1. CAMILLE
Quando giugemmo in sala, le luci erano tutte abbassate e un unico fascio luminoso illuminava una sedia vuota al centro.
Le risate delle ragazze furono ben presto coperte da una musica bassa e sensuale.
Precedetti Grace lungo la sala e ripresi posto a sedere mentre lo spogliarellista faceva la sua comparsa nel cerchio di luce al centro della stanza. Prese posto sulla sedia, le gambe spalancate e la testa gettata all'indietro. I capelli erano scuri e corti, il volto coperto da una maschera nera con inserti argentati.
Tamara fischiò in apprezzamento e Carrie tirò fuori il telefono per riprendere la scena. Incontrai lo sguardo di Barbie e scoppiammo a ridere. Quelle due erano delle folli, tutte lo eravamo. Forse era per questo che a mia sorella riusciva così difficile integrarsi.
La musica divenne più spinta e lo spogliarellista si smosse dalla sua posizione.
Il mio sguardo fu attratto dai suoi movimenti. Era lento, a tratti goffo. Non emanava sensualitá nè esperienza.
Era quello il contrattempo a cui si riferiva Mr Twan?
Un gesto brusco e fu libero dalla maglietta.
Non c'era niente di armonico in quel corpo. Gli addominali erano appena accennati e le spalle sembravano incurvate verso il basso da un peso invisibile.
Il petto era percorso da linee scure d'inchiostro che si inerpicavano lungo le spalle e sparivano dietro la schiena.
Rotornai sul suo volto e cercai i suoi occhi.
Chi si nascondeva dietro quella maschera?
Quando cominciò a muoversi verso di noi, seguito dal fascio di luce, aguzzai la vista e scrutai attentamente i suoi movimenti, il suo corpo, la parte del volto rimasta scoperta dalla maschera. Lo studiavo come se così facendo avessi potuto vedere il suo volto oltre la maschera.
Il ragazzo raggiunse mia sorella e riprese a ballare. Movimenti lenti, gli occhi scuri puntati nei suoi.
Grace arrossì e distolse lo sguardo, facendolo vagare lungo la stanza. Quando incontrò i miei occhi la vidi fulminarmi con lo sguardo e misi su un sorriso angelico.
Lo spogliarellista molleggiò ancora un po' sulle gambe, poi cominciò a spostarsi. Ciondolò un po' intorno a Carrie che non smetteva di riprenderlo, poi a Tamara che allungò persino una mano, infine verso Barbie e poi me.
Quando mi passò acconto affondai in quegli occhi neri come la notte. Il suo profumo speziato mi pizzicò le narici e la tentazione di allungare una mano e strappargli la maschera divenne sin troppo forte.
Invece rimasi lì seduta, intrappolata dal suo sguardo che divenne così penetrante da costringermi a distoglierlo.
I miei occhi scivolarono sugli strani simboli che aveva sulle braccia e per un attimo quell'immagine mi sembrò familiare.
La musica si affievolì e le luci si riaccesero una dopo l'altra.
Gli applausi e i fischi riempirono la sala, quella sera Carrie e Tamara erano più rumorose del solito, complice anche la bottiglia di champagne che si erano scolate praticamente da sole.
Il ragazzo fece un mezzo inchino frettoloso, lo osservai raccogliere la maglietta e sparire nel corridoio accanto al bancone.
Un sorriso involontario apparve sulle mie labbra. Non l'avrei lasciato scappare.
Contai giusto trenta secondi prima di sollevarmi dalla sedia. "Vado a incipriarmi il naso" avvisai afferrando la pochette. Grace fu l'unica a prestare attenzione alle mie parole, le altre erano troppo impegnate a far baldoria, quella per noi era routine. Schiacciai l'occhiolino a mia sorella e abbandonai il tavolo.
Mentre attraversavo la sala notai l'assenza del cameriere dietro il bancone. I miei sospetti erano fondati?
Raggiunsi il corridoio e lo vidi. Quella schiena ampia e macchiata d'inchiostro, che fu velocemente coperta dalla maglietta nera. Il ragazzo si stava rivestendo e si era giá liberato della maschera.
Mi appoggiai al muro e aspettai che si voltasse, poi non resistetti e presi immediatamente parola. "Quella dovresti lasciarcela per ricordo" proruppi, facendo un cenno alla maglietta che aveva indossato, anche se lui non poteva ancora vedermi.
La mia voce bloccò per un attimo i suoi movimenti, poi il ragazzo si voltò e i miei dubbi furono confermati. "Tu" sbottai, rimettendo a posto i pezzi.
Quello era il barista, quello che mancava dietro il bancone, quello di cui avevo intravisto i tatuaggi quando ero andata a ordinare.
"Io" confermò lui, sollevando il borsone sulla spalla. "Piaciuto lo spettacolo?" aggiunse, un sopracciglio inarcato.
"Per niente" ribattei, arricciando le labbra. "Era chiaro non fossi un professionista."
"Già" confermó lui.
"E allora perchè diavolo l'hai fatto?" chiesi, incrociando le braccia al petto.
"Evidentemente è venuto a mancare lo spogliarellista" scrollò le spalle lui. "Il capo mi ha offerto un extra e io ho accettato."
"Extra?"
"Secondo te mi sono messo in ridicolo lì fuori per spirito umanitario?" chiese sarcastico. Non aspettò una risposta e cominciò ad allontanarsi in corridoio.
"In realtá" cominciai, inseguendolo. "Ho delle lamentale sulla performance."
"Allora ti consiglio di seguirmi, il capo è nel suo studio" disse, senza neanche voltarsi a guardarmi.
"Idiota" borbottai tra i denti, assicurandomi che mi sentisse, ma nessuna reazione da parte sua me lo confermò.
Lo seguii fino allo studio di Mr Twan. Bussò alla porta ed entrò senza attendere risposta.
Maleducato.
"Capo, per stasera ho finito" cominciò lui.
Mr Twan alzò lo sguardo dai documenti.
"In realtá io-" iniziai, facendo un passo avanti, ma poi fui interrotta dalla porta violentemente spalancata.
Sulla soglia della stanza apparve Carrie con gli occhi sbarrati.
"Carrie" sussurrai con tono d'avvertimento.
Non dovette percepire il rimprovero nella mia voce perchè continuò a fissarmi con quella sua espressione allucinata.
Quante volte l'avevo pregata di non sbronzarsi fino a quei livelli almeno per quella sera?
"Carrie, per favore" la pregai questa volta.
Ma niente.
"Millie, non sai cos'è successo!" irruppe con voce allertata.
"Carrie, me ne parli dopo" continuai, alzando gli occhi al cielo. Tendeva a diventare melodrammatica in quelle occasioni. "Adesso-"
"No, Millie, devi venire subito!" m'interruppe. "È una cosa urgente!"
Le avrei strappato le exteshion a morsi se non avesse smesso di chiamarmi in quel modo.
Strinsi le mani a pugno e feci un passo avanti. Proprio in quel momento una voce si insinuò nella mia mente annebbiata.
"Signorina" mi richiamò Mr Twan, con voce cauta. "Se le sue amiche hanno bisogno di lei..."
Carrie non lo fece nemmeno finire che mi afferrò per un polso e mi tirò verso di lei. "Si, abbiamo bisogno di lei." Poi mi diede un altro strattone e sbattè la porta alle nostre spalle.
"Giuro che se-"
"Darren ha lasciato tua sorella!"
"E smettila di interrompermi, ca-" mi bloccai, riascoltai quelle parole nella mia mente e sbarrai gli occhi. "Cazzo!"
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