HERE WE ARE

POV PETER
È tutto pronto, è ora di partire.
«È partito, sarà a destinazione in poco tempo.»
«Grazie per l'aiuto Otis» un grande uomo il mio connazionale.
«Va a salvare quei rompipalle.»
~~

Sascha è seduto sofferente con il guanto sinistro completamente sporco di sangue. Volendo potrebbe alzarsi e trovare un modo per curarsi, ma preferisce stare lì fermo, e aspettare che tutto finisca.

Perché non ti alzi? Perché non combatti? Non... non puoi accettarlo, non è questo il tuo destino figlio mio. Non... non posso vederlo così. Non accetto che gli capiti questo.

POV SASCHA
Passi? Sono venuti a controllare se hanno svolto bene il lavoro? Bastardi.

«È lui?»
«Mi piace il costume.»
Qualcuno mi ha messo le mani sulla maschera... ecco, l'hanno tolta. Chi è che vuole finirmi...
«Ciao Sascha.»
Greta, Hans, Helen e Rudi, gli amici che ho conosciuto dopo che mi ritrovai nel '44.
~~

«Greta? Come...»
Lo zittisce. «Non importa come amore mio.»
«Siamo qui per aiutarti» gli dice calmo Hans, con quel pizzico del suo accento tedesco.
«Aiutarmi?» risponde il piccoletto guardandosi la ferita e tutto il sangue che fuoriesce. «Penso di essere spacciato.»
«Tu spacciato?» dice ridendo Rudi.
«Non ti chiamano l'uomo più potente del mondo?» continua Helen.
«Sì, ma a me non mi è mai piaciuto. Mi fanno sembrare troppo superiore, e a me non piace quando mi fanno sentire superiore agli altri.»

Greta si avvicina di più e raccoglie il suo viso nelle mani. «Amore mio, devi andare avanti. Basta incolparti per noi, la colpa non è tua, è nostra, era nostro il piano per farti tornare a casa.»
«Ma lui vi ha uccisi perché eravate con me.»
«Senza di te saremmo morti in uno di quei campi.»

«Lotta Sascha, fallo per noi, che ci siamo sacrificati perché sapevamo che tu avresti potuto salvare il mondo. Fallo per i tuoi fratelli, hanno bisogno di te.»
Sascha lancia uno sguardo verso l'uscita, poi lentamente si alza aggrappandosi al muro. Prova a staccarsi e riesce a rimanere in piedi. I fulmini iniziano ad invadere il corpo e le ferite si cicatrizzano.
«Sempre basso» osserva Hans.
«Non è cresciuto proprio» risponde Rudi prendendosi uno ceffone da Helen.

«Bravo amore mio.»
«Dovete andare?» chiede tristemente.
«Purtroppo sì, mi dispiace non poter rimanere.»
«Mi manchi Greta, tutti voi mi mancate.»
«Noi saremo sempre con te» gli dice Hans, avvicinandosi a lui, insieme a Rudi ed Helen, scomparendo infine.
Greta lo bacia. «Ti amerò per sempre» e scompare anche lei.
~~

Andreas è a terra con Joost pronto a sparargli in testa e Alessio a qualche centinaio di metri che vorrebbe salvare l'amico.
In quelli che crede possano essere i suoi ultimi istanti di vita ripensa alle persone nella casa davanti ai suoi occhi che non è riuscito a salvare.
«Non ho fatto abbastanza» si ripete, cosa che si sta pure ripetendo Alessio, anche lui convinto che possano essere gli ultimi secondi di vita dell'amico.
Il tedesco vede sott'occhio un oggetto bianco in cielo, si chiede cos'altro abbiano in mente i nemici.

Ma accade qualcosa, un portale si apre di fianco alla casa. Da lì esce Yolanda, accompagnata dalle persone che ci erano nascoste.
«Impossibile» dice sorpreso Joost.

Markus continua a lottare circondato da nemici. Uno di loro, ha risalito il muro che dava sul fiume ed è pronto per ucciderlo, ma in cima qualcuno chiama la sua attenzione. Dunque si gira per vedere chi lo richiede.
«Ciao» lo saluta la graziosa Ananquel prima di pugnalarlo al cuore e teletrasportarsi via.

Leonard vorrebbe raggiungere il fratello, ma ne ha troppi addosso.
Come un fulmine a ciel sereno, raffiche di frecce cadono sui nemici. «Le sorelle del capo» scopre felicemente.
Alessia e Adelaide lo aiutano a fare piazza pulita, poi continuano a correre.

Joost viene distratto anche da altro. Il suo più grande rivale è arrivato.

Peter vola sulla capitale, obiettivo Joost. Fa cadere razzi, poi si abbassa di quota e scende dallo skate, si arma di spada laser e attiva un mitragliatore sull'altro braccio.
Spara e affetta a chiunque si ritrova davanti.

Joost punta di nuovo la pistola alla testa di Andreas, l'inglese chiama lo skate, ci sale e a velocità supersonica si butta su Joost, afferrandolo e portandolo via.

Yolanda corre ad aiutare il tedesco ad alzarsi. «Ce la fai?»
«Sì» le risponde, ringraziandola poi per aver salvato quelle persone.
Arriva anche a Alessio. I due Fra si scambiano un doppio cinque e poi si abbracciano.
«Non sono riuscito a sparargli» dice dispiaciuto il cecchino.
«Hai fatto bene, adesso facciamola finita Lessie.»

Stephan protegge con tutto sé stesso Manuel, ridotto molto male.
Vede improvvisamente una luce schiantarsi nella loro zona. «Di nuovo» si preoccupa, convinto sia lo scettro.
«Oks...» sussurra Manuel.
«Ci penso io a lui» dice la ragazza mettendolo al suo fianco. «Va ad aiutare gli altri.»
«Cerco Erik, resisti fratello.»
~~

Sascha è uscito dal castello. Vede in lontananza la completa devastazione.
«Ti senti meglio?» gli chiede la donna.
«Sì... So che in qualche modo c'entri tu con la loro apparizione. Sii sincera, erano davvero loro?»
«Non ti illuderei mai.»

Il velocista alza la maschera sul viso. «Vai a salvarli mio piccolo Sascha.»

Inizia con una camminata lenta mentre tiene ancora la mano sinistra sulla ferita.
Accelera sempre di più il passo, smette di tenere la ferita. Accelerare sempre di più. Adesso si sente meglio.

Corre passando di fianco alle sorelle che gli stavano andando in contro per aiutarlo.
La città intera viene invasa da scie rosse e nere. Sascha sta correndo ad una velocità tale da stare in più posti contemporaneamente. In nemmeno un minuto ha percorso tutta la zona della battaglia, creato un perimetro di sicurezza e portato dall'altra parte di esso tutti i civili coinvolti nel disastro.

Durante la corsa lancia un fulmine sotto delle macerie, sotto alle quali si trova Erik, e un altro in acqua, sotto il piedone di Gigante.

Alessio interrompe il suo sparare ai nemici quando vede delle persone in difficoltà.
Una donna sta dando coraggio ad un uomo intrappolato. Il cecchino va verso di loro ma sente qualcosa che gli fa tornare in mente vecchi momenti.
Chiede alla donna il nome dell'uomo. Ricorda il viso e il nome e afferma i suoi sospetti. È uno di quelli che lo bullizzavano per il suo essere napoletano quando era in Trentino.
Rimane per un attimo bloccato, ricorda la promessa che aveva fatto: non salvare mai uno di quei razzisti se fosse stato in pericolo.
«Allora? Può salvarlo?» chiede disperata la donna.
Alessio si abbassa e, non senza difficoltà, lo tira fuori. Per qualche secondo si guardano, l'uomo probabilmente lo ha anche riconosciuto.
«Grazie» dice con le lacrime agli occhi prima che appaiano diversi Sascha per portarli via.
«Wow, quanto sta andando veloce.»

Intanto, fulmini scorrono sul corpo di Erik, che si è liberato da ciò che lo sotterrava. Anche Michael è ricoperto di fulmini ed è riuscito ad uscire dal fiume.

Peter appoggia, non delicatamente, Joost su un muro. Riattiva il mitragliatore e gli spara un'infinità di colpi all'addome, sperando in un cedimento dell'armatura.
«Troppo spessa per te Shaw?»
Peter, seccato, lo lancia nell'edificio accanto. «Deve finire questo Joost.»
«Non può, tu non mi ucciderai.»
«Non mi serve ucciderti per fermarti.»

Cardinale osserva il risveglio dei Fra feriti. Impugna di nuovo lo scettro, pronto a colpire di nuovo.

Erik è in piedi e tiene d'occhio proprio quella zona. Riesce a vedere Cardinale, con la sua arma divina nella mano e vede il gesto a puntarla verso il campo di battaglia.
Lo svedese non ci sta, non permetterà che i suoi colpi vadano di nuovo a segno.

Cardinale spara ed Erik risponde alzando le braccia verso quei raggi della morte e crea degli scudi sui quali farli infrangere.
Il fedele di dio rimane incredulo, ma è ostinato, quindi ci riprova ed Erik di nuovo risponde creando lo scudo.
Al terzo tentativo Cardinale prova a non tenere fermo il raggio, ma lo scudo riesce a stare in scia. E al quarto tentativo Erik riesce a far rimbalzare il colpo e a mandarlo al mittente.
«Prendi questo stronzo.»

Michael, dopo aver steso Gigante, è uscito fuori dall'acqua e analizza ciò che gli ha fatto il Capitano.
«Mh... interessante. Il fulmine lanciato da Sascha si è infranto all'altezza del mio cranio provocando un inaspettato risultato. Sento il corpo colmo di energia, avverto la vibrazione di ogni cellula del mio corpo, sento le mie sinapsi funzionare ad una velocità... impressionante.»

Nel mentre che compie l'analisi usando parole che, probabilmente, non sapeva nemmeno che esistessero, Gigante si rialza.
«Oh... la bestia è in piedi. Il suo corpo è composto da elementi molto solidi, sconosciuti in natura, almeno nella nostra. Trattasi di DNA alieno, anzi... miscelazione di diversi DNA alieni, strabiliante.»
Gigante emette il classico e fastidioso grido, poi tenta di colpire l'ormai intelligente Michael.
«È arrivato il momento di mettere fine alla tua esistenza.»

POV MANUEL
Oksana tiene lontani i nemici da me. Tiene costantemente d'occhio le mie tante ferite, avrà capito che non si stanno auto curando. «Tieni duro Manu, non arrenderti.»
Non credo che ne uscirò vivo, devo dirle qualcosa, devo parlare, ma... non riesco, non riesco ad aprire la bocca.
«Stephan!» cosa succede alle mie spalle?
«Erik!»

Ho visto Toto e Jules, vogliono ucciderla. Devo aiutarla, devo aiutarla.
Avanti corpo del cazzo muoviti, muoviti ti prego. Devo aiutarla.
~~

Manuel si dimena sempre di più.
«Stephan davanti!» urla Erik dopo aver avvistato i capelloni.
Stephan devia i loro colpi. «Erik curalo!»
Erik finalmente li raggiunge e investe Manuel con una potente scarica del suo potere.
Manuel subito scatta in piedi e prende le spade.
~~

Leonard bucherella chiunque gli passi vicino, poi arriva Adelaide, che con i suoi poteri è molto più efficiente.
«Come siete arrivate?»
«Una specie di aereo bianco con le luci blu, era fico.»

Alessia aiuta John, nel tentativo di far sciogliere l'assembramento.
«Tutto bene?» chiede la ragazza vedendolo nervoso.
John scruta ogni angolo in cerca del padre, che pensava fosse almeno uscito ferito dal loro scontro.
Alessia lo afferra per il braccio e prova a parlarci. «John, capisco la situazione con tuo padre, ma devi essere calmo, non impulsivo, può costarti caro.»
Cala la testa e poi vede finalmente il padre. Si volta verso Alessia, speranzosa che non faccia qualcosa di troppo avventato, e poi chiama il fratello. Insieme inseguono Earl.

Alessio e Andreas fanno piazza pulita nella zona del Colosseo.

Il tedesco si ripara dietro una delle colonne mentre ricarica il cannone, di fronte ha Alessio, più sopraelevato ma meno riparato.

Vede nemici arrivare anche alle spalle del cecchino, fa un piccolo accorgimento al cannone e lo usa come fosse un'arma automatica. Poi lancia un paio di granate.
Lo ritocca per farlo tornare all'uso normale.

Ritorna ad occuparsi di quelli che aveva dietro la colonna.
Con Alessio che gli copre le spalle, esce allo scoperto.

Mira il rampino verso un nemico, lo prende dritto nell'occhio, e si trascina verso di lui.
Gli monta sopra e gli serva una cannonata in testa.

Rende ceco un altro nemico, gli salta sulle spalle e lo guida, grazie al rampino, verso gli altri nemici.
Poi lo lascia andare, è ceco, che guai potrà mai fare.
Arriva un altro verso di lui, scansa un pugno e prova a dargli un calcio, ma liscia. Si afferrano, poi Andreas mira il cannone sotto al mento e spara.

POV ALESSIO
Giù uno. Giù due. Giù tre. Ha ha, vi sotterro tutti.
Alle spalle Bee... E via la testa. E via il naso.
Muovetevi un po', è più divertente se non state fermi. È troppo semplice se rimanete immobili brutti stronzi.

Mh... Mi sembrava di aver sentito un rumore alle spalle... Mi sarò sbagliato.

Oddio! Qualcuno mi ha afferrato.

Chi mi ha lanciato giù? «Di nuovo tu?» la donna che credevo di aver steso. Non doveva durare un giorno intero quel sonnifero? Forse dovevo tenere conto della sua tenuta fisica?

Sta stronza. Purtroppo devo ucciderla.
~~

Vampiro, affiancato da Fiona e dai suoi seguaci, cammina calmo per la città che stanno conquistando.

Fino a quando... si imbattono di nuovo in Sascha, seduto su un pezzo di pilastro, gira e rigira una pietra nella mano. Si alza, mette il cappuccio e mantiene la spada infilzata nel terreno.
«Cosa c'è? Paura?»

Il velocista viene di nuovo circondato, come successo fuori al castello, ma stavolta sono molti di più.
Sascha rimane impassibile e non distoglie lo sguardo dall'uomo dai denti aguzzi.
Fiona avverte la tensione nell'aria e si stacca dal gruppo mettendosi più ai margini. Appare dietro di lei Yolanda che la invita a seguirla e poi la porta via attraverso un suo portale.
«Impressionante ragazzo, stavolta mi assicurerò che tu muoia per davvero.»

«Va bene.»

Sascha prende la spada e attacca.
Si gira e va dai nemici alle sue spalle affettando il tronco del primo che gli è andato addosso.
Arriva un altro mentre uno rimane più indietro con l'idea di sparargli contro. Sascha infilza anche l'altro, la spada gli trapassa la pancia, la usa come appoggio per salire sull'uomo, prendere il revolver e sparare a quello con la pistola in mano. Dritto nel naso.

Posa la spada, prende lo scudo e ci si nasconde dietro per evitare gli altri proiettili. Approfitta del cambio caricatore e gli lancia dei fulmini contro.
In tre gli corrono contro, risponde lanciando lo scudo e dandogli un effetto che gli permette di colpirli tutti.

Si cala mentre lo posa e nel rialzarsi lancia cinque coltelli che si incastrano perfettamente nei cuori dei nemici.
Poi prende i Karambit legati. Lancia la prima estremità che si addentra in un occhio, poi cambia lato e questo si addentra in una spalla. Attira l'uomo a sé poi gli lega la corda attorno tirando forte all'indietro. Lo fa alzare e poi gli dà un calcio nella schiena. Si sente un bel crack.
Un pazzo tenta di prenderlo di sorpresa, ma si ritrova il pugnale dorato dentro.

Continua il gioco delle armi con l'ascia. Atterra uno dei nazisti e poi gli stacca la testa.
In tanti, con la fascia al braccio, provanoa ad accerchiarlo di nuovo.
Gli va incontro. Salta colpisce il terreno con l'ascia rilasciando una potente e devastante raffica di fulmini che disintegra ogni nazista.
«Heil Sascha.»
~~

Joost continua ad assaggiare il metallo dell'armatura di Peter.
Tenta una reazione, devia il colpo col braccio, riuscendo dopo addirittura ad afferrare il pugno e ad allontanarlo.
Sorprende Peter e coglie l'occasione assestando due colpi nei fianchi, parte debole dell'armatura.
L'inglese resiste e subito riprende il controllo colpendolo con proiettili di gomma.

Joost finisce per attraversare una finestra nella caduta, dalla quale esce col suo skate e la sua spada laser.
Entrambi attivano i razzi e fanno scoppiare il mini velivolo dell'altro.

Uno di fronte all'altro, senza macchina volante, con l'armatura mezza distrutta, con le sole spade laser come arma.

Ha inizio il gioco di luci: il viola di Peter e il blu di Joost.
Provano a colpirsi ma riescono a parare i colpi dell'altro. Incrociano le loro spade, lasciando nel mezzo lo spazio per rendere visibili gli sguardi furiosi, carichi di adrenalina e disprezzo.
Di nuovo caricano e di nuovo le armi vengono incrociate.

«Ti credi più intelligente Joost?»
«E tu? Il tuo ego, è sempre stata la tua debolezza Peter. Ti sei sempre creduto migliore di tutti.»
«Non lo fai anche tu?»
«Tutti quelli che vengono messi al nostro livello lo fanno, eccetto quella vostra amica glaciale.»
«Oggi ti sconfiggo una volta per tutte.»
«No, sarò io a farlo.»

Le spadate continuano. La sfida è ancora apertissima, da un momento all'altro ci si aspetta il colpo di genio da uno dei due e la conseguente sconfitta dell'altro.

Markus si imbatte in questo combattimento, senza pensarci attiva il fucile e prende la mira.
Continua ad osservare questa lotta stancante ma allo stesso tempo avvincente.
Decide di non intervenire e seguire una vecchia usanza sul rispetto dell 1v1.

Feriti ed esausti, non intendono fermarsi, al costo di continuare fino al giorno seguente.

Alessio continua a subire colpi: calci, pugni.
«Tutto qui?» nonostante la sofferenza non smette di istigare la forzuta russa. «Si vede proprio che sei una donna, chiunque altro dei tuoi colleghi uomini mi avrebbe già ucciso.»
Continua a rispondere alle pesanti parole, ricevendo le risate del cecchino in faccia.
«Basta! Smettila di ridere! Psicopatico.»
«Cosa dovrei fare? Sei il triplo di me, non potrei farti niente usando tutta la mia forza.»
Gli stampa le nocche nel viso, poi lo afferra per il collo e stringe. «Devi smetterla di parlare.»

Alessio alza lentamente il braccio. Solo all'ultimo si accorge che ha la pistola nella mano.
«Parlo quanto voglio» pronuncia prima di spararle nell'occhio.
Come un gatto, cade in piedi e per sicurezza spara altri due colpi.

Earl è portato sulle spalle da due dei collaboratori. Uno dei due si stacca quando vede arrivare John, ma il tempo di girarsi e si becca un proiettile nel collo.
L'altro prova a sparare mentre tiene ancora sollevato il padre.
John si ripara e ricarica l'arma. Mette leggermente fuori la testa per vedere la loro posizione.
Esce allo scoperto e prende dritto l'uomo sulla spalla.

Il padre si allontana, John lo segue, dando un calcio all'uomo a cui aveva sparato.
Non fa molta strada, Earl ha riattivato le armi e ha subito tentato di colpire il figlio, ma liscia. Secondo colpo, secondo liscio. Al terzo John è vicino, liscia ancora e si prende anche un bel calcio.
John afferra il braccio dove risiedono i comandi dell'arma e spara, distruggendo così la possibilità di Earl di fare fuoco.

Una gomitata in testa, lo spinge e poi con due calci lo mette a sedere e gli punta la pistola alla testa, ma anche stavolta non riesce a compiere l'ultimo passo.
Earl ne approfitta per attivare i comandi delle armi sull'altro braccio.

Al quarto tentativo non liscia e John si fa un bel volo. Il ragazzo si rialza subito ma il padre gli assesta due colpi in faccia.
«Mi spiace ragazzo, ma sei stato poco coraggioso.»
John chiude gli occhi e sente lo sparo.

Li riapre quando capisce che non è stato lui ad essere colpito, ma il padre. Si mette in ginocchio mentre vede più in là, bloccato, Leonard con l'arma puntata proprio verso di loro.
John si avvicina ad Earl. «Ora... ricordo... Mi dispiace, mi dispiace. Di a vostra madre che mi dispiace.»
Poggia le dita sul collo mentre arriva Leonard che chiede se sia morto. «Sì, Lonny, mi dispiace che tu abbia dovuto farlo.»
«Tu e nostra madre siete la mia famiglia.»
~~

Manuel si lancia furibondo sui suoi più vecchi nemici. Intanto Oksana e Stephan tengono lontani quelli che non sono stati invitati alla festa.

La furia di Manuel lascia segni sulla pelle dei capelloni, ad uno taglia addirittura una parte di capelli.

POV ERIK
Sono rimasto solo con te. Mi sei rimasta solo tu. L'unica lama rotante.
Che aiuto potrò mai dare usando solo te?
Guarda Manu, potrei mai essere così coraggioso? Combatre da soli contro quei due pezzi d'uomo.
Anche Oksana sembra essere avere più spina dorsale di me. E vabbè anche Ste.
~~

Fissa ancora la lama, la stringe forte e va di corsa verso il compagno.

Lancia uno scudo che ripara Manuel da un attacco di Toto, poi ne lancia un altro verso Jules, che lo fa anche rimbalzare via. Erik va proprio verso di lui.
Salta e si arrampica raggiungendo la cima di quel metro e novantasei, lo strattona un po' e poi gli infilza la lama nella faccia.
Salta giù mentre tiene i capelli per la mano per accompagnare il corpo a terra. «Spreco di carne.»

Manuel stuzzica Toto tagliandogli piccole ciocche di capelli. «Non riesce a mirare ad altro?»
Durante lo scontro vede il cugino cadere a terra con la lama nella faccia.
Senza indugio si volta arrabbiato, ma viene subito trafitto dalle spade di Manuel. «Visto? Ho mirato ad altro.»

POV MICHAEL
Il miglior modo per ucciderlo e prendere la testa, con le mie mani. Non c'è modo di salire, devo buttarlo giù.

Cos'è? L'effetto del fulmine sta svanendo. Devo sbrigarmi. Sto per tornare stupido.
~~

Lo colpisce un po' di volte all'altezza delle caviglie, provocando l'alzata dalla gamba in questione e il conseguente calcio, che Michael schiva.
Nel mentre deve anche stare attento ai vari zombi, SSI, Ammazzapoteri, che arrivano in difesa di Gigante.
Cosa comunque non difficile.

L'omone prova in qualsiasi modo ad indebolirlo, così che possa riuscire ad arrampicarsi fino alla testa e distruggerlo.
«Se vedessi un qualcosa che possa usare per buttarlo a terra lo userei» ma purtroppo non si vede niente di utile in giro.

Si arma di fucile e lanciarazzi, col più piccolo si ripara dai nemici che gli stanno addosso, con quello grande prova a colpire Gigante nei punti deboli. «Gr... ci vorrebbero decine di razzi.»

Nel frattempo è tornato Markus che subito si mette d'impegno per fare piazza pulita.
«Ben ritrovato» lo saluta l'omone. «La tua arma potrebbe essere d'aiuto per abbattere il bestione. Sì... potrebbe funzionare, se lo ralentassimo in un momento specifico potremmo provocare la sua caduta.»
«Quanti paroloni Mick? Ti sei improvvisamente mangiato un dizionario?»
«Storia lunga. Tu concentrati e attendi il mio segnale. E fai presto, l'intelligenza non durerà ancora per molto.»
Markus è confuso, ma prima di fare domande forse è meglio fermare i cattivi.

Michael torna ad infastidire le caviglie del mostro provocando il solito tentativo di schiacciamento del Mick.
L'americano chiama subito il franco-inglese, che immediatamente capisce le intenzioni.

Rallenta la gamba di Gigante a mezz'aria, così facendo perde per un attimo l'equilibrio. Michael osserva mentre avverte l'intelligenza andarsene sempre più velocemente.
Il mostro è riuscito a non cadere, prova a pensare ma forse l'effetto del fulmine è già svanito. Non si demoralizza, deve distruggere quella bestia.
Dà una mano al procedimento facendo tremare il terreno sotto l'altro piede del mostro, provocando così la sua caduta.

Appena è a terra va verso la faccia. Afferra le labbra e le muove l'una lontana dall'altra, riuscendo a strapparle. Ci sale e prende la pinna, con forza la tira fuori dalla testa.
Dopodiché lancia delle granate nella testa ancora del mostro, che esplode mentre tentava di rimettersi in piedi.
~~

Vampiro tenta di usare i suoi denti aguzzi contro Sascha, che però lo fa passare attraverso.
«Non rimanete lì impalati!» urla agli altri. «Uccidete quel ragazzino!»
Il piccoletto subito risolve la questione fulminando chiunque gli stesse correndo incontro.

Intanto arriva l'altro piccoletto, Andreas, che salta sulle spalle del Vampiro e gli dà un assaggio del suo cannone.
Nemmeno un attimo di respiro che Sascha gli arriva alle spalle e con la falce gli porta via mezza faccia, poi gli afferra il viso.

Vampiro si ritrova per qualche secondo in un posto caldo e infuocato, un posto terrificante, inquietante.
Torna subito alla realtà dove subisce l'elettrificazione letale di Sascha.

POV ANDREAS
Il Vaticano, ecco lì il Cardinale, è ora che qualcuno lo uccida.

Stavolta andrò io a correre verso la morte per salvare i miei fratelli, non permetterò che di nuovo mi mettino dietro per proteggermi.
Oggi, proteggo io loro.
~~

Sascha nota un'insolita mancanza dietro la schiena. «La mia spada...»
«L'ha presa Andreas» gli risponde Yolanda.
L'italo-islandese subito capisce gli intenti del migliore amico e corre da lui.

Intanto Andreas è già da Cardinale che prova a colpirlo con lo scettro. Andreas si difende con la spada di Sascha, completamente immune al potere.
«Non è... non è possibile» rimane incredulo l'uomo della chiesa.
«Dopo aver parlato con quella donna mi spiego il potere del sangue di Sascha nell'ascia e nella spada.»

Il tedesco apre un portale verso l'alto, proprio davanti gli occhi di Cardinale, il cannone è già caricato al massimo, deve solo prendere la mira e sparare.
E dunque Andreas Meyer ha definitivamente distrutto l'intero paese del Vaticano. No che prima di ciò fosse intatto, Cardinale & Co. avevano già fatto molto.

Giù trova quello che credeva di essere guidato da dio ancora in vita.
Sascha li raggiunge e distrugge lo scettro con la sua ascia.
«Come è possibile? Quella era l'arma affidatami da Dio.»
Sascha gli affetta una mano, quella con cui fa le cosette. «Esistenza o meno. Nessun dio ti avrebbe mai dato un potere del genere.»
Il velocista si toglie di torno e lascia al tedesco la conclusione della faccenda.

Inizialmente lo guarda incredulo. Ma poi torna incazzato dal Cardinale.
«Dio vi punirà, siete delle aberrazioni, delle devianze.»
Il cannone di Andreas è pronto.
«Prega Cardinale. Prega.»

Joost grazie a delle lenti speciali vede la reazione provocata dalla distruzione dello scettro, dunque posa la spada laser.
«È finita?» domanda Peter confuso dal suo comportamento. «E dunque scappi?»
«Credi che sia finita colonizzatore? Non ne avete la minima idea tu e i tuoi "fratelli". Sta per arrivare una guerra e sai chi saranno le vittime? Non le persone normali, NOI tutti, i Potenziati.»

Peter rimane perplesso dalle parole del suo arci nemico. «Dunque sai che vogliono ucciderci tutti. E allora perché collabori con loro.»
Joost fa una smorfia. «Non con loro. Voi Fra e quelle cinque teste di cazzo che comandano tutto, nemmeno potete immaginare ciò che c'è dietro tutto questo.
Dobbiamo pensare a salvarci la pelle e tu e i tuoi amici non siete abbastanza, ma ancora non lo avete capito.»

«Non siamo abbastanza?» chiede l'inglese ancora più perplesso. «Penso che l'abbiamo dimostrato anche oggi che siamo abbastanza.»
«Davvero Peter? E cosa sarebbe accaduto a Quattordici, o a Novantasei a Napoli, se tu non fossi arrivato, o se avessi fatto tardi? Cosa farei se starei dalla vostra? Combattere e sperare che accada qualcosa di impossibile? Voi offrite sogni, ma altri stanno offrendo solide realtà.
E se un giorno Sascha morisse o diventasse troppo potente?
Voi non potete salvarci tutti. Voi non sarete sempre qui per salvarci. Io e altri lo abbiamo capito. La vostra era è destinata a finire.»

Joost chiama un altro skate e ci sale sotto lo sguardo interrogatorio dell'inglese.
«No Peter, non è finita.»

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