AGENVERS UNITI

John e Leonard hanno vissuto una vita non semplice, problemi economici, problemi a scuola, la scomparsa del padre non si sa per quale motivo.
Pochi mesi fa la loro vita si è ulteriormente complicata quando dei loschi individui del governo statunitense gli hanno chiesto soldi per presunti vecchi debiti del padre. Il loro essere bravi ladri e l'aiuto di un agente dell'FBI ha fatto sì che tutto andasse in loro favore.

«Potremmo chiedere aiuto a lui per entrare in Bielorussia senza far scoppiare la terza guerra mondiale.»
Peter sembra voler prendere l'idea in considerazione, è venuto a sapere di ciò che si è discusso quando i rappresentanti dei vari paesi nel mondo si sono incontrati. Dare l'impressione di essere leggermente più calmi potrebbe fare bene.

L'uomo dell'FBI Liam Morales è riuscito a rimediare un volo segreto per i ragazzi in partenza dall'Arabia, che hanno raggiunto col jet di Peter.
È stato un viaggio lungo.

«Fratelli Muffin, dobbiamo chiedervelo. Siete malati, gay, fedeli a qualche tipo ti religione, trans...»
«Neri?»
«Mick, lo vedremmo se fossero neri.»
«Perché? Voi smettereste di fare battute su queste cose?» chiede, conoscendo già la risposta, John.
«Ha ragione.»
~~

MINSK

Il clima non è per nulla come quello del capoluogo campano. Siamo a inizio primavera e le temperature girano ancora vicine allo zero.
«Fa più fridd e' Roccaraso.»
«Turnamm a Napoli, pe piacer.»

Il gruppo è in una suite lussuosa a prepararsi per l'attacco. I soldi di Peter vengono sempre spesi bene.
Fortunatamente c'è anche un bel modo per far sì che i quattro napoletani, non abituati, stiano più al caldo possibile.

«Manuel, questo termosifone è più caldo della ragazza che stava prima quando siamo arrivati.»
Manuel non trattiene la risata. «No fra.»
Leonard si affianca dicendo poi che anche le sorelle di Sascha non erano per niente male. Ciò innesca strani sguardo tra i due fra. Manuel lo invita a stare attento.
Alessio fa di più. «Articolo 19: mai andare a letto con la sorella di un altro fratello. Ma si possono fare apprezzamenti. Regole sacre, che comunque uno di noi non ha rispettato. Ah Mick. Sascha è l'unico ad avere sorelle qui, quindi è abbastanza facile.»
«Io ho tre sorelle» interviene un pochino alterato Erik.
«Ah fra non lo sapevo.»
Ma Erik gli ricorda che una volta sono andate a cena insieme a loro, e che poi più tardi Alessio è andato a letto con una delle suddette sorelle.
«Non avevo capito fossero le tue sorelle.»

Peter porge delle pistole particolari ai fratelli Murphy. «Mi raccomando impostate su storditore.»
Gli altri invece tengono pronte quelle che hanno già da tempo.

Alessio e le due pistole, che all'occorrenza, grazie alla solita tecnologia di Peter, possono unirsi e formare un cecchino.

Andreas e il cannone portatile fabbricato da Peter, insieme al rampino.

Sascha con i sette coltelli, i due karambit legati ad una corda, i pugnale dorato donatogli durante la Rivoluzione Francese, lo scudo preso nel 1944, che probabilmente sarebbe dovuto appartenere ad una sorta di Captain America che a finale non è mai nato, un revolver che sa di culo vecchio e nazisti, una spada e un'ascia contenenti all'interno gocce del suo sangue, fabbricare da un fabbro islandese.
Ed una catena da utilizzare solo in determinati casi.
A momenti dovrebbe essere pronta anche una falce.

Michael con un sigaro finto, può esplodere, granate, fumogeni, granate a gas, due coltelli, un minigun, una pistola, due fucili automatici, un fucile a pompa, lanciarazzi, lanciagranate, il cinturone delle munizioni. E forse basta, si spera.

Erik ha una mitragliatrice che però usa poco, dato la sua passione per la medicina segue la strada del non uccidere, cosa che ovviamente fanno tutti i Fra, ma come gli altri ha capito che in certi casi purtroppo non si può andare leggeri. Sempre con sé le due lame rotanti.

Manuel e le sue katane affilate donatogli da un maestro nel periodo trascorso in Giappone.

Markus ha un fucile che gli permette di imbrigliare il suo potere di rallentare il tempo, grazie inglesetto.
Mentre Stephan non usa armi, può prenderle facilmente in giro grazie ai suoi poteri magnetici.

Adesso sono pronti ad assaporare il gelido clima bielorusso.

«Ci creditiate o meno, in questo momento invidio anche i calabresi.»
~~

POV ANDREAS
Ci dirigiamo al palazzo del governo. Dal ritorno del presidente Jan Petrov è pieno di militari, sia dentro che fuori, ovviamente Petrov si aspetta di ricevere lo stesso trattamento che hanno ricevuto i suoi colleghi.
Sento i miei compagni discutere sui compiti della missione, ma soprattutto sull'entrata in scena.
Leonard propone di andare lì dritti senza paura, un po' capisco perché abbia dato questa idea, sarebbe coerente con ciò che gli abbiamo fatto capire di noi.
«Potremmo lanciare Sascha addosso a loro» dice scherzando Stephan.
Sascha ironicamente dice che non è una brutta idea. Spero che nessuno lo prenda sul serio.
Penso di essere l'unico qui a cercare un modo intelligente di intervenire.

Come entriamo in effetti? Zitti zitti mettiamo tutti a dormire e poi andiamo da Petrov? Oppure ci buttiamo all'impazzata?
Il casino che fanno i miei compagni qui dietro non mi aiuta a pensare.

Mein Gott! Cos'è que... Non ci credo, Mick ha davvero lanciato Sascha.
«Andiamo!» urla a squarciagola Alessio.
Corriamo verso il nemico come gli avengers correvano contro l'esercito di Thanos.
~~

«Sascha, on your left» urla Alessio quando gli passa affianco.
«On your left tua madre» lo offende il velocista.

Si fanno strada stendendo i militari.

Sascha corre e dà spallate ai nemici riuscendo poi ad entrare. Prova a liberare la zona con il suo revolver.
Michael lo raggiunge e gli copre le spalle, nota poi che li stanno circondando.
L'omone dunque colpisce lo scudo che Sascha ha sulla schiena, in modo che si ingrandisca, afferra l'italo-islandese e lo usa come scudo. I due sparano ai nemici alle spalle dell'altro.
Stesi tutti Michael lo rimette a terra e si scambiano il cinque.

Due granate vengono lanciate dai soldati nella direzione di Leonard che accorgendosene fa marcia indietro per andare a mettersi al riparo.
Ma nel mentre vede Erik buttarsi di petto su una, rispedendola ai mittenti con la testa, e Michael fare la stessa cosa, con il pancione però.

Andreas irrompe rompendo la vetrata e sparando colpi di cannone ai soldati che gli vanno contro.
Sascha, Alessio e Michael salgono sopra diretti all'ultimo piano, il luogo dove si nasconde Petrov.
Incontrando un po' di resistenza.

Alessio usa l'omone come primo appoggio poi saltella fino al piano superiore sparando a chiunque gli venga incontro, o gli stia semplicemente antipatico. «Fatevi sotto nonnette.»
Michael usa le scale e, emettendo ringhi ogni tre secondi, distrugge tutto ciò che può. «Levati di mezzo femminuccia. Gr...»

Andreas e Erik continuano a ripulire l'edificio mentre Manuel e gli altri rimangono giù.

Leonard e John aiutano il samurai a tenere a bada i militari ancora rimasti.

Sparano nascosti, non hanno ancora la stessa noncuranza del pericolo dei loro nuovi compagni.
Vedono Manuel saltellare da una schiena all'altra, affettando come se davanti a lui avesse dei salumi.

«Quello era l'ultimo» avverte John dopo l'ultimo colpo preciso.
«Che fai... ehm... Markus?» domanda Leonard mentre lo vede molto concentrato.
«Aspetto... Voi tenetevi pronti a tutto fratelli Murphy.»
Con un fischio Manuel attira l'attenzione del mezzo francese. «M! Io e Ste andiamo a prendere Jan. Voi due Murphy, aiutate il povero nero.»

Petrov si prepara ad attendere con un fucile a pompa l'arrivo dei nemici.
Sente dei rumori all'esterno della stanza in cui è nascosto.
Sta sudando freddo, nella condizione attuale non potrebbe sparare manco ad una persona immobile, le mani non terminano il loro terremoto interiore e ciò rende l'arma, e la mira soprattutto, instabile
Improvvisamente un rumore più forte. Spara un colpo che non va a segno e viene immediatamente assalito.

POV ANDREAS
«Exit, exit... come si dice uscite in bielorusso?» non lo so Erik.
«Tu no!» riconosco uno dei farabutti che si era messo fra gli innocenti, corro da lui e, da vero appassionato di calcio, gli entro con una scivolata nelle caviglie.
«Brexit people, brexit» continua ad urlare Erik.

L'edificio è ormai libero quando vedo qualcosa di strano, qualcosa simile a uno dei miei portali scomparire. Come può essere possibile?
Carico il cannone e vado cautamente a controllare.
Giro l'angolo e vede una figura di sfuggita, probabilmente una donna. Mi prende in giro? E se è una trappola?
E vabbè rischio.

Continuo il pedinamento e raggiungo la figura che si dimostra essere una ragazza. Avevo visto bene.
Indossa un costume di pelle nero e ha al viso dei grossi occhiali, simili a quelli di quella diva di Alessio, ma neri.

La ragazza apre un portale simile a quelli che apro io e ci salta dentro, dopo avermi fatto un saluto militare e mostrato il dito medio.
Perché? Perché? Misteri della fede. Mi ha mandato a fanculo. Mi ha mandato... a fanculo.

Perché?
~~

«Vi prego... non... non uccidetemi» implora piagnucolando Petrov mentre Alessio lo tiene per il colletto sull'orlo del tetto.
«È lunga fino a terra» urla Stephan che osserva la scena dal basso.
«Non vogliamo ucciderti» lo informa Alessio mentre divertito scambia risate con i due al suo fianco. «Vogliamo solo divertirci un po'.»
Sascha intanto lo lega e lo fa salire sul cornicione.
«Ti prego... non farlo...»
«Mick» pronuncia la terrificante voce del piccoletto italo-islandese.
L'omone non si fa attendere e quindi con il mignolo spinge il presidente verso il basso.

«Come stai Jan?» gli domanda Stephan appena apre gli occhi. Ritrovandosi a testa in giù.
Si avvicinano anche Erik e Manuel a intimorire il bielorusso, ancora più di quel che è già.
Il samurai blu poi taglia la corda e lo fa cadere a terra. «Sei nostro ora.»
«Scusa Stephan, volevate fare la scena di Spiderman?» lo prende in giro Erik.
«Fanculo, nano scandinavo» il mettere in mezzo il luogo di appartenenza rafforza sempre l'insulto.

I Murphy e Andreas, che ormai non sente niente oltre i "Perché?" nella sua testa, si riuniscono all'entrata principale, molto incasinata: macchine distrutte, macchine sottosopra, soldati che dormono, alcuni insanguinati ma tutti ancora vivi.
Spicca su tutto la bandiera della Bielorussia posizionata sottosopra.

«Per adesso è tutto libero» dice John. «Forse è il momento giusto per andarcene.»
«Mi sa che hai parlato troppo presto.» Markus cellulare in una mano e pistola nell'altra vede l'arrivo di un notevole numero di forze armate. «Preparate le armi, e se fanno fuoco togliete la modalità storditore.»
I fratelli Murphy poco tranquilli si preparano a combattere mentre Andreas e Markus sembrano molto più calmi.

Il primo gruppo di militari si ferma proprio davanti Markus che rimane lì immobile con l'arma abbassata, la bandana e gli occhiali a coprirgli il volto e il berretto a coprirlo dal sole, che però hanno lasciato a Napoli.

Osservano la grande devastazione provocata da quegli invasori che ora si ritrovano davanti.
«Metti giù le armi e liberate l'ostaggio!» urla uno di loro.

I Murphy sono visibilmente confusi, non sanno che fare precisamente. I soldati potrebbero vedere loro come soggetti a cui puntare, una buona tattica.

La calma di Markus non piace ai soldati. Il modo in cui sta lì fermo, quasi fregandosene della loro presenza, li innervosisce. Credono che forse aspetti qualcosa.

«Non ve lo ripeteremo di nuovo! Abbassate le armi! Consegnateci l'ostaggio! O apriremo il fuoco!»

Arriva in risposta Stephan saltando su uno dei loro blindati.
«Queste le prendo» si volta e attira a sé tutte le loro armi, lasciandoli a lì increduli.

Andreas mette un attimo da parte l'incontro con quella ragazza e, passando tra le macerie, arriva anche lui davanti ai nuovi arrivati. Mostrando per bene come si ricarica il suo cannone.

A lui si affianca uno in tenuta verde chiara, con delle lame rotanti in mano. Che intenzioni avranno questi tizi? Ci uccideranno o faranno solo scena?

Dalla scalinata vedono arrivare Alessio e Manuel con in braccio Petrov.
«Andiamo Jan.»
«Scandi le scale» Alessio lo ha calciato e lo sta facendo rotolare giù. Entrambi si divertono nel guardarlo.

Michael si presenta sempre facendo molto rumore. Esce dall'edificio distruggendo un muro intero, lamentandosi poi.
«Gr ... Queste porte sono troppo piccole.»

Sascha lo segue e gli dà corda. «Sono d'accordo, io ho bisogno di più spazio.»
«Già.»

«Certo che hanno sangue freddo questi nostri nuovi amici» commenta Leonard che inizia ad essere più confident.

«Facciamo presto, stasera gioca il Napoli» ha fatto bene a ricordarlo Manuel. Queste sono priorità.

C'è un momento di stallo.
I Fra e i loro compagni contro il malcapitato esercito bielorusso.
Sascha si va a posizionare davanti ai soldati affiancato da Andreas, le intenzioni sono poco chiare.
L'italo-islandese posa la sua arma affilata e il tedesco ritira il cannone.

I due si scambiano un'occhiata poi il tedesco apre un portale e si volta a guardare i compagni.

Stephan scende dall'auto, lancia via le armi e poi porta con sé i fratelli Murphy, visibilmente confusi, ovviamente non capiscono al volo le idee dei nuovi amici.
Pian piano il portale viene attraversato da tutti eccetto i due davanti i militari e Alessio pronto a istigare i soldati con commenti indecenti appena Sascha gli dà il via libera.
«Siate grati perché vi abbiamo resi liberi. Siate grati per ciò che abbiamo fatto, saremo pronti a rifarlo in futuro. Anzi, non vediamo l'ora. Adesso idioti mettetevi le mani nel culo e andate a farvi fottere.»

Infine anche loro tre attraversano il portale.
«Potevo essere più fine.»
«Vuoi parlare tu la prossima volta?»
«No, mi metto vergogna.»

Petrov viene consegnato alle giuste persone a Londra e poi tutti tornano all'appartamento di Peter a Napoli.

Dopo aver un attimo bevuto un po' d'acqua, sgranocchiato qualcosa, ed essere andati in bagno, si riuniscono nel grande salone per parlare.
Andreas subito prende la parola e informa dell'incontro con quella strana ragazza che aveva i suoi stessi poteri.
«È Yolanda» risponde senza pensarci troppo Peter.

Yolanda Ruiz è una potenziata spagnola, con le stesse abilità di Andreas, che si è unita ad un'organizzazione segreta con cui Peter e Sascha hanno già avuto a che fare a inizi anno.

Peter collega subito le cose. Se Yolanda collaborava con Petrov, vuol dire che quelli che hanno provato a dare inizio alla terza guerra mondiale e quelli che hanno provato a fare fuori il piccolo Sascha collaborano o addirittura sono le stesse persone.

«Fare fuori me, dare inizio alla terza guerra mondiale. E adesso? Quanti piani hanno sul piatto questi tizi?»

«Dovremmo andare a trovare Yolanda. Cioè... dovreste. Vi preparo un volo per Valencia.»

Nemmeno un attimo di riposo. Ma almeno fra poco gioca il Napoli.

«Scusa ma in base a cosa dovremmo andare a Valencia?» domanda Alessio. «Associamo senza prove Yolanda a Valencia. Capisco che è spagnola. Ma così a caso scopriamo uno dei nostri nemici, andiamo a Valencia.»

«Lessie, e che cazzo. Ti si deve spiegare sempre tutto?» si lamenta Sascha. «Come posso mai sapere dove si trova Yolanda, eh? Chi lo sa? Forse perché su Instagram posta sempre da Valencia? Forse perché Peter segue i suoi spostamenti da quando abbiamo scoperto con chi lavora? Che dici tu? Coglione.»
~~

VATICANO

«Cardinale, lui è qui.»
Spunta davanti agli occhi di un anziano cardinale del Vaticano un poco noto criminale italiano, Russo, accompagnato da Petrov.
«Eri riuscito a fuggire Jan eppure ti sei fatto prendere comunque. Sia io che gli altri ti consideriamo ormai inutile.»
«Vi prego...»
«Le preghiere non serviranno a nulla Jan, nemmeno qui.»
Il Cardinale prende il suo bastone dorato e con una strana magia proveniente da esso uccide Petrov.
«Allerta tutti. Il ragazzo e i suoi amici sono in movimento.»

«Cardinale» cinque losche figure lo convocano in una stanza più appartata.
I cinque capi dell'Organizzazione.

«Li ucciderò, li farò fuori tutti» esordisce l'uomo del Vaticano.
«E non vediamo l'ora, ma per adesso si concentri sul ragazzo e i suoi amici.»
Cardinale prende delle carte. «Ci siamo organizzati bene. Ho distribuito queste loro foto segnaletiche a tutti i miei collaboratori. Sappiamo ormai benissimo dove sono, attendiamo il momento giusto per attaccarli.
Le useremo anche per propaganda, come hanno fatto in America. Sono nemici, noi li odiamo, li vogliamo morti.
E... come vedete abbaimo anche altre cartelle, sono tutti i Potenziati presenti qui in Italia, sono più difficili da trovare rispetto agli altri, ma la sorveglianza è continua, appena qualcuno userà i superpoteri in questo paese, noi lo prenderemo alle spalle.»
«Continui su questa strada Cardinale, noi siamo fieri del lavoro che sta svolgendo.»

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