CAPITOLO DODICI

Betti non smetteva di soffrire per la mia morte. Si chiudeva in camera sua a piangere, mangiava sempre meno; il pomeriggio scendeva giù in cortile, andando raramente nel giardino di Chiara, se non  per venire alla mia tomba, sulla quale aveva posto un piccolo crocifisso fatto con due bastoncini di legno, cosa criticata dagli adulti per i quali noi animali non abbiamo un'anima. Sapevo solo che il tempo per restare in contatto con la vita terrena era pochissimo, perchè il mio spirito si stava sempre più allontanando da essa. Avrei voluto tranquillizzare la mia amica, farle comprendere che ero morta solo per colpa mia, ma non potevo fare niente, perchè questo non mi era concesso, in quanto Betti doveva vivere il suo dolore fino in fondo, per poi poterne guarire.

Flavia a casa di una cliente aveva notato in una cesta, una gatta con dei bei cuccioli.

"Li date via?" chiese alla signora.

"Certamente! Li regaliamo, se ne vuole uno scelga pure quello che le piace di più.""

"Non è per me, ma per una ragazzina alla quale  è morta da poco la sua gattina, la portava sempre con sé. Ho saputo da suo padre che sta soffrendo tantissimo."

"Sicuramente le farebbe bene un altro gatto. Li osservi con calma e poi mi dica quale ha scelto."

"Vorrei quel batuffolo grassottello. "

"Allora prepariamolo."

La signora sollevò il gattino dicendogli: "Piccolo, vai da una ragazzina che ti amerà tantissimo, sei fortunato."

Betti stava cercando i libri da portare a scuola per il giorno dopo, quando vide entrare nella stanza suo padre con una scatola in mano.

"Guarda Betti cosa c'è qui dentro!"

La ragazza l'aprì e da essa sporse un musino di un gattino bianco grigio con gli occhi blu."Com'è bello!"Lo prese in collo scoppiando a piangere.

Elia cercò di consolarla:

"Tesoro, nella vita hai perso e perderai persone care e anche gli animali che amiamo prima o poi ci lasceranno. Pensa alla fortuna che hanno avuto a incontrarci e noi ad avere incontrato loro. Briciola, se ti potesse vedere, sarebbe felicissima di saperti con un altro gattino. A proposito questo è un maschio, come lo chiamerai?"

"Lo chiamerò Mago!"

"Come il Mago Herrera?"

"Esattamente!"

Fu così che entrai a far parte della vita di Betti, divenni suo amico, confidente, nuovo custode della memoria di tutti i personaggi  che fanno parte di questa storia; del loro passato, del loro vissuto, da adesso sarò io la voce narrante del libro, anche dei flashback.

FLASHBACK

Flavia aspettava Elia per quella sera a cena. Sua madre aveva preparato dei gnocchi al pesto, dopo mangiato sarebbe andata dalla sua vicina di casa a giocare a carte. Mentre apparecchiava la tavola, osservava sua figlia che leggeva un fotoromanzo:

"Vai a vendere enciclopedie, libri costosissimi e poi leggi quella robaccia." la rimproverò in modo sprezzante.

"Mi serve per non pensare. Mi distraggono."

"Sei tu che vuoi questa vita. Bella e intelligente come sei ti vai a perdere con un uomo sposato. Se lo venisse a sapere sua moglie cosa credi che succederebbe? Uno scandalo! Quanto pensi di poter continuare in questo modo?"

"Sono incinta."

La madre si lasciò andare a sedere su una sedia esclamando:

" Una figlia impazzita e una ragazza madre!"

"Non sono una ragazza madre, il bambino ha un padre."

"Salutamelo il padre! Vedrai come ti costringerà ad abortire da qualche mannara."Flavia scagliò il giornale per terra e andò ad aprire la porta.

"Ti devo parlare di una cosa molto importante."

Elia entrò in cucina.

"Ti ascolto Flavia."

"Oggi sono stata da un ginecologo a farmi visitare: sono in attesa di un bambino."

L'uomo l'abbracciò stringendola a sé. Le accarezzava i capelli, le baciava le labbra. Piangeva tra un misto di paura e di felicità.

"Amore cosa vuoi fare? Vuoi tenerlo?"

"E' tutto il giorno che ci penso. Vorrei tenerlo, ma non so se questo sarà il suo bene. Noi non potremo mai dargli una vera famiglia e sarà bollato come un bastardo."

Elia si accese una sigaretta,non sapeva cosa rispondere. Pensava a Lina che desiderava tanto un figlio, ma l'unica volta che era restata incinta, lo aveva perso in quel modo così violento, pensava a come poteva essere crudele il destino.

"Per adesso aspettiamo a prendere qualsiasi decisione, ma da questo momento non andrai più in giro con la bicicletta, te ne starai tranquilla a casa. Sto per diventare padre, comunque sia, avrò un figlio." Spense la sigaretta e si mise a sedere a tavola.

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