Capitolo 7
1 Novembre
(Ore 11:03)
"Quindi ti ha accompagnato a casa"
"Mh"
"E ti ha abbracciato"
"Mh"
"E prima o poi smetterai di sorridere in modo così inquietante, vero?"
"Uff. Dai, entriamo in aula, Scottie!"
"Bene, oggi cominciamo con Shakespeare"
"Ma professore, non dovevamo procedere cronologicamente? Con Shakespeare torniamo indietro di duecento anni"
"Si, signorina Martin, ha ragione. Ma ieri c'erano almeno quattro coppie con i costumi di Romeo e Giulietta. Uno mi ha chiesto se somigliasse a Leonardo di Caprio, una ragazza mi ha chiesto se avesse dovuto disegnarsi un buco di proiettile in fronte e un altro vostro compagno mi ha detto che era vestito così solo perché era stato obbligato dalla fidanzata"
"Davvero esistono idioti del genere? Spero che in quest'aula non ci sia nessuno che non conosca quella tragedia"
"Lo spero anch'io, Martin. Dicevo, dato che manca anche il professor Fray, possiamo fare una pausa dal programma. Qualcuno non sa di cosa sto parlando? Ok, bene. Qualcuno ha letto, oltre che aver visto il film?"
"Professore?"
"Si, Stilinski?"
"Posso uscire?"
"Certo. Si sente bene?"
"Si, si. Devo andare in bagno"
"Quindi non le è piaciuto, signorina Argent?"
"Mh, la storia no. Alcune parti prese da sole si, per esempio quella della buonanotte, ma le tragedie non fanno per me"
"Capisco. McCall, Stilinski stava bene? È fuori da dieci minuti"
"Credo di si. Posso andare a controllare?"
"Si, chiami me se ci sono problemi. Allora, dicevamo, qualcuno la pensa come Argent?"
"Beh, è una tragedia, non può piacere del tutto. Finisce comunque male, no?"
"Beh, qualcuno può apprezzare anche i finali tragici Yukimur-"
"Professore?"
"Che succede McCall?"
"Stiles, dice che non respira"
"Portami da lui"
"Ehi, amico, dai, togli le mani dalla faccia. C'è il professore"
"No!"
"Stiles, non sapevo chi chiamare. Dai, respira piano"
"Stiles? Ehi, dai guardaci, va tutto bene"
"Vvia"
"No, non ce ne andiamo. Ci dici cosa succede?
"Non riesce a parlare, non respira bene. Cosa facciamo, professore?"
"Va alla macchinetta e prendigli una camomilla. Porta anche un po' d'acqua. Non è nulla di grave, non preoccuparti"
"Ehi, Scott non c'è. Mi guardi? Hai le mani freddissime e stare seduto per terra non migliora le cos-"
"Derek!"
"Vieni qui. Shh, va tutto bene"
"Mi-mi-mi dispiace"
"E per cosa? Calmati, poi mi spieghi cosa ti è successo. Respira con me"
"Ok, basta con questa cosa im-imbarazzante"
"Va meglio?"
"Mh mh"
"Tieni, ti cola il naso"
"Grazie. Scott?"
"A prenderti una camomilla"
"Il distributore è rotto"
"Lo so"
"Professore, mi stupisce"
"Idiota. Mi dici cosa è successo?"
"Niente, possiamo pure tornate in classe"
"Sei uscito dalla mia aula e hai avuto un attacco di panico. Credo proprio di doverlo sapere"
"Non c'entri tu"
"Lo so"
"Mh?"
"Hai detto mamma"
"Odio perdere il controllo, cazzo"
"Se non ne vuoi parlare, ok. Ma parlane con Scott o che ne so con mia sorella"
"Non è nulla di grave, davvero"
"Qualsiasi cosa sia, non sarà mai imbarazzante quanto il fatto che sono seduto sul pavimento di un bagno del liceo dove insegno e sento di avere i pantaloni bagnati. Immagina quando mi vedranno i tuoi compagni"
"Romeo e Giulietta. Mamma teneva sempre quel libro sul comodino, lo metteva in borsa. Aveva le pagine gialle e la copertina consumata"
"Mi dispiace, io-"
"Ma figurati, non potevi mica saperlo. Il fatto è che quando quel giorno tornammo dal cimitero, chiesi a papà dove fosse il libro di mamma, io lo chiamavo il libro vecchissimo. Lui mi disse che mamma lo aveva voluto con lui e io gli chiesi di raccontarmi quello che c'era scritto. Non so perché non l'avessi mai chiesto a mamma, forse mi sembrava una cosa così sua e personale che, boh, non volevo entrarci?"
"Romeo e Giulietta ti ricorda il funerale, quindi"
"Si, ma non solo. Ricordo pure che leggeva mentre eravamo al parco, una volta il libro era su un ripiano in cucina e ci andò a finire sopra la panna per una torta che le stavo aiutando a fare"
"E quando ne ho parlato hai ricordato tutto"
"Mh. Mi dispiace, è stato improvviso. Nemmeno mi piace quella storia"
"Non ti piace?"
"Per niente! Odio gli imprevisti, mi fanno andare in tilt il cervello. Lei convinta che lui sapesse, lui la crede morta. Dio, mi mette una rabbia! Non so perché a mamma piacesse tanto. Ai miei diciotto anni papà mi regalò una sua a-"
"Ehi! Amico! Ti sei ripreso? Stai bene? Vuoi andare in ospedale?"
"Scottie, respira anche tu. Sto meglio, possiamo anche tornare in classe"
"Se vuoi stare qui, potete stare entrambi fuori per il resto della lezione"
"No, va bene, professore. Sicuro che non vuole stare lei fuori?"
"Eh?"
"Sa, potrebbero notare tutti la sua incontinenza"
"Fila in aula, Stilinski!"
(Ore 19:05) ~ Casa Stilinski
"ARRIVO! ARRIVO! Chi è- Oh, salve!"
"STILES!" "STILES, STILES HAI UNA MACCHINA BELLISSIMISSIMA! È COME I PUFFI!"
"Vero? Anche a me piace per quel motivo! Ma cosa ci fa mezza famiglia Hale a casa mia?"
"Io sono qui per le tue guanciotte"
"Laura, smettila. Ti abbiamo portato la macchina, Laura guidava la mia, così dopo non torno a piedi. Loro due si sono infilati in auto appena hanno sentito il tuo nome"
"Grazie! Domani chiamo il meccanico. Potevo prenderla io, comunque, bastava che mi dicess-e dove l'aveva portata"
"Era a casa nostra. Ho dato un'occhiata, era solo un filo staccato"
"Oh, beh, grazie. Entrate? Ho la cioccolata calda!"
"SIIII" "PAPÀ, PAPÀ ENTRIAMO?"
"Dio, perché urlate così tanto? Der, io vado a piedi in libreria, Stiles fatti vedere più spesso"
"Ci siamo visti pochi giorni fa"
"Sempre troppo poco. Ciao!"
"Vi piace?"
"Si! Pure papà ci mette i marshmallow!"
"Ah si? Ti piacciono tanto, Simon, li hai divorati!"
"Si, poi si lamenta perché gli fa male la pancia"
"E dai, papà, erano solo cinque! Pure Daniel li ha mangiati!"
"Lo so, lo so. Ora salutate Stiles, che dobbiamo andare"
""Di già?"
"Si, Daniel, dobbiamo anche aiutare la nonna per la cena, hai dimenticato?"
"Ma la nonna è brava pure da sola"
"Chi le aveva promesso di aiutarla?"
"Io, ma-ma c'è Stiles!"
"Daniel"
"Uffa! Volevamo vedere la sua cameretta!"
"Ma Stiles non ve l'ha chiesto. Non potete entrare in camere altrui senza permesso"
"Ma- E va bene"
"Mh. Io stavo proprio per chiedervi di salire a vedere il mio magico regno!"
"Hai davvero un sacco un sacco di libri con i racconti di lupi?"
"Certo, Simon. Mica dico le bugie, io. Su, corriamo di sopra, vi faccio vedere"
"Siiii" "Io, io, entro prima io!"
"NON CORRETE!"
"SI PAPÀ!" "UAAAU QUELLO È THOR"
"Tu non Sali?"
"Posso aspettare qui"
"Dai, vieni"
"Aspetta"
"Mh?"
"Come stai?"
"Benissimo! Dai, mi staranno smontando i mobili"
(Ore 20:45) ~ Villa Hale
"E poi ci siamo seduti per terra e ci ha fatto vedere tutti i suoi giochi! Zia Laura, milioni!"
"Anche papà era seduto con voi?"
"Nooo! Solo noi tre! Stiles gliel'ha chiesto, ma lui ha detto no. Stava appoggiato vicino alla porta"
"Mh. E poi?"
"Poi ha detto che era tardi e siamo venuti a casa. Si stava facendo notte notte"
"Capito, dai, ora andate a lavare i dentini e poi a nanna"
(Ore 23:04)
"Non hai freddo seduto qui fuori, tesoro?"
"Mh. Non tanto"
"Tutto bene, Der?"
"Si, mamma"
"Il lavoro? Ti trovi bene lontano da New York?"
"Mi sto ancora riabituando, ma va bene"
"C'è qualcosa che ti rende pensieroso, però"
"No, te l'ho detto, devo solo abituarmi"
"Ok. I bambini sono contenti di aver rivisto Stiles, hanno raccontato a Laura di come hanno giocato in camera sua"
"Sembravano tre bambini"
"Anche Claudia era così quando era con i bambini. Mi dispiace che non abbia avuto tempo di dare un fratellino o una sorellina a Stiles"
"Non ricordo di quando è morta"
"Eri già partito, Stiles aveva otto anni"
"Capito"
"Non mi hai ancora detto com'è andata la vacanza. Sei tornato molto più rilassato"
"mh"
"Era bello? C'era tanta gente?"
"A volte troppa"
"E non hai conosciuto nessuno? Sei stato tutto quel tempo da solo?"
"Mamma, mi conosci"
"Hai ragione. E vabbè, questa vecchia se ne torna in casa, ti lascio ai tuoi pensieri. Cerca di non arrovellarti troppo il cervello, però. E non prendere freddo"
"Buonanotte, mamma"
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