Lei

Pov Nicole

A volte mi domando come sia possibile non amare una persona così dolce, sensibile e amorevole come la ragazza che illumina i miei giorni tra i banchi di scuola. Ci conosciamo da otto anni ormai. Già dal primo giorno della scuola media, quando i nostri sguardi si sono incrociati, il mio cuore ha iniziato a battere solo per lei. Ma ancora non lo sapevo.

Ero solo una ragazzina che non conosceva i segni di qualcuno che è innamorato. Così sono cresciuta senza dare nome a quello che provavo. Perché per me c'era solo lei, era il mio unico pensiero ed era una cosa normale da provare tra amiche, o così mi auto-convincevo.

Con il tempo cresci ed entri a contatto con il mondo reale, abbandonando la bolla dell'infanzia, e iniziando a sentirti grande. Inizi a vedere anche gli altri intorno a te cambiare, il trucco delle ragazze alle prime armi, il primo amore, il primo ragazzo o ragazza. È in questo modo che ho capito che a me non piacevano solo i maschi. Mentre le mie compagne del liceo sbavavano su Harry Stiles, o come lei su Dylan O'brien, io ero più in fissa con Ruby Rose e Kristen Stewart. Così, dopo studi su me stessa, una cotta per una compagna di classe, eccomi qui a definirmi come bisessuale.

Ancora ricordo l'ansia, l'agitazione che ho provato quando ho voluto fare coming out con Diana, la ragazza che ancora non mi ero accorta di amare, camminando per strada con lei che faceva nomi maschili dopo che le dissi di avere una cotta per qualcuno. Senza pensarci, quando i nomi dei ragazzi della classe in elenco finirono, iniziò quelle delle ragazze. Per lei non è mai stato un problema la mia sessualità. Ma ora, sedute ai banchi accanto alla finestra della classe, con un segreto nel cuore, mi vedrebbe sempre allo stesso modo se glielo dicessi? Come potrei dirle che mi sono resa conto di amarla, e che in tutte le storie sentimentali che ho avuto ho continuato a pensare a lei?

- Vale?- mi chiama con il mio secondo nome, cosa che permetto solo a lei e a nessun altro. In mano ha il suo cellulare con cui è intenta a messaggiare con il suo ragazzo probabilmente. A pensarci, il fatto che stesse con un ragazzo del genere mi urtava da impazzire. Andiamo, uno di nome Rocco come si può non odiarlo? Uno che si crede chissà chi, un metallaro mancato e con quel volto da spaccone? Come può anche solo competere con la delicatezza e i lineamenti armoniosi di lei o anche semplicemente l'eleganza del nome Diana? Ok, forse mi starà antipatico dato che è il ragazzo della tipa che mi piace, ma sempre un idiota rimane.

- Hai da fare oggi?- mi chiede con la sua voce dal solito tono gentile. Già sentendo solo la sua voce penso che sia adorabile.

- Non penso perché?- le rispondo staccandomi dagli schizzi che stiamo facendo e fissandola. E nel farlo, penso che la frangetta che si è fatta fare qualche giorno prima le doni molto, anche quelle ciocche bionde a contrasto con il resto della chioma castana.

- Volevo andare in libreria a prendere un nuovo libro, non ho voglia di andare da sola.- mi dice con gli occhi quasi a cuoricino. Sì, Diana è una pazza amante dei libri. Non so come faccia a leggerne così tanti, io sono ferma ancora allo stesso libro da tre anni che ho ritrovato da poco nello zaino. L'avevo completamente dimenticato. Ma lei, non dimenticherebbe mai di leggere un libro. Magari ne inizia uno e poi lo lascia in sospeso per iniziarne un altro, scatenando dissenso dalla nostra amica che sta ancora aspettando di vederla concludere il primo libro di Percy Jackson.

- Va bene.- le dico contenta di passare del tempo con lei. Dovrei essere più felice quando sto tutto il giorno con il mio ragazzo, ma invece no, perché il mio cuore è solo di quella ragazza amante di Stitch, ormai si è capito.

- A che punto sei?- le domando osservando il suo foglio pieno di righe e colori.

- No penso di non esser messa tanto male, se pomeriggio dopo la libreria continuo riesco a finirla.

- Io farò nottata.-

D'altronde, io faccio sempre nottata per finire questi maledetti disegni, prendendo voti alti e sentendo le lamentele di Diana e le nostre amiche sedute dietro di noi che non finiscono di infastidirsi a vicenda. E hanno iniziato a prendere di mira anche me, specialmente Elena che mi arriva da dietro e mi fa saltare in aria incidendomi i fianchi con l'indice, Giulia che ride assieme a Diana nel mentre. Perché mi spavento per nulla?

- Ehi guarda che figo!-

Diana mi si avvicina con il telefono in mano per mostrarmi un video a cui non presto realmente attenzione, troppo presa dal suo profumo inebriante che mi annebbia la mente. Ormai sono troppo andata, questa ragazza è la mia rovina. Come posso rimanere lucida con lei attorno? Senza rendermene conto mi ritrovo a fissarla e la mia mano si muove da sola, raggiungendo il suo volto e lasciandole una carezza lieve sulla guancia, la sua pelle morbida e chiara. Quando ritorno in me faccio finta di niente e ritorno a guardare il video. Se mi chiederà qualcosa le dirò che mi era sembrato di aver visto qualcosa tra i suoi capelli. No chi voglio prendere in giro? Non mi crederà mai, sono una frana nel mentire!

- Finalmente pausa!- sento esclamare da Giulia dietro di me dopo che la campanella dell'intervallo si è messa a romperci i timpani. Mi volto verso di lei levandomi le Airpods, sono parte integrante di me a momenti.

- Tu cosa hai fatto fino ad ora?- le domando cercando di non incrociare lo sguardo di Diana che anche lei si è voltata indietro.

- Nulla.- ride Giulia, e la risposta di Elena non tarda ad arrivare.

- Come nulla? Hai fatto un bordello di roba, io sono ancora ferma qui!-

- Ma dove che ho cazzeggiato tutto il tempo sul telefono?-

- Non è che io fossi da meno eh.-

- Sta zitta tu che hai quasi finito.-

- Dove?-

E ricominciano a menarsi e a colpirsi a vicenda, almeno fin quando Elena non tira fuori del cibo e lo lancia sul banco a Giulia e tornano angeliche. Ma durerà poco. Diana nel mentre si è alzata in piedi e la lascio passare, per poco non mi fa cadere l'acqua sporca di acquerelli addosso e nemmeno se ne accorge.

- Vado a pulire i pennelli.- dice lasciandoci e uscendo dall'aula, diretta verso i bagni.

- Nicole.- mi chiama Elena con tono... malizioso? Strano? Perché mi fissa in quel modo che non mi piace, così come la sua amica-nemica accanto?

- Che c'è?- dico come se non fossi agitata.

- Cos'era quella carezza tenera?-

O cazzo, mi ha vista? A peggiorare le cose ci pensa Giulia.

- Poi la guardavi con uno sguardo rapito.-

Continuano a fissarmi con quel sorrisetto che non mi piace, inizio a sentire troppo caldo.

- Oddio ora abbiamo il ******, meglio se sistemo tutto.- cambio argomento prendendo il mio bicchiere e i miei pennelli, scappando in bagno. Alla soglia però mi blocco. Avevo dimenticato che Diana fosse lì.

- Ehi, me lo dicevi te li lavavo io.- mi dice quando vado al lavandino accanto al suo facendo finta di nulla notando ciò che ho in mano.

- Tranquilla, tanto mi dovevo sgranchire le gambe dopo tre ore seduta.-

In silenzio, finisco di sistemare le mie cose, aspettandola poggiata alla parete stanca non avendo dormito molto. Non che la cosa fosse una novità. Forse però sarei dovuta andarmene via da lì, Diana aveva iniziato a ballettare un po' mentre cercava di lavarsi le mani dai colori e la cosa non mi piaceva. O meglio, mi piaceva fin troppo da detestarlo. Quando sentii male al labbro mi resi conto che me lo stavo mordendo, il mio sguardo fisso su di lei. Iniziavo a sentire caldo, troppo caldo.

- Stai bene?- mi chiede quando si volta. Poi, dopo le sue parole, il mio corpo reagisce da solo, senza controllo, le afferro il braccio e la trascino con me in uno dei bagni, con fretta lo chiudo a chiava e senza nemmeno darle il tempo di rendersi conto in cosa sia finita le mie labbra e le sue si uniscono. Nemmeno io ci faccio caso, la mente troppo offuscata dal profumo della sua pelle, il suo calore, la sua vicinanza, fin quando non sento la sua mano tra i miei capelli scuri.

Mi stacco da lei quasi impaurita, cosa ho appena fatto? A parte buttare anni della nostra amicizia? Non riesco nemmeno a parlare, a chiederle scusa, il mio cervello in riesce a elaborare nessuna scusa plausibile. E poi, che scusante avrei? Avevi qualcosa nell'occhio?

Il silenzio tra noi è troppo da sostenere, l'agitazione mi sta assalendo, mi logora, non riesco a fare altro che fissare il pavimento. Però, sento che mi sta fissando. Perché non dice niente? Non mi urla nemmeno addosso parole di odio? Le sue mani mi distraggono, prendendo il mio volto e unendolo di nuovo al suo. Non sto capendo cosa vuole fare con quel bacio ma sono troppo in sua balia, e voglio di più. Ho sempre voluto di più, non volevo una semplice amicizia tra noi, l'ho sempre sognato, bramato.

La sento sospirare quando la prendo per i fianchi e la avvicino a me, staccandomi dalle sue labbra per baciarle il collo. So che è un suo punto debole, non so come, ma lo so. Forse, in tutti gli anni che l'ho osservata, ho conosciuto il suo corpo ancor prima di toccarlo come sto facendo ora.

- Non fare la timida.- le sussurro all'orecchio con un audacia che non sapevo di possedere. Sento che si sta trattenendo dal non lasciarsi sfuggire alcun suono dalla bocca. La osservo un momento perdendomi nei suoi occhi scuri, le guance sono arrossate e noto il suo imbarazzo. Per un attimo ritorno in me.

- Quindi l'anno scorso, quando abbiamo fatto la foto di classe a tema matrimonio e abbiamo fatto finta che tu mi chiedevi di sposarti, pensavi davvero di voler stare con me?- mi domandò, la sua voce carica di imbarazzo. E io non ero da meno, passandomi una mano tra i capelli.

- B-bhe, ecco...-

Non mi diede il tempo di rispondere che ricominciò con altre domande.

- Anche la nostra foto come sfondo del telefono. O quando guardi male il mio ragazzo, quando mi accompagni in libreria... Lo fai perché... Ti piaccio, vero?-

Non riesco a rispondere a parole, motivo per cui annuisco e lei arrossisce ancora di più. Ed evita il mio sguardo. Perfetto, ora mi odierà.

- In realtà, non sei stata l'unica a tenerti dentro ciò che provavi. Anche tu mi piaci. Solo che non sapevo come dirtelo, vedevo che ti comportavi in modo strano con me intorno, e poi c'è la questione di...-

Non la lascio finire, non voglio sentire quel nome che mi da sui nervi. Penso solo al fatto che stia baciando la ragazza che mi ha sempre fatto battere il cuore. E la voglio, voglio che sia mia e non di quell'imbecille che non sa come prendersi cura di lei.

- Non osare nominarlo.- le dico quasi minacciosa, la rabbia che si insinua nel mio corpo. Da quando sono così? Non lo so, ma non mi dispiace. E non la lascio nemmeno ribadire qualcosa che mi accanisco ancora una volta sulle sue labbra calde e morbide, la sua schiena contro il mure freddo. Stavolta però, la mia mano vaga sul suo corpo, sulla cintura. Lei non mi ferma, non vuole che io mi fermi. E la cosa non mi dispiace per nulla. Così, mentre slaccio i suoi jeans insinuandomi in essi, la mia mente vaga in tutte quelle volte che l'ho sognata, e che ho voluto sentirla gemere il mio nome.

- Siamo a scuola.- mi sussurra lei con le mani tra i miei capelli mentre le lascio un segno sul collo di cui Rocco sarebbe geloso, o furioso. Ho completamente dimenticato di essere nei bagni della scuola. Poco mi importa.

- La scuola serve per fare nuove esperienze, vedila così.- le dico con voce roca. Questa giornata penso che nessuna delle due riuscirà a dimenticarsela.

_______________________________________
Ehila! Non è una nuova storia, né una raccolta di one shot, né un capitolo per un concorso o uno scambio. È solo una cosa che ho scritto con la complicità di LadyFery dopo che abbiamo visto la nostra amica Nicole (che non ricorda il suo nome su wattpad) accarezzare DianaFanelli come aspetta mentre lavoravamo. Abbiamo iniziato a fantastica e questo è il risultato. E grazie a questo, ho provato ad usare per la prima volta la prima persona per narrare e... Non lo farò mai più. Non mi ci ritrovo per niente ahahah. Siamo dementi sì, ma non è una novità. Ah la foto a tema matrimonio è vera ahahaha

Tadaaaa!!!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top