Tradimento

Il nome di Dalila Auber era praticamente un tabù. Raramente al Rifugio dei Poltergeist qualcuno osava pronunciarlo, specialmente Yan.

Facevano eccezione i momenti in cui si trovava da solo con Nathan, accanto al quale piangeva, urlava e prendeva a calci e pugni la cosa più vicina. C'erano anche dei casi in cui semplicemente parlava e l'amico lo lasciava fare, sapendo sempre cosa dirgli per placarlo e tirarlo su.

Persino Rifel'a comprese che fosse meglio non nominare la ragazza che per mesi aveva aleggiato sulle loro vite.

In ogni caso, ultimamente Yan preferiva trascorrere il tempo a casa.

Nei primi giorni si prese cura di Huge, affiancato soprattutto da Skye.

Lei lo adorava quasi fosse il suo piccolino, a malapena lasciava modo a Yan di giocarci insieme, tanto voleva tenerlo tutto per sé. Una volta confidò all'amico che avrebbe addirittura potuto adottarlo, che lei e Nathan lo avrebbero cresciuto come veri genitori.

Yan aveva concordato entusiasta, ma quando quella sera erano stati in procinto di esporre l'idea agli altri, Owen li aveva preceduti dicendo: «Credo che Huge possa trovare degli ottimi genitori negli zii di Fema. Loro non possono avere figli, e questo bambino può riempire il vuoto che hanno dentro».

Skye e Nathan si erano scambiati uno sguardo, ma alla fine, pur col cuore dolente, avevano accettato la proposta.

Dopotutto anche Yan doveva ammettere che forse era meglio così: loro avrebbero avuto tempo di mettere su famiglia, mentre la zia di Fema era incapacitata a portare avanti una gravidanza. Almeno lei e il marito avrebbero potuto crescere un figlio adottivo e vivere la gioia di essere una mamma e un papà.

Così Owen aveva chiesto alla coppia di raggiungerlo. Quando aveva raccontato di aver trovato un bambino in una cesta di fronte alla porta del Rifugio, loro si erano subito offerti di occuparsene.

A Yan sarebbe mancato Huge, ma la gioia sbirciata sul volto dei due coniugi lo rassicurò sul fatto che il piccolo sarebbe stato bene. Aveva appena trovato una madre e un padre che lo avrebbero amato come se fosse sangue del loro sangue.

Fu allora che tornò a domandarsi incessantemente quali fossero i veri sentimenti di Tyler Mowbray verso di lui.

Si disse che era meglio controllare dove si trovasse, e dallo specchio magico lo vide bivaccare da qualche parte nel mezzo di un comune bosco, da solo, la faccia abbacchiata.

Yan davvero non sapeva come pensarla su di lui, ma una cosa era assolutamente certa: non lo avrebbe aiutato, non di nuovo.

L'ultima volta che lo aveva fatto, si era scatenato un disastro.

                                  *

Il mese Virgo stava giungendo al termine e le giornate si facevano sempre meno calde.

Presto sarebbe tornato l'inverno, accompagnato da tutti i problemi concernenti il cibo e la salute.

In una delle giornate meno fresche e senza nuvole, Yan preferì comunque spendere il pomeriggio a poltrire e a riflettere.

C'erano dei momenti in cui la tristezza lo attanagliava per poco tempo, altri in cui pulsava per lunghe ore... altri ancora in cui il cuore si sentiva straziato già al risveglio e la ferita gli faceva male fino a quando non si riaddormentava.

Si alzò per mettere qualcosa sotto ai denti, aspettandosi quasi di trovare Skye di fronte al fredda-viveri intenta ad abbuffarsi nella merenda, con James che cercava di scavalcarla per arraffare qualcosa, Owen che li sgridava ricordando loro di dover mangiare più sano e Nathan e Xerxes che si godevano la scena ridendo a crepapelle.

Purtroppo non fu così, dato che gli amici si erano diretti al lago per fare il bagno, approfittando del breve rialzamento della temperatura.

Nel rendersi conto di essere da solo, Yan venne attraversato da un impeto di stizza contro se stesso. Si affrettò dunque a indossare i calzoni corti, a recuperare un telo e a uscire per raggiungere la valle.

Appena arrivò al laghetto, trovò Owen avvinghiato alle spalle di James nel futile tentativo di spingergli la testa sott'acqua. Xerxes rimaneva invece seduto sulla riva con le gambe a mollo e assisteva alla scena ridacchiando di gusto. Nathan e Skye non erano presenti.

Non appena videro arrivare Yan, il principe piegò la testa all'indietro e fece un grande sorriso. «Sapevo che saresti venuto, bastava lasciarti un po' da solo.»

Sentendosi già più allegro, Yan gli sedette accanto a gambe incrociate. «Ho troppo caldo per rinunciare a un bagno. Ma dove sono finiti Nathan e Skye?»

James scrollò le spalle con tanto impeto da far cadere Owen all'indietro. «Dicevano di volersi trattenere qualche minuto da soli, vicino all'orto. Ma ormai è tantissimo che sono via. Chissà cosa stanno facendo!» e fece una smorfia di disgusto.

«Li vado a cercare» si offrì Yan. «Potrebbe essere l'ultimo bagno dell'anno, non possono perderselo. A fra poco!»

Si allontanò in fretta, deciso a trovare gli amici il prima possibile, impaziente di tuffarsi e divertirsi. L'idea gli dava persino la forza per risalire la discesa, nonostante la calura a imperlargli il collo di sudore.

Una volta giunto in cima, il piede sgusciò su qualcosa di viscido che lo fece barcollare e cadere sul didietro. Soltanto i suoi allenamenti sull'equilibrio lo aiutarono a rimanere abbastanza dritto da non finire a rotolare all'indietro giù per la collina.

Il dolore venne immediatamente rimpiazzato dal terrore non appena udì un debole gracidio.

Tastò l'erba attorno, finché non avvertì il contatto con la pelle mucosa di Niawn, che sollevò per accarezzarle il dorso chiaro.

Vederla viva e vegeta fu un enorme sollievo, anche se appariva più intontita del solito.

«Scusami!» ridacchiò lui. «Non ti avevo vista. Ehi!»

Dustin gli era balzato sul braccio per inerpicarsi sino alla spalla destra.

Yan lo lasciò fare, mentre posava Niawn sulla sinistra.

Che cosa ci facevano tutti soli?

Skye non abbandonava mai la sua raganella, e persino Nathan era restio a lasciare Dustin libero in mezzo alla natura selvaggia, dato il rischio di venire catturato da qualche predatore.

Il ragazzo si alzò, con la peluria delle braccia che cominciava a sollevarsi per i brividi d'inquietudine.

Skye e Nathan non avrebbero mai lasciato i loro animaletti soltanto per trascorrere qualche momento romantico...

Con il ratto e la rana aggrappati alle spalle, si lanciò a corsa verso l'orto, chiamando a squarciagola i due amici.

Perché non rispondevano?

Non volevano essere trovati?

Sperava davvero che fosse così, ma ne dubitava fortemente. Sentendo l'amico gridare così preoccupato, Nathan si sarebbe fatto sentire subito...

Tornò indietro in fretta, sul ciglio della collina, e sfruttò tutta l'aria che aveva in corpo per urlare il nome di Xerxes.

Quando finalmente l'amico si affacciò dagli alberi, Yan andò avanti a gridare: «Ho trovato Niawn e Dustin da soli! Né Skye né Nathan mi rispondono, non riesco a trovarli! Io... io credo che sia successo qualcosa!»

«Arriviamo!»

Proprio mentre il principe rispondeva, alle spalle di Yan si accese una luce di una cupa tonalità marrone.

Si girò di scatto e indietreggiò, rischiando per la seconda volta d'inciampare e cadere lungo la discesa.

La luce proveniva dall'altra parte dell'orto, i raggi del sole la inglobarono quasi nascondendola.

Yan tornò a correre in quella direzione, e man mano che si faceva vicino si fece più cauto.

Si accucciò tra i cespugli e avanzò silenzioso come un predatore. Avrebbe tanto voluto avere l'arco con sé, ma poteva accontentarsi del pugnale e della fionda, che portava sempre appresso così da prevenire l'attacco di qualche volpe o cinghiale.

Doveva capire con quale tipo di pericolo stava avendo a che fare.

Poteva arrischiarsi a lanciare il pugnale o era forse meglio tenerlo con sé e osare un attacco corpo a corpo?

Quale entità magica poteva aver varcato i confini del loro territorio generalmente ben protetto dagli incantesimi dell'arcana Fonte?

Di qualunque cosa si trattasse, Yan era certo che avesse attaccato Nathan e Skye, perciò lui non poteva assolutamente tirarsi indietro.

Avanzò ancora, un piede alla volta, a ginocchia piegate.

Scostò appena le foglie di un cespuglio per sbirciare, rimanendo nascosto...

Allora poté ben vedere che cosa emanasse quella strana luce marrone.

O meglio, chi.

Il bagliore proveniva da un corpo antropomorfo che tuttavia stava subendo una mutazione: le sue braccia erano sollevate, le dita si stavano allungando e la pelle si rilegava dei nodi di una corteccia blu che andava ad avvolgere ogni singolo poro. I capelli neri s'innalzavano come sospinti dal vento e si tramutavano in foglie di una brutta tonalità di giallo molto simile all'urina. Vicino ai vestiti e alle calzature abbandonati, i piedi nudi stavano a loro volta cambiando, le dita scavavano il terreno per diventare radici.

Yan si avvicinò barcollando, scandalizzato. «Vow'a...»

L'elfo loro amico stava diventando un albero.

Yan aveva sempre creduto che la trasformazione degli elfi in arbusto fosse una visione affascinante, sublime. Aveva letto della magnificenza di tale metamorfosi, curiosa e dolce come una crisalide che si tramuta in farfalla.

Invece era raccapricciante...

Vow'a stava rigido, con le braccia tirate all'insù quasi fosse appeso a dei catenacci, le gambe erano allargate come se fosse stato posizionato per subire una tortura. Il corpo nudo, che lentamente stava venendo ricoperto di corteccia, si contorceva per un qualche dolore da cui oramai non poteva più fuggire, e nonostante si facesse sempre più immobile, i muscoli persistevano a contrarsi disperatamente. Il bel volto affilato era storto in una smorfia, il naso colava un brutto moccio giallo e granuloso, gli occhi spalancati per l'atroce sensazione che stava provando...

Quella trasformazione era un supplizio!

Fissandolo sgomento, Yan portò le mani alla bocca e avanzò ancora verso di lui, chiedendosi angosciato come avrebbe potuto aiutare il povero elfo. «C-che cosa stai facendo?» sussurrò senza fiato. «P-perché ti stai trasformando?»

Vow'a abbandonò per un istante il mento sul petto, ansimando quanto la stretta corteccia attorno al busto gli permetteva. Sollevò lo sguardo azzurro per osservare Yan e parlò con voce flebile: «Il mio tempo come elfo è terminato, Y-Yan... Ho persino contemplato il suicidio, per... potermi redimere dagli atti impuri che ho commesso... Da albero non potrò più ferire nessuno... e i miei incantesimi rimarranno vivi sul vostro Rifugio...»

«D-di cosa stai parlando?»

Vow'a sollevò nuovamente il capo quando la corteccia cominciò a incrostarsi sulla nuca. «Yan, io... sono un traditore... verso di voi... verso la mia tribù...»

Yan indietreggiò un poco, adesso spaventato. «Dove sono Nathan e Skye?»

«Siamo venuti a prenderli... Sono stati scortati alle caverne, dove potranno... unirsi...»

«Unirsi? Unirsi in che senso? Vow'a, che diavolo sta succedendo?»

«Tu conosci... la storia delle tribù elfiche... le nostre restrizioni... Gli umani hanno preso il comando dell'intera Pure...»

«Voi vi siete arresi e avete accettato i nostri ultimatum. È stato così o no?»

«Sì... sì, è stato così...»

Yan si accigliò ancora di più, memore del giorno in cui aveva ascoltato la vecchia Gris'im raccontare una versione alternativa ai piccoli elfi. «Ma non è ciò che gli anziani insegnano ai vostri bambini, eh? A meno che neanche loro conoscano la verità.»

«Già... Io la conosco perché Vyra mi ha concesso la possibilità... di fare da tramite tra i nostri due... mondi... Ho ascoltato la versione degli umani e non volevo crederci... ma lei mi confermò il tutto... Quando lo raccontai a mio padre... scelse di continuare a far credere alla tribù che l'umano Prescelto... avesse tradito la nostra razza e... e ci avesse costretti entro territori limitati... oltre al fatto... oltre al fatto che fossero stati gli esseri umani a... cominciare la guerra...»

«Vow'a...»

«Yan, n-noi volevamo fare qualcosa, prendere il potere, per essere liberi... Ma fin quando gli esseri umani padroneggeranno la magia... noi verremo abbattuti...»

«Perciò?»

«Perciò, quando ho incontrato Owen... un "bestia"... io e mio padre... abbiamo cominciato a sperare... Lui poteva distruggere la magia degli umani...»

Yan strinse malamente la corteccia ancora morbida sul polso. «I "bestia" possono portare all'estinzione di tutta la magia.»

Vow'a ansimò per l'aggiuntivo dolore. «Mio padre... mio padre tessé un piano... Dovevamo mantenere vivo Owen, frattanto che... che cercavamo di capire come poterlo usare... E poi siete arrivati voi altri... e tra voi c'era una donna...»

Il ragazzo strinse ancora più forte mentre posava l'altra mano sul suo collo, gli occhi imbestialiti agganciati a quelli afflitti.

«Yan!»

Sentì afferrarsi alle spalle e venire spostato, mentre Owen si frapponeva dinnanzi a Vow'a.

Lui, Xerxes e James avevano le camicie umide e i capelli e i calzoni fradici.

«Che cosa stai facendo?» sbottò. «Vow'a, p-perché ti stai trasformando?»

«Ci ha usati!» urlò Yan. «La sua tribù vuole la distruzione della magia umana per poter regnare su Pure! Sperano che noi possiamo realizzare i loro desideri!»

«C-che cosa?»

«Cosa stavi dicendo, Vow'a? Parlavi di Skye, non è così?»

Vow'a cercò d'ignorare lo sguardo scioccato di Owen e proseguì la confessione: «Sì... Con una donna "bestia" si potranno avere altri umani privi di magia... Basterebbe che tutti voi vi accoppiaste con lei... mettiate su una prole e... e che a loro volta i vostri figli si uniscano tra loro... e poi mandare la vostra discendenza nel mondo affinché... affinché si mescoli con il resto degli uomini, in modo tale che... che il gene del "bestia" penetri nel sangue umano, inevitabilmente... E i "bestia" saranno così tanti... che le Isole della Purga non basteranno... E se proprio la magia umana non avrà effetto su di loro... potranno sopravvivere alle battaglie contro i maghi e continuare ad accoppiarsi e a proliferare... A quel punto la magia cesserà di esistere per la vostra razza... e gli elfi potranno tentare un attacco... riprendere in mano i territori e regnare su Pure...»

Yan aveva creduto che durante quel lungo e difficile anno fosse arrivato a toccare il picco dell'ira.

Adesso invece aveva la prova che esistesse un livello più elevato, mentre ascoltava il racconto dell'elfo di cui si era fidato e al quale aveva persino affidato la vita.

Come i suoi, gli occhi di Xerxes fiammeggiavano quanto il cuore dell'Inferius. Avanzò verso Vow'a e sibilò adirato. «Volevate usarci per avere figli "bestia" e sfruttare i nostri discendenti come mietitori della magia?» Le nocche gli schioccarono nello stringere i pugni. «Per tutto questo tempo avete guardato a Skye come un oggetto, uno strumento, una futura partoriente della quale usufruire a vostro piacimento!»

James allungò la mano a tirare le foglie. «Noi non procreiamo tramite dei frutti di merda. Il nostro processo è un po' più complesso.»

«Gli elfi possiedono semi che possono portare a una prole numerosa... E l'incantesimo della tramutazione arborea può essere usato con diverse particolarità... Nel mio attuale caso, mi concentro sulla particolarità dell'eterno... Nel caso dell'accoppiamento, vengono usati incantesimi con particolarità eccitanti...»

Xerxes sollevò il pugno e lo abbatté sul naso dell'elfo, facendo schizzare sangue verde sulle radici. «VOLEVATE DROGARCI E FARCI UNIRE A SKYE? VOLEVATE CHE NOI LA TRATTASSIMO IN UNA MANIERA TANTO OSCENA?»

«Dov'è lei?» ruggì James. «Dove sono Skye e Nathan?»

«Li hanno rapiti» serpeggiò Yan, sentendo il cuore stringersi adesso anche nel dolore. «Rifel'a sapeva tutto questo, immagino...»

Vow'a si limitò a tacere.

Yan era stato tradito, di nuovo, stavolta dall'elfo che aveva considerato un amico stretto, colui che lo aveva aiutato a incontrare la ragazza che amava, che lo aveva coperto durante tutti quei mesi, e per un motivo adesso più evidente...

«Siamo passati da un tunnel segreto che dalle caverne giunge fin qui...» spiegò Vow'a. «Si trova all'inizio del sentiero che porta all'albero dei tesela... è nascosto da due rocce...»

Xerxes lo attaccò nuovamente, macchiandosi le dita dell'altro pugno. «COSA VOGLIONO FARE AI NOSTRI AMICI?»

Rifel'a sputò il sangue alle labbra. «Verranno... momentaneamente trasformati in alberi... cosicché si eccitino... Prima però dovranno bere un infuso creato dai frutti a forma di cuore... Gli umani non possono formare frutti come noi elfi, dunque per far sì che... che l'eccitazione funzioni... i loro rami dovranno toccarsi... Basterà un semplice tocco, allora torneranno nei loro veri corpi... e potrà avvenire il primo accoppiamento... N-non potranno farne a meno, saranno incantati l'uno dall'altra... irrefrenabili... Sentiranno il bisogno impellente di...»

Un nuovo pugno.

«VOI ELFI MI FATE SCHIFO!» gridò ancora Xerxes.

«Perché aspettare tutti questi mesi?» fece Yan. «Potevate rapirci fin da subito.»

Stavolta fu però Owen a rispondere. Dopo aver scosso la testa, i suoi occhi si fissarono su un punto imprecisato. Parlava a mezza bocca, nel trauma: «No, non potevano... perché Skye non era ancora pronta. Si è sviluppata poche settimane fa. Non capisco però come lo siano venuti a sapere.»

Vow'a strizzò gli occhi a una nuova minaccia da parte di Xerxes. «Ha un odore diverso... In quei suoi primi giorni c'era il sangue ad accompagnarla... So che per le donne umane funziona così...»

«Noi altri viviamo qui dall'estate scorsa. Perché non ci avete rapiti subito?» sibilò il principe, pericolosamente ansante.

«Non eravamo intenzionati a farvi sparire tutti insieme... altrimenti gli umani del villaggio si sarebbero insospettiti e avrebbero cercato il guaritore che tanto amano... Nathan Seller e Skye Gael hanno già l'amore reciproco a unirli... con loro sarà più semplice... Durante quest'anno era comunque meglio avervi come amici liberi... anziché come prigionieri pronti a...»

«E adesso perché ti stai trasformando?» tornò a parlare Owen. I suoi occhi erano spenti, l'espressione abbacchiata e le spalle piegate in avanti. «Perché non hai rapito anche noi? Credete che non andremo a salvarli? Volevate continuare a fare buon viso a cattivo gioco con noi quattro?»

Vow'a sospirò. «Io non posso farlo... Sono confuso... Non volevo tradire la mia tribù... ma non volevo neanche provocarvi un male ulteriore... Soprattutto a te... O-Owen...»

«Hai rapito i miei amici» mormorò il ragazzo, che cominciava pian piano a riacquisire sfumatura nella voce, una tonalità di odio e disprezzo. «L'unico male peggiore che avresti potuto farmi era ucciderli. Io mi fidavo di te, ti consideravo mio amico... Non hai neanche le palle di scegliere da che parte stare, stai abbandonando la tua famiglia, la tua compagna... Preferisci scappare tramutandoti in albero, dalle foglie e il fusto squallidi quanto la tua anima.»

L'elfo tirò su col naso mentre le prime lacrime scorrevano a rigargli il volto, semi-gialle come le foglie che gli stavano incorniciando il capo. «Il mio potere aleggerà sulla vostra casa fin quando non verrò abbattuto...»

«Ce lo devi» sibilò Owen asciutto.

Vow'a non disse più niente.

Lentamente, il legno e le foglie ricoprirono il suo corpo, la testa venne tirata all'indietro e il viso celato. I rami, ormai alti, si stagliarono al pari degli altri alberi, prima di curvarsi e ricadere flosci vicino al terreno, in una tristezza che nessuno dei quattro ragazzi desiderò comprendere.

L'arbusto finale era blu sbiadito e giallo, nodoso e contorto, emanante un odore spiacevole. Era l'albero più brutto che Yan avesse mai visto, tanto fasto che risultava però impossibile distogliervi lo sguardo.

Tutto ciò che lo indusse a voltarsi fu l'ansimare incontrollato di Owen, che a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti.

Yan lo sostenne. «Lasciati andare adesso e rimani lucido dopo.»

Così l'amico svenne.

James si avvicinò invece a Xerxes per afferrargli le mani, sporcandosi a sua volta col sangue d'elfo. Sollevò le dita e passò il dorso a intingergli la guancia.

Il principe tentò di ritrarsi. «C-che cosa stai...»

«Dobbiamo spaventarli anche alla vista» borbottò cupo James, prima di segnarsi tutto il volto col denso liquido verde.

Xerxes infilò le dita tra i capelli, calò i pugni e sollevò lo sguardo grigio, tanto terrificante quanto quello di un demone. «Torniamo al Rifugio ed equipaggiamoci, poi andiamo a salvare Skye e Nathan. Voglio distruggere quegli elfi, uno a uno.»

                                 *

Eh sì, a quanto pare gli elfi che erano stati così gentili si sono in realtà rivelati dei nemici.
Ve lo aspettavate?
O è stato uno shock?

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