Capitolo 19 - Bridget
La pista di pattinaggio è gremita di gente e non riesco a vedere Margot e Madyson che sono andate a prendere quegli aggeggi arancioni.
Ancora non riesco a capire come possa essere di moda pattinare a inizio ottobre ma vista la quantità di persone all'interno del lastricato di ghiaccio, evito di pormi altre domande.
Nel punto più interno della pista ci sono gli esperti. Stanno rannicchiati in se stessi e si muovono con talmente tanta agilità che sembrano camminare. Alcuni provano qualche acrobazia, altri vanno all'indietro e altri pattinano con la testa alzata, fieri di se stessi.
Il cerchio successivo è invece composto da tutta quella gente che è troppo scarsa per pattinare bene e troppo brava per stare attaccata alla ringhiera. Le ragazze ridono, mentre i loro fidanzati le tengono ben salde e cercano di non farle cadere.
Poi ci sono gli inesperti. Il terrore disegnato nei loro volti fa da cornice ai loro occhi che divertiti, si guardano intorno sperando di non essere osservati. Infondo, una ragazza è a terra mentre le sue amiche sono in cerchio di fronte a lei e ridono a crepapelle. A quella scena, mi esce un sorriso e sono talmente tanto presa a osservare il resto delle persone che non mi accorgo nemmeno l'arrivo di Margot.
"Ecco a te.. numero 40!"
Con la sua solita finezza mi lancia i pattini e mi scruta meglio: "Allora, vuoi dirmi o no cos'hai?"
Non posso negarglielo per sempre. Infondo è la mia migliore amica e se non mi confido con lei, con chi altro potrei farlo?
Dato che non mi decido a parlare, Margot mi incalza: "La tua faccia potrebbe dirmi molte cose, ma preferisco sentirle da te. Avanti, spara."
"Beh, potrei dirti che ho fatto l'amore con Harry.. o forse abbiamo scopato. Insomma, fatto sta che siamo finiti a letto insieme. James è piombato in camera qualche secondo dopo e giustamente si sono presi a botte."
"Giustamente.." sussurra, fissando lo sguardo sui pattini ai nostri piedi.
È rimasta scioccata, non parla e non ride e non è esattamente da lei. "Adesso hai capito perché non volevo dirtelo?"
"No, io non ho capito che aspetta quel cretino a giurarti amore eterno!" urla "Non può starti lontano, prende a botte Turner solo per aver fatto qualcosa che avrebbe voluto fare lui."
Sorrido: "Imparerai ad amarlo anche tu."
Come se la dose non fosse bastata, il viso di Margot si incurva ancora di più in un'espressione mista tra la sorpresa e la confusione.
"Quindi lo ami?" urla con voce acuta e cominciando a sorridere come un'ebete.
Quindi lo amo? Si, certo che lo amo. Lo ama il mio cuore, anzi.. lui l'ha sempre fatto. Lo ama il mio cervello che, nonostante tutto, non c'è un posto in cui non riesca a non pensare a lui. E lo ama il mio corpo che reagisce ad ogni suo gesto, parola o visione.
Si, lo amo e dovrei dirlo al mondo.
"Chi è che ami?" Madyson appare accanto a noi con uno di quei suoi sorridi mozzafiato. Margot mi guarda con il terrore negli occhi e io entro un secondo in paranoia. Non posso rivelarle i miei sentimenti. L'ho appena ammesso a me stessa e non ho risposto a Margot, sarebbe mancanza di rispetto anche nei suoi confronti. Così dico la prima cosa che mi passa per la testa: "Vedi quel banchino laggiù? Fanno uno zucchero filato da paura.. è impossibile non innamorarsene."
Margot si rilassa visibilmente e corre in mio aiuto: "Si, e se vuoi ti ci versano sopra anche il caramello."
Madyson non sembra berla subito ma si convince di quello che abbiamo appena detto: "Se è così vorrà dire che dopo ci passeremo. Però adesso muoviamoci, prima questa tortura finisce, prima potrò assaggiare questa delizia."
Scoppio a ridere – una risata liberatoria - e iniziamo a metterci queste zattere arancioni ai piedi.
Abbiamo trascinato Madyson con forza, non voleva venire e sono super sicura che l'abbia fatto solo per non rimanere in camera da sola a studiare.
Per quanto riguarda me, adoro pattinare anche se non sono una cima. Sono una di quelle persone che non vogliono stare attaccate alla ringhiera di legno ma che non sanno a chi appoggiarsi quando l'equilibrio scarseggia. E nel mio caso, scarseggia più di una volta.
Quando entriamo nel grande lastricato di ghiaccio, la folla sembra essere diminuita. Le persone sono molte di meno e la pista è più praticabile.
Madyson si attacca alla ringhiera e sbarellando diverse volte riesce a compiere un giro completo. Margot è dietro di lei ed è praticamente distesa sul legno in attesa che qualcuno vada a salvarla. Muove i piedi in verticale ma non riesce ad ottenere il giusto equilibrio per rimettersi dritta e continuare il giro. "Brith! Cazzo Brith.. vieni a darmi una mano!"
Rido a crepapelle, piegandomi in due e appoggiando i palmi della mano sopra le ginocchia. Tra una risata e l'altra, riparto piano facendo attenzione a non sbilanciarmi troppo in avanti o indietro.
Proprio mentre continuo a guardare Margot che, rossissima in viso, mi segue con lo sguardo e mi implora con gli occhi di aiutarla, il mio corpo va a sbattere contro qualcosa o contro.. qualcuno e mi ritrovo ben presto con il culo a terra.
Sento la risata di Margot riecheggiare per tutta la pista e, prima di guardare il mio attentatore, do un'occhiata nella sua direzione per fulminarla con lo sguardo. Peccato però, per quel paio di jeans.. l'avrei riconosciuti tra milioni: hanno dei tagli sulla parte destra delle ginocchia e a metà polpaccio della gamba sinistra c'è uno schizzo di vernice azzurra che non si nota poi così tanto. Alle medie pitturammo la palestra, lui non aveva portato il cambio e così si sporcò i pantaloni buoni. Sua madre, al ritorno a casa, lo implorò di buttarli ma lui volle tenerli e evidentemente continua a indossarli.
È passata una settimana da quando l'ho visto per l'ultima volta in camera di Harry e stavo cominciando a chiedermi che fine avesse fatto. Non ho mai avuto modo di incontrarlo nell'atrio o di vederlo per pranzo o cena allo Student's Point. Stavo cominciando a pensare che fosse tornato a Doncaster per un paio di giorni ma vederlo qui mi fa credere che la mia teoria fosse del tutto sbagliata.
"James" sussurro alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
C'è qualcosa che non va: non è la droga, non è l'alcol. È semplicemente l'indifferenza nei miei confronti. Il mio cuore salta un battito.. né una parola, né una scusa. Ha solamente allungato la mano destra e mi ha sollevato da terra per poi scomparire tra la folla di persone.
Mi guardo intorno varie volte, confusa e agitata da questo incontro causale, un altro scherzo del destino. Me lo mette di fronte, in modo che possa osservarlo, guardarlo e adorarlo e poi lascia che se ne vada, trascurando il fatto che io resto sempre a bocca asciutta.
Raggiungo Margot pochi minuti dopo e afferrandola per un braccio riesco a rimetterla dritta. Continuiamo il giro, a braccetto come due vecchie rincoglionite.
"Poteva anche evitare di venirti addosso.."
Io, che non faccio altro che guardarmi intorno per vedere se riesco a scorgerlo, le chiedo di ripetere.
"Dicevo, poteva anche evitare di venirti addosso.. si sono accorti tutti che l'ha fatto apposta!"
Rimango allibita dalle sue parole. Perché mai James avrebbe dovuto scontrarsi con me? Ancora non si è reso conto che per parlarmi basta avvicinarsi senza tanti stratagemmi?
Magari aveva paura di un possibile rifiuto..
Certo, io l'avrei rifiutato. Ma a chi la do a bere? Non riesco a stargli lontano. Il mio corpo è la calamita positiva e il suo è la calamita negativa e è impossibile che queste rimangano separate.
Mi fermo in un angolino e mi siedo sul duro legno che, oltre ad essere scomodo è anche bagnato. Margot si apposta accanto a me: "Madyson?"
Sono stata così tanto presa da James che non mi sono accorta che mancava: "Non ne ho idea."
In tutta risposta alza le spalle e comincia a scrutare tra la folla. Io la imito ma invece di cercare i lunghi capelli quasi biondi, spero di intravedere quella chioma folta. Ed eccolo lì, che pattina sicuro di se, con la faccia rivolta verso l'alto. Mi passa accanto e i suoi occhi si scontrano con i miei. Ci fissiamo fino a che i nostri colli non possono più girarci e quando sparisce dalla mia vista, un brivido mi percorra la schiena. E' sicuramente il freddo. Si certo, il freddo..
"Oh mio Dio!" Margot fissa un punto davanti a noi. Gli occhi pieni di terrore e quella mano che trema non mi fanno sperare niente di speciale.
"Margot, che cosa c'è?"
Lei sembra essere in uno stato di trance così la scuoto leggermente: "Ehi, vuoi dirmelo?"
Provo a guardare nella direzione del suo sguardo e noto un cerchio di persone che guardo in basso.
Il sangue mi si gela e mi rendo conto che la situazione è peggiore del previsto.
"James.. lui è.. caduto."
Inizio a pattinare veloce, non me ne frega niente se l'equilibrio non combatte insieme a me. Devo raggiungerlo e il destino anche questa volta non è dalla mia parte. Cerco di scansare a gomitate tutte le persone che mi ostacolano il percorso e quando lo vedo lì disteso per terra con gli occhi chiusi, le mie gambe cedono e mi ritrovo accasciata accanto a lui.
"Bridget?" un ragazzo moro, con la pelle ambrata e due occhi come pozzi neri, mi risveglia dallo stato di trance. Deve essere Grent, una volta mi è sembrato di averlo visto nell'atrio con il mio ex migliore amico.
Annuisco distratta mentre continuo a guardare il viso rilassato di James.
"E' svenuto per la botta" mi spiega "E' caduto all'indietro, ha cercato di riprendersi ma non ce l'ha fatta e ha sbattuto la testa."
"Si risveglierà?" Margot è apparsa accanto a me e si è anche tolta i pattini. È sempre molto diretta nel dire le cose tanto che Grent sgrana gli occhi e poi si tocca le palle.
"Si, certo" risponde lui e sembra anche convinto. Vorrei chiedergli se ha fatto qualche corso di soccorso ma non mi sembra la situazione giusta. Poi mi viene in mente la scatoletta rossa che ho usato quando James si era fatto male alla mano.. aveva detto che il suo compagno di stanza ci sapeva fare con queste cose.
Mi rilasso visibilmente, sperando che Grent abbia ragione. Intanto anche Madyson e un ragazzo alto, castano e molto muscoloso ci hanno raggiunto e preoccupati, spostano lo sguardo su ognuno di noi, non sapendo bene cosa fare.
"Dovremo chiamare un'ambulanza" esordisce Margot che però, non fa in tempo a finire la frase che delle sirene spaccano il silenzio che si è creato intorno a noi.
Mi avvicino al viso di James e gli accarezzo la guancia, ricoperta di barba.
Gli lascio un piccolo bacio a stampo prima dell'arrivo degli infermieri.
SPAZIO AUTRICE
Prima di tutto: grazie grazie grazie. Siamo quasi arrivati a mille stelline e tutto questo è merito vostro.
Spero che la storia stia continuando a piacere: non smettete mai di dirmi la vostra, commentate con critiche, battute e tutto quello che volete.. accetto qualsiasi cosa pur che sia la verità.
Aggiorno a 20 stelline,
Bye :)
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