•Capitolo 14• (Prima parte)
Stavo finendo di prepararmi, quando qualcuno bussò alla porta.
"Posso entrare?"- disse mia madre.
"Si mamma entra".
"È arrivato Austin, hai finito? Non è buona educazione far attendere le persone, soprattutto ad un appuntamento"
"Mamma sono pronta e poi non è la prima volta che io e Austin usciamo..."- dissi sbuffando.
"Allora sbrigati a scendere"- disse dirigendosi verso l'uscita della mia stanza.
Presi la borsa e mi guardai un attimo allo specchio; avevo fatto un bel lavoro, era tutto perfetto, ogni singolo dettaglio. Stasera sarebbe stata la nostra serata e tutto sembrava essere perfetto; sorrisi al mio riflesso come a darmi il consenso di essere abbastanza bella questa sera, dopodiché uscì dalla camera per poi scendere al piano di sotto.
Austin era ancora sulla porta d'ingresso con mia madre e mio padre, quando mi vide scendere le scale non riuscì a scollarmi gli occhi di dosso e mi fece ridere quanto poco ci voglia per far cadere un uomo ai tuoi piedi.
"Hey ciao, è da tanto che aspetti?"- dissi avvicinandomi a lui e dandogli un bacio sulle labbra.
"L'attesa ne è valsa la pena, non preoccuparti"- sorrise.
"Andiamo?".
"Si andiamo"- salutammo i miei genitori e camminammo verso la macchina.
Quando salimmo lui chiuse la portiera e mi guardò completamente immobile.
"Sei bellissima Mila"- sussurrò con gli occhi che brillavano.
"Grazie Austin"- sorrisi al suo complimento. Lui successivamente accese la macchina e partì.
Arrivammo 30 minuti dopo in un ristorante molto carino e moderno, gli interni erano prevalentemente in legno, i tavoli erano decorati con delle tovaglie rosse eleganti e con qualche candela al centro del tavolo per rendere la cena più intima.
"Buonasera signori, avete prenotato?"- chiese un uomo alto e muscoloso, doveva essere della sicurezza.
"Si, a nome di Mahone"- rispose il ragazzo vicino a me.
"Oh bene, accomodatevi al tavolo lì infondo"- ne indicò uno fra i tanti.
Annuimmo e andammo a sederci. Dopo pochi minuti arrivò il cameriere prendendo le nostre ordinanzioni.
Decidemmo di prendere la cena a base di pesce e prendere anche qualche antipasto per non morire di fame durante l'attesa: quello che stavo facendo io in quel momento dato che non avevo mangiato molto a pranzo.
Per fortuna i piatti non ci misero molto ad arrivare e dopo circa un'ora e mezza tra cena e chiacchierate varie uscimmo dal ristorante per andare in un locale aperto di recente
Lauren's Pov.
Sono seduta sul letto in camera mia a fumare una sigaretta mentre ascolto della musica la mia ragazza invece è in bagno a fare una doccia.
Da quando ci siamo messe insieme devo dire che una delle tante cose che mi vanno bene è il sesso: con lei va da dio e poi ha un corpo veramente perfetto, da far perdere la testa ad ogni ragazzo o ragazza che la incontri.
"Lau, sta sera usciamo vero?"- chiese Madison entrando nella stanza con un asciugamano a coprirle il corpo.
"Non ne ho voglia, sono stanca"- sbuffai sonoramente spegnendo la sigaretta che tenevo tra le dita.
"Dai, stiamo sempre a casa, ho bisogno di prendere aria!"- disse facendo una faccia buffa, di conseguenza risi ai suoi gesti infantili.
"Mmh, non saprei, prova a convincermi"- dissi sorridendo.
"Va bene, ci proverò"- camminò verso di me facendo cadere la tovaglia ai suoi piedi.
Si avvicinò lentamente mentre i miei occhi vagavano per il suo corpo e su i suoi capelli ancora bagnati.
Salì sul letto gattonando verso di me per poi sedersi sulle mie gambe. Si avvicinò alle mie labbra dandomi dei baci umidi che continuarono a scendere sulla mandibola e in fine sul collo mentre cominciava a strusciare il bacino sulla mia intimità.
Continuò a farlo per diversi minuti, fino a quando non presi in mano la situazione e mi straiai sul suo corpo nudo.
Iniziai a baciarla sempre con più passione, posai una mano sul suo fianco e poi iniziai a scendere verso il suo centro.
"No"- disse con un sorriso staccandosi da me.
"Cosa?"- chiesi scioccata.
"Se stasera esci con me avrai la tua ricompensa"- disse dandomi un bacio sulle labbra per poi alzarsi velocemente con un sorriso malizioso in viso.
"Ma così non vale, sei una stronza!"- dissi mettendo su un'espressione triste.
"Hai detto che dovevo convincerti, più di così non saprei cosa fare"- stava ridendo di me.
"Potresti cominciare con il tornare qui magari"- dissi ammiccando.
"Potrebbe essere un'idea ma così non sarebbe divertente"- disse soddisfatta.
"Sei proprio una stronza"- continuai a ripetere.
"Allora verrai o no?"- disse intimandomi a rispondere.
Sbuffai sonoramente -"E va bene... ma io sono stanca, non ho intenzione di stare fino a tardi"- risposi controvoglia.
"Sii!"- urlò lei abbracciandomi forte e in fine mi diede un lungo bacio.
___________
Dopo circa un'ora eravamo entrambe pronte, uscimmo di casa e io presi le chiavi della mia auto.
"Allora dove andiamo?"- dissi sedendomi alla guida.
"È un locale aperto da poco, dicono sia proprio bello, magari potremmo farci un salto. Sempre se non hai idee migliori"- disse guardandomi.
"Va bene, vada per il nuovo locale"- sorrisi leggermente e accesi l'auto mentre Madison mi diede le indicazioni per raggiungere l'edificio.
Dopo pochi minuti entrai nel parcheggio e, dopo varie imprecazioni perché i posti erano quasi tutti esauriti, riuscimmo ad incamminarci verso l'entrata.
La musica era molto alta e per cominciare bene la serata iniziammo a prendere qualche bicchiere.
Andai a ballare solo dopo il terzo bicchiere di whisky e lo stesso fece la mia accompagnatrice.
Non ho mai amato particolarmente le discoteche, c'è sempre troppo caldo ed è sempre troppo affollato. Invece preferisco di gran lunga i posti un po' più tranquilli, ma sono sempre un'appassionata di musica, quindi non mi infastidiva particolarmente andare a ballare. L'unico problema era il fatto che mi sentissi soffocare lì dentro.
Ballammo per un tempo interminabile e io avevo davvero bisogno di uscire fuori.
"Piccola ti dispiace se vado a salutare un amico?"- chiese la mia ragazza.
Qualcuno lassù mi ha fatto un favore pensai.
"Oh si non preoccuparti, io nel frattempo vado a prendere una boccata d'aria"- sorrisi.
"Va bene, non starci troppo"- disse banciandomi in modo un po' spinto.
Aprì lentamente gli occhi dopo esserci staccate e poco distante da noi notai una figura familiare dietro Madison.
Mi sta guardando, ha gli occhi persi nel vuoto, di fronte a lei c'è quello stronzo. La sta tenendo per i fianchi, gli sta attaccato. Le sta baciando il collo. Non lo sopporto.
Perché deve starle così vicino? È solo un coglione, lui non la merita.
Lui la bacia, ma lei continua a tenere gli occhi su di me, fissi nelle mie iridi infuocate da quella scena riprovevole.
Mi sento disgustata, arrabbiata e... delusa in qualche modo.
E la cosa potrebbe sembrare un controsenso, perché sono stata proprio io ad allontanarla.
L'ho fatto per lei, non merita di stare con con una come me.
Quelli come me quando tengono a qualcuno continuano solo a ferire e io non voglio ferirla, non se lo merita.
Non merita di soffrire, la sofferenza ti cambia e io ne so qualcosa. Lei non merita tutto questo.
Riporto lo sguardo sulla ragazza di fronte a me e lei sorride dandomi un'altro bacio, più intenso di prima, mentre io non riesco a distogliere lo sguardo da Camila.
"Se vuoi potremmo anche continuare adesso la chiacchierata che abbiamo lasciato in sospeso a casa tua, che ne dici?"- disse per poi guardarmi in modo malizioso.
Per un attimo alzo lo sguardo e non vedo più Camila. Vorrei tanto sapere dove sia andata...
"Lauren?"- mi riprese Madison.
"Si?".
"Ti ho fatto una domanda..."- disse guardandomi.
"Oh... Si scusa, ho davvero bisogno di uscire da qui, ci vediamo tra un po' "- le diedi un bacio veloce e mi feci spazio tra la folla.
Continua...
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