3. GRACE
"Cazzo! È la quarta chiamata a cui non risponde!" imprecò Camille.
"Calmati, magari è in mezzo alla confusione" ipotizzai provando a calmarla.
Tentativo fallito. Lo capii quando bloccò il suo andirivieni sul marciapiede e mi lanció un'occhiataccia. "Lo avevo avvisato che doveva venirci a prendere. Quel coglione!" continuò a sbraitare.
Una coppia di passanti le lanciò un'occhiata allucinata e lei sollevò il medio in risposta.
Dio!
Se Ben non fosse venuto subito non ero certa di riuscire a gestirla.
Carrie e le altre erano rimaste dentro a scolarsi altra roba e io dovevo vedermela da sola. E Camille in quello stato era tutt'altro che gestibile.
"L'accordo era che venisse a prenderci alle tre" specificai, evitando però di sottolineare che era da poco passata la mezzanotte.
"Ah, sì?" ringhiò con gli occhi fuori dalle orbite. "Ma indovina, Grace? C'è stato un grosso, gigantesco imprevisto!" sbraitò spalancando le braccia. Una vena in rilievo cominciò a pulsare sulla sua fronte. Non sapevo se temere per la sua o per la mia incolumità. "Quel senza palle del tuo ragazzo rischia di non presentarsi all'altare! E indovina dov'è quel coglione di tuo fratello?! Tra le gambe della sgualdrina della settimana!" buttò fuori, poi la vidi riprendere fiato.
Indugiai prima di aprire bocca. "Adesso non esageriamo" ridacchiai, una risata isterica. "Darren mi ha solo inviato un messaggio dove-"
Non ebbi possibilità di finire la frase. "Dove ti dice gentilmente che ha necessità di parlarti!" completò la frase, poi abbassò lo sguardo sul suo orologio. "A meno di dieci ore dalla cerimonia! Cosa pensi che voglia dirti, sorellina?" chiese, il tono sarcastico e la smorfia sulle labbra rivelavano perfettamente cosa le passasse per la testa.
Il peggio.
Camille pensava sempre il peggio delle persone.
E non sapevo se fosse più terribile quello o il fatto che nel settanta per cento delle volte ci prendesse.
Almeno si era calmata, pensai.
Sputare cattiverie sulla gente la rilassava.
"Non so, vedremo" mugugnai, incerta.
Non era una buona mossa mostrarle di aver centrato il puntato, ma non potei evitare che le sue parole scavassero qualche tarlo nella mia mente.
Poi accadde qualcosa di strano. La sua espressione si addolcì e si avvicinò dandomi un mezzo buffetto sulla spalla.
"Troverai di meglio" disse, rivolgendomi una smorfia che voleva essere un sorriso.
Voleva fare un gesto carino? Mi chiesi.
Ed era davvero così scontato che volesse lasciarmi?
Cercai di non arrendermi a quei pensieri negativi.
Camille pensa sempre il peggio delle persone, mi ripetei come un mantra aggrappandomi alla speranza.
"Sei proprio una stronza, lo sai, vero?" chiesi e abbozzai un sorriso, cercando di nascondere l'angoscia che provavo per quella conversazione che mi attendeva.
"Una stronza che sa vestirsi" specificó con una smorfia, abbassando lo sguardo sul mio abbigliamento. "A differenza di qualcun'altro."
Poi ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere.
Proprio allora il suono di una brusca frenata a pochi passi da noi stracciò il silenzio. Portai lo sguardo al sedile del conducente e riconobbi Ben. Camille al mio fianco ringhiò, non gliel'avrebbe fatto passare liscia.
"Io vado a chiamare le tue amiche" avvisai e mi defilai all'istante.
Nel Black Moon era rimasto solo il gruppo di mia sorella. Carrie, l'unica che si reggeva ancora in piedi, aveva una bottiglia vuota di champagne attaccata alla bocca e agitava la chioma riccia a ritmo di una musica che esisteva solo nella sua testa.
"Ragazze" cominciai avvicinandomi. "Carrie. Ben è arrivato. Noi- noi dobbiamo andare."
La prima a captare il significato delle mie parole fu Barbara, poi ci vollero altri cinque minuti per farlo comprendere a tutte le altre. Dieci minuti dopo finalmente varcammo la soglia del locale. Tamara non si era svegliata del tutto e io e Barbara fummo costretta a trascinarla di peso, ognuno la reggeva da un lato.
Quando Ben ci vide saltò giù dall'auto e ci corse incontro sollevando la bella addormentata tra le braccia. La bella addormentata che subito si ridestò cominciando a fare le fusa a mio fratello, che sollevò gli occhi al cielo.
"Cazzo! Ma non sono minorenni?" imprecò Ben. "Come diavolo fanno a ridursi in questo stato?"
"Ah, non chiederlo a me!" sollevai le mani. "Si è calmata?" chiesi e non ci fu bisogno di specificare a chi mi riferissi. Camille si era infilata sui sedili posteriori, il bagliore del cellulare illuminava il suo volto corrucciato.
"No comment" ribattè lui e accelerò il passo.
Arrivato vicino alla macchina bussò al finestrino per farsi aprire da Camille, ma quella si limitò ad alzare il medio senza nemmeno sollevare lo sguardo.
Mi fiondai sulla portiera e fui io ad aprirla prima che Ben potesse strozzare nostra sorella.
"Sei proprio una testa di cazzo!" inveì mio fratello, mentre lasciava cadere malamente Tamara sul sediolino. "Potresti anche collaborare dato che devo accompagnare queste sciacquette a casa!" disse e sbattè la portiera alle sue spalle.
"Io- io non sono una sciaquetta" mugugnò Tamara sbattendo a fatica le palpebre prima di ripiombare nel sonno.
"E tu potresti anche rispondere alle chiamate!" ribattè Camille dal finestrino aperto.
"Tanto sono qui, no?" chiese sarcastico Ben. Spalancò la portiera del conducente e si infilò al posto guida. Solo allora ebbi il coraggio di allontanarmi dai due litiganti per fare il giro dell'auto e raggiungere il posto del passeggero. "Adesso mi dici perché diavolo tutta questa urgenza?"
"Darren ha lasciato Grace" disse distrattamente, l'attenzione concentrata sulle sue unghie laccate.
"Cosa cazzo-" cominciò mio fratello, poi si bloccò e battè un paio di volte le palpebre. Per qualche lungo istante a riempire l'auto ci fu solo il silenzio. Poi si voltò verso di me con un'espressione indecifrabile. "È seria?"
"Potresti anche chiederlo a me, no?" ribattè Camille dai sedili posteriori ma entrambi la ignorammo.
"Vuole parlarmi, ha detto" dissi solo, scrollando le spalle. Cercai di risultare tranquilla, ma evidentemente non ci riuscii. Lo capii dalle nocche sbiancate di Ben intorno al volante. Probabilmente si trattenne solo perché l'attimo dopo la portiera fu nuovamente spalancata.
Carrie precipitó sui sedili ridendo in maniera quasi isterica. Ci vollero altri cinque minuti prima che le quattro dietro riuscissero a trovare un modo per entrarci tutte.
Riportammo le amiche di Camille a casa e poi prendemmo la strada per l'appartamento in cui Darren viveva con i suoi genitori.
Il tragitto fu silenzioso in una maniera che accentuó solo la mia ansia per quella conversazione, anche Camille aveva smesso con le sue uscite fuoriluogo e per un attimo pensai persino di sentirne la mancanza.
L'auto accostó fuori dal condominio e Ben mi lanció un'occhiata che sembró volermi comunicare qualcosa, ma alla fine mi lasció andare con quello sguardo che trasmetteva tutta la sua preoccupazione.
Bussai al citofono, ma poi mi resi conto che il portone era già aperto. Salii le scale sentendo l'angoscia schiacciarmi maggiormente a ogni scalino.
Anche il portone dell'appartamento dei James era già aperto. Spinsi sul pomello e mossi un passo all'interno.
La luce nel corridoio all'ingresso era spenta. L'unica illuminazione derivava dalla cucina. In sottofondo c'erano voci indistinte derivanti da qualche programma televisivo.
Mossi un altro passo e immediatamente un forte odore di minestra mi colpì le narici.
Sorrisi.
Il minestrone surgelato era l'unica cosa di cui Darren si nutriva quando i suoi genitori non erano in casa.
Alzai lo sguardo e fu allora che lo vidi. Appoggiato alla parete nella parte più buia del corridoio mi aveva osservato fino ad allora.
"Ehi" abbozzai un sorriso facendo un passo avanti.
"Ehi" rispose lui, senza sorridere. Sfuggì al mio sguardo e si staccó dalla parete con un sospiro. "Andiamo nella mia stanza."
Lo seguii raggelata. Che significavano quelle parole? E quello sguardo?
"I tuoi genitori non ci sono?" buttai lì, cercando di allentare la tensione che c'era tra noi come quella che sentivo dentro.
"Sono a cena fuori" ribattè con un tono indecifrabile.
Aprì la porta della sua stanza e si fece di lato per lasciarmi passare.
Entrai in quella stanza in cui avevamo passato gran parte dei pomeriggi della nostra adolescenza. Il mio sguardo si spostó di lato, sul cestino posizionato nella parte destra della scrivania, l'unica parte libera dalle mille custodie. Darren era un appassionato di vinili.
Avevamo cominciato a riempire quel cestino più o meno un mese prima, quando gli avevo mostrato la prima ecografia del bambino. Un bavaglino, un ciuccio, un orsacchiotto di gomma. Tutto di colori neutri perché ancora non conoscevamo il sesso.
Stava davvero succedendo quello che temevo?
Mi voltai a guardarlo e nel suo sguardo tormentato trovai tutte le risposte che non volevo accettare.
"D-Darren" balbettai.
Ma lui sollevó una mano bloccandomi. Continuava a sfuggire al mio sguardo e a tormentarsi i capelli. "Devo dirti una cosa, Gracy, e non sono sicuro che-" si bloccó con un verso di frustrazione. Lo vidi stringere i pugni e sollevare la testa, i suoi occhi piombarono direttamente nei miei. "Ho dei dubbi" disse, me lo buttó addosso così, senza cercare neanche troppe giustificazione. C'era solo un rassegnato tormento nei suoi occhi.
Il silenzio invase la stanza, sembrava volesse darmi la possibilità di assimilare quelle parole.
"I-Io..."
"Non è colpa tua, Gracy. Io ti amo, lo sai" affermò precipitoso, poi sembró esitare. "Ma il matrimonio, un figlio" elencó con sguardo allucinato scuotendo la testa. "Io-io non lo so."
"Domani c'è la cerimonia."
Fu la mia voce a rompere il silenzio anche se non me ne accorsi subito.
Anzi, oggi.
Mi corressi osservando la sveglia sulla parete opposta.
Oggi c'è la cerimonia.
Lo urlai nella mia testa ma nessun altra parola lasció le mie labbra.
"Lo so, Gracy, lo so" disse con voce tormentata. "Posso aiutarti ad annullare. Chiamare gli invitati e-"
"Tu pensa ai tuoi parenti. Io ai miei" ancora la mia voce meccanica, fuori campo.
Stavo davvero parlando io?
Avevo ancora controllo sulle mie azioni?
Sulle mie emozioni?
Mossi un passo indietro. O meglio il mio corpo lo fece.
Annullare.
La sua voce si ripeteva nella mia mente.
Annullare la cerimonia.
Era successo tutto così in fretta. Era solo un incubo? Cosa avrei detto ai miei genitori?
"Gracy, aspetta" la sua voce mi fermó ma quando mi voltai non sembrava sapere cosa dire. "Io... Mi dispiace. Davvero, io-"
"E il bambino?" chiesi e solo in quel momento lo ricordai.
Non eravamo più solo noi due. Non lo eravamo oramai da un paio di mesi.
Veramente vuoi lasciarmi sola con lui?
Sospiró prima di cominciare a parlare. "So che cerchi delle risposte, delle certezze, Gracy. Io... Non lo so. Ho bisogno di riflettere, di pensare alla mia vita, cazzo!" imprecò. Non con rabbia, ma con frustrazione.
Aveva solo bisogno di pensare, mi dissi tra me e me. Di prendere decisioni ponderate.
Potevo condannarlo per quello?
Era quello che avevo sempre fatto io nella mia intera esistenza.
Darren James aveva solo imparato dalla migliore.
"Okay" sospirai a mia volta.
Ero arrabbiata?
Triste?
Confusa?
Svuotata.
Era quella la parola giusta. Neanche riuscivo a capire cosa provavo.
"Questo" cominció, lo vidi darmi le spalle e afferrare qualcosa dalla scrivania. "Questo puoi portarlo con te."
Il cestino.
Quello che avevamo riempito un po' alla volta.
Me lo porse e in quel momento fu come se mi fossi sbloccata, risvegliata da una trance emotiva. Un forte dolore mi investì come un treno in corsa.
Lo sentì schiacciarmi il cuore fino a farmi soffocare.
Sentii gli occhi inumidirsi quando le nostre dita si sfiorarono per l'ultima volta.
Era l'ultima volta?
L'ultima che lo vedevo, che lo toccavo?
Dovette accorgersi del mio stato perché provó a scusarsi ancora una volta.
A cosa potevano servire delle scuse?
Diedi le spalle e fuggii da quella casa.
Angolo autrice:
Ehilà, buona domenica a tutti!
Mi ero prefissata di aggiornare domani, ma soprattutto di mattina ho diversi impegni, poi mi sono ritrovata a correggere e quindi mi sono detta perché no? Quindi eccovi l'aggiornamento.
Che ne dite?
Alla fine Camille aveva ragione su Darren 😂
Piccola curiosità: anche se per ora avete conosciuto solo tre dei fratelli Price, quale tra questi ha catturato maggiormente la vostra attenzione?
C'è da dire che soprattutto nei primi tempi Grace, Camille e Ben saranno quelli più presenti.
Beh, detto questo vi saluto e rinnovo l'appuntamento al prossimo aggiornamento.
Che cosa accadrà adesso che Grace è stata lasciata a poche ore dal matrimonio?
Baci 😘😘
Kaika
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