CASA
Da poco si è conclusa la guerra in Ucraina, grazie all'intervento dei Fra, riuniti dopo quasi due mesi di inattività.
I governi del mondo si riuniscono, quasi tutti.
«Non possiamo accettarlo» si lamenta il presidente USA. «Non possiamo accettare che dei ragazzini con dei poteri, senza autorità, vadano in giro a fare quello che vogliono.»
«Finché lo fate voi non c'è problema, se qualcuno lo fa non per arricchirsi invece non va bene.»
Il rappresentante dell'Afghanistan è, incredibilmente, d'accordo col nuovo presidente degli USA. «Non hanno autorità, vero. Non seguono le leggi. Fanno come gli pare e piace. Certo però anche voi lo fate.»
Gli scandinavi non sono della stessa idea, vanno totalmente all'apposto rispetto al pensiero del presidente. «Agiscono dove noi, la legge e tutto il resto, non agiamo. Servono al mondo, dobbiamo imparare a conviverci, a collaborare.»
«E se venissero a caso nei vostri pesi, senza motivo?» si intromette la presidentessa italiana.
Il primo ministro islandese risponde senza peli sulla lingua. «Dici così solo perché hai paura che scoprano il motivo per venire da voi, e il bello è che nemmeno li nascondete, soliti italiani.»
L'intervento del nuovo presidente russo sorprende tutti. «Io mi devo dire d'accordo con gli scandinavi. Non seguiranno la legge, ma hanno impedito la terza guerra mondiale. Sono dei rompi palle ma è quello di cui abbiamo bisogno. Qualcuno che impedisca a noi di compiere l'atto che distruggerà il mondo. O anche di interrompere quell'atto.»
~~
LONDRA
Son ormai passati giorni dal grande attacco,
e da quel grande scacco.
I ragazzi sono alla base,
e non alle loro case,
ideando subito il prossimo piano,
che non li porterà così lontano.
Manuel si chiude nella stanza a meditare,
o almeno è quello che vuol far pensare.
Un messaggio gli è arrivato,
con una foto in allegato.
L'immagine è allettante,
così non ne ha viste tante.
Chiude la porta e avvia la videochiamata,
trovando quella ragazza denudata.
Erik fa esperimenti,
nascondendo a tutti i suoi sentimenti.
Anche lui riceve sensuali messaggi,
dunque controlla nei paraggi,
attento e guardingo va fuori,
sembra non con pochi timori.
Michael si lamenta,
la birra che ha chiesto giunge a lui troppo lenta.
Appena giunge a lui la afferra, ringhia e ringrazia,
e se la scola con poca grazia.
Alessio si dedica allo sparare,
la sua mira fa meravigliare,
colpisce i bersagli sempre al centro,
anche se lo deconcentro.
«Hart?» il generale Wilson crede che lo spettacolo possa finire, bisogna tornare a concentrarsi sulle cose importanti.
«Ci pensi tu Peter?» provvede subito Hart, colui che diede inizio a tutto salvando i futuri Potenziati il giorno dell'invasione di Londra, colui che non invitò Manuel nel gruppo dei 100.
«Ragazzi non possiamo tenerci il Poeta cantastorie.»
Sascha e Andreas spuntano subito in risposta, non molto contenti di dover rispettare questa richiesta.
«Va bene, va bene» si arrende il velocista mentre accompagnano il poeta fuori. «Questo però è razzismo, solo perché è messicano non può stare in una struttura governativa segreta? Tutti meritano di essere trattati allo stesso modo.»
«Già» gli dà man forte il tedesco.
«Eccetto i vegani.»
«Eccetto i vegani.»
~~
Nascosto, in una sezione nella quale non potrebbero accedere, i ragazzi vedono uno strano macchinario ultra mega iper tecnologico.
«No... raga» Sascha è il primo che lo nota. «È più bello di un cross di Mario Rui.»
Michael spiaccica la faccia sul vetro. «Lo voglio!»
«È bellissimo» commenta Manuel.
«Lessie» Erik chiama fretta ad Alessio, soprannominato Lessie per la sua fissa col mostro di Loch Ness.
«Sì, sì un attimo sto aprendo, sto aprendo. Questo ce lo portiamo a casa.»
Andreas nota la presenza di persone oltre la porta che stanno scassinando. «Ora ci divertiamo.»
Ed eccolo lì quel mega coso bianco con le lucine al neon blu, i vetri oscurati. Non si capisce cosa sia, un sottomarino, una navicella spaziale, ma una cosa è certa, i ragazzi lo vogliono tutto per loro.
«Signori!» urla Alessio attirando l'attenzione di tutti. «Sapete benissimo chi sono, non c'è bisogno di presentazioni. Vi ringraziamo per il lavoro svolto, può bastare adesso questo coso ce lo prendiamo noi.»
«Signore» lo interrompe uno dei lavoratori. «Non possiamo farvelo prendere...»
Ai ragazzi non piace questa informazione. «E perché no?»
«Signore ci hanno ordinato di non far avvicinare nessuno della vostra squadra a questo progetto.»
Ciò i ragazzi lo considerano inaccettabile.
I lavoratori si mettono davanti a quei ragazzi ostinati e formano un muro umano per non farli avvicinare a quel misterioso progetto.
Dopo poco fortunatamente arriva Peter, che risolve la situazione in favore di quei poveri onesti faticatori.
«Dai ragazzi, per voi ho progetti più belli di questo. Ora... amici miei siete stati troppo tempo qui...»
«Siamo arrivati stanotte» rettifica Erik
«Che ne dite di salutare e ripassare un'altra volta? Il jet è già pronto.»
«Boss... ci stanno cacciando?» domanda Michael infastidito da questo trattamento
Sascha e Andreas si scambiano sguardi delusi. «Sai che ti dico Mick, troppo seri questi inglesi. Andiamocene e facciamo un po' di casino.»
Mentre attendono che il jet sia pronto si avvicina a loro Otis Crawford, anche lui un ragazzo con dei poteri.
«Ve ne state andando?»
«Eh già Otis» ammettono tristemente.
«Finalmente» esclama entusiasta il ragazzo.
Peter ritorna. «Veloci signori il jet è pronto.»
Ormai tutto il mondo sa che Napoli è la casa dei Fra. Anche sui cartelli stradali è scritto.
La città e i suoi abitanti li hanno accolti con amore e gioia.
Prima Sascha, che in una notte l'ha salvata dalla distruzione, prendendo così il nome di Re di Napoli, che per timidezza non ama molto usare, e successivamente gli altri Fra partiti proprio dal capoluogo campano per andare a salvare l'Ucraina ed impedire la terza guerra mondiale.
Atterrati, per tornare a respirare vera aria di casa, si addentrano di nascosto nello stadio.
«Ah... Adesso mi sento a casa» dice estasiato Alessio mentre poggia le mani su quel prato verde che i loro più grandi idoli hanno calpestato.
Peter prova a dire qualcosa ai ragazzi ma non lo considerano affatto.
«Dalle mie parti ce ne sono di più belli» commenta Michael. In effetti le strutture sportive in America sono davvero molto attrezzate, belle esteticamente.
I tre napoletani non sono però della stessa idea. «Questo non è solo bello Mick, qui c'è storia, passione, amore, lacrime, gioia. Questa è la casa di Dios.»
Esteticamente andrebbe un po' rinnovato, soprattutto all'esterno, ci vorrebbe qualche posto in più, soprattutto adesso che incredibilmente vinciamo più spesso.
Il fattore estetico però passa in secondo piano quando ti metti lì e vedi i tuoi idoli da vicino, le urla, i cori. «Gli sfottò alle altre squadre.»
«Tu capisci l'italiano Peter?» gli chiede Michael il gigante.
«Qualche parola.»
«Io ho il deficit dell'attenzione e sono stupido. Tu che dici di essere il più intelligente del mondo e sei qui da molto più tempo di me che scusa hai?»
«Secondo voi, se chiediamo ci faranno giocare una partita?» domanda Erik, grande appassionato di calcio e tifosissimo del Malmo, una squadra svedese.
«Ragazzi che idea» dice un illuminato Sascha a Manuel e Alessio. «Quando vorrete io potrei farvi entrare qui con una ragazza in modo che possiate avere "un'avventura" qui.»
«No fra» Manuel è incredulo. «Che figata.»
«Ovviamente dovrà trattarsi di una ragazza speciale» dice Alessio. «Ci sto. A loro però teniamolo fuori, non tifano Napoli.»
«Riformulo la domanda, secondo te ci farabbero giocare una partita amichevole qui?»
Il piccolo velocista ci pensa. «Un modo possiamo trovarlo. Pensateci, calpestare l'erba di questo stadio, correre dietro un pallone qui. Epico.»
Peter guarda costantemente il telefono. Decide che è arrivato il momento di fare il guastafeste. «Va bene signori... È ora di andare.»
I Fra si recano dunque all'appartamento.
«Questo lo chiami appartamento?» domanda stupefatto Manuel.
Si entra subito in un ampio soggiorno. Pareti nere e rosse, un enorme divano in mezzo in pelle messo davanti a una parete.
«Dov'è la televisione?»
Peter prende il telecomando e risponde alla domanda di Andreas. Tutta la parete nera si illumina accecando tutti, eccetto Peter che ci è abituato.
«Perdere la vista. Fatto.»
Non hanno nemmeno il tempo di sedersi che Peter li invita a cambiarsi e a raggiungere il garage. «Abbiamo un problema in città. Qualcuno è venuto a trovarci.»
Tutti emettono dei lamenti. Avevano altri piani in mente: mangiare, e in realtà non avevano altre idee oltre a questa.
«Chi?» domanda Erik mentre prende il costume dalla borsa.
«Fulmine.»
«La renna di Babbo Natale?»
«Gesù, Giuseppe e Maria!»
«Brutto pezzo d'inglese.»
«Devono sempre romperci le palle?»
«Dai... Forse annunciavano un nuovo acquisto del Napoli. Forse... Lo speravamo.»
«Avevo appena preso il FraCodice!»
«Stavo per fumarmi un sigaro!»
Ma prima che vadano a cambiarsi Peter ha delle notizie. «Ho i nuovi costumi.»
«Quelli vecchi erano belli.»
L'inglese frena subito le lamentele dicendo che i nuovi costumi sono "nuovi" solo dal punto di vista tecnologico.
«Perché devi sempre fare il superiore? Dici che hai preso i costumi e chi hai implementato la tua tecnologia, no?»
Leggermente alterato, Peter riformula la frase. «Ho aggiornato i vostri costumi.»
Il costume di Sascha ora risiede in un braccialetto. Il costume salterà fuori da lì appena il piccoletto lo vorrà e con la sua supervelocità lo indosserà in un batter d'occhio.
Andreas riceve un cerchio dello stesso materiale del suo costume che deve mettere al braccio. Quando lo attiverà la nanotecnologia lo vestirà del suo classico costume.
Ad Alessio basterà mettere alla rovescia il suo giaccone. Metterlo dalla parte arancione colorerà, grazie sempre alla strana tecnologia di Peter, il resto degli abiti.
Manuel finalmente non dovrà più impiegare dieci anni per indossare l'armatura da samurai. Sarà controllabile a distanza e raggiungerà Manuel in pochi secondi a prescindere dalla lontananza.
Ad Erik basterà indossare il suo casco per avere indossa il suo costume verde chiaro compreso del mantello.
I modi in cui Peter combina tecnologia esistente e i suoi poteri sono misteriosi, un po' come le vie del signore.
Peter poi si avvicina a Michael. «Mick tu stai sempre vestito normale quindi... Ecco il tuo cappello nuovo.»
«Bello... è durissimo. Fighissimo. Posso provare a spaccare qualcosa?»
Peter risponde con un categorico no.
«Tranquillo Mick, mo che usciamo ti farò spaccare la testa di qualcuno.»
Manca qualcosa però, le loro armi. Ma l'intelligente Peter ha pensato anche a questo. Gli arsenali dei suoi compagni sono stati messi in delle borse che posso rimpicciolirsi e ingrandirsi in qualsiasi momento si voglia. Così potranno averle sempre appresso.
«Ho pensato a tutto, fratelli miei.»
«Non essere così vanitoso Peter, non è bello ostentare i propri pregi.»
«È Martin Scortese Peter.»
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