Cap 11
Essere di pattuglia la sera era noioso, ma meno stancante di altro.
Satoru, in realtà, lo apprezzava. Di sera passavano meno persone, cosa che gli fruttava meno occhiatacce alle due corna.
Stare davanti la porta dei loro alloggia, a braccia incrociate, guardando torvo chiunque si avvicinasse, era un ruolo fatto apposta per lui. Una volta quella battuta lo rattristava, adesso la apprezzava. Così come apprezzava le pacche sulle spalle dei commilitoni, mentre tornavano da un giro per le strade del porto di Liyue.
Satoru non aveva nessuna voglia di gironzolare per la città. Aveva passato due giorni chiuso in camera, a smaltire il mal di mare, e quando si era affacciato dalla camera aveva terrorizzato una inserviente.
Sbuffando, l'oni aveva deciso di girare il meno possibile, così il capitano lo aveva "riciclato" come guardia notturna.
Nessuno sarebbe stato così stupido da assalire I quartieri dei samurai, ma la prudenza non era mai troppa. Quei pochi cittadini di Liyue che si avvicinavano troppo se ne andavano dopo una lunga occhiata, Satoru era più alto di tutta la testa rispetto a loro, con le corna dipinte di rosso sangue lunghe un palmo che spuntavano dai capelli candidi.
Un chiacchiericcio allegro gli fece muovere gli occhi.
Da una stradina laterale spuntarono Kiku e un'altra ragazza, vestita come le segretarie della Camera di Giada
«Satoru!» disse la tengu, saltellando come pronta a spiccare il volo «il capitano! C'è il capitano?»
L'oni si irrigidì un momento, ma quando le due ragazze gli si fermarono davanti, entrambe con gli occhi luminosi come lampade, capì che non c'era nessun pericolo imminente.
Arrossendo un poco, Satoru tossicchiò prima di parlare
«È a cena con dei mercanti» disse, senza guardare Kiku negli occhi «ti serve qualcosa?»
La tengu parve precipitare al suolo
«Mi serve un permesso! Il clan Maku fa una... rappresentazione marziale, e Suirao ci ha invitate!»
Satoru, che non aveva idea di cosa stesse parlando, si limitò ad annuire.
Non gli piacevano quelle sorprese all'ultimo momento, e quel Suirao, che non aveva mai sentito, già gli era antipatico; ma poteva vedere la delusione sul volto di Kiku, cosa che lo fece riflettere in fretta
«Lei è una funzionaria, giusto?» chiese alla ragazza di Liyue. Quella, che si era persa per un momento a fissargli le corna, sussultò e si aggiustò gli occhiali, imbarazzata
«Si, Baimai, molto piacere» disse
«Mikoshi Satoru» fece l'oni «se anche lei va a questa "rappresentazione", possiamo considerarla parte dello scambio culturale»
Le due si guardarono un momento, per poi dire all'unisono
«Quindi possiamo andare?»
Satoru si limitò ad annuire, più per nascondere le guance imbarazzate che altro
«Perché non vieni anche tu?» fece Kiku. L'oni sussultò e quasi saltò in aria
«Io... io sono di guardia» disse, accennando alla porta alle sue spalle
«Oh andiamo!» Kiku gli si appese alla manica, iniziando a tirarlo giocosamente «trova qualcuno che ti sostituisce! Non puoi passare tutto il tempo qua dentro!»
«Mi scusi, signor Mikoshi» si inserì Baimai «ma credo che la presenza sia di una tengu che di un oni, entrambi yokai di Inazuma, sarà un'eccellente rappresentanza del vostro popolo»
Satoru aprì la bocca per ribattere, ma l'altra fu più veloce
«Senza contare che qualcuno sembra tenerci molto a partecipare assieme a lei...»
Satoru si fece rosso in volto, balbettando qualcosa
«Eh? cosa? Io?» Kiku parve capire in quel momento che il "qualcuno" era lei, e colse la palla al volo «si si si! Certo che voglio andarci con te! Andiamo andiamo!»
Di fronte a quella insistenza, e di fronte alla possibilità di passare una serata con Kiku, Satoru capitolò.
Trovato un altro samurai che facesse la guardia, e assicuratosi che il capitano non sarebbe tornato prima di domani mattina, si avviò dietro le due ragazze.
Dopo qualche passo, vide Baimai piegarsi all'orecchio di Kiku, sussurrandole qualcosa. L'oni drizzò le orecchie, ma non sentì nulla.
Qualsiasi cosa fosse, Kiku ridacchiò, si voltò verso di lui, poi sussurrò veloce qualcosa di rimando alla segretaria
«Posso far qualcosa?» chiese Satoru, grattandosi un corno
«No no» ribatté Kiku «niente di niente...» quel tono civettuolo gli fece capire che era diventato l'argomento delle loro discussioni.
Satoru non poté evitare di esserne lusingato e terrorizzato assieme.
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