CAPITOLO DICIANNOVE
A scuola Betti aveva come compagna di banco, al primo anno delle Magistrali, Maria, una ragazzina con una gran voglia di divertirsi. Si vestiva, pettinava e truccava come la cantante Caterina Caselli. Nel banco davanti al loro c'era una ragazza, con capelli neri lunghissimi, si chiamava Cristiana. Aveva quindici anni, ma ne dimostrava di più, perché molto formosa. Le ragazze erano corteggiate dai ragazzi della vicina scuola per geometri e alcuni di loro per tornare a casa, salivano sull'autobus che prendevano le tre amiche. All'inizio era tutto uno scherzare, fare battute da parte dei maschi. Facevano gli spiritosi per piacere alle ragazze, ma nel frattempo iniziarono degli scambi di sguardi e Betti, quando Sandro la guardava in silenzio, anche se solo per qualche secondo, provava una sensazione strana alla bocca dello stomaco. Lo confessò a Gioia, la quale ridendo affermò:"E' la fame."
Una sera chiusa in camera sua, la ragazza scrisse sul suo diario "Caro diario, oggi Sandro in autobus, mi ha preso la mano, sono felice."
Arianna che era ospite da noi entrò nella camerina di Betti.
"Ti disturbo?"
" Assolutamente no zia."
"Hai attaccato alle pareti altre foto del tuo Gianni? Per favore fammi sentire la sua canzone "In ginocchio da te."
La donna si sedette al tavolo della nipote e aggiunse: "Domani parto per Milano, vuoi venire anche te con me?
Faresti solo un paio di giorni di assenza da scuola."
Betti ebbe un'esitazione, che non passò inosservata alla donna, che di solito era contenta di tornare alla casa con la ringhiera .
"Va bene, vengo con te a Milano."
"C'è qualcosa che non va? Hai esitato a rispondere."
" Pensavo se mamma fosse d'accordo.
"Prima ho sentito lei, ha detto di si. Allora, partiamo domattina con il treno delle nove." La donna uscì dalla stanza.
Sandro se ne stava appoggiato al vetro in fondo all'autobus, non aveva voglia di ridere, scherzare insieme agli altri: Betti non c'era e Maria lo aveva informato che la ragazza sarebbe stata assente per tutta la settimana, doveva restare a Milano solo un paio di giorni, invece non sarebbe rientrata a Firenze fino a domenica sera.
FLASHBACK
Elia divideva il suo tempo tra lavoro e casa o meglio case: quella di lui e Lina, quella di lui e Flavia, che adesso risiedeva sempre nello stesso stabile dove abitava sua madre, ma in un altro appartamento. Spesso l'uomo la sera faceva doppia cena, prima dalla moglie poi, dall'altra, non sapeva come definirla. Una volta Tino arrivato a Firenze, volle incontrarla . Ridendo gli propose: "Portami a conoscere la tua concubina."
"Ma non è una concubina, non abita mica con noi, lei sta dall'altra parte della città.!"
"E' concubina qui nel tuo cuore! Che bauscia che sei! Ma Lina sopporta tutto questo? Donna eccezionale!"
La doppia vita di Elia ormai erano in tanti a conoscerla: amici, parenti, estranei; ognuno diceva la sua, non tanto contro di lui, affermando che si sa, ciò che il marito non trova in casa lo cerca fuori, ma era la condotta di Lina ad essere criticata. La maggior parte degli uomini l'ammirava, ma le donne si dividevano tra favorevoli e contrarie .
"E' la moglie e fa bene e restare a casa sua."
"Macchè! Se mio marito mi tradisse fino ad arrivare a fare un figlio con un'altra, prenderei a bastonate lui e lei e poi lo manderei via da casa. Non vorrei più vederlo!"
Praticamente la questione era se una donna dovesse sopportare qualsiasi cosa dal coniuge o ribellarsi. Qualche avvisaglia di insofferenza da parte delle donne iniziava a manifestarsi, ma erano pochissime le ribelli, la sottomissione fisica e psicologica femminile era ancora dura a morire.
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