𝑨𝒍𝒊𝒄𝒆 𝑮𝒐𝒓𝒊, 𝒍𝒂 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒅𝒂𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊
» "𝑴𝒊𝒐 𝒅𝒊𝒐 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒔𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝒇𝒊𝒔𝒔𝒂𝒓𝒎𝒊? 𝑵𝒐𝒏 𝒉𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒂𝒊 𝒄𝒂𝒑𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊?"
Alice è il suo nome: deriva dall'antico nome germanico Athalhaid che in seguito si è trasformato in Aalis o Alis nel francese antico.
Secondo un'altra ipotesi il nome Alice potrebbe invece derivare dal greco Alike, ovvero 'relativa al mare' e quindi per estensione significare 'creatura marina.
La variante italiana, risulta essere quella meno musicale in assoluto, nulla a che vedere con il dolce suono scaturito dalla pronuncia "Alis".
"𝑨𝒍𝒊𝒄𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝑨𝒍𝒊, 𝒆 𝒏𝒆𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝑨𝒍𝒊'. 𝑬' 𝒄𝒐𝒔𝒊 𝒅𝒊𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒍𝒆 𝒅𝒂 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒓𝒆?"
Detesta fin troppo quando il suo nome viene abbreviato, ciò non fa che deturpare la bellezza di questo nome, è questo ciò che pensa.
Non si stancherà mai di ripeterlo, pure fino allo sfinimento se necessario, purché le altre persone capiscano che il suo nome è Alice.
𝟏𝟓𝟏𝟕, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Carotina, perchè non vieni a giocare con noi?"
Alla risposta negativa della bambina, il gruppetto scoppiò a ridere.
Era troppo strana per poter anche solo desiderare avvicinarsi a loro.
Il rosso dei suoi capelli lo testimoniava, il colore delle fiamme degli inferi, della più alta forma di dissacrazione religiosa.
"Eretica, strega,pagana."
Le avevano ripetuto quelle parole incessantemente, probabilmente sarebbe stata in grado anche di fare la divisione in sillabe.
Erano le tre parole che meglio conosceva, non che vantasse di certo una spiccata educazione scolastica, d'altronde.
"𝑵𝒐𝒏 𝒉𝒐 𝒎𝒂𝒊 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒕𝒐 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒊𝒖 𝒐𝒓𝒓𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒎𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒈𝒏𝒐𝒎𝒆, 𝒄𝒐𝒏 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒑𝒂𝒑𝒂'"
Gori, deriva dal nome proprio Gregorio (che significa "sveglio/d'ingegno vivace") di cui Gori costituisce un diminutivo per aferesi.
Tale cognome è molto diffuso al centro con probabile nucleo tra la bassa Romagna la Toscana e l'Umbria, ma ha presenze significative anche al settentrione.
𝟏𝟓𝟏𝟖, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Adesso mi racconti la storia del cognome? Insomma, perchè siamo così sfortunati da avere un cognome cosí brutto, non lo trovo giusto!"
Una piccola chioma di rossi capelli sbucò correndo da dietro il cancelletto in legno che contornata l'abitazione della famiglia Gori.
La vivace curiosità della terzogenita precedeva la sua reputazione.
Voleva sapere tutto, ogni piccolo dettaglio insignificante sulla sua famiglia.
Pure fosse qualche informazione circa i bovini allevati dai suoi antenati.
"Oh Alice, non macchiarti mai di un disonore cosí grande, sono i nostri predecessori che ci hanno garantito un futuro dignitoso a Firenze.
Non osare mai e dico mai più infangare in tal modo il nome della famiglia Gori"
"𝑬 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒐𝒏𝒂𝒄𝒂 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊, 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒆𝒅𝒊𝒄𝒊."
Alice ha vent'anni, sebbene fisicamente ne dimostri molti di meno.
Sarà mica a causa del suo fisico privo di forme?
O semplicemente per l'armonia dei suoi tratti somatici?
Nacque il primo di Aprile dell'anno 1507, sotto il segno zodiacale dell'ariete.
Non che all'epoca esistesse una definizione precisa di astrologia, menomale aggiungerei.
Molto viscerali nei rapporti amorosi, spesso agiscono senza pensare, rischiando e sfidando la sorte. Coloro che nascono sotto il segno dell'Ariete sono persone che a volte tendono a reprimere le proprie energie le quali poi sfociano spesso in nevrosi.
Si interessano a moltissime materie, ma il più delle volte non riescono a focalizzarsi veramente su nessuna senza che vi sia un aiuto esterno.
Il nato nel segno dell'Ariete non porta rancore, ma sicuramente non "manda a dire le cose": se vede un torto deve porvi rimedio. Anche a rischio di commettere errori, si butta in imprese titaniche finalizzate a difendere le proprie idee.
𝟏𝟓𝟎𝟕, 𝒏𝒆𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒅𝒊 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Com'è possibile abbia i capelli rossi? Di certo opera del demonio, Gesù perché una simile sofferenza alla nostra famiglia?"
Quella che doveva essere una nascita gioiosa ben presto si trasformò in un vero e proprio incubo.
Quando Ginevra prese tra le mani la piccola per poco non le venne un malore, aveva i capelli rossi.
"Non solo i capelli rossi, anche quei fastidiosi puntini in viso.
Chiama il dottore, presto!"
"𝑺𝒊, 𝒔𝒐 𝒅𝒊 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒇𝒂𝒔𝒕𝒊𝒅𝒊𝒐𝒔𝒂
𝑬 𝒔𝒊, 𝒔𝒐 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒍𝒂𝒓𝒆 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆"
Alice ha una personalità imprevedibile, provare a capire cosa prova o perché si ritrova a compiere una determinata azione è praticamente impossibile.
Accetta ben volentieri la compagnia altrui, seppur si diverta spesso a punzecchire l'altra persona con battutine fuori luogo e che non hanno nulla a che vedere con il contesto generale della conversazione.
Se tu le dirai A, lei ti risponderà B, penserà C, ma vorrà D.
Una trottola di energia, instancabile e sempre con un motivetto in mente da poter cantare per le vie principali della città.
Piazza del Duomo e piazza Santa croce tra le altre.
Tendenzialmente irrequieta, predilige il caos e il disordine come strumenti per la concentrazione; il silenzio e la calma placida la terrorizzano parecchio. Unico momento in cui sembra approvare la quiete è quando suona il clavicordo, strumento nel quale le corde vengono percosse e non pizzicate, appartenente quindi a una famiglia diversa da quella delle spinette e del clavicembalo, i quali fanno invece parte della famiglia a plettro o a pizzico; antenato del moderno pianoforte, la cui invenzione risale alla fine del 1600 circa.
"𝐈 𝐛𝐮𝐠𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢? 𝐋𝐚 𝐩𝐞𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐚𝐭𝐞𝐠𝐨𝐫𝐢𝐚"
Le persone che mentono spudoratamente lei non riesce proprio a sopportarle, per quale motivo inventare mille diverse storie per poter alterare l'aspetto dei fatti? Crede sia perché le bugie permettono di rendere dolce una pillola altrimenti difficile da digerire.
𝟏𝟓𝟎𝟗, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Vergognati, falso, ipocrita, meschino, perchè hai mentito? Con me non ci parlare più, grazie" la piccola Alice voltò le spalle a quello che era l'unico suo amico, non per quello era autorizzato a mentire liberamente per i suoi interessi.
Il ragazzino le girò intorno ritornando nuovamente di fronte a lei, le afferrò la manica dell'abito costringendola a guardarlo-"Esistono delle bugie a fin di bene, quelle non fanno male a nessuno."
La rossa sbuffò: bugie a fin di bene? No, era tutta una copertura per mascherare l'atto commesso, non esistavano bugie belle, ne era sicura.
Ignorandolo sgattaiolò via, lei era superiore e lo avrebbe dimostrato.
"𝑰𝒐 𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒍𝒎𝒂 𝒍𝒂 𝒎𝒂𝒏𝒕𝒆𝒏𝒈𝒐, 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒊 𝒎𝒊𝒆𝒊 𝒑𝒖𝒈𝒏𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊, 𝒍𝒐 𝒈𝒊𝒖𝒓𝒐"
Pregio che non le si può di certo attribuirle è la pazienza, non sopporta l'attesa e tutto ciò che ne deriva.
Pretende tutto sia fatto subito, altrimenti non tarderà a girare i tacchi e allontanarsi.
𝟏𝟓𝟎𝟗, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Che vita noiosa avete se perdete del tempo a fare commenti sul mio aspetto fisico"
La rossa sollevò gli occhi al cielo, l'ennesima battutina sui suoi capelli, non l'avrebbe fatta diventare un'abitudine, poco ma indiscutibile.
"Potresti avvicinarti? Ti devo dire una cosa all'orecchio" lo sciocco bambino si avvicinò, la credeva indifesa, incapace di azioni violente.
Con forza gli tirò un pugno in pieno volto-"Adesso l'unico colore rosso visibile è quello del tuo sangue, sei contento?" .
La sua soddisfazione aumentò quando gli altri bambini scoppiarono a ridere-"Ti sei fatto picchiare da una femminuccia, ah ah ah"
Alice Gori, le stava meglio addosso.
Rossi capelli, spruzzata di lentiggini in volto, questi i suoi tratti distintivi per eccellenza.
Nonché quelli che sin dalla nascita l'hanno resa vittima di continue prese in giro e derisioni varie.
"Come hai detto, non ti piacciono i miei capelli?"
"Credi che me importi? Sono sulla mia testa, mica sulla tua"
Quasi volesse fare un dispetto a quanti la insultano, è solita tenere i capelli sciolti, così che le ricadano morbidamente sulle schiena.
A dirla tutta, quando si ritrova a passeggiare per le vie affollate di Firenze non è raro trovarla impegnata a toccarsi freneticamente le ciocche della capigliatura; mica dispettosa? Decisamente.
In aggiunta, il suo fisico asciutto e la sua altezza limitata concorrono per farle ottenere il titolo di "ragazza con più debolezze fisiche di tutta Firenze"
Il suo corpo è minuto, esile e quasi privo di forme che una ragazza della sua età dovrebbe avere in abbondanza; sembra piuttosto il corpo di una bambina.
A tal proposito, più volte si è sentita rivolta la fatidica domanda-"ma sei certa che la tua famiglia ti nutra a sufficienza? Guardandoti non si direbbe"
𝟏𝟓𝟐𝟓, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"E tu avresti diciotto anni? Povera piccina, sarai affamata" Alice guardò confusa la signora Rossi, proprietaria della piccola bottega sotto casa.
"A dire la verità mi nutro a sufficienza, mi faccia indovinare: mi ha posto questa domanda perché sono magra e bassa?"
"E hai i capelli rossi, quelli non ti donano proprio cara" mormorò portando una mano davanti le labbra, quasi fosse peccato pronunciare liberamente quel colore di capelli.
"Sa cosa? Non devo più acquistare nulla, mi sono dimenticata di un'altra faccenda da dover sbrigare al più presto. Arrivederci" a testa alta e con un sorrisetto realizzato si allontanò, Oh se era dannatamente furba, indisponente e irritante.
𝟏𝟓𝟏𝟐, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Mamma,mamma! Ho conosciuto un bambino, lui è diverso.
Non mi prende in giro come tutti gli altri, mi ha persino difesa da un gruppo di bambine che mi stavano tirando i capelli."
Era così emozionata: finalmente dopo cinque anni di continui insulti, qualcuno le si era avvicinato e non con l'intento di deriderla, le sembrava un sogno.
Con l'indice e il pollice strinse con forza la guancia destra, l'unico modo per capire se stava immaginando o meno era quello di tirarsi un pizzicotto.
Non cambiò nulla, era tutto reale, dunque.
"Alice tesoro, sei sicura sia un bravo bambino? Molti lo fanno per potersi avvicinare e poi trattarti peggio, non offrire la tua fiducia a qualcuno solo perchè in quel momento ti sembra la cosa giusta, intesi?"
"Mamma Lorenzo è bravissimo, te lo posso anche dimostrare" con un balzo saltò giù dalle ginocchia della madre, adesso poteva andare a giocare con il suo nuovo amichetto.
𝟏𝟓𝟏𝟑, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Ricordi Lorenzo, il mio amico? Ha mentito per poter ottenere una mela gratuitamente.
Odio le persone bugiarde, quindi da oggi odio anche lui, ho deciso.
Aveva udito un detto per strada, da alcune signore anziane-"Il fine giustifica i mezzi", non era d'accordo.
La mela l'avrebbe potuta guadagnare in qualche altro modo, non di certo rubandola a quel povero venditore per strada.
𝟏𝟓𝟏𝟒, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Mamma, papà, ho fatto pace con Lorenzo: so che avevo promesso di non perdonarlo perchè aveva mentito, però mi ha portato in una casa abbandonata vicino Piazza Santa Croce, ci stava uno strano strumento musicale, da grande diventerò la più brava a suonare quello strumento.
Ora vado, devo andare a giocare con lui, prometto che starò attenta."
𝟏𝟓𝟐𝟐, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
"Scusa mamma, ma cos'è un bacio e cos'è l'amore? Lorenzo dice che è quando un maschio e una femmina si vogliono tanto bene, e quando accade si baciano.
Ammetto che non mi convince, che brutta parola è baciare? Sicura non sia peccato farlo?"
𝟏𝟓𝟐𝟑, 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆
Con le lacrime agli occhi spalancò la porta di casa, questa volta non vi erano belle notizie all'orizzonte, come da anni a quella parte. Alice corse dalla madre singhiozzando, il viso arrossato in quel momento si intonava perfettamente con il colore dei suoi capelli, oramai tendenti all'arancione.
"Mamma! Lorenzo l'ha rifatto, ha rubato di nuovo. Questa voltà però dei soldati lo hanno scoperto, lo hanno trascinato via con la forza, ecco perchè odio i bugiardi, però lui non riesco ad odiarlo.
Ha detto che quando tornerà mi sposerà, ma dimmi la verità mamma, lo rivedrò mai più?"
𝑨𝒃𝒊𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝑭𝒊𝒓𝒆𝒏𝒛𝒆, 𝒑𝒊𝒂𝒏𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒆 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒖𝒎𝒊.
Alice è nata a cresciuta a Firenze, non proprio simpatizzante per la famiglia Medici, tuttavia altrettanto contraria alla repubblica. Non ha un'idea politica ben definita, non è una sua prerogativa, perciò perchè interessarsi?
Le sue passioni principali sono due: ella è una musicista, dal momento in cui scoprì l'esistenza del clavicordo non è più riuscita a smettere, giornalmente si rece presso quell'abitazione abbandonata per poter usufruire dello strumento. Si è fatta una promessa: un giorno avrebbe lasciato Firenze, si sarebbe recata in Francia, alla corte dei sovrani , per poterli rendere partecipi della dolce melodia del clavicordo.
"𝑺𝒖𝒐𝒏𝒆𝒓𝒂̀ 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒆𝒍𝒐𝒅𝒊𝒂 𝒑𝒂𝒈𝒂𝒏𝒂, 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒎𝒆𝒓𝒂𝒗𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒐𝒑𝒐𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐?"
Contemponeamente non frequentando una scuola e avendo tempo libero a volontà, altro suo interesse nascosto sono le piante profumate. Sin da piccina si recava fuori Firenze per raccogliere tanti fiori profumati, presto realizzò della possibilità di poter schiacciare e creare oli e profumi del tutto naturali.
Nessuno lo sa, ad esclusione della sua famiglia, vorrebbe evitare di essere considerata strega semplicemente per una piccola intuizione avuta.
"𝑻𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒈𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒕𝒓𝒊𝒏𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒅𝒆𝒎𝒐𝒏𝒊𝒐, 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒊 𝒎𝒐𝒓𝒊𝒓𝒆"
Abbigliamento sfarzoso, quello rinascimentale: corpetti stretti, lunghe gonne vaporose, maniche ampie. Nulla che sia di gradimento di Alice, detesta a morte essere privata dell'ossigeno per poter continuare a respirare normalmente.
Tuttavia, nulla può dinnanzi le continue richieste della madre-"Sei una signorina, devi metterli i corsetti" "non puoi farne a meno". La soluzione trovata da Alice è pressochè elementare: acconsente indossandoli per poi levarli quando corre per strada.
Non predilige colori specifici, sebbene le tonalità tenui le si addicano maggiormente, per via tanto del colorito pallido quanto per il colore di capelli.
"𝑮𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒗𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒐𝒓𝒔𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒎𝒊 𝒊𝒏 𝒈𝒊𝒓𝒐 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒐𝒓𝒊𝒏𝒂"
"𝑬 𝒕𝒖 𝒄𝒓𝒆𝒅𝒊 𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐? 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒑𝒖𝒐𝒊 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝒅𝒖𝒃𝒃𝒊𝒐 𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒐𝒍𝒂?"
𝗦𝗰𝗵𝗲𝗱𝗮 𝗶𝗻 𝗯𝗿𝗲𝘃𝗲:
𝖭𝗈𝗆𝖾: 𝖠𝗅𝗂𝖼𝖾
𝖢𝗈𝗀𝗇𝗈𝗆𝖾: 𝖦𝗈𝗋𝗂
𝖤𝗍𝖺̀: 𝖵𝖾𝗇𝗍𝗂, 𝗇𝖺𝗍𝖺 𝗂𝗅 𝗉𝗋𝗂𝗆𝗈 𝖺𝗉𝗋𝗂𝗅𝖾 𝟣𝟧𝟢𝟩
𝖱𝗎𝗈𝗅𝗈 𝗌𝗈𝖼𝗂𝖺𝗅𝖾: 𝖯𝗈𝗉𝗈𝗅𝖺𝗇𝖺 𝖿𝗂𝗈𝗋𝖾𝗇𝗍𝗂𝗇𝖺
𝖯𝖺𝗌𝗌𝗂𝗈𝗇𝗂: 𝖢𝗅𝖺𝗏𝗂𝖼𝗈𝗋𝖽𝗈, 𝖼𝗋𝖾𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝖽𝗂 𝗉𝗋𝗈𝖿𝗎𝗆𝗂 𝗆𝖾𝖽𝗂𝖺𝗇𝗍𝖾 𝖿𝗂𝗈𝗋𝗂
𝖠𝖻𝖻𝗂𝗀𝗅𝗂𝖺𝗆𝖾𝗇𝗍𝗈: 𝖢𝗈𝗆𝗈𝖽𝗈 𝖾 𝗉𝗋𝗂𝗏𝗈 𝖽𝗂 𝖿𝗋𝗈𝗇𝗓𝗈𝗅𝗂 𝗏𝖺𝗋𝗂, 𝗉𝗋𝖾𝖽𝗂𝗅𝖾𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾 𝗉𝖾𝗋 𝗅𝖾 𝗍𝗈𝗇𝖺𝗅𝗂𝗍𝖺̀ 𝖼𝗁𝗂𝖺𝗋𝖾
𝖠𝗅𝗍𝖾𝗓𝗓𝖺: 𝟣𝟧𝟫 𝖼𝖾𝗇𝗍𝗂𝗆𝖾𝗍𝗋𝗂
𝖯𝖾𝗌o: 𝟦𝟧 𝖼𝗁𝗂𝗅𝗈𝗀𝗋𝖺𝗆𝗆𝗂
𝖢𝗈𝗅𝗈𝗋𝖾 𝖼𝖺𝗉𝖾𝗅𝗅𝗂: 𝖱𝗈𝗌𝗌𝗂 𝗍𝖾𝗇𝖽𝖾𝗇𝗍𝗂 𝖺𝗅𝗅'𝖺𝗋𝖺𝗇𝖼𝗂𝗈𝗇𝖾
𝖢𝗈𝗅𝗈𝗋𝖾 𝗈𝖼𝖼𝗁𝗂: 𝖬𝖺𝗋𝗋𝗈𝗇𝗂
𝖲𝖾𝗀𝗇𝗂 𝗉𝖺𝗋𝗍𝗂𝖼𝗈𝗅𝖺𝗋𝗂: //
𝖯𝗎𝗇𝗍𝗂 𝖽𝖾𝖻𝗈𝗅𝗂: 𝖨𝗆𝗉𝖺𝗓𝗂𝖾𝗇𝗍𝖾 𝖾 𝖿𝖺𝗌𝗍𝗂𝖽𝗂𝗈𝗌𝖺
𝖯𝗎𝗇𝗍 𝖿𝗈𝗋𝗍𝗂: 𝖤𝗆𝗉𝖺𝗍𝗂𝖼𝖺 𝖾 𝖾𝗌𝗍𝗋𝗈𝗏𝖾𝗋𝗌𝖺, 𝗎𝗇𝗈 𝗌𝗉𝗂𝗋𝗂𝗍𝗈 𝗅𝗂𝖻𝖾𝗋𝗈
Mary's space:
Ed ecco il mio primo oc, mi piace da morire sinceramente (modestia a parte)
Mi piacerebbe conoscere anche un vostro parere a riguardo, insomma fatemi sapere cosa ne pensate, accetto anche critiche costruttive, nell'eventualità.
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