NON IN UNA BUONA SITUAZIONE

10:27 dice il telefono quando Fiona si alza dal letto, ancora assonnata, vedendo che Sascha già non c'è più.
Trova un messaggio sul suo cellulare, di tre ore fa circa. "Sono uscito presto, ci sentiamo".

«Ho fatto un casino» dice la ragazza mentre pensa alla notte appena trascorsa. «Pensa positivo Fiona, magari dopo stanotte ci ha ripensato, ed è pronto ad una relazione... Proprio del ragazzo più strano sulla Terra dovevo innamorarmi.»
~~

«Karen.»
«Capitano, l'aggiornamento è finito. Posso tornare a lavorare con lei.»
«Vengo con te, voi. Non devi affrontarlo da solo, Capitano. Dove si va?»
«No Nazi.»
~~

POV MANUEL
Le piacerà questo? Si. Tranquillo.
Guarda là, quei cornetti sono dorati e il calore lo sento da qui. Il cappuccino l'ho scaldato al punto giusto, spero. Dai ho preparato queste cose divinamente.

Sta già meglio, il suo viso ha già più colore.
«Mi dispiace doverti lasciare.»
«Tranquillo Manu» le è piaciuto il cornetto, l'ho visto dagli occhi. «Starò bene, poi mi hai detto che ci sarà gente a proteggermi quindi vai tesoro, non preoccuparti. E non messaggiarmi ogni tre secondi.»
A malincuore devo ascoltare le sue parole. La contatterò ogni tre secondi.

Eccomi arrivato da Peter. Cos'è sto rumore? È Mick. È pazzo?
~~

POV MARKUS
Ci voleva un bel caffè.
Che fanno quei due? «Andiamo salta, dobbiamo sbrigarci.»
C'è Michael su un grosso camion color vomito e Manuel che ci sta salendo. Adescamento in diretta.

«Che fate ragazzi?»
«Mick dice che andiamo a fare il culo a qualcuno che sta venendo a fare tipo Impero di Star Wars. Chiudiamo qualche strada.»
«Sembra figo» dovrei tornare su da Peter, gli serve aiuto con quello dell'FBI. «Mi aggrego.»
«Sali fratello nero.»
~~

POV ERIK
Ahia. Brucia ancora un pochino. Certo che asso che ha cacciato Manuel dal cilindro.
I suoi poteri sono molto potenti, in America avrà avuto un addestramento incredibile. Saranno pezzi di merda, ma sanno come tenere bene informa i loro "soldati".

Qualcuno bussa alla porta. Meglio andare e sbrigare tutto prima di oggi pomeriggio, da un momento all'altro dovrò ricevere visite. «Arrivo subito!»
Il tempo che metto la felpa e... «Klara?» sarà felicissima di rivedermi.
«Cosa hai sulla faccia?» vedo che non è contenta dei baffi che ho rifatto crescere.
~~

Sascha ha gli occhi puntati su un giovane ragazzo biondo. Riaffiorano i vecchi ricordi, uno su tutti quando tornò nel 1945. Vide quel vecchio amico, che a sua volta vide Sascha e lo convinse a non interferire con gli eventi. Andò via prima che il sé stesso leggermente più giovane lo vedesse.

«Trovato Capitano. Ha riunito molta gente come lui, siamo vicini.»

«Stai bene?» gli domanda John mentre lo segue.
«Starò meglio quando avrò compiuto il mio dovere» poi alza lo sguardo. «Grazie John.»
«Certo quanto sei basso Capo.»
~~

POV STEPHAN
«È qui che dovrebbe essere lo zio di Mario.»
Sto posto è in culo al mondo. «Che facciamo Lessie?»
«Raggiungo lui cugino, se mi complicano la vita userò le mie armi. Tu rimani da queste parti. Vedi che non arrivi nessun altro, e che nessuno avverta nessuno.»
Io difendo e lui attacca. «Quando giocavamo a calcio facevamo il contrario.»
~~

Peter incontra finalmente l'agente Liam Morales.
«È un piacere signor Shaw, Leonard Murphy. E... Quattordici, se non sbaglio.»
Andreas alza il pollice e poi torna a concentrarsi sul gioco a cui stava giocando.

«Ho visto un po' la città, ci dovrei portare mia moglie Emily a visitarla. Ne rimarrebbe estasiata.
Dove sono gli altri?»

Peter è preso in contropiede, anche lui si domanda dove siano, soprattutto Markus che avrebbe dovuto aiutarli col riconoscimento dei nemici. «Beh... ogni tanto prendono e se ne vanno. Ma tranquillo, niente di eclatante.»
L'inglese si ricrede quando nota che l'IA più potente al mondo è tornata attiva.
«Probabilmente staranno costruendo un villaggio napoletano in Africa, sono matti.»

Andreas capisce che la situazione non è così sotto controllo, accetta la silenziosa richiesta dell'inglese e parte alla ricerca degli altri Fra.
~~

«Johnny, attendi qui, se vedi qualcuno non ucciderlo. Sono miei.
Stai bene attento, ti mando gli innocenti e chi non merita di morire.»
«Pronto a portarli in salvo.»

Sascha entra nella prima abitazione. Dei rumori quasi impercettibili lo attraggono in una delle stanze.
Lì trova una ragazza molto giovane e anche molto bella. Indosso ha solo un lenzuolo bianco. I corti capelli castani, gli occhi verdi, il corpo esile, e altri dettagli, fanno bloccare il ragazzo che per un attimo rivede la ragazza che Wilmut e i suoi hanno ucciso quando lui è stato nel '45.

La giovane fanciulla è terrorizzata e prega Sascha di non farle niente.
«Tranquilla, voglio aiutarti» Sascha prova ad avvicinarsi tenendo alte le mani. «Mi dispiace per ciò che ti hanno fatto. Ma adesso ci sono io, non potranno farti più niente.»

Con una mano la libera e l'altra la poggia sulla sua guancia. Si abbassa la maschera così che la ragazza possa avere davanti a sé un volto amichevole e non il volto di un personaggio degli incubi.
«Adesso voglio che tu sia coraggiosa. Devi uscire di qui e andartene il più velocemente possibile. Se puoi aiuta quelli che come te sono qui perché costretti. Appena esci da questo inferno ci saranno delle persone pronte ad aiutarti.»
«Tu... tu verrai con me?»
«Io devo pensare a questi mostri, ma appena avrò finito verrò da voi. Adesso vai.»

Nel momento in cui la ragazza scappa entra il proprietario di casa che attira l'attenzione del velocista e appena si gira per vedere chi sia lo spara.
Ovviamente Sascha si fa passare il proiettile attraverso.
«Ah... Sei tu. Il ragazzino. Quello che combatte per la libertà ma che poi uccide centinaia di persone solo perché non la pensano come lui. Non sei un eroe, sei un ipocrita.»
Di nuovo spara e di nuovo Sascha riesce a non farsi colpire grazie alla supervelocità.

«È facile così, non credi? Cosa sei senza i tuoi poteri?»
Sascha con la solita calma, mista ad una leggera presunzione, prende la catena che ha alla vita e se la lega intorno al collo, poi prende il pugnale dorato donatogli durante la Rivoluzione Francese.
La sfida è accettata. «Io. Sono. Sascha.»
~~

Erik è molto confuso si aspettava di incontrare il Re della Svezia e invece si è ritrovato davanti la figlia Klara, la principessa della Svezia.
Una ragazza con lunghi capelli mossi di un biondo molto scuro e occhi invece molto chiari.

«Ho convinto mio padre a non venire e poi in segreto sono venuta io. È preoccupato Erik, soprattutto per te, non ci sembra ma lui ci tiene a te. Anche essendo all'oscuro di noi.»
La ragazza afferra la felpa di lui dalla vita e osserva le ferite rimaste dopo l'ultimo scontro. «Anch'io sono preoccupata, guarda come ti hanno ridotto.»

Si dipinge il dispiacere sul volto dello svedese. «Scusami, voi avete una nazione di cui occuparvi e ci sono io che...»
Klara lo zittisce. «No Erik, no, non devi scusarti. La mia nazione sta collaborando con voi per rendere questo mondo migliore. E una collaborazione non prevede che una parte si sporca le mani e l'altra rimane a guardare. Entrambe devono sporcarsi le mani.»

Nonostante le belle parole Erik rimane comunque dispiaciuto per aver coinvolto così tanto il suo paese.
«Il nemico è molto grande stavolta, possiamo aiutarvi.»
«No, ce la possiamo fare Klara. Ci pensiamo noi. Possiamo farcela da soli.»
Fissa gli occhi lucidu su quegli orrendi baffi biondi. «Ho paura di no Erik, non voglio perderti.»
Erik la abbraccia stringendola forte a sé. «Non succederà, non mi perderai.»
~~

POV STEPHAN
Hey (hey), what's the matter with your head, yeah.
Hey (hey), what's the matter with your mind and your sign and oh.

Qui dietro non mi vedrà. Mi serve... questo andrà bene.
Andiamo amico guarda il tubo di metallo che sto facendo fluttuare.
Eccolo lì, bravo. Più vicino, più vicino. Boom. Bonne nuit.

Ecco i comandi. Essendo una combriccola di criminali dovrebbero avere una specie di rete speciale per non essere rintracciati. Quindi possibili danni ricadrebbero solo su di loro e non anche sulle cittadine vicine.
Ma che me ne frega. Stacco.
Hahaha, adesso nessuno chiama nessuno. Sono incredibile.
~~

POV ANDREAS
Che staranno combinando? Nessuno poi mi ha reso partecipe. Karen è tornata attiva, mi aiuterà. «Karen, è bello sentirti di nuovo. Senti mi aiuteresti a cercare quegli stronzi dei miei fratelli?»
«Signori Meyer, mi è stato chiesto...» lo immaginavo, Sascha le avrà chiesto di tenere la bocca chiusa, e gli altri magari avranno fatto lo stesso.
«Karen, andiamo. Sai che probabilmente staranno facendo grosse cazzate. Devo vedere se hanno bisogno di me. So per certo che tu la pensi come me.»
«È vero signorino. Le mando le loro posizioni.»
Karen, la più intelligente di tutti. Dovremmo considerarla ormai una di noi Fra. Sta sempre con Sascha. È il suo Alfred.
~~

Alessio si è addentrato. Adesso è circondato da tanta losca gente. Prende una coca cola e mentre succhia dalla cannuccia, nel modo meno equivoco possibile, si guarda cautamente attorno.
Per quanto sia molto confident preferirebbe non finire in un agguato.

«Sei nuovo ragazzo?» si avvicina un poco sobrio individuo. «Non ti ho mai visto.»
Alessio tiene il sangue freddo. «Sì, mi hanno parlato di questo posto... cerco la mia strada amico.»
«Ah...» in contemporanea con questo suono viene emesso un orrendo odore. L'uomo si imbabola un attimo e poi se ne va dondolando.
«Fatti un altro goccio amico.»
«Cerchi qualcuno ragazzo?» chiede uno più giovane.
«Russo. Cerco un certo Russo.»
«Ti porto da lui.»
~~

Un convoglio in autostrada è appena entrato nell'area Campana.
All'uscita di Santa Maria Capua Vetere lo attende un blocco stradale, venendo così obbligato a prendere l'uscita.

Superato il casello vengono affiancati da due auto della polizia, da due macchine blindate ed anche un furgone blindato che li scortano in uno ampio spazio isolato.

Nel mezzo ci sono Michael, Manuel e Markus che rivolgono sguardi imbruttiti.
«Manu qui non festeggiano?» chiede Michael vedendo l'assenza di striscioni e bandiere.
«No perché sono stronzi.»
I tre furgoni del convoglio si fermano davanti a loro, mentre quelli che li hanno scortati si mettono alle loro spalle.
Scendono in totale trentadue persone in divisa marrone scuro, stivali, giacca, maschera nera e cappello.
«È un caso la somiglianza» domanda Markus agli altri due.
«Presentiamoci ai nostri ospiti.»
~~

POV ANDREAS
Erik check. È con una ragazza? Non mi sembra un tipo da relazione. Eccetto quella strana che ha con noi... che abbiamo tra di noi.
Vabbè lui sta bene, passiamo agli altri.

«Qui chi c'è Karen?»
«Il signor Roberts, il signor Machiavelli e il signor Watson.»
Che cazzo? Perché c'è l'esercito di Sascha? Beh, Mick al comando mi aspettavo anche di peggio.
Stanno bene, vediamo gli altri.
~~

«Lei è Russo?» domanda Alessio quando vede un uomo che somiglia molto all'amico Mario. Rimane sorpreso nel vedere che Russo non lo abbia riconosciuto. Può essere che sia per il fatto che non è in divisa.
«Sarei interessato al suo lavoro attuale. So che ha per le mani qualcosa di grosso, mi piacerebbe partecipare.»
Al criminale viene ovviamente da chiedere al ragazzo quali precedenti abbia nel mestiere. «Sono da poco entrato nel giro, mi hanno consigliato lei.»
«Aspetta un attimo qui, torno subito ragazzo.»

Alessio nell'attesa prende il telefono e guarda divertito i per te sul suo profilo di Tiktok.
«Sto terrone de merda, deve morì lui e tutti gli altri. Sta merda.»
Le persone attorno a questo soggetto lo seguono a ruota e continuano il discorso che aveva iniziato. «Tutti sotto la lava sti schifosi. Sti terroni, devono morire.»

«Terrone di merda» riaffiorano in Alessio i vecchi ricordi dell'infanzia. «Ammazzati tu e tutti i tuoi familiari. Il Vesuvio vi deve sotterrare.»

Rivivere quel momento è più doloroso di quanto mostri all'esterno. Alessio adesso non ha più otto anni, non è più il ragazzino indifeso, non accetta più che certe cose vengano dette davanti a lui senza ripercussioni.

Prende la pistola e buca la testa del bastardo che aveva iniziato il discorso.
~~

John vede una scia verde.

Wilmut è arrivato a Predappio. La città è devastata, la distruzione abita le strade, le fiamme invadono le costruzioni, esplosioni ogni tre secondi. Coloro che ci vivevano sono tutti morti, quasi tutti, qualcuno ha meritato la salvezza.

Entra nel punto in cui si ritrovava con i membri più attivi del posto. E rimane molto colpito da ciò che vede.

Giacobbe Aghemo, noto poliziotto milanese. Correggiamo: noto poliziotto milanese razzista e omofobo. Fedelissimo alla chiesa come dimostra il rosario al collo. Poi comunque in chiesa ci va rare volte all'anno e bestemmia ogni tre per due.
Il chirichetto.

MORTO.

Manolo Ricci, insegnante di storia. Non di alto livello, cacciato da numerose scuole perché distorceva un po' le cose quando doveva far studiare ai suoi alunni le vicende del '900. Ma si giustificava dicendo che lo faceva in nome di Dio.
Manolo Angela.

MORTO.

Gertrude Maraffa, nota per la sua politica di estrema destra. Noto è anche il suo partito. Una donna che rispetta perfettamente le tradizioni italiane.
La zoccola.

MORTA.

Edmondo Mori, anche lui noto politico di estrema destra. Gestisce un piccolo comune in Molise, anche se "gestisce" è un parolone.
Il finto padrone.

MORTO.

Gioacchino Gentile, anche lui un politico che nella vita ha fatto tanti magheggi per favorire i suoi amici e colleghi, e ovviamente anche sé stesso.
La sua influenza ha mandato in galera tanta gente innocente e messo in libertà tanta gente di merda.
Gentile, mica tanto.

MORTO.

Oltre i loro corpi, c'è Sascha che tiene per il colletto uno spaventatissimo Don Rodrigo di Catanzaro.
«Mi domandavo... che ci fa un uomo della chiesa, un fedele di Dio, qui con dei nazisti. Mi sembra esagerato.»
«Non... non sono qui perché nazista, sono affari.»
«Affari... i tipici affari che fate voi della chiesa. Interessante... Avete per caso ucciso altre persone in Vaticano?»
«Noi... Non abbiamo mai ucciso nessuno.»
«Non puoi mentire a me Don Rodrigo... So tutto.»
Sascha prende la falce che si era da poco fatta costruire e la infila nella gola del prete.

Si volta verso Wilmut, i fulmini gli inidnano il copro. «Tocca a te.»
~~

Erik sta purtroppo già accompagnando Klara alla macchina che la porterà in aeroporto. «Mi sarebbe piaciuto rimanere un po' sola con te.»
«Ma lo siamo stati... Aspetta, intendevi soli nel senso "soli" e no soli. "Soli".»
«Sei il ragazzo migliore che si possa avere.»

«Signor Hosk» una voce robotica interrompe le loro labbra che stavano per incontrarsi.
«Karen? Sei tornata attiva mi fa piacere.»
Karen informa lo svedese che qualcosa è entrato nel loro spazio aereo protetto.
«Gli altri dove sono Karen?»
«Tutti impegnati.»
Non le parole che voleva sentire. Alza gli occhi al cielo per capire cosa sia entrato, e in effetti vede uno strano uccello.

Ma quando il cosiddetto uccello si fa più vicino Erik capisce che è un umano. Senza rifletterci un attimo prende Klara e si riparano dietro una macchina.
«È Joost. Sarà in perlustrazione. Bastardo. Karen c'è qualcuno nei dintorni che può aiutarmi a buttarlo giù?»
Karen verifica subito e gli manda in aiuto colui che meno si aspettava, l'autista della principessa di Svezia.
«Avrei dovuto aspettarmelo, Sascha ha uomini ovunque, non l'avevo proprio vista la spilla.»
«Mi perdoni signora, le prego di non dire nulla al Re.»
Klara confusa muove quasi senza controllo la testa su e giù.

L'autista, un ragazzo abbastanza giovane, tipici tratti nordici, occhi verdi, capelli biondi. Entra nell'auto e attiva uno strano sistema.
«Ok bello» lo incita Erik. «Buttalo giù è poi proteggi Klara, a Joost ci penso io.»
«Ai suoi ordini signor Hosk.»

Lo strano sistema lancia un razzo che mette fuorigioco le apparecchiature supertecnologiche di Joost e lo manda a terra.

«Erik» Klara lo ferma prima che se ne vada. «Sta attento agli striscioni e alle bandiere amore. Per favore.»
«Sul serio?»
«Tifo anche io Napoli, ti amo.»
«Perché tifa Napoli se è svedese? Mi perseguitano questi napoletani.»
~~

POV STEPHAN
Come and get your love. Come and get your love. Come and get your love.
«Ste... Stephan!»
«Ale?» Come and get your love.
«Mi serve un aiutino cugino. Potrei aver fatto un leggero casino. Verresti cortesemente a recuperarmi? Vieni tranquillo, c'è poca gente.»
Continuerò a sentire la musica con le cuffie della maschera. Ma la metto quando arrivo.

Sembra non esserci quasi nessuno. Aerei? Perché passano degli aerei? E perché poi così vicini al suolo?
Oddio! Stanno facendo saltare in aria tutto. Ma sbuca gente da tutte le parti.
Ma porca puttana cugino, poca gente? Leggero casino?
Se mi addentro mi fanno a fettine! Faccio venire lui qua, io un po' mi sono avvicinato.
«Ale io sono qui, non c'è nessuno da me, fai presto.»
Spero che esca intero.
~~

Il portale per trovare Alessio porta Andreas in un posto un po' sperduto.
«Che cazzo succede qui?» rimane a bocca aperta quando vede aerei, elicotteri, macchine con mitragliatrici, gente che corre, gente che urla.
«Lessie, che cazzo hai combinato?»
Esamina la situazione prima di capire cosa fare.
«Se la vede lui, vado a cercare Sascha.»

Il portale seguente lo porta in un posto conciato peggio. «In confronto Alessio è un santo.»
Predappio è distrutta, non completamente ma per la maggior parte.
«È passato Attila? Peggio. Karen, puoi analizzare la zona?»
Dopo l'analisi l'IA trova tracce del passaggio di più velocisti. «Wilmut. Sto arrivando fratello.»

«Uh... Come mi dispiace» dice osservando i cadaveri di quelle orrende persone.
«Ti prego aiutami» lo supplica uno di loro mentre striscia verso di lui.
«Ma muori male bastardo.»

«Che aggressività.»
«John?» Andreas non se lo aspettava.
«Mi sono autoinvitato per dargli una mano, ma come saprai mi ha messo in panchina. Ho portato la gente in salvo fuori e poi sono arrivati gli uomini di Sascha, e le donne.»

Andreas sbuffa, avrebbe preferito che Sascha lo avesse fatto venire. È molto fragile, anche se non sembra, e con l'assenza della gemella, e della migliore amica, lui è l'unico in grado di aiutarlo in momenti come questi.
«Vorrei che si facesse aiutare di più. Grazie John, per averci provato. Nonostante i tuoi pensieri su... tuo padre, giusto?»
«Già. Ma è stato un onore essere stretto al suo fianco.»
«Andiamo a cercarlo.»
~~

«Joost» saluta cordialmente Erik dopo aver fatto allontare la gente dal luogo dello schianto. «Scusami se ti ho fatto abbattere ma è uno spazio aereo in cui non dovresti volare.»
Joost toglie la visiera tecnologica per guardare bene in faccia Erik. «Novantasei, ti dimentichi della mia altissima intelligenza?»
«Che vuoi dire con questo?» Joost cala la testa all'indietro e non risponde.
«Senti» prima che finisca la frase Erik viene raccolto da una calda scia rossa.
«Sono tutto orecchie... fra.»

Dopo essere stato lanciato in una macchina in doppia fila, dove fortunatamente non c'era nessuno, Erik si rialza e trova davanti ai suoi occhi una persona che sperava di non incontrare di nuovo.

Una donna dai capelli scuri che fanno da cornice al volto costellato da lentiggini di un rosso accesso. Appena entra in contatto con i suoi occhi rivive il primo momento in cui lo fece.
Gli si stampa nella mente l'immagine di lei che uccide con un pugnale un suo vecchio amico, un amico che non è riuscito a salvare.
«Barbara.»
«Mi ricordo di te biondino, dove ti ho già visto?»
Erik porta la mano sotto il mantello, dove nasconde le lame rotanti. «Non dovevi venire qui.»
«Pare che i miei colleghi non riescano ad uccidervi, quindi lo farò io e infine prenderò anche i vostri poteri.»
Erik prende le lame ma Barbara è più veloce di lui e gli scaglia contro una palla infuocata che fortunatamente riesce a scansare.

«Sei bravo biondino, mi piace quando la lotta è diffi...» un proiettile quasi le prende la testa.
Erik si volta nella direzione dalla quale è partito e vede il connazionale che lo ha aiutato poco fa.
«Proteggi Klara!» urla il Fra che non vuole mettere altre persone in pericolo. «Via tutti! Via.»
«Vuoi un uno contro uno biondino? Ci posso stare, sappi però che farà male» Barbara è molto sicura di sé.
«Stiamo attenti agli striscioni e alle bandiere però.»

Barbara usa lanciafiamme ed Erik risponde creandosi una cupola verde come scudo protettivo. «Bene, e adesso?»
Prende una delle sue lame e la lancia contro di lei, riuscendo a ferirla e farla smettere di lanciare fuoco.

Erik si libera della cupola. Afferra la lame che gli è tornata indietro come un frisbee e lancia l'altra, afferra una e lancia l'altra, afferra e lancia, afferra e lancia.
Nel mentre si arrampica sui balconi per arrivare ad un'altezza tale da permettergli di lanciarsi contro la donna.
Quando lo fa lei però crea una grossa scarica di fuoco.

Erik si schianta contro un'altra auto, stavolta non in doppia fila. Barbara è pronta a dargli il colpo di grazia.

Tra le strade della città in mezzo allo spettacolo azzurro degli striscioni e delle bandiere c'è una macchia viola che va ad altissima velocità verso la battaglia.
Strani aggeggi tecnologici vengono abilitati dallo Jedi sull'overboard che colpisce Barbara dritta sulla guancia.
Subito si rialza e si accende ma ciò non impedisce alla grande mente di Peter di trovare un modo per prenderla e farle fare un giro per Napoli.
«Fanculo troia» dice sofferente Erik mentre si alza per sfidare Joost.

Erik si abbassa a premere vari tasti dell'armatura del ragazzo africano.
«Che stai facendo?»
Molto concentrato gli risponde. «Non avrò la mente tua o di Peter, o del dottor Charles, o di Elena. Ma giocando con quello snob inglese ho imparato delle cose.»
Il sistema di volo è stato attivato e, preso alla sprovvista, Joost non riesce a spegnerlo.

«A presto amico. Uff...Che stanchezza. Chiederò a Klara di rimanere almeno fino a domani mattina. Voglio passare più tempo con lei.»
Lo svedese le va subito incontro e praticamente si butta ad abbracciarla manco fosse un sacco di patate.

La passeggiata di Peter e Barbara continua, adesso stanno volando sul mare.
Che carini.
La donna prova a liberarsi, ma Peter ha preparato una tecnologia a prova di fuoco.
Si crea un mega pugno grazie alla nanotecnologia e colpisce ripetutamente la ragazza.
Sono molto lontani dalla riva, quasi non si vede più la città.
È qui che Peter prende il collo di lei e la lascia cadere in mare, sperando che non riemerga. «Buona nuotata.»
~~

Al posto di blocco uno dei soldati si fa avanti. «State interferendo con le SSI, lavoriamo per tenere l'ordine nel nostro paese, fateci fare il nostro lavoro e non vi arresteremo per intralcio alla giustizia.»
Intanto due elicotteri volano sopra le loro teste e da una delle volanti esce il commissario Esposito che va ad affiancare i Fra.

Manuel prende una delle spade e minaccioso fa due passi avanti. «Tenete l'ordine sopra. Il Sud Italia è chiuso, non vi vogliamo, non abbiamo bisogno di voi.»

«Forse non ti è chiaro, lo stato vuole...»
«Lo stato?» lo interrompe Markus ridendo. «Ragazzi lo stato vuole qualcosa. Hahaha, fanculo al tuo stato.»
«Non ci vogliamo ripetere» mentre Michael inizia a parlare arriva un altro elicottero, altre macchine e un camion molto grande. «Il Sud è chiuso. Tornatevene indietro e non fatevi vedere più, o finisce male.»
I trentadue soldati caricano i fucili e come risposta i Fra fanno avvicinare il camion. Un grosso buco compare sul portellone posteriore.
«Vi lasciamo immaginare cosa può passarci lì.»

I trentadue soldati iniziano a mettersi in posizioni strategiche per attaccare i Fra e i loro accompagnatori.
Il loro alzare i fucili, ad altezza uomo, scatena una reazione.

In sei si calano dagli elicotteri completamente armati e corazzati. Il carro armato esce dal camion distruggendo il portellone. Altre macchine blindate appaiono, dai cespugli escono altri pazzi armati fino ai denti.
In pochi secondi i trentadue si ritrovano circondati da quasi un centinaio di gente.

Mick non è soddisfatto del tutto, vuole mostrare completamente alla SSI con chi hanno a che fare. «Facciamogli vedere che facciamo sul serio!»
Un missile del carro distrugge uno dei loro furgoni e uno dei corazzati spara alla gamba di uno dei soldati.
«Ricevuto il messaggio signori?» si cala di fianco a quello ferito Markus. Sia per senso di sfida, sia per deriderli del loro ovvio fallimento.

«Tutti dentro» la SSI si arrende. I soldati tornano nei due furgoni non distrutti. Il loro capo è l'ultimo a salire, rimane immobile a guardare i tre Fra con disprezzo, si sente colpito nel profondo, nell'orgoglio, si sente deriso.
Torna dentro anche lui. «Mai più, mai più permetterò a questi bastardi di comportarsi così» la donna si leva il cappello e la maschera. «Leverò quei sorrisi dalle loro facce.»
E se ne vanno, scortati fino a quando non superano il confine della Campania.

«L'ho gestita bene» si vanta entusiasta Michael.
«E bravo il panzone» si complimenta Markus.
Manuel non si esenta. «Chi dice ancora che il mio Mick è stupido. Li hai fatti cacare sotto fra.»
«Grazie, grazie. Signori! Esercito! La missione è conclusa!» tutti ascoltano il gran vocione del ragazzo barbuto di Detroit. «Li abbiamo cacciati!»
Un grande urlo viene cacciato da tutti i presenti che esultano come se il Napoli avesse fatto un gol, a detta di Manuel.
~~

Sascha e Wilmut se le danno di santa ragione. Corrono, e si picchiano, per tutta Predappio e dintorni.
Wilmut non ha la velocità di Sascha quindi prova a giocare d'astuzia passando per vicoli stretti e poi attaccare il nemico alle spalle.
Si crea poi un vantaggio sfruttando le forti emozioni negative che il piccoletto prova adesso, accecato dall'odio verso colui che gli ha portato via tutto.

Sascha riesce ad afferrarlo e a puntargli il pugnale sulla gola. «Non riesci ragazzo, non puoi uccidermi, porto con me quel ricordo, lo tengo vivo, e se io muoio quel ricordo che fine farà?»

Wilmut ne approfitta, colpisce Sascha e si libera. Sascha si rialza subito e lo elettrifica.
L'elettricità naturale di Sascha non va d'accordo con quella artificiale del nazista. Wilmut rimane sdraiato, quasi impossibilitato nei momenti.
L'italo-islandese vuole esagerare e lo fa replicando un incantesimo di una serie che non ha mai amato.
«Crucio» poggia con enorme piacere, come dimostra il ghigno, che in realtà non si vede dato che ha la maschera, le dita sulla fronte del soldato e sprigiona tutta la sua elettricità.
Wilmut non può fare altro che urlare per l'atroce dolore.

«Allora, che succede qui?» un uomo con dei sandali con le ali interrompe il combattimento.
L'uomo guarda i due combattenti confusi poi Sascha si accorge che rivolge lo sguardo verso la donna nella sua testa, e in quel momento il viso dell'uomo cambia. Sembra intimorito.
«No, no, no. No. Non voglio averci a che fare. No, no» e corre via.
Chi può avere una velocità del genere? Sascha lo ha guardato bene e non era nessuno che conosceva.

Il nazista vuole approfittare del momento di confusione di Sascha per scappare via ma viene intrappolato in un limbo di portali.
«Fregato stronzo» appare Andreas che col cannone gli dà il colpo di grazia.

L'italo-islandese lascia un attimo perdere la questione riguardo Sandalino lì e la donna nella sua testa e torna dal suo più grande odio.
Vorrebbe tanto ucciderlo, porre fine alla sua vita, ma è vero ciò che ha detto: il suo essere vivo rende, in un certo senso, più vivo il ricordo delle persone che ha perso per mano sua.

Dà le spalle ad Andreas e John. «Prendetelo, legatelo bene. Fatelo portare a Londra. Se darà problemi dovranno chiamarmi subito.»
~~

POV ALESSIO
Fuori anche lui. Mi stanno cercando, che vengano, assaggeranno il mio piombo.
Emh... Stanno salendo coi cavalli? Che è tutto sto rumm...
Meglio correre da Ste.

Quanti cazzo sono usciti da quella porta? Mi serve una cazzo di uscita...
Scale, gente. Altre scale, ancora gente. Quanta cazzo di gente c'è?
Finestra. Finestra? Finestra. Vai ci sto salto dell'aquila.

Atterrato intero. Afammoc.
Oddio! Mitragliette? Elicotteri con mitragliette, tutto per me?
Corri corri corri corri corri corri corri corri.
Un attimo... un attimo... Cinque minuti di pausa? No? Vabbè.
Inspira ed espira, inspira ed espira. Con calma fra, con calma. Intanto spariamo a quei due che corrono da me.
Perfetto. Ora altri due respiri e torniamo a...

Cos'era quel botto? Cosa ha fatto esplodere quella macchina? Ok, rapidamente mettiamo la testa fuori e vediamo chi c'è.
Un fottuto carro armato, un fottuto carro armato. Stanno come i cani i questi. Come tutte le squadre di Serie A contro il Napoli. Questo è proprio accanimento. Nessuno va a rompere il cazzo a mio cugino? Tutti da me?
Ok, ok. Carichiamo le pistole. Sono pronto. Beh... Spero di uscirne vivo.
«Geronimo!»
~~

Alessio si mette a correre e sparare come un forsennato, convinto dell'idea che dato che lui sta sparando i nemici debbano pensare più a difendersi che a provare ad ucciderlo.
Passa in mezzo a proiettili, razzi, colpi di mitragliatrici e una sorta di versione femminile di Schwarzenegger. «Mamma mia, fammi tuo. Che donna.»

«Granata!» corre verso di essa e, senza paura, ci mette il piattone e la rispedisce ai proprietari. «Vall' a piglià.»

Altro momento di pausa mentre volano due aerei sulla sua testa. «Non mi hanno preso. Non mi hanno preso.»
Dà una veloce occhiata. «C'è. C'è. C'è... Preso.»
Uno dei caccia si schianta sul carro armato che era arrivato a poche decine di metri da Alessio. «Sono stato fortunato qui.»

Stephan lo vede finalmente arrivare e gli va incontro per aiutarlo. «Quanto prendi per un'oretta?»
«Fammi salire coglione.»
Appena mette il sedere sul sedile si allontanano ad altissima velocità.

Un ringraziamento a Peter che ha modificato il motore.

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