CAPITOLO TRENTASEI.
"Finalmente siamo soli!" esclamò Andrea sedendosi al tavolino, nella saletta interna di Rivoire in Piazza della Signoria.
"Proprio soli non direi."notò sorridendo Betti, osservando gli altri tavolini, occupati per lo più da stranieri.
"Volevo dire senza nessuno che conosciamo." Gli occhi neri del ragazzo brillavano, mentre la guardava. Aveva sempre voglia di stare con Betti, forse era ancora presto confessarglielo, ma lui voleva sposarla .
"Se non sapessi che sei italiana, ti scambierei per una straniera."
Il giovane cameriere che aveva portato due coppe di gelato, si era rivolto alla ragazza parlandole in inglese.
"Sono nata a Firenze, ma mio padre era irlandese, di mia madre naturale non so niente." precisò Betti .
"Ma tuo padre non era romano?"
"Sono stata adottata da lui e da Lina: loro sono i soli genitori che riconosco come tali ."rispose la mia amica guardandolo seriamente.
Come le era riuscito parlare della sua adozione con naturalezza! Con lui si sentiva tranquilla, rilassata, sicura.
"Non lo sapevo...scusami. Ma Fernando è tuo fratello ?"
"Mio padre ha avuto una relazione con una donna che si chiama Flavia Ruotolo, con la quale ha avuto Fernando. Mia madre ebbe un aborto nel periodo della guerra, ma non ne vuole mai parlare; credo che cascò, mentre scappava sotto un bombardamento, perdendo il bambino che aspettava."
"Te e Fernando vi volete bene come due fratelli, è bellissimo. Lo sai che ti amo. Ho voglia di abbracciarti e baciarti, andiamo via da qui."
Piazza della Signoria era gremita da tante persone, per lo più turisti, in quella calda serata di luglio. Andrea e Betti camminavano tenendosi per mano, dirigendosi verso la cantina.
"Non c'è nessuno." constatò Betti una volta entrati nel locale.
Lui le cinse la vita attirandola a sè .
Lei rispondeva ai suoi baci con la passione che fa scordare tutto. Quella passione con la quale si diventa una sola amalgama con la persona che amiamo; dimenticando anche del tempo che passa inesorabilmente .
Riuscirono dalla cantina che era buio.
"Che ore sono?" chiese allarmata Betti.
"E' molto tardi, sono le nove e mezzo" rispose Andrea.
La ragazza telefonò a sua madre da una cabina telefonica.
"Mamma, sto tornando a casa ."
"Dove sei? Nessuna delle tue amiche sa che fine hai fatto?"rispose Lina con voce alterata.
"Sono stata alla cantina"
"Allora spiegami perché il leader ha telefonato cercando di te? Vieni subito a casa che facciamo i conti."
"E' arrabbiatissima e vorrà mettermi in punizione. "
"Ti accompagno a casa. "
"Sei matto? Ci ucciderebbe entrambi!"
"Mi vuoi bene? "
"Si !"
"Allora è il momento che conosca tua madre." rispose con fare deciso il ragazzo.
Lina, Margherita e Flavia affacciate alla finestra, videro arrivare Betti e Andrea che camminavano a passo svelto tenendosi per mano.
"Sono tutte e tre di vedetta."lo avvertì Betti.
"Il plotone d'esecuzione è pronto a fucilarmi. " commentò ridendo il ragazzo.
"Mamma ti presento Andrea ."
Lina lo squadrò con aria severa, ma in realtà era solo un modo per guadagnare tempo, non sapendo bene come comportarsi. Si aspettava uno di quei ragazzi che portavano i capelli lunghi, che non conoscevano le buone maniere, invece questo portava i capelli corti e sembrava anche educato.
"Signora, buona sera! E' colpa mia se sua figlia ha fatto tardi: siamo stati a mangiare un gelato da Rivoire e il tempo è volato . "
"Di dov'è lei ."chiese Lina, riconoscendo un vago accento da lei tanto amato.
"Sono nato a Cagliari: mio padre è sardo e mia madre di Firenze, ma fino a dieci anni ho vissuto in Sardegna."
A Lina il ragazzo piacque ancora di più.
Dalla cucina uscirono Flavia e Margherita, furono fatte le presentazioni.
"Posso fare una telefonata ?" domandò Andrea.
"Fai pure, il telefono è lì."rispose Betti.
"Mamma sono io, non ti arrabbiare,non ho potuto chiamarti prima, ho riaccompagnato Betti a casa sua..sono qui da lei..va bene, adesso torno."
"Era in pensiero anche sua madre ?" chiese Lina.
"Sì! Betti vado, a domani! Buona notte e scusate ancora." aggiunse Andrea rivolgendosi alle tre donne .
"Andiamo via anche noi. A domani Lina! A domani Betti" salutò Margherita .
Lina chiuse la porta e si girò verso la figlia:
"Anche lui è un comunista rivoluzionario? Adesso andiamo a letto,ne riparleremo domani."
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