Capitolo 31 - Bridget
"Come mi spieghi tutta questa fretta a uscire da questo dormitorio?" chiedo a Margot mentre mi aiuta a sistemare i vestiti dentro le valige.
"Non ti ho mai parlato di Roxel?" si ferma e mi guarda, poi riprende a saltellare sopra il trolley in modo che si chiuda.
Scuoto la testa impercettibilmente.
"E' odiosa. Non la sopporto. Ha una voce insignificante e stridula, parla lentamente e cammina con una schiena talmente tanto diritti che a volte ho l'impressione che possa sbilanciarsi e cadere all'indietro. Se la ascolti il telefono più bello ce l'ha lei, le scarpe più costoso le ha lei, il giubbotto più bello del college lo ha lei. Insomma, si crede Kate Middleton e non gli assomiglia nemmeno un po'. O forse si, per tutti i soldi che ha; potrebbe andare anche a vivere a Buckingham Palace!"
Scoppio a ridere: difficilmente Margot si esprime così tanto nei confronti di una persona e se lo ha fatto vuol dire che proprio non la sopporta.
"Simpatica questa Roxel, dovresti farmela conoscere, potremmo diventare grandi amiche."
La mia amica alza gli occhi al cielo e scende dalla valigia: "Ecco fatto, ti aspetto nel parcheggio."
Una super sudata e un'ora dopo, siamo stremate nel divano del nuovo appartamento. Abbiamo saltato gran parte delle lezioni e probabilmente oggi finirò di studiare l'ultimo libro che mi rimane per l'esame di scienza delle finanze, l'osso duro del mio corso di studi. Grafici, diagrammi, tabelle sono gli ingredienti speciali di questo orribile corso che devo frequentare per forza se voglio ottenere una laurea in economia.
"Sai niente di James?"
"No" cerco di ricacciare indietro il groppo che ho in gola "Il carabiniere mi aveva detto che se avesse avuto notizie mi avrebbe contattato immediatamente."
La scorsa settimana dopo essere andata da Jack e aver quasi rischiato lo stupro, sono corsa in caserma accompagnata da Leo e ho mostrato video e sacchettino agli agenti.
Non si sono sbilanciati troppo ma mi hanno promesso che avrebbero fatto il possibile per provare la verità.
"Non siete solo amici, non è cos'ì?" mi ha domandato Leo, non appena fuori dalla porta a vetro che divideva la sala d'attesa agli uffici.
Sorrisi: "Cosa te lo fa pensare?"
"I tuoi occhi. Hanno sempre avuto una luce diversa quando parlavi di lui ma ieri e oggi sono esagerati. Poi, dai, diciamocelo: faresti tutto questo per un amico normale?"
Non sapendo cosa replicare, mi strinsi nelle spalle. Avrei voluto urlare al mondo quello che è successo tra di noi ma non sapevo cosa ne avrebbe pensato James a proposito. "Lui è James."
"Si, proprio lui. E dai Brith, c'è qualcosa tra di voi, giusto?"
Non potei fare altro che annuire.
"Si cazzo! Lo sapevo che prima o poi si sarebbe accorto di te!"
Sorrido ripensando a Leo e alla sua risata contagiosa dopo quella rivelazione. James mi manca, tutti i giorni a tutte le ore. Nell'ultimo periodo era diventato una costante fondamentale della mia vita e ho dovuto di nuovo imparare a farne a meno.
"Merda! Io devo scappare. Ho psicologia tra meno di quindici minuti e devo raggiungere il campus!"
Scoppio a ridere: "Quanto impiegheremo ad abituarci al fatto che non abbiamo i corsi sotto camera?"
Margot mi segue con la sua risata stridula e dopo mezzo secondo scompare dietro la porta.
Con tanta angoscia quanto ansia, mi dirigo verso il bagno e notando che nessuna macchia di sangue è ancora comparsa sulle mie mutandine sospiro sconsolata.
Ripenso a quando feci l'amore per la prima volta, il ciclo tardò ad arrivare e mi confidai a Margot. Dopo poco sul telefono mi arrivò un meme: c'ero raffigurata io in una foto da bambina e due scritte, una in alto e una in basso.
'FA SESSO PER LA PRIMA VOLTA.. RIMANE INCINTA'
Ora più o meno mi sento nella stessa situazione, con l'eccezione del fatto che James non era vestito per l'occasione e io non prendo la pillola. La possibilità che dentro di me stia nascendo una nuova vita è sempre più evidente soprattutto con un ritardo maggiore di venti giorni.
Mi prendo la testa tra le mani e una lacrime scende impercettibile sul mio viso; non sarei pronta, non potrei crescere un figlio quando la prima persona che deve ancora capire come funziona il mondo sono io. Cosa dovrei raccontargli: tuo padre sarebbe stato un ottimo padre se non fosse in prigione per uso e spaccio di droghe?
No.
No.
Assolutamente no.
Mi alzo dal water e tutta tremante raggiungo la mia camera e sfaccio una valigia delle tante in cerca di una felpa pesa da indossare.
Il freddo si sta facendo sentire combattendo le rare giornate di sole con vento e pioggia gelida.
"Un test di gravidanza" dico alla signora facendo finta che questa cosa del bambino mi porta una ventata di felicità.
La farmacista mi guarda attraverso i suoi occhiali e mi sorride: "Doppio?"
Annuisco, stringendomi la pancia come se avvertissi una presenza al suo interno.
Magari è solo frutto della tua fervida immaginazione.
Appunto, magari.
"In bocca al lupo e.. auguri!" la vecchia signora sorride e mi saluta con un cenno della mano.
Mi affretto a inserire velocemente la scatolina rosa all'interno dello zaino e svogliatamente mi avvio verso casa.
Il cuore mi batte forte mentre aspetto il risultato del secondo test. Sono seduta sul letto a gambe incrociate mentre fisso le due asticelle che sono comparse sul primo. Il mio organo vitale sembra impazzito e le lacrime non cessano di uscire.
Cerco di convincermi che di solito si fanno i test doppi perché uno solamente potrebbe dare una risposta sbagliata e adesso tutta la mia concentrazione e ansia si aggira tutto intorno a quell'aggeggio bianco di fronte a me. Cinque minuti sono passati e mi ritrovo a chiudere gli occhi in attesa che sul piccolo schermo appaiano una o due striscioline.
Sbircio lentamente e pochi secondi dopo scoppio a piangere notando le due righe verticali, una accanto all'altra.
Sono incinta.
No, non è possibile.
Sono incinta.
È assurdo.
Un bambino o una bambina sta crescendo dentro di me.
No.
E invece si, sei incinta.
Piango disperatamente con le mani in grembo, accarezzandomi la pancia e asciugandomi le lacrime che creerebbero presto una pozza nella mia camera. Smetto soltanto quando sento il rumore delle chiavi nella porta.
"Sono a casa!" urla Margot. Velocemente mi asciugo il viso e lasciando i test sul letto, mi avvicino al bagno.
"Io entro in doccia adesso" annuncio, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi spoglio lentamente e dopo aver inalato una grandissima quantità di ossigeno, mi posiziono di fianco, di fronte allo specchio e ammiro il mio fisico asciutto che tra un paio di mesi potrà sembrare un pallone gonfiato. La mia pancia è piatta, ancora non c'è il segno di una nuova vita.
Sto per entrare in doccia quando un urlo di Margot mi costringe a fare un passo indietro.
"Maggy, tutto bene?"
Dei passi sempre più vicini giungono al mio udito e sono costretta a infilarmi l'accappatoio. "Non dovresti dirmelo tu?"
Non riesco a capire se è arrabbiata, delusa oppure su di giri per la notizia appena appresa non da me ma dalla prova schiacciante che di qui e nove mesi diventerò mamma.
Faccio capolino dalla porta e una lacrima, l'ennesima, mi riga il viso.
"L'ho appena scoperto" dico.
La mia migliore amica comincia a saltellare per il corridoio: "Diventerò zia, siiiiii!"
"Non è poi così divertente, sai!"
Margot si ferma subito e mi guarda apprensiva: "Scusa, mi sono fatta prendere dal momento. Cosa hai intenzione di fare?"
"Non lo so" singhiozzo "E' così tutto profondamente incasinato."
"Devi dirglielo" la sera stessa siamo rannicchiate nel divano alla ricerca di qualcosa di dicente in tv.
Margot non smette di cambiare canale e intanto parliamo di questa novità.
La guardo di sbieco: "Dico, devi diglielo a James."
"Non capisco come tu possa essere così sicura che possa essere lui il padre."
Margot scoppia a ridere e io la seguo riflettendo sulla stronzata appena detta.
"Dalla famosa volta con Harry il ciclo ti è venuto quindi a meno che tu non faccia la prostituta a mia insaputa, il figlio dovrebbe essere di James."
Inorridisco alle sue parole.
Un figlio.
Mio e di James.
Cazzo.
"Come posso dirglielo? E' chiuso là dentro e non potrebbe far altro che avere rimorsi. Magari nemmeno lo vuole."
"Ti ha detto che ti ama, no? Okey, forse un figlio alla nostra età non è sempre una piacevole sorpresa ma il frutto del vostro amore Brith. Domani andrai da lui e glielo dirai."
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