•Capitolo 9•

"Camila ma che stai facendo?" -dissi paralizzata al muro, non sapevo che fare.

"Perché mi hai ignorata per tutti questi giorni?"- disse decisa.

"Non ti ho ignorata, avevo da fare"

"Ah si? Davvero?"

"S-si"- mormorai.

"Vedremo se adesso hai da fare"- disse al mio orecchio per poi lasciare un leggero morso.

Presi coraggio e mi girai di scatto verso la latina.

"Che hai intenzione di fare?"- dissi guardandola negli occhi con aria di sfida.

"Potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe"- disse avvicinandosi più a me.

"Potrei farlo anch'io, quindi meglio se mi lasci andare"- lasciai un fugace sguardo alle sue labbra carnose e poi fissai i miei occhi sui suoi intensamente.

Il suo sguardo si rattristì improvvisamente.
"Perché mi hai evitata?"- disse con lo sguardo a terra.

"Camila io non so perché, volevo solo avere un momento per me.. avevo bisogno di pensare.."- dissi serrando la mandibola.

"Non ti è piaciuto? Non.."- non la lasciai finire e feci aderire la sua schiena nel lato opposto del piccolo spazio in cui eravamo.

"Basta parlare Camz"- dissi staccandomi leggermente.

"Mi piace quando mi chiami così, non lo aveva mai fatto nessuno.."- disse in un sussurro.

"Allora non dovrà più farlo nessuno perché questo soprannome è solo mio"- dissi sorridendo decisa e sfiorando le sue labbra.

"È solo tuo Laur."- sorrisi maliziosamente e tornai a baciarla.

Era un bacio intenso, l'alcool come sempre stava facendo il suo corso e avere Camila sotto il mio controllo mi faceva andare su di giri.

Le mie labbra baciavano le sue in modo aggressivo e senza pudore, tra il momento e tutto quello che avevo bevuto, la situazione si stava scaldando più del solito. Sembrava di soffocare in quello spazio ristretto.

Camila mi leccò delicatamente il labbro inferiore chiedendo l'accesso alla mia bocca, le diedi immediatamente il permesso e da lì le nostre lingue iniziarono a danzare, la musica sembrava quasi assente e si riusciva a percepire solo i nostri respiri affannati.

Mi strinsi più verso a lei continuando il bacio e con una mano tracciavo i lineamenti delicati del suo fianco mentre con l'altra le accarezzavo la guancia.
Passarono dei minuti quando mi allontanai lentamente da lei sfiorandole il labbro con il pollice.

"Se continui a fare così giuro che impazzisco"- dissi notando le sue labbra arrossate e il modo in cui ci passava sopra la lingua, toccando poi leggermente il mio dito con la lingua.

"A fare cosa?"- disse confusa.

"Ad essere semplicemente tu, in questi pochi giorni credo di aver perso il lume della ragione"

Camila arrossì lievemente e un sorriso timido apparve sulle sue labbra.

"Portami da qualche parte, qui dentro si sta scomodi"- disse spingendomi con un sorriso e uscendo dal bagno, si lavò le mani e io rimasi a fissarla un po' interdetta, mi piaceva il suo lato deciso, mi sapeva dare testa e questo da una parte mi spaventava.
Non avere il controllo di tutto per una una volta mi lasciava abbastanza insicura.

Amavo averlo e perderlo con lei poteva essere la scelta migliore che potessi fare, o mi avrebbe portato ad abbassare le difese e, di conseguenza, a farmi male.

"Che fai lì? Andiamo o devo trovarmi un'altra compagnia al tuo posto?"- disse avviandosi verso l'uscita.

"Dove dovrei portarti?"

"Beh, dove vuoi tu, stupiscimi Jauregui"- disse sorridendomi in modo provocatorio.

Camila stava giocando con il fuoco, lo sapeva benissimo, ma continuava senza rimorsi.
Uscimmo dal bagno con qualche difficoltà e cercammo le nostre amiche per avvisarle che saremmo andate via prima.
Girammo per il locale 10 minuti e per tutto il tempo Camila non aveva spiccicato parola riguardo a quello che era successo, ormai tutti quelli che ballavano erano ubriachi, le luci erano così forti da stordirti anche se non avevi bevuto troppo.

"Sono stanca di cercare voglio andare via"- disse Camila urlando per farsi sentire.

"Facciamo un'ultimo giro e andiamo via"

"No, voglio andare via adesso"- disse avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra e lasciando il suo sguardo fermo sul mio.

"Allora andiamo.."- dissi inghiottendo la saliva.

"Aspetta, prima voglio bere un bicchiere e poi possiamo andare"- disse le ultime parole e lasciò un veloce bacio sulla mia guancia vicino alla bocca, per poi sparire tra la folla.
Le piaceva lasciarmi come una cogliona e questo stava diventando piuttosto ovvio.

Le andai dietro attraversando tutto il locale, la trovai dopo pochi minuti e aveva già il suo bicchiere in mano.

Quando la latina mi vide tra la gente prese un'altro bicchiere dal bancone e me lo porse.

"Bevi con me"

"In realtà ho già bevuto abbastanza per stasera, vorrei restare un po' lucida, già sinceramente non lo sono molto, quindi.."

"Quindi niente, bevi con me o li bevo entrambi e non penso che tu stasera abbia voglia di riportarmi a casa"- disse sorridendomi. Ci pensai un po', non sarebbe stata una cattiva idea, ma non volevo che Camila bevesse così tanto ogni sera.

"E va bene.."- dissi prendendo il bicchiere dalle sue mani contenente un liquido di cui non riuscivo a distinguere il colore a causa della scarsa illuminazione in quel punto della sala.

Bevvi tutto in un sorso e sentì tutto il mio stomaco andare completamente a fuoco, non avevo mai assaggiato qualcosa di così forte, iniziai a tossire ripetutamente.

"Che cazzo era?"- dissi tra un colpo di tosse e un'altro.

"Vorrei saperlo anch'io, era buonissimo, ho chiesto la cosa più forte che avevano"- disse divertita.

"Beh era la cosa più forte che avessi mai provato.." dissi cominciando a riprendermi dalla tosse.

"Hey voi due! Che fine avevate fatto?"- disse Dinah tra la folla con Normani.

"Vi stavamo cercando!"- disse Camila.

"Noi siamo rimaste qui tutto il tempo"- continuò Dinah.

"Te lo avevo detto che dovevamo vedere qui, abbiamo girato 10 minuti a vuoto!"- dissi verso Camila.

"Pensavo fossero più appartate, stanno sempre a limonarsi duro!"- disse seria, ma dopo un po' iniziammo tutte a ridere.

"Senti Mila, non è vero che stiamo sempre a baciarci, quindi è evidente che la tua è gelosia perché io sto con qualcuno e tu no"- disse Dinah.

"Questa non è affatto gelosia, sappiamo tutti che è vero, diglielo anche tu Laur!"- disse cercando un aiuto da parte mia.

"Camila ha ragione"- dissi ridendo.

"Ecco finalmente qualcuno che capisce!"

"Il parere di Lauren non conta perché è di parte"- disse Normani vicino a me.

"Concordo con Normani!"- disse la bionda.

"Perchè sarei di parte?"- dissi perplessa ma immaginando già dove sarebbero andate a parare, era già da un po' che facevano battutine su di noi.

Normani mi guardò in modo poco casto e poi si avvicinò di più al mio orecchio per dire qualcosa in modo che potessi sentirlo solo io.

"Sappiamo tutti quanto vorresti fartela, e poi è evidente la tensione che si respira qui vicino"- disse per poi allontanarsi e sorridere.

"Heyyy non è giusto anche noi vogliamo sapere!"- disse Dinah.

"Non era niente, Normani è solo una cretina"- dissi sviando la conversazione, in fondo sapevo che la mia migliore amica avesse ragione, lei aveva sempre ragione.

"Normani Kordei Hamilton, se non mi dici che vi siete dette sai quale sarà la tua punizione"- disse dura Dinah.

"Ma piccola era una cazzata"- disse la mia amica con la faccia da cucciolo.

"Non mi importa, se non me lo dici sai cosa succederà"- io e Camila scoppiammo a ridere mentre le nostre amiche continuavano a discutere.

"Ragazze io e Camila andiamo, vogliamo tornare a casa"- mentì.

Le due davanti a noi smisero di discutere e ci guardarono con un'espressione che la diceva lunga su ciò che passava per la loro testa.

"Vi accompagno io!"- disse Normani.

"Oh no, non c'è bisogno, andiamo a piedi.. divertiti"- terminai la conversazione.

"Divertiti anche tu allora, Lauren"- mi fece l'occhiolino e un sorrisetto malizioso.

Dopo aver salutato le nostre amiche uscimmo dal locale e finalmente riuscivo a respirare aria fresca, lì dentro c'era un'aria veramente pesante.

"Allora dove hai intenzione di portarmi Jauregui?"

"Sinceramente non ne ho idea, intanto camminiamo, magari mi viene qualcosa in mente"- dissi guardando avanti.

"Andiamo, non hai un posto dove avresti sempre voluto andare ma non ci sei mai andata?"- disse guardandomi.

Ci pensai qualche secondo e poi mi ricordai di un posto in particolare.

"Vieni con me"- dissi tirandola per un braccio verso una piccola strada.

Camminammo tra vari vicoli e arrivammo davanti ad una recinsione dove cominciai ad arrampicarmi.

"Vieni o no?"- dissi porgendole la mano mentre lei stava lì impalata a fissarmi.

"Ma.. sei sicura? Cioè ci abiterà di sicuro qualcuno qui Laur.."

"Non ti fidi di me?"- dissi ridacchiando.

"Beh, in realtà preferirei non essere arrestata nel bel mezzo della notte"- disse ridendo anche lei.

"Non verrai arrestata sali"- lei afferrò la mia mano e con qualche difficoltà riuscimmo a scavalcare. Io scesi per prima e aiutai anche lei.
Camminammo per un piccolo giardino poco curato e arrivammo di fronte ad una villetta.

"Sei sicura?"- disse lei guardandosi attorno e fermandosi.

"Ci venivo spesso da bambina con i miei fratelli, vengono solo una volta all'anno, ormai non vengono da 3 anni"- dissi prendendo la sua mano per rassicurarla.
Camminammo per altri pochi minuti, quando ci ritrovammo di fronte ad una piscina.

"Mi hai portata qui per la piscina?"- disse ridendo.

"Ti ho portata qui perché mi hai chiesto un posto dove avrei tanto voluto andare ma non ho mai potuto.. non vengo più qui da 13 anni.. è proprio come me lo ricordavo.."- dissi sospirando.

"Perché hai deciso di tornarci dopo tutti questi anni con me e non con Normani magari? Cioè è la tua migliore amica.."- disse lei.

"A volte è più facile parlare con gli sconosciuti perché è più semplice confessare a qualcuno che non conosci quello che provi, mentre con gli amici cerchi di ferirli il meno possibile e tieni determinate cose per te.."

"Posso sapere il motivo per cui non sei più tornata qui?"- disse mentre si avvicinava al bordo della piscina poco illuminata e si sedeva lentamente mentre mi guardava, feci lo stesso dopo pochi attimi di sguardi.

"Lo stesso giorno in cui ci sono andata l'ultima volta... sono tornata a casa e mia madre era in lacrime... era morto mio padre.."- dissi sentendo un forte nodo in gola. Mio padre era sempre stato un nervo scoperto da quando non c'era più.

"Oddio, mi dispiace.. sono una stupida.. non dovevo chiedere.. dovrei stare più zitta.. sono sempre troppo curiosa.."- disse con sguardo di dispiacere.

"Camz, calmati.. va tutto bene, non potevi saperlo, non è colpa tua"- dissi guardandola negli occhi e avvicinandomi a lei, le accarezzai i capelli facendo passare le mie dita tra quelle ciocche scuse e morbide.

Camila prese la sua mano e la posò sulla mia -"mi dispiace tanto Lauren"- disse.

Una lacrima scese sulle mie guance velocemente, quasi impercettibile, ma non per lei.
Asciugò la scia che aveva lasciato la lacrima per poi lasciarci sopra un tenero bacio.

"Ora basta pensare al passato, sorridi. Illumini le giornate quando lo fai."- disse sorridendomi per poi alzarsi. Sorrisi spontaneamente a quelle parole e la ammirai in tutti i suoi movimenti.
Era sul bordo della piscina e si stava togliendo i vestiti velocemente, rimase in intimo sotto i miei occhi che la osservavano minuziosamente.
Cominciò a correre verso l'acqua e si tuffò schizzandomi dalla testa ai piedi.

"Ma sei impazzita?"- dissi cercando di asciugarmi delle goccie dalla mia faccia.

"Entri o no?"- disse con un sorriso stampato in viso.

"Ma stai scherzando? Non ho voglia di rovinarmi i capelli, ho fatto lo shampoo prima di uscire!"- dissi ridendo.

"Fai passare la voglia di divertirsi Lau"- disse sbuffando divertita.

"Sei tu che sei pazza, sono le 2 di notte, arriverai a casa bagnata fradicia"

"Hai ragione.. dammi una mano ad uscire"- disse nuotando verdo il bordo, io mi alzai e le porsi la mano.
Camila afferrò la mia mano saldamente e con un sorriso in faccia mi spinse contro di sé, facendomi cadere in piscina.

Nuotai per uscire fuori dall'acqua e notai che stava ridendo sonoramente.

"Tu sei completamente impazzita! Come cazzo torno a casa?!"- dissi seccata.

"Andiamo! Smettila di fare la perfettina, mi stai antipatica"- disse continuando a ridere.

"Mi dispiace informarti che sono sempre così dura con tutti"

"Tanto lo so che in realtà non è vero, quindi divertiti, hai ancora molti anni davanti per essere con la testa sulle spalle e una rompi coglioni Jauregui"- disse cominciando a schizzarmi. Da lì iniziarono dei lunghi minuti di lotta fino a quando non riuscì a prendere Camila e buttarla sott'acqua. La rialzai poco dopo.

"Se non la smetti ti lascio sott'acqua"- dissi sfinita.

"Ne avresti il coraggio?"- disse riprendendo fiato e avvicinandosi a me.

"Beh, potrei pensarci Cabello"- dissi con un ghigno in faccia.

"Ah davvero? Fallo allora"- disse sorridendo in modo superbo.

"Mi stai sfidando?"- dissi continuando ad avvicinarmi a lei.

"Si, qualche problema?"- disse sfiorando le mie labbra con le sue.

Misi una mano sulla sua spalla e la spinsi sott'acqua, posai l'altra mano fra i suoi capelli arricciati dell'umidità e mi immersi dopo di lei.
Poggiai le mie labbra sulle sue delicatamente e iniziai a baciarla dolcemente. Lei ricambiò subito e in pochi secondi uscimmo dall'acqua.
Lei si staccò piano da me e prese aria.

"Vuoi uccidermi in modo dolce per caso?"- disse incatenando il mio sguardo al suo.
"Ti faccio solo soffrire di meno in realtà, sono compassionevole"- dissi sorridendo soddisfatta della mia risposta.

"Ah si? Va bene allora"- disse allontanandosi da me per uscire dalla piscina, salì sul bordo e la riportai subito in acqua tirandola per un braccio.

Seguì un lungo bacio che man mano diventava sempre più spinto, lei mise una mano sul mio fianco accarezzandolo dolcemente ma con voglia, fece pressione sul mio bacino e mi spinse verso sé.
Passava la sua mano in modo delicato dalle mie costole al mio bacino e infine serpeggiò verso le mie curve, conficcò leggermente le sue unghie sul mio fondoschiena e per un attimo gemetti nelle sue labbra.

"Se fai un altro verso del genere rimarremo qui a lungo mi sa.."- disse fissando le mie labbra mentre intrappolava le sue tra i denti con una presa salda.

Sorrisi a quello che disse e feci di nuovo lo stesso verso sorridendo maliziosamente per poi fiondarmi sulle sue labbra in un bacio spinto e per niente tranquillo.

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