Capitolo 6 - James
"Adesso?" chiede Brith a Margot alzando lievemente la voce.
'Adesso vuoi chiedermi scusa? Sei ubriaco fradicio, cazzo! E sono passati sei anni, sei fottuti anni!'
Sussulto e distolgo lo sguardo da quello di Bridget che mi sta fissando. La sera scorsa sono stato con lei, è così? Le ho fatto del male? Trasalgo sapendo bene – da racconti altrui – che quando sono ubriaco mi comporto male, e faccio del male alle persone. Ma sarei davvero in grado di mettere le mani addosso a lei?
Si alzano, pagano e escono, lasciando, dietro le spalle di Mark, un vuoto incolmabile.
"Sei ancora ubriaco?" domanda Mark bevendo il cappuccino che gli crea baffi intorno alla bocca.
"Magari.." mi lascio sfuggire. Merda, da quando condivido i miei sentimenti? Cosa? No, non sono sentimenti. Faccio un profondo sospiro sperando di togliermi dalla testa tutta questa confusione e poi ritento: "Dai non è divertente!"
Mark in tutta risposta alza le spalle e in questo momento in mio cervello scatta: mi alzo veloce facendo stridere la sedia nel pavimento, schiaccio una banconota da cinque euro nel tavolo ed esco. Mi sento un perfetto idiota a dover chiedere sempre quello che ho combinato la sera precedente ma non riesco a smettere di bere. Tutte le volte, quando esco di casa, prometto a me stesso che non toccherò niente di peso ma tutte le volte, quando rientro, o sono fatto o talmente tanto ubriaco da non arrivare nemmeno a letto e dormire nel pavimento. Infatti, per questi inconvenienti metto la sveglia tutte le mattine alle 5.45, mezz'ora prima che mio padre si alzi per andare a lavorare. In questo modo, riesco ad alzarmi e a barcollare fino al letto dove farò finita di dormire quando verrà a darmi una pacca nella spalla. Lo fa da quando ero bambino: a mia sorella un bacio in fronte e a me una piccola bottarella nel braccio. Un giorno gli avevo chiesto perché il bacio non spettasse anche a me e lui mi aveva risposto semplicemente: 'roba da donne, tu sei un campione'. Mi aveva messo così tanta fiducia in me stesso che mi sentii grande e rispettato. Mio padre ha creduto sempre in me e ha fatto sì che il mio sogno più grande venisse realizzato prima che io stesso potessi distruggerlo.
Due ore più tardi sono nel sedile dell'auto di Mark, che sfreccia a velocità elevata dirigendosi verso nord.
Quando ci fermiamo, siamo davanti a casa di Jake. "Che ci facciamo qui?"
"Secondo te?" fa un sorriso amaro, spenge la macchina e si precipita fuori. Lo seguo ma non entro in casa. Jake e io eravamo molto amici, tanto tempo fa; poi, come è noto, l'erba rovina tutto e ha rovinato anche la nostra amicizia. Mark esce con una bustina trasparente che si affretta a infilare in tasca e a guardarsi intorno circospetto. "Tieni, ne ho presa un po' anche per te." Mi lancia un sacchettino più piccolo del suo. "Quanto ti devo?"
Lui scolla le spalle: "Consideralo un regalo di compleanno anticipato."
In silenzio, torniamo indietro e nel breve tragitto incontriamo Bridget a piedi che va verso casa. La guardo ma non la saluto, solito orgoglio di merda. So che l'ho ferita ma non posso chiederle scusa. Non solo l'hai ferita, stai pure continuando mi rimprovera puntualmente la vocina.
Sospiro e appoggio il capo nel poggiatesta mentre Mark prende un curva come se fosse un guidatore del rally. "Devo andare a casa."
Lui mi guarda scioccato: "A fare?"
"I cazzi miei.." fingo un sorriso e poi mi arrendo al suo sguardo "Vado a studiare."
Lui strabuzza gli occhi e poi continua a guardare la strada davanti a noi: "Ti sei bevuto il cervello?"
Non ottenendo risposta si acciglia e mi guarda di sottecchi: "Credevo che non facessi sul serio quando dicevi di voler diventare fisioterapista!"
Mi stringo nelle spalle e accenno un sorriso; quando dico qualcosa nessuno sa se è la verità o una cazzata. Solo una persona riusciva a riconoscerlo e quella persona non fa più parte della mia vita. Accidenti, perché continuo a pensare a lei?
L'aula dell'esame era piena di gente. Non appena ho messo piede lì dentro mi si è gelato il sangue: solo in pochi entreranno in facoltà e io devo essere uno di quelli. Nonostante l'ansia, me la sono cavata abbastanza bene. Aspetta a cantare vittoria, interviene la vocina
Pensavo fosse una di quelle poche giornate dove tutto fila liscio, invece mi basta arrivare alla fermata dell'autobus per capire che non è così. Margot è su tutte le furie e sta parlando al telefono sventolando la mano in aria velocemente. Capisco poco dopo che si tratta di Bridget. Resto in silenzio per origliare qualcosa in più e quando riattacca butto fuori l'aria che non mi ero accorto di trattenere.
"Io vado in treno" dice Margot ammiccando verso di me "Vieni anche tu? Credo che Bridget sia più che contenta di darti uno strappo a casa." 'Più che contenta' cosa vuol dire esattamente?
Titubante accetto l'offerta. Meglio che rimanere ad Oxford una giornata intera! Il viaggio in treno è stato stranamente piacevole. Ho riscoperto in Margot una persona che non credevo che fosse e finalmente mi sono risposto alla domanda che mi facevo tutte le volte che la vedevo insieme alla mia vecchia migliore amica: cosa ci trova in lei, Brith?
Uscendo dal sottopassaggio noto subito la macchina celeste della madre di Bridget. Margot fa in modo di farmi sedere davanti con la scusa che devo scendere prima io ma dimenticandosi che l'auto ha cinque porte. Forse Bridget le ha parlato di me, le ha detto che vuole ricostruire il rapporto. Ma senti quanto sei ridicolo?
Scaccio la vocina e mi perdo nel paesaggio fino a che la sua voce mi riscuote dal mio stato di trance. "Ti porto a casa?" Sposto lo sguardo verso il suo viso: è contratto, sicuramente è in tensione come lo sono io. Annuisco e sussurro un debole 'si'. Per il resto del breve viaggio non riesco a spiccicare parola e non lo faccio nemmeno quando mi lascia di fronte a casa. Bel comportamento James, davvero da oscar.
Non appena oltrepasso la soglia della porta il mio telefono vibra. "Stasera Cami organizza una festa in maschera prima dell'inizio del nuovo anno. Non voglio scuse: ci troviamo alle 22 lì."
Una festa in maschera? E perché mai dovrei partecipare? Mark e le sue idee di merda!
Non sono nemmeno sicuro di aver passato il test, come faccio a festeggiare l'inizio dell'anno?
Ma senza rendermene conto all'orario prefissato salgo in macchina e raggiungo la casa della nonna di Cami. L'unico motivo per cui sono qui è Bridget. Devo riuscire a chiarire una volta per tutte. Chi ti dice che lei ci sarà? Ti sei dimenticato che odia le feste? Puntualizza la mia vocina.
La casa della nonna di Cami è gremita di gente. Mark mi ha obbligato a essere presente così eccomi qui vestito da Batman, sull'ingresso di questa enorme villa. Indosso un paio di pantaloni neri aderenti che mia sorella ha ripescato dall'armadio, un mantello nero che mi ha procurato Mark e una maschera che mi lascia scoperto giusto gli occhi e la bocca. Ho il pipistrello giallo stampato sulla fronte, sul mantello e mi sento profondamente un cretino.
Intorno a me ci sono un sacco di persone che non riesco a riconoscere a causa delle maschere che indossano. Alcuni sono ancora più imbarazzanti di me. L'aria è viziata per colpa di troppi corpi sudati che si strusciano insieme. Alla mia sinistra una coppietta che si scambia saliva, alla mia destra un ragazzo sicuramente ubriaco che sorride a una bottiglia di vodka e più in la riesco a intravedere Margot: la sua folta chioma riccia è impossibile che passi inosservata. Bridget non è con lei e questo mi causa un certo nervosismo. Non è detto che ci sia mi tranquillizza la parte razionale del mio cervello.
Vorrei avvicinarmi a lei, chiederle delle spiegazioni ma durante il tragitto pieno di gomitate e sorrisi falsi inciampo in una ragazza mora, terribilmente sexy e che non conosco.
Indossa un abitino nero che lascia ben poco all'immaginazione e una maschera dello stesso colore. Le sue labbra sono sulle mie prima che non si dica e sento subito il sapore di whisky sulla lingua. Dovrei allontanarla ma in verità quello che mi serve in questo momento è distrarmi e adesso lo sto facendo nel modo giusto. Appoggio le mie mani sui suoi fianchi, e lei non perde tempo: inizia a strusciarsi contro di me come se fossi un palo per lap-dance e il mio amichetto si risveglia. Ora Bridget sembra soltanto un vecchio ricordo. Duriamo così per molto tempo, forse un'ora, fino a quando la mora fa un altro primo passo: mi prende per mano e mi conduce verso le scale. Ormai ho perso di vista Mark ma non ho dubbi che anche lui si stia divertendo. Ho visto un sacco di facce conosciute ma questa ragazza sta avendo la meglio e non intendo perdere una scopata fantastica per qualche saluto qua e la.
Arrivati al piano superiore una voce mi destabilizza: "Lasciami stare." E' Bridget. Il sangue mi si gela e il cuore inizia a battermi velocemente. Stacco immediatamente la mano dal culo della mora e inizio a bussare alla porta violentemente.
"La sfondi così" mi fa notare la ragazza di cui non so il nome.
La guardo male: "E' proprio questo quello che voglio fare."
La porta di legno, sotto i miei calci e pugni, accusa ma non si muove. All'interno della stanza le urla sono sempre più soffocate e a me sta salendo il panico. Quello stronzo le sta tappando la bocca. Non può farle del male, se le succede qualcosa non me lo perdonerò.
"Credevo che volessi farmi gridare il tuo nome" continua la zoccola "che non so" aggiunge.
"Vattene" sibilo "Se vuoi proprio renderti utile va' a chiamare qualcuno."
Lei sembra turbata e scompare per le scale. "Apri!" grido più forte che posso. Sembra non funzionare così ne provo un'altra. "Si, pronto, polizia? Sono ad una festa nella Urban Road. Un ragazzo sta violentando una ragazza in una cam.."
Il lurido bastardo apre la porta e sorride: "Ehi amico, non c'è bisogno degli sbir.."
Gli sferro un pugno nel naso, lui vuole reagire ma perde l'equilibrio e finisce a terra dove gli servo il colpo di grazia: un calcio nello stomaco e sembra quasi morto.
Raggiungo Bridget sul letto: è mezza nuda e ha gli occhi sbarrati. La prendo tra le braccia e la cullo lentamente "Ci sono io qui con te."
Puzza di alcol, non mi ricordavo che bevesse. Non ricordi molte cose, commenta la vocina.
"Hai detto così anche sei anni fa" dice. Si appoggia al mio petto, mi abbraccia e inizia a piangere.
Voglio evitare di pensare che una parte di quelle lacrime le sta versando per colpa mia.
SPAZIO AUTRICE
Sono riuscita ad aggiornare in anticipo e spero ne siate felici.
In questo capitolo riusciamo a capire altre cose sullo stile di vita di James e finalmente ad avere un incontro ravvicinato con Bridget.
E' leggermente più lungo perchè ho voluto descrivere in maniera più approfondita vari passaggi. Spero che non vi annoi e che vi crei curiosità.
Vorrei ringraziare lamartons per avermi consigliato al meglio! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima,
Irene
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