BINGE WATCHING
Il mondo era in fermento.
Annunci e pubblicità da tutte le parti, video su video e agitazione a più non posso.
No, non era ancora ora dei Mondiali 2022, quindi non era per quello che c'era scalpore in tutto il mondo.
Sto parlando dell'uscita della quinta stagione de La Casa di Carta, a quanto pare attesa da tutti con grande ansia.
Era il 3 settembre, a me mancavano esattamente dieci giorni all'inizio del secondo anno di università e Matteo era in ritiro a Coverciano con la Nazionale. La sera prima avevano disputato la prima partita, contro la Bulgaria a Firenze, finita 1-1 e tra l'altro né Matteo né Locatelli avevano giocato.
Sì, io e Thessa eravamo in tribuna lo stesso, insieme a Benedetta, che invece aveva apprezzato molto la partita visto che Fede giocava e aveva fatto anche l'unico goal.
Ma comunque, dicevo che il mondo era in fermento, e a quanto pare anche mio fratello e il mio ragazzo lo erano.
Una delle poche cose che mi aveva detto Matteo la sera prima, quando lui e Loca si erano avvicinati a bordo campo per salutarci, era stata «Non guardare la quinta stagione de La Casa di Carta senza di me» con fare ammonitore.
Io avevo spalancato gli occhi e alzato le mani in segno di resa, ma non c'era pericolo che lo facessi.
So che rischio la morte a dire una cosa del genere, ma io non avevo mai visto La Casa di Carta. Non so per quale motivo, mi era anche sempre sembrata interessante, ma forse non abbastanza per perderci del tempo. Se una serie Tv non mi ispira abbastanza tendo a non guardarla, e così era successo con questa credo.
«Tu sei pazza!» mi diceva sempre Filippo «Non sai cosa ti perdi!» esclamò la prima volta che gli dissi che non l'avrei guardata.
«Ho una buona notizia per te!» esclamai invece quel giorno, quando entrai in casa di ritorno da Firenze «Ho deciso di iniziare a guardare La Casa di Carta!» annunciai dopo aver ricevuto un'occhiata curiosa.
Filippo spalancò gli occhi e fece un sorriso a trentadue denti.
«Davvero?!» mi chiese incredulo «E come mai questo improvviso interessamento?» chiese quando io annuii.
«Beh... Teo mi ha detto che vuole vedere la quinta stagione insieme, quindi ho deciso che devo portarmi al suo passo per poterlo fare» risposi alzando le spalle con innocenza e arriciando leggermente il naso.
A Filippo si spense il sorriso e mi guardò male.
«Che sottona!» esclamò indignato.
Anche io lo guardai indignata.
Ma come osava?!
«Non sono sottona, ho sempre voluto guardarla, solo che non ho mai trovato un motivo abbastanza buono. Ora invece ne ho trovato uno più che valido» mi difesi.
Filippo mi guardò scettico e sospirò.
«Va beh, comunque ti devi muovere, perché non credo che Matteo vorrà aspettare molto prima di vedere la quinta stagione» disse poi.
Sospirai anche io.
Sapevo di dovermi muovere a vedere le quattro stagioni precedenti. E infatti, approfittando del fatto che Matteo era in ritiro e che quella domenica avrebbe giocato in Svizzera, avevo intenzione di fare il cosiddetto binge watching, in modo da aver visto le prime quattro stagioni per quando Matteo sarebbe tornato da Firenze.
Sì, avevo pochissimo tempo, ma ero fiduciosa, e credevo di farcela. Soprattutto se la serie era davvero davvero avvincente come tutti dicevano.
«Questa è mia sorella!» esclamò Filippo con aria fiera, passandomi una mano tra i capelli spettinandoli e lasciandomi un bacio sulla tempia.
Io lo guardai stranita.
Era davvero il caso di essere così fieri?
Stavo solo iniziando a guardare una serie Tv!
~~~
Oh Roma!
Che città meravigliosa!
Eterna davvero, perché eterna e infinita è la sua bellezza.
Non avevamo tanto tempo per visitarla, perché saremmo stati lì solo un giorno e una notte, quella della partita Italia-Lituania, però un giorno bastava per passeggiare nei luoghi più belli e godersi un po' la vista.
«Ma sai tutto delle opere d'arte?» mi chiese a un certo punto della mattinata Thessa, guardandomi sorpresa.
Sì, io, lei e Benedetta eravamo in giro per la città a fare due passi, e, prima di potermi controllare, avevo iniziato a raccontare qualsiasi cosa mi venisse in mente di tutti i monumenti che incontravamo sul nostro cammino (e se conoscete Roma sapete che sono tantissimi).
Io la guardai un po' colpevole.
«Studio storia dell'arte all'Università» mi difesi alzando le spalle con innocenza.
Thessa e Benedetta fecero una risatina.
«È bello avere un'amica che sa così tante cose» disse Benedetta con un sorriso.
Ne feci uno anche io.
Che belle le mie amiche!
«La città è grande ma ci si incontra lo stesso!» esclamò in quel momento una voce decisamente conosciuta.
Era mio fratello, perché sì, era ovviamente venuto anche lui a Roma a vedere la partita, ma aveva avuto la brillante idea di portarsi Beatrice così non sarebbe stato appresso a me e alle ragazze tutto il giorno.
Mi voltai nella sua direzione con un sorrisetto un po' scettico. Il giorno prima di partire mi aveva detto che voleva a tutti costi riicontrare Thessa e Benedetta prima della sera della partita, quindi ero praticamente convinta che quell'incontro non fosse stato poi così casuale come sembrava.
«Ragazze, mio fratello Filippo, che in parte conoscete già, e la sua ragazza Beatrice. Loro sono Thessa e Benedetta» dissi io facendo le presentazioni.
Filippo aveva gli occhi fuori dalle orbite mentre stringeva la mano a Thessa e Benedetta, e a Beatrice non scappò la cosa. Infatti con uno sguardo fulminante lo fece tornare in sé.
«Perché non andiamo a mangiare qualcosa insieme già che ci siamo trovati?» propose Thessa con un sorriso.
A me sembrava una bella idea, ma forse Beatrice non era così d'accordo.
«Veramente avrei già prenotato un ristorante per me e Filippo» disse arricciando il naso come se fosse dispiaciuta.
Ma io che la conosco mi accorsi che non lo era, e che non era neanche vero che aveva già prenotato un ristorante. Era solo gelosa di come Filippo guardava Thessa e Benedetta, quindi voleva passarci il meno tempo possibile.
Io la guardai con un mezzo sorriso per cercare di tranquillizzarla, ma poi stetti al suo gioco, salutando quindi lei e mio fratello per andare a mangiare con Thessa e Benedetta, che per fortuna non si erano accorte di niente.
~~~
Tra venti minuti abbiamo due ore di pausa, andiamo da qualche parte? 🤍
Quel messaggio mi aveva mandato Matteo quel pomeriggio, facendomi sorridere.
Che bello che era libero!
È vero, erano solo due ore, ma erano abbastanza dopo giorni che non ci vedevamo.
In un posto tranquillo dove possiamo stare da soli 🥺
Già avevamo solo due ore tutte per noi, se poi ci si fosse messa la gente a riconoscere e chiedere foto a Matteo sarebbe stato tutto inutile. Non avevo proprio voglia di condividerlo in quel momento, volevo centoventi minuti in cui saremmo stati solo noi due.
Se ti va di guidare conosco un parco a pochi minuti da dove abbiamo l'albergo
Era perfetto!
Avrei guidato chilometri pur di essere solo io e lui per un po'.
Così venti minuti dopo ero andata da Matteo in albergo e poi mi ero messa al comando della sua macchina per andare a questo parco che conosceva lui.
Sì, ho detto che la macchina era sua ma che guidavo io perché sapevo che non gli piaceva guidare dopo ore di allenamento. Voleva solo rilassarsi, e guidando non lo avrebbe fatto.
Comunque... quanto mi piaceva essere seduti sull'erba con la brezza tra i capelli e Matteo così vicino a me!
«Ho visto che stamattina avete girato un po' per Roma» disse Matteo dopo una buona dose di baci.
Io annuii.
«Hai raccontato anche a Thessa e Benedetta tutto quello che sapevi sui monumenti?» mi chiese divertito.
«Può darsi» risposi io stringendomi nelle spalle e mordendomi il labbro inferiore.
Matteo fece una risatina, poi si sporse a lasciarmi un bacio sulla tempia.
«Comunque, devo... devo confessarti una cosa» iniziai a dire, giocherellando con il colletto della sua polo per non guardarlo negli occhi.
Non era facile quello che gli stavo per dire, quindi facevo fatica a sostenere il suo sguardo.
Lanciandogli un'occhiata furtiva mi accorsi che i suoi occhi erano confusi e leggermente preoccupati.
«Mi stai facendo preoccupare, Ceciu» ammise infatti serio.
Io sospirai.
«No, non è nulla di cui preoccuparsi» dissi «Cioè, nulla di grave ecco» precisai.
Dal suo respiro sentivo che Matteo era ancora irrequieto.
«Senti, se mi stai per dire che hai un altro puoi farlo dopo la partita di stasera per favore?» mi chiese con voce implorante.
Io alzai lo sguardo su di lui con le sopracciglia aggrottate e aria confusa.
Un altro?
Cioè un altro ragazzo?
No!
Ma cosa aveva capito?!
«No, Teo...» dissi in fretta «...non c'è nessun altro, solo tu» lo rassicurai, accarezzandogli una guancia con la mano e guardandolo negli occhi.
Lo sentii tirare un sospiro di sollievo mentre si scioglieva in un leggero sorriso.
«Allora puoi dirmi quello che vuoi» disse con calma.
Io ero ancora confusa, ma mi sforzai di fare un mezzo sorriso prima di sputare il rospo.
«Io... ecco, non ho mai visto La Casa di Carta» confessai guardandolo colpevole.
Matteo alzò le sopracciglia sorpreso.
«Com... mai?» mi chiese stranito.
Io scossi la testa.
«Stai scherzando?» chiese ancora Matteo alzando di più le sopracciglia.
Io scossi la testa di nuovo.
«Però... però sto provvedendo alla cosa» dissi immediatamente «Ho già iniziato a guardarla e sono quasi alla fine della prima stagione» spiegai facendo un sorrisetto.
Matteo era ancora evidentemente sconvolto dalla mia dichiarazione, ma fece un sorriso e mi chiese dove fossi arrivata.
«Mi mancano le ultime due puntate della prima stagione» risposi io.
«Ok, allora posso chiedertelo... personaggio preferito?» mi chiese curioso.
«Ovviamente Denver» risposi io «Sembra quello stupido ma poi è un tenerone, e con Monica mi piace da morire!» esclamai con aria sognante.
Fece un sorrisetto anche Matteo.
«Ci sta, sopratutto perché tra le donne, oltre a Nairobi...» iniziò a dire.
«La adoro!» esclamai io.
«Ecco, dicevo, oltre a Nairobi, la mia donna preferita è Monica» ammise con un sorrisetto.
Ne feci uno anche io.
«Quindi... tu potresti fare il mio Denver e io la tua Monica?» chiesi con aria ammiccante.
Anche Matteo assunse un'espressione furba, poi si avvicinò per baciarmi con passione.
«Mi piace come idea» mi sussurrò, prima di tornare sulle mie labbra.
Quanto amavo il mio Denver!
Anche se ero rimasta spiazzata dalla sua affermazione di poco prima, quando credeva che avessi un altro ragazzo.
Insomma, si fidava così poco di me?
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