Cap 5

Il ristorante si rivelò un piccolo negozio al lato della strada, con una grande insegna che Baimai decifrò come "ristorante Wamming".
Kiku e la segretaria si sedettero lì, a parlottare mentre aspettavano i loro piatti
«Ma perché eri così spaventata, prima?» domandò la tengu, provando a immaginare cosa fossero alcuni piatti.
Baimai, che stava allegramente ordinando a ruota libera, sussultò di colpo
«Ecco... soffro di vertigini» disse la ragazza, aggiustandosi gli occhiali «soffro moltissimo di vertigini! Non riesco ad affacciarmi dal secondo piano di casa mia»
Kiku inclinò la testa, così sorpresa da non saper che dire.
Aveva sentito persone con quel problema, ma non lo aveva mai capito del tutto. Come si facesse ad aver paura dell'altezza, quando era così meraviglioso poter guardare il mondo dall'alto, le era incomprensibile
«Scusa ma» iniziò Kiku «se hai così paura, perché lavori nella Camera?»
Baimai sospirò a fondo, sconsolata
«Ho fatto l'esame statale, e sono andata... troppo bene» scosse la testa, incredula lei stessa «le dieci migliori vengono prese nella Camera di Giada; io miravo al Padiglione, ma... mi sono fatta trasportare ed ho risposto a troppe domande»
Kiku, che aveva perso il filo del discorso, si limitò ad annuire, non sicura di cosa dire.
Lei aveva avuto una paura terribile, l'ultima volta che aveva sostenuto un qualche esame, e già il passarlo le era sembrata una benedizione.
Intanto, il cuoco annunciò che i piatti erano pronti, e Kiku si avvicinò al bancone
«Ehm... tutto bene?» fece Baimai, guardandola interrogativa
«Si perché?» domandò Kiku «sono troppo vicina? Scusami»
«No anzi... sei a tre braccia di distanza!» ridacchiò Baimai «ti puoi avvicinare, o vuoi urlare?»
Kiku sbuffò, in imbarazzo
«Ecco... è un classico problema! Che intendi per "vicino"? Un braccio? Un'ala?»
Baimai rise di gusto, mentre il cuoco la guardava interrogativo. La segretaria si avvicinò, a meno di un braccio di distanza
«Così va bene, abbastanza vicine da parlare, abbastanza lontane da non darci gomitate»
Kiku annuì, per nulla sicura. Ma quello delle distanze era un problema esclusivo dei tengu, quindi non c'era necessità di asfissiare l'altra.
Per questo, Kiku si godette il sapore della cucina straniera, gustandosi con serenità le tante varietà di tofu che le venivano offerte
«Ah... mangiare qui è sempre un piacere!» mugugnò felice Baimai «è un peccato che le altre non siano venute...»
«Vero! Devo raccomandarlo a miss Kujou! Le piacerà di certo, anche se è molto dolce» continuò a mangiare euforica, anche se notò una strana espressione sul volto di Baimai
«Quelli sono ravioli di giada?» chiese la segretaria. Kiku annuì, mangiandone uno con espressione deliziata
«L'hai chiamato così, si; questa... marmellata violacea, cos'è? Non sembrano more»
Baimai divenne pallida, balbettando qualcosa di poco comprensibile
«Non vuoi saperlo...» disse alla fine, allontanando il suo piatto.
Kiku non fece in tempo a rispondere, che una ragazza sbucò da dietro il bancone, gli occhi sfavillanti e due trecce raccolte dietro la testa
«Melmoso di elettro!» disse euforica «allora com'è?»
Kiku sentì lo stomaco ribaltarsi e strizzarsi. Allontanò il piatto con cautela
«In effetti... non volevo saperlo...» balbettò
«Eh!? Ma...» la giovane cuoca sembrava ansiosa, anche se non offesa dal commento
«Xiangling!» urlò il cuoco alla ragazza «hai fatto di nuovo esperimenti?! Te l'ho detto mille volte: non devi usare i clienti come cavie!»
Mentre il cuoco strigliava Xiangling, e Baimai si scusava con inchini profondissimi, Kiku si divise tra il bisogno di ridere e quello di allontanarsi da lì
«Dai dai dai... andiamo a bere!» fece Baimai alla fine, illuminandosi «si! Una bevuta alle tre ciotole, e passa tutto!»
La tengu non si oppose, si limitò a seguire la segretaria, pregando la Shogun Onnipotente che non ci fosse succo di melmoso o roba simile.
Il locale dove Baimai la portò era decisamente più lussuoso, con tavoli raffinati e pannelli di legno decorato nella sala.
Incensi profumati le solleticavano il naso, e un gruppetto di suonatori riempiva il brusio delle conversazioni
«Peccato, pare che il signor Tian non ci sia» fece Baimai «volevo farti ascoltare le sue storie, ne sa di ogni tipo, ma le migliori sono quelle sul Signore di Geo»
«L'arconte, giusto?» disse Kiku, drizzando le orecchie. L'idea di sentire qualcosa su un altro dei Sette la intrigava, anche se dubitava sarebbero state meglio di quelle sulla Shogun.
Anche se era meglio non dirlo
«Mastro Tian si è preso una pausa» disse una cameriera, mentre portava una bottiglia di liquore.
Per un poco si scambiarono storie sui rispettivi Arconti, poi Baimai si illuminò di colpo
«Che fortuna!» disse, per poi alzarsi e tornare con un uomo alto al seguito.
Kiku sorrise al nuovo venuto. L'uomo era alto, con una lunga coda di capelli scuri, vestiva con abiti eleganti ma dal taglio semplice, bronzo e oro, e portava una visione Geo alla cintura
«Ti presento il consulente dei servizi funebri Wangsheng» disse Baimai «il signor Zhongli»
Kiku sorrise e strinse la mano guantata dell'uomo
«Molto lieta, Kyujitai Kiku, yorichi dell'esercito della Shogun Onnipotente»
Una luce strana balenò negli occhi dorati dell'altro, troppo veloce perché Kiku capisse cosa fosse
«Da Inazuma, è meraviglioso avere ospiti da così lontano» disse Zhongli, con una voce calma e lenta.
Kiku sussultò senza volerlo. Non era mai stata alla presenza della Shogun, ma aveva lavorato a volte per la Guji del santuario di Narukami.
Lady Yae aveva cinquecento anni, anche se non lo dava a vedere, ma quell'uomo davanti a lei era più vecchio, così vecchio da far sembrare la Guji una bimba piccola
«Così vorreste delle storie sul Signore di Geo?» chiese ancora Zhongli, che pareva non accorgersi dei suoi dubbi
«Si, qualcosa di intrigante per la nostra ospite» disse Baimai, rilassata
«Una storia qualsiasi va bene» disse Kiku, un po' più sulla difensiva di quanto volesse
«Purtroppo temo che tutte le storie che racconterei sarebbero simili a quelle che conosci già» fece Zhongli, bevendo con calma il suo liquore «potrei raccontarti degli adepti»
Kiku annuì, interessata. Perfino nelle isole erano arrivati racconti su quelle creature misteriose, a metà tra divinità e yokai, che potevano usare gli elementi anche senza le visioni, e che si diceva avessero combattuto millenni prima nella Guerra degli Arconti
«I principali adepti sono Vestale delle Nubi, Raminga dei Sentieri, Scultore della Luna e Forma Montagne» iniziò Zhongli, per poi proseguire in racconti su ognuno di loro.
Mentre ascoltava, incapace di distogliere l'attenzione, Kiku ebbe l'impressione che quell'uomo avesse incontrato le divinità di cui raccontava, avesse parlato con loro. Forse era uno di quei loro discepoli, che si diceva potessero fare cose incredibili, come il Viaggiatore che aveva affrontato la Shogun
«Credo, ma è un mio pensiero» terminò Zhongli «che presro potrete forse vederne qualcuno, o magari uno dei loro discepoli»
«Giusto!» disse Baimai, le guance scarlatte per l'alcol «ci sarà un gran torneo di arti marziali! Di sicuro ne verrà qualcuno!»
Kiku annuì, eccitata. Forse avrebbe potuto vedere qualcosa di davvero incredibile.
Quella missione diplomatica forse non sarebbe stata così noiosa in fondo.

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