A NEW PLACE TO CALL HOME

«Teo, dove stiamo andando?» chiesi un giorno di fine gennaio, dopo che Matteo mi venne a prendere a casa per stare un po' insieme.

«A casa mia» rispose Matteo.

Io aggrottai le sopracciglia.

«Questa non è la strada per andare a casa tua» gli feci notare.

«Sì invece» disse Matteo.

«No invece, non sono scema, Teo, sono venuta a casa tua miliardi di volte e sono più che certa che non sia questa la strada per arrivarci» ribattei.

Matteo fece una risatina.

«Quando arriveremo a destinazione capirai» mi disse poi appoggiando una mano sulla mia coscia.

Io lo guardai ancora confusa.

«Veramente vorrei capire adesso» dissi seria.

Matteo mi guardò con un sopracciglio alzato.

«Tranquilla» mi disse «Ti fidi di me?» mi chiese poi.

«Certo che mi fido di te, Aladdin» risposi.

Quella sua frase mi aveva ricordato troppo la scena del cartone in cui Aladdin invita Jasmine sul tappeto volante.

Matteo mi guardò sorpreso e fece una risatina per come lo avevo chiamato.

«Ma comunque non mi piace non sapere dove stiamo andando, a parte quando mi annunci già dall'inizio che sarà una sorpresa» continuai a dire io.

«Allora ti dico che ho una sorpresa per te» disse Matteo con un sorrisetto furbo.

«Ormai non vale più» dissi però io.

Matteo sospirò.

«E se invece ti dico che ne ho due di sorprese per te, vale?» mi chiese poi, puntando gli occhi su di me.

Io lo guardai con le sopracciglia alzate.

«Hai davvero due sorprese?» chiesi.

Matteo annuì e allora a me scappò un sorriso.

«Potrebbe valere, sì» risposi.

Anche Matteo fece un sorrisetto, scuotendo la testa divertito, mentre ripartiva, visto che il semaforo era tornato a essere verde.

~~~

Quando arrivammo a destinazione gli dovetti dare ragione, perché effettivamente lì mi spiegò come mai insisteva sul fatto che stessimo andando a casa sua.

«Questo appartamento è mio» iniziò a dire «L'ho comprato e iniziato ad arredare qualche settimana fa, e ora che è pronto posso fartelo vedere» continuò con un sorriso.

Io intanto mi stavo guardando intorno, cercando di cogliere ogni minimo particolare di quel modesto ma davvero bell'appartamento. Non era tanto grande, ma era stato arredato davvero bene ed era molto accogliente.

«Perché hai comprato un appartamento?» chiesi a Matteo quando, girando lentamente su me stessa, tornai a puntare gli occhi su di lui.

«Ero stanco di vivere con i miei, volevo un posto tutto mio dove poter tornare la sera e rilassarmi senza sentire mia sorella che litiga con mia madre o le lamentele di mio padre» mi rispose Matteo «E poi, almeno così potrai venire a trovarmi tutte le volte che vuoi, senza bisogno che ti dica che ho casa libera, e potrai anche stare a dormire da me tutte le volte che vuoi» aggiunse con un sorrisetto.

Ne feci uno anche io.

Era una buona scusa per un nuovo appartamento.

Una buonissima scusa.

«Allora, ti piace?» mi chiese Matteo avvicinandosi e prendendomi per la vita.

«Molto, è davvero carino» risposi annuendo.

«Quindi verrai a trovarmi spesso?» mi chiese con un sorrisetto tenero.

Io feci finta di pensarci.

«Può darsi» risposi poi facendo oscillare la testa.

Matteo fece una risatina contagiandomi, poi si sporse per baciarmi.

«Ma tu non avevi un'altra sorpresa per me?» chiesi quando ci staccammo.

«Più che una sorpresa è una proposta» rispose Matteo.

«Mi hai ingannato allora?» chiesi io mettendo il broncio.

«Può darsi» ammise Matteo arricciando il naso «Ma era per farti stare tranquilla» si giustificò poi.

Io feci una risatina.

«Va beh, sentiamo questa proposta» dissi poi sospirando.

Matteo prese un bel respiro prima di parlare.

«Stavo pensando, che ora che sono qui tutto solo e che la casa è vuota, avrei bisogno di un po' di compagnia» iniziò a dire Matteo «Quindi, sempre se tu sei d'accordo...» continuò.

Ma poi si fermò, lasciandomi sulle spine per qualche secondo.

Io alzai le sopracciglia per incitarlo a parlare.

Cosa stava per dire?

«...vorrei prendere un cagnolino» concluse Matteo con un sorrisetto.

Ne feci uno anche io, cercando di nascondere la leggera delusione che mi aveva preso.

Sì, mi aspettavo che mi chiedesse altro, e credo sia chiaro cosa mi aspettassi...

Mi aspettavo che mi chiedesse di andare a vivere con lui, cosa che avrei apprezzato molto anche se in realtà non sapevo come avrei potuto rispondere.

Insomma, sarebbe stato bello andare a vivere con Matteo, ma forse era troppo presto, e forse per ora era meglio evitare per non rovinare la bellissima relazione che avevamo.

Tutti questi forse però non toglievano il fatto che mi avrebbe fatto piacere sapere che Matteo aveva pensato di poter vivere con me.

"È troppo presto, Cecilia. Concentrati sul cagnolino" mi dissi da sola, cercando di scacciare la delusione.

«Quindi, che ne dici?» mi chiese Matteo alzando le sopracciglia.

«Mi sembra una gran bella idea» risposi io annuendo «Posso venire a prenderlo con te?» gli chiesi poi facendogli gli occhi dolci.

«È proprio quello che ti stavo per chiedere» rispose Matteo divertito.

Feci una risatina anche io, e poi ci accordammo per andare al canile il giorno dopo.

~~~

«Ok, dimmi che non sono l'unico che li prenderebbe tutti» disse Matteo il pomeriggio dopo, quando entrammo nel canile.

Si stava guardando intorno con gli occhi a forma di cuoricino e un sorrisetto luminoso, cosa che mi fece sorridere.

Ma quanto era bello?!

Sembrava un bimbo!

Comunque, in un attimo eravamo stati notati da uno degli operatori del canile, che poi aveva iniziato a farci fare un tour del posto mostrandoci cani a destra e a manca.

Matteo si sarebbe fermato a ogni gabbia se non avessimo dovuto praticamente correre dietro al ragazzo.

A un certo punto arrivammo a una gabbia con dentro due o tre cuccioli pieni di pelo. Sembravano dei volpini, ma il ragazzo ci disse che in realtà non erano di razza.

«Sono un misto di talmente tante razze che non sappiamo precisamente quali» ammise divertito.

Matteo si accovacciò di fronte alla gabbia per guardarli meglio.

Erano davvero carini. Ce n'erano due neri e uno marroncino. Quest'ultimo ci stava guardando con i suoi occhioni scuri tenerissimi, mentre gli altri due erano occupati a rincorrersi a vicenda.

«Sono nati poche settimane fa, anche se in realtà non diventano molto più grandi di così» ci informò l'operatore.

«Posso prendere in braccio quello marroncino?» chiese Matteo.

«Certo!» rispose l'operatore.

Poi aprì la gabbia, prese il cagnolino che aveva chiesto Matteo e glielo porse.

Tra le mani del mio ragazzo sembrava ancora più piccolino!

Era bellissimo!

«Ma quanto sei bello tu? Quanto?» gli stava chiedendo Matteo con voce tenera, tenendolo di fronte a sé per guardarlo in faccia.

A me scappò un sorriso, e quando mi accorsi della luce negli occhi di Matteo capii che era il cagnolino giusto. Era successo qualcosa di magico tra Matteo e quel cagnolino, era stato come amore a prima vista.

Non potevamo non prenderlo!

E infatti poco dopo stavamo tornando a casa con quel bellissimo cagnolino peloso, pronti a fare di lui il nostro nuovo migliore amico.

«Dobbiamo trovargli un nome» disse Matteo mentre parcheggiava sotto la sua nuova casa.

Io annuii.

«Hai qualche idea?» chiesi.

Matteo ci pensò un attimo, poi rispose di no.

«Però stavo pensando a un nome che faccia pensare a qualcosa di mastodontico e che lasci spiazzati quando ci presentiamo con un batuffolo di pelo» mi spiegò gesticolando.

Io lo guardai divertita.

«Ok, mi piace» ammisi ridendo.

Rise anche Matteo, mentre prendevamo l'ascensore.

«Qualcosa come... Godzilla» disse Matteo.

Io arriciai il naso.

«Non è tanto bello» dissi.

«Vero» ammise Matteo «Che ne dici di Leo?» mi chiese poi.

Io lo guardai male.

«Leo? Seriamente?» chiesi.

«No, no hai ragione non gli sta bene» ammise Matteo scuotendo la testa.

Lo sentii sospirare, mentre pensava a qualche altro nome da proporre.

«Tigre?» chiese.

Io aggrottai le sopracciglia stranita.

Tigre?

Voleva davvero chiamare quel batuffolo di pelo Tigre?

«È un cane e non un gatto, quindi non ha senso chiamarlo Tigre, che è anche brutto» dissi.

Matteo a questo punto sbuffò scocciato.

A me invece era appena venuta un'idea.

«E se lo chiamassimo Simba?» chiesi.

Matteo aggrottò le sopracciglia.

«Come il leone de Il Re Leone?» mi chiese stranito.

«Sì, esatto» risposi io «Volevi un nome che facesse venire in mente qualcosa di grande, non c'è niente di meglio che il nome di un leone» spiegai facendo un sorriso.

Matteo ci pensò un attimo.

«Non è male» ammise dopo un po' «Anzi, più ci penso più mi piace» aggiunse annuendo leggermente.

Io feci un sorrisetto furbo.

«Quindi abbiamo deciso?» chiesi.

«Simba... sì, abbiamo deciso» confermò Matteo annuendo.

Poi sorrise, facendo sorridere anche me.

«Sei un genio lo sai?» mi chiese avvicinandosi per un bacio.

«Lo so» risposi io tirandomela.

Matteo fece una risatina come me, poi mi diede un altro bacio, prima di abbassare lo sguardo sul cagnolino che era fermo ai nostri piedi con i suoi giganteschi occhioni puntati su di noi.

«Tu che ne dici? Ti piace Simba?» gli chiese Matteo.

Il cagnolino scodinzolò.

«Credo che gli piaccia» dissi io ridendo.

Rise anche Matteo.

«Direi di sì» confermò.

Poi si abbassò per prendere in braccio Simba e avvicinarlo a me.

Io allungai una mano per accarezzarlo con un sorriso.

Era proprio un bel cagnolino, e Matteo era felicissimo ora che aveva una nuova compagnia nella sua nuova casa. Non potevo che essere felice anche io.

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