Capitolo 35 - Bridget

"Vedrai che andrà tutto bene" mia madre mi apre le braccia e io mi ci fiondo dentro come se fossi scattata da una molla.
Sapevo che avrebbe capito.
Certo, diventare mamma a 22 anni non era nei miei piani soprattutto una mamma studentessa, lontana dai suoi genitori e senza lavoro.
Ma mia madre ha ragione. Ce la farò.
"Adesso però, devi dirmi chi è il padre" mi sorride e io rabbrividisco.
Non avevo temuto il momento della rivelazione del mio pancione tanto quanto questa domanda.
James è stato per molti anni il mio migliore amico, nonchè la persona che amavo e mia madre ne era a conoscenza. Ma adesso è diventato un estraneo, è considerato un "drogato" da tutta la cittadina e non credo che la mia famiglia sarebbe contenta di avere in casa un soggetto pregiudicato.
"Mamma, vedi.."
"Harry, lo so! Sono sicura! Sotto quei ricciolini d'oro scommetto che si nasconde un bravissimo seduttore e un grande marpione" mi strizza l'occhio e io vorrei sempre di più scomparire.
"So che non vorrai più parlarmi e mi caccerai anche di casa, magari non vorrai nemmeno vedere tuo nipote o tua nipote. Lo so, mi ha fatto soffrire, tanto ma adesso stiamo bene e vogliamo avere questo bambino" mento spudoratamente sulla parte finale sperando che Dio mi assista e la voce del centro di riabilitazione per drogati non sia ancora arrivata in paese. Ti prego, Gesù. Ho fatto anche la chierichetta quando ce n'è stato bisogno!!
"James?!" esordisce mia madre in un tono tra la domanda e l'esasperazione.
Adesso il suo sorriso da futura nonna ha lasciato spazio a perplessità e confusione.
"Ma come hai potuto? Dopo quello che ti ha fatto e quello che ha fatto!" E sono per certa che intenda la droga.
"Mamma io lo amo. L'ho sempre amato e penso che tu sia la testimone principale dopo Margot; quindi perchè fare tante scenate quando sappiamo che questo bambino crescerà in una famiglia.."
"Ma quale famiglia e famiglia! Suo padre è un drogato, glielo dirai?"
"James lo sa" ribadisco cercando di essere convincente. Non mi è mai riuscito dire bugie a mia madre ma spero per me di sapere iniziare adesso.
"Nono, dico: a tuo figlio dirai che suo padre è un drogato?"
"James ha smesso di fare quelle cose!"
"Oh, non ne dubito se non vuole intossicare suo figlio e la sua futura madre con quella roba che fuma!"
"Mamma smettila, stai esagerando! Non avevi detto che sarebbe andato tutto bene?"
Le lacrime cominciano a punzecchiarmi gli occhi ma cerco con tutte le mie forze di tirarle indietro.
"Certo, se tu avessi scopato senza preservativo con un uomo normale sarebbe andato tutto bene!"
Non riesco più a trattenermi e mentre le lacrime cadono calde sulle mie guancie, mi alzo dal divano e esco di casa sbattendo la porta con la consapevolezza che forse questa sarà l'ultima volta che farò parte della mia famiglia.

Sono sola. Sola come una cane abbandonato in estate lungo la statale che porta al mare.
Margot ha la sessione di esami invernali, James è ancora nel centro di riabilitazione e non ho sue notizie da un mese, quando mi ha chiamato per dirmi che sarebbe rimasto lì per ben sei settimane. Mi ha pregato di stare tranquilla perchè ha trovato degli amici. In più mi ha anche detto di divertirsi molto visto che è diventato allenatore di una piccola squadra di pesti che giocano a calcio. Sono stata meglio dopo quella chiamata durata solo pochi secondi ma non è bastata a colmare la sua mancanza e la mia paura che, alla notizia, scappi a gambe levate.
Harry non si è fatto più sentire dopo quella sera nella sua camera però sono convinta che abbia mie notizie attraverso la mia migliore amica che ogni tanto sento parlare al telefono e dire cose del tipo: "sta bene", "si, adesso un po' si vede il pancino", "no, non ha vomitato molto". E non appena appaio in stanza e le chiedo con chi stia parlando mi guarda e cambia discorso senza rispondermi. Tipico di Margot: non tiene nemmeno la pipì.
E adesso mia madre. La donna che credevo non mi avrebbe mai voltato le spalle.

Sono sola anche nell'appartamento che condivido con Margot. È uscita in fretta e furia dicendomi che suo fratello aveva bisogno di lei.
Mi accarezzo dolcemente la pancia sperando di dare al fagiolino che cresce in me tutta la tranquillità e serenità che io non riesco a vivere qui fuori.
Per di più domani ho la seconda visita dal ginecologo e non ho nessuno che mi dica: "vuoi che venga con te?". La mia migliore amica ha un esame di psicologia da sostenere e sarebbe da egoisti domandare di rimandarlo alla prossima chiamata.

"Dove vai?" mi chiede Margot la mattina dopo, mentre fa colazione con il suo bicchiere di latte freddo.
"In ospedale. Ho la seconda visita, dicono che oggi posso sentire il cuore" rispondo emozionata e tralasciando il fatto che gliene avevo già parlato.
"Oddio che sbatata. Me lo hai detto la settimana scorsa" si alza e viene verso di me "mi dispiace esserci così poco per te e per il mio nipotino. Gli esami sono tutti in questo periodo e.."
"Non preoccuparti, me la caverò benissimo da sola" le faccio l'occhiolino e esco di casa facendo finta di credere a quello che ho appena detto.

L'ospedale è pieno di gente e mi sembra ora quando ci venivo quasi tutti i giorni per James.
Chissà come reagirà alla notizia.
Chissà se mi accompagnerebbe a queste visite se sapesse che sta per diventare padre. Chissà se vorrà avere ancora a che fare con noi.
Si, perchè adesso preferisco parlare al plurale. Siamo due. Io e il mio fagiolino.
Attraversando vari reparti riesco ad entrare in quello giusto e a sedermi in una seggiola pieghevole della sala d'attesa ceduta da un uomo sulla cinquantina. È stato molto gentile e adesso deve pensare che sono sola ad affrontare questa nuova realtà: mi guarda e in quel sorriso noto un po' di tristezza.
Diglielo anche tu, fagiolino, che stiamo bene anche noi due, senza nessun altro!
Poco dopo la dottoressa esce dalla stanza e mi sorride: "è lei la signoria Harvey?"
Annuisco al momento senza parole e con il cuore che mi martella in gola.
"Bene, se non le dispiace dovrà aspettare ancora qualche minuto. Purtroppo abbiamo avuto qualche problema con il macchinario, si tratta comunque di poco tempo."
Certo fagioino, ti pareva! Soli e anche sfortunati.
"Bridget!"
Harry compare davanti a me: piccole gocce di sudure gli imperlano la fronte nonostante l'inverno sia arrivato da qualche giorno. La maglietta bianca leggermente alzata e i jeans chiari che stanno scendendo verso il basso sono la testimonianza che ha corso per arrivare in tempo.
"Margot mi ha detto che avresti avuto la visita alle 10 di questa mattina ma sono già 15 minuti in ritardo e tu sei ancora qui. Qualche problema? Sarei dovuto arrivare in anticipo di qualche minuto ma lo sai anche tu, quei cazzo di pullman di linea si fermano ogni cento metri e.."
"Harry calmati. Il macchinario per l'ecografie è guasto, lo stanno aggiustando" fa un sospiro di sollievo "tu piuttosto, che ci fai qui? Credevo che non volessi più avere noente a che fare con me visto che beh, sono incinta"
Il mio amico si calma, si siede e mi sorride. Non è proprio un sorriso di gioia ma tra le tante emozioni credo ci sia anche quella. Si guarda intorno e sono sicura che si senta osservato: l'intera sala d'attesa ha occhi e orecchie solo per noi.
"Ti ricordi quando, durante una pallosissima lezione di economia, in quinta superiore, ci giurammo che da figli unici quali siamo, io sarei stato lo zio dei tuoi figli e tu la zia dei miei?"
Annuisco nostalgica e comincio a sorridere come un'ebete.
"Penso che entrambi avevamo già la convinzione che nonostante quello che provavamo uno nei confronti dell'altro, ognuno avrebbe preso la sua strada."
Annuisco ancora, a corto di parole.
"Ecco io l'altro giorno sono stato uno stronzo. Soltanto che dopo quello che è successo tra di noi una speranza di condivedere qualcosa con te, anche se non la vita, ce l'avrei avuta. Invece.." sorride amaro "nemmeno un figlio."
"Harry io.." vorrei digli tante cose, scusarmi perchè sono andata a letto con lui solo per vedere se fossi riuscita a dimenticare James e se lui avesse preso il suo posto.
"No aspetta, fammi finire; si, dicevo.. non possiamo avere un figlio, beh.. tu ami James e James ama te ed è chiaro che sarete presto genitori. Sarà felicissimo di avere questo bambino e finalmente tu potrai avere la vita che hai desiderato fin dai quattordici anni. Ti chiedo solamente di mantenere questa promessa e farmi essere lo zio Helly" la sua faccia si contorce in una smorfia divertita "un po' da femmina, ma ci può stare."
Scoppio a ridere e mi protendo verso di lui per abbracciarlo. La mia piccola pancia ostacola un po' i movimenti e ridiamo insieme perchè entrambi sappiamo che potremmo solo andare a peggiorare.
"Signorina Harvey, adesso è tutto a posto, può entrare."
Mi avvio verso la porta seguita dal mio migliore amico.
"Lei è il padre?" chiede la dottoressa guardando Harry.
Mi giro verso di lui, per paura che possa ancora rimanerci male.
"No, io sono solo.."
"Lo zio del bambino, e se per lei non è un problema vorrei che entrasse anche lui"

"Davvero ti ha infilato le dita nella.."
"Okey okey okey, può bastare!" mi copro le orecchie con le dita e scoppio a ridere "doveva controllare delle cose" dico, non sapendo nemmeno io di cosa stiamo parlando.
"È stato emozionante sentire il suo cuoricino, credevo di scoppiare a piangere da un momento all'altro!" mi dice Harry, come se stesse confidando un segreto di Stato.
"Beh, se avessi fatto come ho fatto io, avremo allagato lo studio!"
Scoppiamo a ridere entrambi e adesso posso cominciare ad essere felice.
Perlomeno non sono sola e il mio fagiolino sta bene.
"James che dice? Lo ha stravolto la notizia?"
Il mio silenzio lo induce a guardarmi in faccia mentre il cameriere del piccolo bar dove ci siamo fermati per pranzo ci porta i due piatti.
"Non gliel'hai detto, ancora?"
Scuoto la testa e improvvisamente le paste italiane mi sembrano troppe e nauseanti.
"Non credi che abbia il diritto di sapere che fra meno di otto mesi diventerà padre?"
"Adesso lo difendi?" domando, cercando di respingere il groppo che mi si è creato tra gola e stomaco.
"Penso solamente che debba saperlo e avere il diritto di essere felice."
"È rinchiuso in un centro di riabilitazione per drogati, credi davvero che possa essere felice?"
L'ho detto. Harry sa dove è finito James per tutto questo tempo che non lo ha visto al campus.
"Cosa?" il mio migliore amico è allibito e rimane un secondo senza sapere cosa dire.
"Visto?" dico con aria di sfida ma poi mi ricompongo subito percependo un cambiamento alla base della mia gola "Harry, devo andare un secondo in bagno".
Non faccio in tempo ad arrivare al water che il mio stomaco si svuota delle due forchettate di pasta alla matriciana arrangiata alla bellemeglio.
"Menomale che Margot mi aveva detto che vomitavi poco!" Harry fa capolino nel piccolo spazio e mi accarezza dolcemente i capelli.
Mi pulisco la bocca e mi sciacquo la faccia e sorrido. La mia teoria è confermata.
"Tornando al discorso di James, anche se è lì dentro dovresti dirglielo. Vivrà momenti migliori sapendo che a casa ha una ragazza stupenda che tra un po' diventerà la madre di suo figlio."
"Non credo di essere pronta."
"E perchè mai?"
"Potrebbe non volerlo. Ti immagini come stravolgeremo la sua vita? Da ragazzo faccioilcazzochemipare a padre di famiglia. Da figlio a babbo. Da mantenuto a persona che deve mantenere. Penso che ancora debba capire cos'è la vita e nel frattempo insegnarlo ad un altro individuo."
"Se ti ama davvero ti accetterà. E ricorda che c'è sempre lo zio Lelly!"
Sorrido, riconoscente. "Grazie Harrieh".
"Ci sto ripensando.." dice scoppiando a ridere e fulminandomi con lo sguardo.


PARDON, PARDON, PARDON.
Sono secoli che non aggiorno e non ho altre giustificazione a parte la mancanza di idee e di ispirazione.
Il prossimo capitolo sarà importante e se Bridget troverà il coraggio, James sarà messo di fronte alla realtà. Come credete che reagirà?
Mi raccomando, ricordatevi la stellina: mi danno sempre tanta voglia di andare avanti. Spero di non avervi deluso.

Ire

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top