CAPITOLO TRENTASETTE

Sentenza della cassazione del 20 febbraio 1967: "Costituisce violenza qualsiasi impiego di forza fisica esercitata sull'altrui persona, maggiore o minore, a seconda delle circostanze, che abbia posto il soggetto passivo in condizione di non poter opporre tutta la resistenza che avrebbe voluto. Mentre non può raffigurarsi violenza in quella necessaria a vincere la naturale ritrosia femminile". (Ritrosia femminile.) Parole dei giudici della Suprema Corte.

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Andrea aveva saputo che Betti era stata oggetto di una violenza sessuale, ma lei non lo aveva mai informato al riguardo, per questo volendo sapere come si fossero svolti i fatti, si rivolse alla persona che più di ogni altra era in confidenza con la sua ragazza: Gioia, andando a trovarla a casa sua un pomeriggio.

L'amica del cuore di Betti così gli spiegò:

"Andrea, mi sento colpevole perciò che è successo. Lei era stata qui da me, andandosene via verso le dieci passate. Di solito stavo sempre al balcone fino a che non la vedevo entrare nel suo portone, ma quella volta mia madre mi chiamò in cucina, quando mi sono riaffacciata, Betti non c'era più: la strada era deserta. Chi ha visto tutto o quasi è Sandra, adesso le telefono e le chiedo di venire qui."
Quando la ragazza arrivò, si rivolse ad Andrea dicendogli:
" Betti non ne vuole parlare di questa storia, ti posso solo dire che ho visto la mia amica scaraventata per terra da un uomo, ma si è spenta la luce e lui era solo un'ombra che è sparita all'improvviso. Adesso ho capito perché: lui stava chinato sopra di lei e la parte bassa in legno del portone, lo nascondeva ai miei occhi, noi tutte però, siamo sicure di chi sia il violentatore."

" L'ha stuprata?" chiese Andrea .

"Per quello che ho visto io forse si..non so come spiegare..." rispose arrossendo Sandra.

"Sono uno studente di medicina, fai conto di parlare con un dottore."

"Te lo spiego io. - intervenne Gioia- Betti era priva di sensi, aveva le mutande abbassate e le gambe sporche,  capisci cosa intendo dire?"

"Lui chi è? "

Le due amiche si guardarono,poi Sandra rispose:

"Il suo vicino di casa, si chiama Pieragnoli ."

Andrea tratteneva a stento la rabbia dentro di sé

Ringraziò le due ragazze e andò alla cantina a raccontare quello che aveva saputo al leader che, come studente in legge, era informato che contro la violenza sulle donne, la legislatura facesse ben poco, anzi spesso difendeva, scusava, giustificava il violentatore.

Qualche sera dopo il signor Pieragnoli scese tranquillamente dalla sua auto, attraversò la strada dirigendosi verso il portone di casa, ma fu prelevato con la forza da due uomini e rinchiuso nel dietro di un furgone. Mentre essi lo tenevano fermo, Andrea lo picchiava a calci e pugni.

"Le do tempo qualche giorno e lei deve sparire! Capito! Vada via da qui!"

"Vigliacchi! In tre contro uno!" urlava piangendo l'uomo.

Andrea lo colpì ancora con un pugno allo stomaco esclamando:

"Lei quando ha violentato una bambina di sedici anni che cos'era ? Chissà a quante altre ha riservato lo stesso trattamento, ma credo che non sarà più in grado di comportarsi così vigliaccamente."

I due uomini fecero sdraiare per terra il sig.Pieragnoli divaricandogli le gambe, Andrea gli assestò un calcio violentissimo ai testicoli.

Vittorio che faceva da palo, vedendo arrivare in lontananza delle persone, bussò allo sportello del furgone. Un corpo fu scaraventato per terra dall'automezzo ripartendo a tutta velocità.

La notizia dell'aggressione si sparse a macchia d'olio. C'era chi commentava che in fondo si stava meglio quando c'era lui; adesso non si poteva stare più tranquilli se una persona per bene in un quartiere residenziale, veniva brutalmente picchiato.

Lina era sicura di chi fosse stato: l'onore di sua figlia era stato vendicato .

Zia Arianna arrivò, per un paio di giorni, a Firenze: voleva conoscere Andrea e stringergli la mano. Non c'era bisogno di parlare dell' accaduto, anche perchè, chi fosse stato a ridurre il vicino di casa in quel modo terribile, non doveva essere  detto apertamente, comunque nel frattempo, il sig. Pieragnoli con famiglia, si trasferì nella loro residenza di campagna, mettendo l'appartamento di Firenze in vendita.

Per Betti uscire e rientrare da casa sua senza il timore di dover incontrare il suo aggressore, fu meraviglioso; cominciò ad essere più tranquilla, serena .

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