Cap 1

Il pubblico applaudì soddisfatto.
Il terzetto di bambini in prima fila lo fissava estasiato, e lui sorrise, continuando la sua esibizione.
Le quattro piccole sfere che stava facendo roteare in aria accelerarono, fino a confondersi tra di loro. Feiying fece l'occhiolino al pubblico, preparandosi per il gran finale.
Mentre passava le palline dalla mano destra alla sinistra, Feiying concentrò un poco di fiamme sulla seconda mano. La stoffa si incendiò di colpo, lasciando solo quattro piccole palle di fuoco che volteggiavano nell'aria.
Gli spettatori applaudirono soddisfatti, mentre Feiying fingeva di far cadere i globi infuocati, per poi calciarli in alto e farli sparire uno ad uno, schiacciandoli con le mani.
I tre bambini furono i primi a gettare monete sonanti nella ciotola, seguiti con un poco di esitazione da un gruppetto di adulti. Feiying fece l'occhiolino a una ragazza carina, cosa che fece arrossire lei e rabbuiare il tizio accanto a lei
«Grazie a tutti! Grazie a tutti!» disse Feiying, mentre la folla si disperdeva e lui poteva contare le monete in santa pace.
Non un grande tesoro, una ventina di mora, ma quanto bastava per un buon pranzo alla sala da the.
Sgranchendosi gli arti, Feiying passeggiò per il piccolo villaggio di Qingce, salutando quei pochi vecchietti che ancora si ostinavano a rimanere lì.
La piccola sala era mezza vuota, come sempre, tranne una coppia di viaggiatori venuti a salutare un lontano parente. Così, il giocoliere si sedette al primo tavolo libero, iniziando a contare i suoi mora.
Trattenne a stento uno sbuffo irritato.
Undici miseri mora, che bastavano appena per pagare il pasto.
Feiying si grattò il mento, pensieroso. Le sue possibilità si stavano riducendo sempre di più. Fare l'artista di strada in quel piccolo villaggio stava esaurendo la sua utilità, troppi spettatori vecchi che non davano nulla, perché nulla avevano, e troppi pochi visitatori che si potevano interessare a un giocoliere al lato della strada
«Che brutta faccia» disse nonna Ruoxin, sedendosi lentamente davanti a lui
«Ho solo questa» rispose Feiying, mettendo su il suo miglior sorriso «come mai qui?»
«È ora di pranzo» ridacchiò la vecchia. Intanto, il cameriere era venuto e se ne era andato con il loro ordine.
Feiying si morse un labbro, per non reagire al vassoio della vecchia. Lui aveva dovuto prendere il the più economico, lei quello più costoso. Essere il capo di quella piccola comunità, e avere un bel po di soldi da parte, doveva aiutare molto
«Ho sentito che stai attraversando un periodo difficile» proseguì Ruoxin, sorseggiando il suo the
«Le cose viaggiano più veloci del previsto...» borbottò Feiying, bevendo lentamente.
Aveva un vuoto al posto dello stomaco, e avrebbe voluto colmarlo in fretta, ma così facendo avrebbe solo potuto fissare la vecchia signora che mangiava davanti a lui
«Già, ad una certa età puoi solo spettegolare» disse lei «in ogni caso, non sta bene che tu faccia la muffa qui, prima del tempo»
«Beh, non mi vengono in mente altre idee» fece Feiying, grattandosi la gamba, all'altezza della cintura.
La vecchia Ruoxin lo fissò, socchiudendo gli occhi
«Potresti andare al porto di Liyue» disse alla fine «a un mio amico farebbe piacere avere un artista come te»
«E questo amico chi sarebbe?» chiese Feiying, sospettoso. Non voleva scambiare fare il mezzo mendicante in quel pacifico villaggio, con tutti i suoi problemi, con farlo nella frenetica città
«Fan Er'ye» disse la vecchia «il proprietario della sala da the Heyu»
Feiying quasi sputò il the. Si era aspettato il nome di un qualche ristorante sconosciuto, non che la vecchia Ruoxin potesse metterlo in contatto con la miglior sala da the della città
«E... e dici che mi assumerà davvero?» disse Feiying, provando a capire se l'altra lo stesse prendendo in giro
«Ah beh, per quello dovrai vedertela tu» sghignazzò nonna Ruoxin «io ti posso solo dare una lettera per lui»
Mezz'ora scarsa dopo, Feiying stava saltellando euforico lungo la strada, lontano dal villaggio di Qingce. Ci aveva messo pochissimo a radunare le sue cose, che ondeggiavano in una piccola sacca sulle sue spalle.
Era da molto, molto tempo che non si sentiva così vivo.

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