CAPITOLO VENTINOVE

Betti osservava suo padre con attenzione, il male traspariva dal suo corpo, se ne era impossessato attraverso la sofferenza fisica e psicologica. La ragazza teneva la mano dell'uomo tra le sue. Ogni tanto entrava un' infermiera per controllare la flebo.  Cosa avrebbe ricordato tra qualche anno di quei momenti, si chiedeva Betti, nei quali la morte le stava strappando la persona più cara che avesse mai avuto. Perchè la vita era costellata di abbandoni, anche contro la nostra volontà ? Non avrebbe più sentito le chiavi di casa la sera girare nella serratura; non avrebbe più apparecchiato la tavola anche per lui .

"Betti sono tornato!" Questo esclamava Elia, quando rientrava a casa la sera, perché era lei il primo dei suoi pensieri. Avevano sentito il bisogno l'uno dell'altra fin dalla prima volta che si erano  incontrati, quando lui l'aveva guardata in un modo che le aveva accarezzato l'anima e lei che era una bambina triste, sfiduciata, impaurita, aveva contraccambiato con un sorriso.

"Abbracciami, però fai piano." sussurrò suo padre. Betti fece passare delicatamente il suo braccio destro sotto il collo di Elia; appoggiò la testa sulla spalla dell'uomo; in quell'abbraccio c'era tanto amore, purtroppo non sarebbe bastato per fermare la morte, ma la ragazza avrebbe continuato a sentire  la presenza di suo padre, attraverso il ricordo. Lui  avrebbe fatto sempre parte di lei, perchè il loro era un legame che andava oltre a quello di sangue. Quella sera Betti aprì la piccola cassaforte, dalla quale estrasse dei  ritagli di giornale, uno della Gazzetta Ufficiale  nel quale era riportata la data del cinque maggio 1955 e i nomi di Lina Contini ed Elia De Michelis adottivi; una copia di un estratto di nascita, dove intravide il nome Miriam, infilò tutto in una busta che buttò nella nettezza.

Rientrò in camera sua, si sedette sul letto, le montai sulle sue gambe facendo le fusa. Pelè ci osservava da sopra il tavolo.

"Quando sono uscita dall'ospedale, ho visto arrivare Fernando con sua madre. Lei non la sopporto, lui ha lo stesso sguardo di papà." Mentre parlava piano, Betti mi accarezzava e rivolgendosi a Pelè lo pregò: "Tesoro, dimmi qualcosa. "

Il gatto rispondeva solo alla mia amica modulando il miagolio come se parlasse. In molti provavano a farlo miagolare, ma niente, lui comunicava solo con lei. Non ero geloso, sapevo che eravamo amati nello stesso modo, senza differenze. Questo è importante: essere amati con la stessa intensità, con la stessa misura, perché poi che siamo gatti o persone, avvertiamo se c'è una differenza e allora scattano le gelosie, le rivalità. Apri il tuo cuore a Fernando: lui per la legge è un figlio illegittimo, ma tu sai che Elia è suo padre e tu devi amarlo come si ama un fratello. Lui vi ha fatto sentire nello stesso modo, tutte e due parte di lui .

"Devo accettare il fatto che quel ragazzo sia mio fratello, e lui dovrà riconoscere il fatto che io sia sua sorella. " mormorò Betti tra sé e sé.

FLASHBACK

"Pronto, Elia  ho scelto chi sarà nostra figlia. "

"Preparati Lina, tra poco passo a prenderti. "

Alcuni bambini si trovavano con delle assistenti a fare dei giochi da tavolo; altri erano fuori  nel parco .

"Non abbiamo parlato tra di noi, perché la bambina che sceglierà mia moglie, andrà bene anche a me." spiegò Elia alla Tata Bianca.

"Guardi laggiù !" ripose la donna.

Lina si stava incamminano verso due bambine che accarezzavano un gatto : una aveva i capelli scuri e ondulati, l'altra delle trecce. Chi avrebbe scelto tra le due? 

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