19. Palle di neve e gare di velocità
Camminavo furtivamente in mezzo ai pini con due sfere bianche tra le mani, pronta a lanciare in caso incontrassi un componente della squadra nemica. Ero stata designata come esploratrice, dovevo trovare la base avversaria e sferrare il primo attacco, per poi tornare e mostrare agli altri, rimasti tutti in difesa, ciò che avevo visto.
Improvvisamente sentii qualcosa sfiorarmi l'orecchio. Se mi avesse colpita sarei dovuta tornare alla mia base e ricominciare da capo. "Se sono qui vuol dire che la base è vicina." Fu il mio pensiero mentre mi riparavo dietro un albero.
Sbirciai poi nella direzione da cui era arrivata la palla di neve e notai Gabriele accovacciato dietro un tronco, circospetto, che stava fabbricando nuove sfere. Dovevo trovare la base, era il mio unico obiettivo, e non essendo brava a lanciare avevo poche speranze di colpirlo. In ogni caso provai un tiro, che finì miseramente a metà del percorso, e mi misi a correre nella neve, cosa assolutamente non facile.
Schivai altri due tiri con una agilità che non pensavo di avere e vidi comparire Giada davanti ad un muro bianco. La base! L'avevo trovata!
Feci giusto in tempo a inquadrarla meglio che sentii una botta sulla schiena, segno che ero stata colpita.
Ora dovevo stare attenta, non dovevo essere seguita da altri per non far loro trovare la nostra base, e dovevo quindi colpire chiunque prendesse la mia stessa strada, cosa difficile date le mie abilità nella mira e nel tiro.
Una palla di neve sfiorò il mio orecchio con un sibilo e colpì Giada che, nascosta dietro di me, non avevo notato.
«Ilary! Devi stare attenta! Vuoi farci scoprire?» Alex comparve davanti di me saltando agilmente giù da un albero. «Hai trovato la base?»
«Sì, ma sono stata colpita. Devo tornare al punto di partenza prima che possa mostrartela.»
«Allora corri! Io resto qua a sorvegliare il passaggio, sai dove trovarmi.» Mentre parlava, si piegò a fabbricare nuove munizioni e io mi sbriga a seguire le sue indicazioni.
Poco dopo eravamo di nuovo insieme, alla volta della base della squadra di Giada. Il nostro obiettivo era distruggerla in qualunque modo possibile, raderla totalmente al suolo, e infine prendere e portare indietro la bandiera che vi era nascosta.
«Pronta? ce ne sono solo due in difesa, possiamo farcela.» Eravamo nascosti dietro un cespuglio completamente ricoperto di neve, a vista della base nemica. «Io attirerò la loro attenzione, tu resta qui dietro fino a quando non vedi via libera, poi distruggi tutto quello che puoi.»
Ebbi solo il tempo di annuire, che Alex era già scattato in avanti attirando, come previsto, l'attenzione di Angelica e Gabriele, che si diedero subito ad inseguirlo.
Cogliendo al volo l'occasione, mi precipitai sulla base e tolsi un bel po' di blocchi di neve prima di sentire una seconda botta sulla schiena.
«Aha! Ti ho presa vandala!» esclamò Giada alle mie spalle, «Alla fine l'essere stata presa non è stato un totale male!»
Sconfitta, tornai alla base.
«Abbiamo vinto!» esclamò Alice correndoci incontro, «Alex ha sempre piani fantastici, devo ammettere che è sempre stata una delle sue migliori qualità fin da bambino!»
«Ovvio, le strategie di Lord Demolik non possono fallire!» Alex era spuntato dietro di lei con un gran sorriso. Era la prima volta che lo vedevo così felice.
Alice sospirò disincantata, alzando gli occhi al cielo. «La modestia non ha mai fatto parte delle tue qualità.»
«Le strategie di chi?» chiesi, e nessuno mi diede una risposta.
«Beh, io direi di fare un'altra partita con altre squadre.»
«Non accetti la sconfitta Giada?» Per risposta la ragazza fece una linguaccia ad Alex, che ghignava.
«Sì!» esclamai, «Proviamo a fare altre squadre.»
«Io direi una bella sfida ragazze contro ragazzi, che ne pensate?» propose Giada, «Così vediamo chi ha davvero la miglior strategia.» Aggiunse in tono di sfida guardando Alex.
Ci trovammo ad essere tutti d'accordo e andammo subito a preparare le basi, dopo aver concordato le stesse regole della partita precedente.
Anche stavolta andai all'attacco per prima, a cercare la base. Ero in mezzo agli abeti innevati quando una palla di neve mi mancò per un soffio, colpendo l'albero più vicino ad una velocità impressionante. Mi girai di scatto e feci in tempo a vedere una massa di ricci neri nascondersi dietro ad un cespuglio. Feci un tiro in quella direzione, che andò ovviamente a vuoto, e cominciai a correre nel momento in cui Alex si alzò, carico di munizioni.
«Non mi sfuggi Ilary!» esclamò partendo al mio inseguimento.
Corremmo tra gli abeti per un tempo che mi parve non finire mai. Mentre attraversavamo in discesa un tratto ripido e quasi esclusivamente sprovvisto di alberi, inciampai nella neve, impacciata dagli scarponi e dalla tuta. Alex, arrivando a gran velocità, non riuscì a fermarsi in tempo e in un attimo ci ritrovammo a rotolare insieme a causa della pendenza.
Ritrovato il controllo ad una velocità sorprendente, Alex riuscì a frenare la nostra caduta puntando solidamente mani e ginocchia nel terreno nevoso, ritrovandosi inevitabilmente sopra di me.
Ci guardammo. I suoi occhi di quello strano e innaturale verde scuro, belli e penetranti, erano fissi nei miei. Eravamo così vicini che i suoi capelli corvini mi solleticavano la fronte, le nostre bocche erano a pochi centimetri. Rimanemmo fermi così per un tempo infinito, poi lui spostò lo sguardo sulle mie labbra e, lentamente, socchiudendo gli occhi, si avvicinò ancora.
«Ilary! Alex! Dove siete? La partita è finita!» le voci dei nostri compagni ci arrivarono dall'alto. Da quella posizione probabilmente non eravamo visibili.
Alex si riscosse e sorrise, allontanò il viso e si alzò immediatamente. Mi tese poi un mano.
«Ce la faccio da sola.» dissi infastidita, alzandomi senza afferrarla. «E la prossima volta, stai attento a dove vai.» sentivo le guance e le orecchie in fiamme.
«Chiedo umilmente perdono.» rispose portandosi una mano al petto. «Dai, andiamo dagli altri.»
Non potevo certo negare di esserci rimasta male, quello era il mio desiderio da un po' ormai, ma scacciai subito il pensiero, era stupido e inutile dopotutto pensare a queste cose, avevo molto di meglio da fare nella vita.
Raggiunti gli altri ci comunicarono della vittoria della squadra di Alex, di nuovo, a quanto pare era un bravo stratega o era solo fortuna, e decidemmo che era ora di pranzare.
Durante il pasto parlammo molto di come erano andate le partite, raccontarono ad Alex della vittoria "epica" della squadra dei ragazzi e ridemmo insieme.
Dopodiché Marco propose una gara di slittini e Giada ne fu entusiasta.
«Vi prego facciamolo! Vedremo come se la cava Alex in velocità.» concluse con un'occhiata significativa al diretto interessato.
«Oh, meglio che in strategia. Marco, mi farai da secondo.» ribatté lui raccogliendo la sfida.
Andammo ad affittare quattro slittini da due posti e designammo come percorso la lunga discesa ripida e irta di ostacoli che avevo notato arrivando.
«Vieni Ilary, facciamo vedere loro chi comanda!» Alice mi prese per un polso e mi guidò verso uno degli slittini.
Dopo essersi accertata che fosse in buone condizioni, lo mise sulla linea di partenza e mi fece salire dietro di lei.
«Tieniti forte e preparati a volare!» esclamò la mia compagna subito prima di partire.
Scattato il via, ci demmo la spinta con le mani e subito cominciammo a sfrecciare sulla neve a una velocità impressionante. Alice era bravissima a usare i freni e virava prontamente per schivare alberi e rocce sporgenti.
Per quel poco che riuscii a vedere guardandomi intorno, notai gli slittini di Alex e Giada spintonarsi e tagliarsi la strada a vicenda, finché Giada e Angelica non si imbatterono in un abete che frenò bruscamente la loro corsa.
A riportarmi alla realtà fu uno scossone dato dallo slittino di Gabriele e Antonio, pericolosamente vicino al nostro. Con una virata improvvisa Alice il scartò e si allontanò ridendo, per poi finire contro lo slittino di Alex e Marco.
Ci agganciarono, cercando di farci cadere, ma noi resistemmo con tutte le forze fino al traguardo, a cui arrivammo più o meno insieme.
«Il nostro slittino era di poco più avanti!» protestò Alice quando fu dichiarato il pareggio.
«Non piangere Ali, e comunque eravamo più avanti noi.»
«Oh si, certo, come no Alex.» mi unii io.
«Ragazzi basta! Io sono per la parità.»
«Marco! Come puoi tradirmi così! Tu sei il mio compagno di squadra, dovresti sostenermi.» la voce era offesa, ma in tono giocoso.
Ogni tanto, quando alzava la voce, lo guardavo preoccupata, osservando i suoi occhi, i suoi movimenti e l'ambiente intorno. "Non si sa mai, potrebbe prendere fuoco qualcosa." Pensavo guardando il grande abete sopra di noi.
«E va bene, vada per il pareggio!» sospirò infine Alex. «Però voglio la rivincita, e questa volta vado con Ilary!» disse strattonandomi e stringendomi a sé con un braccio.
«E se io non volessi?» ribattei in tono di sfida.
«Oh, lo sappiamo entrambi che vuoi.» rispose ammiccando.
«Ma non farmi ridere!» sentivo le guance riscaldarsi ma speravo lui pensasse che is rossore fosse a causa del freddo.
«Non è che hai paura?»
«Di cosa?»
«Di andare troppo veloce.»
«Ah si? È questo che pensi? Allora cosa aspetti, prendi quello slittino e torniamo su.» ovviamente mi faceva piacere andare con lui, sinceramente non avrei mai detto di no, ma volevo stuzzicarlo, dato che era in vena di scherzi.
«Ehi Marco, senti...» sentii Alice dietro di me, «Io non ho un compagno, tu non hai un compagno... che ne dici di andare insieme?» Sembrava imbarazzata. Alice imbarazzata?
«Certo Ali, sarà un onore essere in squadra con la festeggiata.»
Sentii poi la voce ammiccante di Gabriele che diceva: «Ciao Giada...»
«Cosa vuoi?» la voce della ragazza era un misto di stanchezza e irritazione.
«Ti va di fare squadra con me?»
«Solo se mi fai battere Alessandro Delgei.» aveva alzato la voce affinché il ragazzo la sentisse.
«Beh, allora siamo d'accordo!»
Intanto, anche Angelica e Antonio si erano concordati e, una volta tornati in cima, ci preparammo a partire.
Io mi misi di nuovo dietro, Alex era sicuramente più bravo di me a guidare, e al via partimmo a tutta velocità.
Giada e Gabriele ci furono subito addosso, spintonandoci verso le rocce e gli alberi. Si unirono poi Alice e Marco, anche loro intenzionati a fermarci. Eravamo circondati, ci stavano portando verso la grande roccia coperta di neve tanto simile ad una rampa e non avevamo vie di fuga.
«Tieniti forte Ilary!» urlò Alex davanti a me e magicamente la slitta prese ad andare più veloce.
«Alex! Cosa stai facendo?! Non possiamo superare la roccia, frena!»
«Oh, sì che possiamo.»
Improvvisamente, preso coscienza di ciò che voleva fare e d'istinto mi strinsi a lui.
«No, no, Alessandro Delgei, fermati subito!»
Ma era tardi. Gli altri due slittini virarono e noi ci ritrovammo sulla rampa. In un secondo stavamo volando.
Alex si tenne forte ai bordi dello slittino, mentre io li stringevo ancor di più chiudendo gli occhi e cominciai a urlare.
L'urto fu però più dolce di quanto mi aspettassi, e grazie alla rampa eravamo in testa di molto.
«Tutto bene là dietro?»
«Vaffanculo Alex, con tutto il cuore.» accompagnai le mie parole con un pugno sulla sua schiena e lui scoppiò a ridere.
Mentre raggiungevamo il traguardo, mi voltai indietro. Gli slittini di Alice e Giada si stavano spintonando con violenza per il secondo posto, finendo per scontrarsi entrambi contro un robusto pino.
Una volta scesi dallo slittino, mi buttai addosso ad Alex, facendo cadere entrambi sulla neve, e cominciai a dargli pugni sul petto.
«Io. Ti. Ammazzo. Alex!» dicevo tra i denti.
Lui mi prese i polsi e li tenne in alto, mentre io ringhiavo e mi dibattevo. I capelli che tenevo legati si erano sciolti e mi ricadevano disordinatamente sul viso e davanti agli occhi.
Alex, evidentemente divertito dalla situazione, sorrideva e mi tratteneva con disinvoltura. Ad un certo punto, con un colpo di reni, invertì le posizioni e mi trovai bloccata sotto di lui, di nuovo, con i polsi ancora stretti nelle sue mani.
«Lasciami.»
«No, prima ti plachi.»
«Potevi farci ammazzare!»
«Avevo la situazione sotto controllo e comunque non è successo.»
Ringhiai, dibattendomi con più foga.
«Ehi voi due, ma prendetevi una stanza!» Antonio era arrivato insieme ad Angelica e ci guardava divertito.
Mi rilassai e scoppiai a ridere, pensando alla scena assurda che probabilmente stavamo facendo, e Alex mi lasciò andare, alzandosi in piedi e spolverandosi la neve dai capelli, diventati quasi bianchi.
Io rifiutai la sua mano, mi alzai, lo guardai negli occhi e gli tirai un ultimo schiaffo.
Alex sgranò gli occhi portandosi una mano sulla guancia arrossata, ma non riusciva a trattenere il sorriso. «Ehi!»
«Non fare mai più una cosa del genere.»
«Ehi ragazzi tutto bene? Vi ho visti fare un volo...!»
«Stiamo magnificamente, Ali!»
«Parla per te, io mi sono presa un infarto. Però è vero, sono illesa.»
«Meno male.» Alice sorrise. «Volete fare un ultimo giro?»
«Oh si! E questa volta cambio compagno. Antonio, ti va di venire con me?»
«Certo Giada.»
Gabriele mi si avvicinò. «Ehi Romanaccia! Facciamo una gara insieme dai!»
Acconsentii di buon grado. Andava bene chiunque che non fosse quel matto di Alex.
«Sorellina?» cantilenò lui.
«Gli facciamo mangiare la nostra polvere?» rispose prontamente Alice con un ghigno cattivo.
«Tu sì che mi capisci al volo.»
Ci dirigemmo nuovamente in cima alla discesa, prendemmo posto negli slittini e ripartimmo.
I fratelli Delgei erano velocissimi e abilissimi con le manovre, erano totalmente in sintonia e si muovevano fluidi tra gli alberi. Giada li seguiva a ruota, non si sarebbe lasciata scappare l'occasione di battere quei due insieme.
Noi intanto combattevamo con Marco e Angelica. Ero stata messa io alla guida, pessima idea, e sbandavamo da tutte le parti. Gabriele faceva il possibile per aiutarmi ad evitare gli ostacoli, ma eravamo in difficoltà.
Poco davanti a noi, vidi lo slittino dei Delgei vacillare e cominciare a girare su sé stesso. Giada rideva trionfale, ma i due ragazzi ripresero presto il controllo del veicolo, non riuscivo a capacitarmi di come, e ripresero ad essere in testa.
Arrivarono al traguardo poco prima di Giada e Antonio e i due sembravano arrabbiatissimi.
«Beh Ilary, siamo arrivati ultimi, ma almeno ci siamo divertiti.»
«Concordo Gabri. Comunque, vi prego, fermiamoci, non ne posso più.»
«Stanca?» chiese Alex.
«Un po', sì, e allora?» ammisi incrociando le braccia e guardandolo torva.
«Sinceramente lo sono un po' anche io.» si intromise Alice, «Ora voglio scartare i miei regali!»
Riportammo gli slittini dove li avevamo presi e ci sedemmo ad un tavolo, dove Alice portò i regali.
Fu molto contenta degli orecchini che le avevo preso a Napoli e mi strinse in un abbraccio esclamando: «Grazie Ilary, sono bellissimi!»
Infine, quando nel pomeriggio il sole cominciò a calare, le giornate erano molto corte, ci salutammo e le madri ci riportarono a casa.
Davanti casa mia Alice e Alex scesero dall'auto con me. Alice mi abbracciò per salutarmi e tornò in macchina, mentre Alex mi stringeva dolcemente.
«È stata una bellissima giornata. E scusa per lo slittino.» mi sussurrò all'orecchio. Poi si staccò, prese il mio viso tra le mani, mi diede un bacio sulla fronte che mi avvampare e tornò in macchina con un ultimo saluto.
Spazio autrice
No vabbè ragazzə, ce l'ho fatta! Chi l'avrebbe mai detto? Però ve l'avevo promesso che continuavo, per ciò eccomi qua!
(Calcolate che non mi ricordavo più in che modo facevo lo spazio autrice per capirci)
Tranquilli, potete abbassare forconi e pistole e smetterla di tirare sassi alla finestra! Tornate piuttosto a casa a leggere ;)
Ciancio alle bande, Buon Anno!!! 🥳🥳🥳 (Perdonatemi per il ritardo😅)
Il 2023 dovevo per forza inaugurarlo con un capitolo, non vi pare?
Ah comunque volevo dirvi che ho aperto un profilo Insta dove aggiornerò la mia attività su Wattpad. Andate a seguirlo, il mio nome è _Ilydia_
Parlando invece della storia, (perché siete qui per questo no?) che ne pensate di Ilary e Alex?
E di tutti gli altri?
Spero che la storia vi stia piacendo, intanto noi ci vediamo nel prossimo capitolo!!!
(Si spera entro la fine del 2023)
Baci💋❤️
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