•Capitolo 7•
"Laur, dormi con me?"- chiese come una supplica, con gli occhi socchiusi, le labbra schiuse e la bocca impastata dal sonno.
Sorrisi notando che mi stava guardando con un solo occhio aperto mentre aspettava la mia risposta.
"Se hai problemi per il pigiama o ti imbarazza perché non.."- brontolò-"si Camila, dormirò con te"- mi avvicinai verso l'armadio e presi una maglietta che mi arrivava fino alle ginocchia, diedi le spalle al letto e cominciai a cambiarmi dato che Camila dopo la mia risposta si limitò ad annuire e chiudere gli occhi alla disperata ricerca di sonno.
Feci scivolare lentamente il mio vestito restando solo in intimo, tolsi il reggiseno anch'io e indossai velocemente la maglia che avevo precedentemente preso.
"Per me va bene anche se non metti la maglietta"- disse Camila in un mugolio.
Le mie guance si colorarono improvvisamente di porpora e l'imbarazzo prese possesso di me.
"Ehm.. non credo sia una buona idea"- cercai di dire.
"Se ti senti a disagio la tolgo anch'io"- disse Camila cominciando a togliere la maglietta fino a scoprire il suo seno piccolo ma sodo.
La mia gola divenne improvvisamente secca.
"Camila no, smettila. Sei ubriaca e ti comporti così perché non sei completamente consapevole delle tue azioni."- dissi mettendo la mia maglietta e avvicinandomi a lei per rivestirla.
"Tu non sai cosa voglio Laur"
"Beh, cosa vuoi allora?"- dissi sedendomi davanti a lei.
"Voglio.."- non riuscì a terminare la frase, nella battaglia tra il sonno e la sua volontà aveva decisamente vinto il sonno.
Andai a spegnere la luce e successivamente mi distesi di fianco a lei e mi girai dalla sua parte, chiusi gli occhi cercando di non pensare a tutto quello che era successo e allo strano comportamento di Camila nei miei confronti.
Stavo quasi per cadere tra le braccia di Morfeo, quando Camila improvvisamente si strinse a me mettendo la sua testa nell'incavo del mio collo mentre respirava profondamente.
La mia mano istintivamente scese verso i suoi fianchi per avvicinarla di più a me, fino a quando mi addormentai.
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Camila's Pov
Aprì gli occhi lentamente sentendo fastidio a causa dei raggi del sole che entravano dalla mia finestra, li richiusi sentendo un forte mal di testa.
Misi una mano sulla fronte per attutire il dolore ma non servì a nulla.
Mi alzai dal letto per prendere qualcosa, mi stava letteralmente scoppiando la testa. Mentre stavo per uscire dalla mia camera notai qualcosa di strano.
Vicino al vestito che avevo indossato ieri sera ce n'era un altro che sul momento non riuscì a capire di chi fosse, così mi girai verso il letto notando la figura di Lauren distesa dall'altra parte del letto mentre dormiva beatamente, con il viso rilassato e in un sonno profondo. Aveva una mia maglietta.
L'unico "problema" era che quella maglietta le si era alzata durante la notte e si riusciva a vedere perfettamente il suo lato B. Probabilmente quella B stava per Ben fatto. Nel senso che era veramente Bello.
Sorrisi alla mia stessa battuta e andai verso la cucina per farmi qualcosa e evitare di prendere l'aspirina a stomaco vuoto, di sicuro non faceva bene allo stomaco anche se alleviava quasi immediatamente i dolori alla testa.
Quella mattina mi sentivo proprio sfinita e optai per un semplice latte macchiato con i biscotti.
Mentre mangiavo tranquillamente sentì dei passi nel corridoio, alzai istintivamente gli occhi e vidi Lauren appoggiata al lato della porta che mi guardava. Aveva i capelli arruffati, gli occhi socchiusi per il sonno ed aveva ancora la mia maglietta. Le stava benissimo, era corta al punto giusto e lasciava scoperte le sue gambe.
"Hey"- disse con voce più rauca del solito per il sonno.
"Ciao"- dissi sorridendole -"vuoi qualcosa da mangiare?"
"Magari.. sto letteralmente morendo di fame"- disse avvicinandosi lentamente a me.
"Ha preferenze signorina?"- dissi in modo scherzoso.
"Beh, mi farebbe piacere quello che sta bevendo lei signora"
"Signora? Vorresti dire che sono vecchia?!"- feci la finta offesa.
"Magari un po"- continuò a prendermi in giro.
"Sono molto più giovane di te cara mia!"
"Oh ma davvero? E quanti anni hai vecchietta?"
"Vecchietta ci sarai tu! Io ho la bellezza di 21 anni, quasi 22."- feci il broncio.
"Allora scusami, non sei poi così vecchia come pensavo"
"Sei proprio una stronza!"- dissi scoppiando a ridere mentre le davo uno schiaffo sul braccio.
"Heyyy piano con le mani, sei piccola ma fai male!"- esclamò massaggiandosi il braccio.
"Stai attenta a te o potrei fare di peggio"- dissi guardandola in modo malizioso.
"Ah si? E che faresti?" Disse avvicinandosi pericolosamente a me.
"Fossi in te non vorrei scoprirlo"- ribattei con un ghigno stampato in faccia.
"Perché no?"- continuava a fissarmi intensamente negli occhi.
"Perché potresti pentirtene"- dissi avvicinandomi ulteriormente alle sue labbra per poi darle uno schiaffo sul fondoschiena e allontanarmi verso l'altra parte, a preparare il latte macchiato di Lauren.
"Ma.."- disse scioccata da quello che avevo appena fatto.
"Di cosa potrei pentirmi?"- disse venendomi dietro.
"Jauregui fai troppe domande"
"Mi piace quando mi chiami così, Camz"- un sorriso si formò sul mio volto per quel nomignolo, nessuno mi aveva mai chiamata così.
"Da dove esce fuori quel soprannome?"- dissi fermandomi di colpo e girandomi verso di lei.
"Mi è venuto ieri notte, se non ti piace troverò un altro nomignolo per te"- disse accennando un sorriso imbarazzato.
"No, mi piace, non mi hanno mai chiamata così"- dissi rassicurandola.
"Perfetto allora, ti chiamerò per sempre "Camz""- continuò a sorridere.
Dopo pochi minuti io e Lauren ci trovavamo a mangiare sul tavolo della cucina.
"Non ti ho chiesto come mai hai dormito qui"- dissi sincera.
"In realtà ieri notte dopo averti portata a casa, stavo andando, ma hai insistito affinché restassi e non sono riuscita a dire di no dato che eri veramente carina e convincente"- arrossì all'affermazione di Lauren, non mi ricordavo di averglielo chiesto io, non mi ricordavo neanche che fosse stata lei a riportarmi a casa.
"Non mi ricordavo di questo"- sorrisi imbarazzata.
"Non è l'unica cosa che hai fatto"- che altro avevo combinato ieri notte?
"In che senso?"
"Hai provato a baciarmi"
"Beh non mi stupirei, sei davvero bella"- dissi fingendo di non essere imbarazzata.
"Oh.. io stavo scherzando ma buono a sapersi"- disse portando la sua tazza ormai vuota nel lavandino vicino a me.
Si avvicinò alle mie spalle e mi lasciò un bacio umido e dolce sulla spalla scoperta.
Sentì un brivido attraversarmi il corpo, quella donna mi faceva provare un'attrazione irrefrenabile.
Ho avuto voglia di possederla fin dal primo momento in cui l'ho vista al bar mentre beveva, i suoi occhi sono stati calamite per i miei, il suo corpo doveva appartenere a me ad ogni costo.
Lei si allontanò ed andò nella mia stanza, rimasi immobile per qualche secondo e poi le andai dietro.
"Perché quel bacio?"- chiesi perplessa sulla soglia della porta.
"Perché mi andava, non posso baciarti?"
"Non ti ho dato il permesso"- dissi giocando a fare la superficiale.
"E secondo te ho bisogno del tuo permesso? Io posso fare tutto quello che desidero se solo lo volessi"- mi guardò attentamente negli occhi facendo cadere a pezzi la barriera da ragazza difficile che mi ero costruita negli anni. Aveva ragione.
"Stai attenta Jauregui, anch'io ottengo sempre quello che voglio"- dissi intimidendola.
"Fammi vedere che sai fare"- mi sfidò.
Mi avvicinai lentamente a lei osservandola in tutta la sua bellezza, arrivai a due centimetri dal sul naso, il mio sguardo cadde sulle sue labbra appena schiuse, alzai nuovamente lo sguardo incontrandolo con le sue iridi verdi. Posai una mano sulla sua guancia accarezzandola, le tolsi una ciocca di capelli dal viso per posarlo delicatamente dietro al suo orecchio.
"Non provocarmi"- dissi in tono calmo.
"Altrimenti?"- disse avvicinandosi ancora di più a me.
Posai l'altra mano sul suo bacino e la spinsi verso il muro facendo aderire perfettamente la sua schiena. Lauren stava cominciando ad agitarsi e lo notavo dal suo respiro che si fece irregolare in poco tempo.
"È tutto questo quello che sai fare?"- sussurrò sulle mie labbra, lasciando che la sua lingua toccasse il mio labbro inferiore lentamente. Il suo sguardo si dipinse di un verde acceso che sapeva di lussuria.
"Se lo fai un'altra volta non ti faccio uscire più da questa casa e fidati quando dico che te ne pentiresti."- dissi cercando di tenere a bada gli istinti che stavano avendo la meglio su di me.
"Non avevo molta voglia di uscire"- disse leccandosi le labbra e in fine mordendosi quello inferiore, eravamo a due centimetri quando lei si avvicinò ancora un po' e mi leccò nuovamente il labbro.
"Non dovevi disobbedire Jauregui."- l'ultima frase che dissi.
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