CAPITOLO TRENTUNO
La cantina di via Dei Pepi era stata ripulita, ma l'odore della muffa, causata dall'alluvione, era sempre molto forte. Alle pareti erano stati appesi dei poster con il volto di Che Guevara con il basco in testa. Betti aveva un manifesto uguale in camera sua. La ragazza era andata lì per ringraziare i ragazzi che erano venuti al funerale di suo padre.
Il leader l'abbracciò e le presentò una persona:
"Lui è Andrea. Lei è Betti."
La ragazza si sentiva in imbarazzo dal fatto che era struccata, con gli occhi gonfi per il piangere. Pensava di essere più brutta del solito, perchè Andrea le aveva dato un veloce sguardo e poi non l'aveva più considerata, così per darsi un contegno si accese una sigaretta.
"Al funerale ho conosciuto il tuo amico omosessuale." l'informò il leader.
"Non ho amici omosessuali." rispose la mia amica.
"Ma come? Si è presentato come Vittorio detto Cerino e di essere un tuo grande amico. Mi ha domandato se oltre a manifestare per i diritti dei vietnamiti, degli studenti, degli operai e delle donne, manifesteremo anche per i diritti degli omosessuali. Certo a vederlo non sembra che lo sia, ma poi se lo osservi bene si vede che lo è."
Quando Betti se ne andò Andrea si rilassò, non aveva mai provato una sensazione così forte per una ragazza. "Quanti anni ha?" chiese al leader.
"Quasi sedici. E' giovanissima, ma tosta. Ne ha passate tante, da poco le è morto il padre di cancro allo stomaco."
"Mi spiace." rispose, pensando che lui aveva già vent'anni e si sentiva un uomo maturo, considerava la ragazza troppo piccola per lui, ma nonostante questo, Betti divenne il suo pensiero fisso .
Alla televisione quella sera, fu data una notizia che fece molto scalpore: era stato arrestato Filippo Melodia, che aveva rapito una ragazza di nome Franca Viola. Era consuetudine che solo un matrimonio detto riparatore, avrebbe permesso alla donna di poter essere riaccettata dalla famiglia, dalla società. Viola fu la prima in Italia a ribellarsi a questa usanza denunciando il suo aguzzino. La giustizia aveva fatto il suo corso, adesso qualcosa stava cambiando, ma non così nella mentalità di molte persone, che vedevano ancora nella verginità femminile la prima dote da portare all'altare, infatti la ragazza dovette lasciare la Sicilia e andare a vivere a Milano.
Betti telefonò a Vittorio:
"Puoi salire su da me?"
"Arrivo."
La ragazza, dopo aver chiuso la porta della sua camera, chiese al suo amico:
"Ho saputo che sei omosessuale, perché non me lo hai mai detto?"
"Non riuscivo ad accettarlo, ma adesso sono grande, non voglio più nascondere la persona che si trova dentro di me. Rifiutavo il mio essere donna, lo sentivo come una condanna, una colpa. Capisci cosa voglia dire convivere con qualcosa, qualcuno che hai sempre rinnegato, nascosto anche a te stessa da sempre?
"Certo che lo so! Non vorrei essere una figlia adottata. Non vorrei mai essere stata abbandonata. Rifiuto Miriam come parte di me." e scoppiò a piangere.
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