

«Non sono nel mood di uscire» ribatté Filippo secco.

Matteo sospirò.

«Ascolta, Filippo, lo so che all'inizio è difficile, sono stato lasciato esattamente come te, quindi ti capisco» iniziò a dire «Però devi reagire, perché ripeto, se non lo fai ora ci metterai settimane a farlo» continuò «Credimi, Filippo, anche se non ne hai per niente voglia reagisci, esci e continua a vivere la tua vita» concluse.

«Non so se posso chiamarla ancora vita senza Beatrice» disse Filippo malinconico.

Quelle parole mi fecero venire il magone, così mi concentrai ad accarezzare Simba per cercare di non piangere.

«Anche io la pensavo così una volta chiuso con Alessandra. Ma poi è tornata la luce» disse Matteo «Troverai anche tu una Cecilia che ti riporterà a vedere i colori della vita» aggiunse guardandomi con un sorrisetto tenero.

Ne feci uno anche io e gli mandai un bacio con la mano.

Quanto era dolce!

Filippo sospirò.

Era chiaro che Matteo lo stesse convincendo. Anzi, forse lo aveva già fatto.

«E va bene, vengo a mangiare con voi» si arrese infatti Filippo quasi sbuffando, ma comunque alzandosi dal letto, pronto per uscire.

Il mio sorriso verso Matteo si allargò.

Era davvero magico!

~~~

L'umore di Filippo non migliorò drasticamente in quelle due ore che rimanemmo fuori con Matteo, ma, nonostante sul suo volto i sorrisi facevano fatica a uscire, i suoi occhi cambiarono. Da verde spento che erano, tornarono ad assomigliare al verde luminoso che li caratterizzava di solito, come se su quella radura si stessero diradando le nuvole e stesse tornando il sole.

Una volta nel parcheggio poi, riuscii anche a strappargli una risata facendo una battutina che ora non ricordo, prima di stringerlo a me per un altro abbraccio che di sicuro non gli faceva male.

In quelle ore mi accorsi anche che effettivamente mi era mancato passare tutto quel tempo con il mio Filippo. Quei momenti erano stati rigeneranti anche per me infondo.

Spazio autrice:
Scusate per il ritardo e per il capitolo un po' tragico 🙃🤍❤️

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