Incontro amichevole

La Riserva Naturale era enorme: si andava dai boschi alla savana, alla steppa, fino alla tundra e ai ghiacciai, alle montagne, per poi scendere in corridoi di vetro circondati dall'acqua. Mentre camminavano, pesci e mostri marini di qualsiasi genere fluttuavano loro intorno: James riconobbe i serpenti marini, vide le rane pescatrici, vermi giganteschi e corazzati come armadilli, e c'erano anche spiritelli simili a piccole sirene ma imparentati con le rane – che Skye trovò molto più carini rispetto alle normali donne-pesce. Lì sotto Nathan rischiò di venire colto da un attacco di panico per la lontananza dalla superficie – o almeno per l'impressione. A quel punto re Vurwisch preferì uscire per evitare che collassasse e li portò alla spiaggia, dove Owen passò tutto il tempo a sorridere come un matto – dopotutto non vedeva una battigia da anni. A James ricordò quanto fosse stato felice lui nel rivedere la neve.

Abbandonarono la Riserva che era appena cominciato il tramonto, perciò ripresero la via per il palazzo, dove consumarono una cena sostanziosa che li rifocillò dalla stanchezza alle gambe.

Una volta terminato di mangiare, indossarono nuovamente gli abiti pesanti e si diressero in città.

Tutti erano vestiti nello stile tradizionale e con cappelli di pelliccia che erano stati donati anche ai ragazzi – e che James trovava ridicoli, ma comunque morbidi e utili per proteggere le orecchie dal gelo.

Le persone s'inchinavano beatamente al passaggio del loro sovrano, ma poi tornavano alle loro occupazioni come se nulla fosse, senza prostrarsi ad adularlo. Sembrava quasi che stessero salutando un caro amico che vedevano tutti i giorni d'abitudine.

C'era la fiera, sulla strada principale. Una festa di gente allegra, profumi forti, ghirlande colorate e musicanti scatenati.

Vurwisch introdusse diversi venditori e permise ai giovani di far spese, così James ne approfittò per comprarsi delle vesti più sobrie e stivali e scarpe della misura adeguata.

Skye trascinò gli amici a provare qualche dolcetto tipico della regione e tutti e sei si sfidarono a chi riusciva a tenere più a lungo una pallina frizzante in bocca. La sensazione fu quella di avere una fontana di vapore alla menta che grattava la parte interna delle guance. Quando a Yan cominciarono a fuoriuscire nuvolette di gelo dalle narici, Nathan fu costretto a sputare la pallina per scoppiare a ridere, e l'amico lo seguì subito. James sputò poco dopo Xerxes, le guance troppo formicolanti per poterlo sopportare. Alla fine, con incredulità di tutti, fu Owen a vincere.

Per fargliela pagare lo sfidarono a staccare un pezzo da una striscia di morbido cioccolato al lampone che sembrava però impossibile da dividere, e quando alla fine anche gli altri provarono fu tutto inutile – Skye ci rimase malissimo.

Trovarono poi un ambulante con una foca come famiglio. Avrebbe ricompensato chiunque fosse riuscito a tenere una palla in equilibrio sul naso, proprio come ci riusciva lei. I sei provarono, ma per quanto James fosse bravo nelle prove di equilibrio, scoprì di avere il naso troppo piccolo per una sfida del genere. Una volta cadutagli la palla, si divertì a passare in mezzo agli amici per sussurrare loro qualche stupidaggine, così da farli ridere e dunque perdere la concentrazione. Xerxes sembrava l'unico immune, fin quando James non cominciò a passargli gli indici sui fianchi e sotto le ascelle, e poco dopo si beccò una palla di neve in faccia.

In seguito il re li condusse in una piazza spoglia dalla neve, dove si stava svolgendo un duello a mani nude tra due ragazzi da poco divenuti adulti. Alcuni soldati rimanevano sulla circonferenza della piazza a osservare; Tushik era tra loro, intento a lisciarsi i baffi biondi mentre teneva gli occhi puntati sui due combattenti.

«Una volta al mese, in tutte le città si svolgono regolari duelli in amicizia, per dimostrare le proprie capacità» spiegò Vurwisch. «Alcuni dei miei soldati assistono, e se riescono a trovare un valido combattente, gli offrono la possibilità di unirsi alle nostre file. Abbiamo bisogno di uomini e donne valorosi.»

«Può partecipare chiunque?» domandò Nathan.

«Ma certo. Ti piacerebbe, ragazzo?»

Lui scoppiò a ridere. «No, no! Io non sono adatto. Ma credo che Cesare potrebbe cavarsela bene», e tirò una pacca a Yan. «Coraggio, amico mio, fa' una prova!»

Questi parve nervoso. «Sono piuttosto stanco, non mi va di...»

«Avanti! Non ti tirerai indietro, vero?» James gli sferrò un pugnetto al petto. «Ho proprio voglia di sgranchirmi un po'! Facciamolo, io e te. Prometto che ci andrò piano.»

Yan lanciò un'occhiata ai due giovani che se le stavano dando di santa ragione, e James non biasimò la sua esitazione. Dopotutto l'amico conosceva le sue capacità come avversario.

Alla fine però annuì sorridente. «E va bene, mi piacerebbe provare. Basta che non fai favoritismi solo perché sono io.»

«Ehi!» Quando Xerxes avvicinò la bocca all'orecchio di James, questi sentì scaldarsi dalla testa ai piedi. «Non avrai intenzione di combattere da bendato, vero? Potrebbero riconoscere le tue mosse e...»

«Mi sembrava di aver capito che qui nessuno conoscesse il Red Lion.»

Xerxes si azzittì, rilassandosi un poco. «Giusto, hai ragione...»

«Non combatterò da bendato, non svelo i miei segreti così facilmente. Ma le mie mosse sono le stesse. Non sarò brutale, mica voglio vedere Yan morto. Sta' calmo, principino. Ti faccio paura?»

«Non essere sciocco. Non intendevo questo.» L'amico gli afferrò il cappello e lo mise sotto al braccio. «Divertitevi.»

Non appena il duello terminò, mentre il vincitore veniva annunciato, Vurwisch fece un cenno ai soldati. A quel punto sospinse James e Yan al centro della piazza.

I due ragazzi si sistemarono l'uno di fronte all'altro, con la folla che si azzittiva alla vista di quei due sconosciuti.

Vurwisch annunciò i loro falsi nomi, ma James non ascoltò molto la presentazione: era più concentrato a studiare Yan, che piegava le gambe in preparazione.

Avevano già lottato l'uno contro l'altro, per tenersi in allenamento, ma a James veniva comunque spontaneo osservare i punti deboli del proprio avversario. Faceva sempre così, sbirciando da sotto la benda, prima di sistemarla completamente sopra agli occhi.

Non era abituato a lottare con la vista, ma non era la prima volta che ci provava, soprattutto contro Yan e Skye: rendere più forti l'olfatto e l'udito lo portava anche a rafforzare il proprio istinto animale, anche se rischiava così di diventare brutale. Gli era già capitato di far del male ai suoi amici, aveva faticato molto per trattenere la sua potenza.

Strizzò le palpebre, pronto a chiudere gli occhi non appena fosse stato in movimento.

Quando qualcuno urlò l'inizio della sfida, James si sentì particolarmente a disagio: era sempre stato Kayne a decidere quando un suo duello potesse cominciare.

Per un attimo l'adrenalina e la voglia di combattere calarono, ma quando Yan si lanciò in avanti, James si affrettò a tornare concentrato mentre schivava. Abbassò le palpebre fino a riuscire a scorgere solo una sottile striscia di mondo e ascoltò l'avversario che avanzava lentamente, in attesa di una sua mossa.

Eppure James rimase immobile, e Yan lo imitò, a fiato trattenuto.

Certo, ormai erano l'uno abituato alle tecniche dell'altro.

Ma il punto forte di James era che lui non seguisse alcun piano, soltanto l'istinto.

Nella lotta doveva essere così, al contrario di quanto i soldati potevano insegnare ai loro studenti. Le strategie servivano soltanto in preparazione a una battaglia o a un agguato, ma una volta in campo tutto doveva avvenire spontaneamente.

Tirò su col naso e ascoltò i piedi di Yan strusciare appena sul selciato... allora James scattò tra le sue gambe, lo sollevò e lo fece ricadere sulla schiena, trattenendosi per non fargli troppo male. Yan si aggrappò comunque alle sue caviglie, e quando James tentò di allontanarsi venne strattonato all'indietro. Riuscì a mantenere l'equilibrio, ma Yan si mosse velocemente per rotolare all'indietro e tirargli un doppio calcio al fondoschiena. James sibilò dal dolore e si contorse per sedergli sull'addome così da tenergli i polsi a terra. Yan si agitò nel tentativo di spingerlo via e gli tirò una testata al petto, ma l'altro riuscì a resistere senza troppi problemi.

Colpi del genere, soprattutto se sferrati senza vera forza, per lui non erano neanche pizzicotti, ma Yan spinse con tutto se stesso, tanto che James si ritrovò a impegnarsi più di quanto avesse immaginato.

L'amico ci stava davvero mettendo ardore. Ansimava come un forsennato, James percepiva il suo respiro insistente contro al viso.

Quando aprì gli occhi, vide Yan con uno sguardo veramente determinato, brillante come se di quella lotta ne valesse tutta la sua vita.

James spinse ancor di più per contrastarlo, allora l'amico si lasciò ricadere. Era una tattica, faceva finta di essere sfinito, così non appena James avesse mollato la presa, lui sarebbe scattato in avanti per atterrarlo a sua volta.

"Ti conosco troppo bene. E comunque, anche se funzionasse, non servirebbe a niente contro di me."

La battaglia era scontata, ma James amava combattere... e vincere.

Allora si alzò, un secondo prima che Yan scattasse in alto. Si allontanarono dunque l'uno dall'altro e cominciarono a girare intorno, senza togliersi gli occhi di dosso.

Yan ansimava non solo per la fatica, ma anche per l'ansia e la paura, a James era sempre capitato quando lottava nell'arena.

Ma che motivo aveva il suo amico per comportarsi in quel modo adesso?

Era un combattimento amichevole, lo avevano già fatto...

Si fermarono entrambi, stavolta persino Yan rimase immobile. James non udì alcun piccolo movimento da parte sua, neanche un accenno, come se fosse diventato una statua capace di respirare.

Ormai era da un po' che si trovavano in stallo, e James non aveva alcuna intenzione di attaccare per primo.

Eppure, da quando Yan sapeva essere così paziente?

«Può bastare!»

Si voltarono sorpresi, la folla che applaudiva mentre si riunivano agli amici e al re.

«Molto bene, giovanotti! Davvero un bellissimo incontro! Sono proprio orgoglioso!» Il sovrano li guardò con uno strano affetto. Dopodiché batté la mano sulla spalla di Yan. «Sai, Klaus è un avversario molto abile, ma tu sei riuscito a tenergli testa egregiamente, Cesare. Avrete avuto modo d'imparare ciascuno le tattiche dell'altro, ma ho notato che tu hai abbandonato i tuoi metodi combattivi all'ultimo momento e li hai adattati affinché Klaus non ti sopraffasse una seconda volta. Ragioni da saggio combattente.»

"Non si ragiona in combattimento!" pensò James, irritato. "Avete mai affrontato una lotta vera e propria? Senza possibilità di fuga? Senza troppa libertà di manovra? Facile per voi parlare! Avete persino la magia a disposizione!"

Tuttavia trattenne i commenti quando sentì il tono lusingato di Yan: «Oh, Maestà, non è stato niente di così eccezionale...»

«Ho notato in te uno stile di movimento tipico da soldato. Ti sei allenato per diventarlo, mi sbaglio?»

«Per diventare cavaliere, già. Ma non ho avuto modo di ottenere il sigillo.»

«Potresti ottenere quello del mio regno, se vuoi.» Vurwisch sorrise serafico quando Yan strabuzzò gli occhi con meraviglia. «Vorresti addestrarti?»

James s'irrigidì. Davvero Yan avrebbe accettato di allontanarsi da loro per trasferirsi a un'Accademia?

A quanto pareva sì, perché annuì ridente. «Sì! Assolutamente sì! Grazie, Maestà! Non sapete quanto questo conti per me!»

Allora Vurwisch chiamò a sé Tushik. «Voi due fate una chiacchierata, prima di rientrare a palazzo.»

«Ma sei fuori di testa?!» sibilò invece James a bassa voce, con Yan che lo fissava sorpreso. «Prendi e te ne vai così?!»

L'amico sembrò non capire, ma poi sorrise e gli fece cenno di calmarsi. «Ehi, guarda che qui a Finwzima non ci sono le Accademie. L'addestramento avviene sul posto, gli apprendisti seguono guardie e cavalieri al lavoro. Ovviamente non vengono inviati in battaglia se non sono pronti. Mica vi abbandono, scemo!»

James si tranquillizzò e sbuffò forte. «Scusa, eh! Visto i trascorsi...»

Stavolta Yan lo ignorò e si allontano con Tushik, trotterellandogli al fianco come un bambino.

"Però! Adesso si fida così facilmente? Quel ragazzo è l'incoerenza fatta persona!"

Intanto Owen pungolava il petto di Nathan. «Faceva tutto parte del tuo diabolico piano, di' la verità!»

L'altro ridacchiò. «Modestamente, sono un genio!»

«Uhm, era quello il tuo piano?» James si sentì un po' un idiota. Lui non si era reso conto di niente, aveva combattuto per il semplice gusto di farlo, senza pensare all'occasione presentatasi a Yan.

Ecco perché l'amico si era impegnato così tanto.

«Tranquillo» gli sussurrò Nathan. «Non avrebbe mai accettato una falsa vittoria. E si è impegnato più a fondo, così ha dimostrato la sua "abilità magica".»

Si riscossero quando Vurwisch batté le mani per richiamare la loro attenzione. «Klaus, ragazzo, anche tu sei bravissimo a combattere. Se desideri addestrarti insieme al tuo amico, anziché lavorare alla Riserva, dimmelo pure.»

James avvertì un formicolio strano percorrergli la spina dorsale. A dire il vero, da piccolo sua madre aveva cominciato ad allenarlo cosicché potesse fare richiesta all'Accademia dei cavalieri. Per qualche periodo era stato quello il suo obbiettivo.

E a pensarci adesso, la prospettiva non sembrava così male. Inoltre, avrebbe potuto rimanere insieme a Yan.

Però, come avevano ribadito poc'anzi, il suo amico seguiva un metodo di combattimento adatto a un soldato meritevole di un esercito, e James non era certo che sarebbe riuscito ad adattarsi. Oramai era troppo legato allo stile scatenato e selvaggio, certe volte gli veniva addirittura da piegarsi su quattro zampe.

Dunque, seppur con una goccia di rammarico, scosse la testa. «No, grazie, l'esercito non fa per me. Ma Cesare sarà sicuramente un buon cavaliere, credetemi.»

Il re annuì, per poi rivolgersi a Nathan e Xerxes: «Dunque siete rimasti voi due a dover ricevere un lavoro».

«Vostra Maestà,» si fece subito avanti Nathan, «ecco, i-io volevo farvi sapere che un tempo ero un messaggero.»

Le palpebre del monarca sbatterono per la meraviglia. «Davvero?»

«Sì. Se volete, potrei... ecco, so di essere uno straniero, però potrei esservi utile. E-e se arrivassero messaggi... importanti...» deglutì schiarendosi la gola, forse un po' troppo forte, «magari riguardo anche alle ultime novità più delicate...»

"Nathan sarebbe il primo a saperlo!" comprese James. A pensarci bene, sarebbe stato un sollievo: se qualcuno, magari un Cacciatore Oscuro, fosse stato nei paraggi e avesse mandato una lettera per discutere di un attacco contro i "bestia", Nathan avrebbe potuto mettere subito in guardia gli amici.

Vurwisch si stava lisciando la barba. «Devi avere un cervello molto scaltro, ragazzo. Sì, forse è bene che il tuo talento non venga sprecato. Ma, come tu stesso hai ribadito, sei straniero, dunque non posso affidarti un incarico di tale importanza senza prima farti attraversare studio e apprendistato, in particolare riguardo le nostre regole. La gente non si fiderebbe troppo.»

«Sicuro. Presterò attenzione.»

Vurwisch sorrise bonario, per poi voltarsi verso Xerxes. «Dunque rimani solo tu. Stavo pensando alle cucine. Che cosa ne pensi?»

«L-le cucine? Maestà, aspettate un secondo, per piacere...» lo implorò il ragazzo. «Non dico di non saper cucinare, però pensavo a qualcosa... in ambito costruttivo, ecco...»

James parlò prima che potesse farlo Nathan: «Atsu è un bravissimo inventore, sa costruire tantissimi gingilli utili. È davvero geniale. Se lo mettete nelle cucine, Maestà, perderete un artigiano di talento!»

Vurwisch ridacchiò ancora. «È così, eh? Interessante. Beh, sì, potresti lavorare nelle fucine o in falegnameria. Ti affiderò a un mastro disposto ad ascoltare una mente giovane qual è la tua.»

Xerxes tirò un lungo sospiro di sollievo ed emozione. «Grazie. Non vedo l'ora.»

«Dunque è deciso!» tuonò contento Vurwisch. «Imparerai in fretta!» e, detto questo, si allontanò a parlare con le sue guardie.

James mise un braccio attorno alle spalle di Xerxes, il quale gli riservò un'occhiata colma di gratitudine.

                                  *

Vi è piaciuto questo scontro tra James e Yan?
Sembra che alla fine tutti e sei i ragazzi siano sistemati, e dal prossimo capitolo si comincia a lavorare!
Intanto che ne dite se vi mostro i volti dei nostri cari protagonisti... e anche come appaiono agli altri grazie alla magia di Vyra?🤭
Immagini create da un'intelligenza artificiale, questi sono...

James e Klaus

*


Xerxes e Atsu

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Owen e Michael

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Skye e Klara

*

Yan e Cesare

*

Nathan e Ghoda

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