Preparativi

Terra,

4 luglio 2513, ore 15:15

Montréal

Q.G. Intelligence dell'Alleanza


Il direttore Miller era seduto sulla comoda poltrona del suo ufficio, e leggeva le notizie di giornata, con un occhio in particolare a quelle provenienti dalla Luna: nonostante tutto l'impegno profuso dall'Intelligence era inevitabile che alcune informazioni trapelassero, e i fatti delle ultime ore erano troppo grossi per essere nascosti.

Individuò rapidamente l'articolo che stava cercando.


ROSENBERG ELUDE LE RICERCHE

Il Fronte Lunare, autore dell' attacco all'ascensore spaziale Artemis dello scorso 21 giugno, sembra essersi volatilizzato. Sono passati diversi giorni ma, contrariamente alle aspettative, non si è ancora verificato un secondo attacco. Le speculazioni sul perché di questa inattività abbondano, ma nel frattempo le autorità continuano a cercare il nascondiglio di Hans Rosenberg, il noto capo del Fronte comparso nel videomessaggio rilasciato il giorno seguente.

Il comandante Thomas Luciani, intervistato alla base Apollo, ci assicura che "tutti gli sforzi dell'intero personale dell'Alleanza sono concentrati sul trovare Rosenberg e i suoi seguaci. Abbiamo messo temporaneamente in pausa quasi tutti i nostri progetti sulla Luna, eccetto l'ascensore, per avere più possibilità di trovarli prima che colpiscano di nuovo, arrecando gravi danni alle infrastrutture."

Tuttavia, fonti anonime provenienti da altre basi sostengono che non sia stato fatto alcun progresso, e che il Comando Centrale stia solamente attendendo la prossima mossa del Fronte.

Noi dalla redazione, naturalmente, ci auguriamo che la situazione creatasi sul nostro satellite possa risolversi pacificamente e senza vittime.


La sua lettura venne interrotta da Madison, la sua assistente.

«Direttore, mi aveva chiesto di informarla quando fosse arrivato il resoconto dell'agente Faraday.»

«Grazie, Madison. Inviamela via mail.»


INTERROGATORIO DI K.BOTKOVELI


Direttore, la informo di essere riuscito con successo ad estorcere al nostro ospite un elenco accurato dell'entità delle forze a disposizione del Fronte: si tratta di circa cento uomini, reclutati sia da basi cinesi che dell'Alleanza.

Botkoveli sostiene inoltre che il Fronte abbia a disposizione almeno venti rover e ampio materiale bellico recuperato da sette diverse basi lunari russe abbandonate, ma nessun altro Tunguska; ha rivelato la posizione delle sette basi, ma sostiene di non sapere in quale si trovino attualmente gli uomini del Fronte.

Attendo ulteriori istruzioni.

Trovare la base non sarebbe stato facile: i satelliti in orbita intorno alla Luna non erano in grado di garantire una copertura costante di tutta la superficie, e una base sotterranea poteva essere nascosta piuttosto facilmente, purché rimanesse in silenzio radio.

Miller era molto preoccupato: attaccare Apophis era, nelle stesse parole di Rosenberg, una dichiarazione d'intenti, ed era solo questione di tempo prima che il Fronte facesse la prossima mossa. Il tempo per impedirglielo scarseggiava.



Luna

20 luglio 2513, ore 14:00

Lato Oscuro,

Cratere Oppenheimer



I preparativi procedevano rapidamente: le armi recuperate e i rover erano stati completamente rimessi in funzione; gli uomini erano pronti.

Centodue uomini, divisi in undici rover: questa era la forza che il Fronte era riuscito ad ammassare. Un numero piccolo, ma Rosenberg era sicuro che per il piano sarebbe bastato.

La base in cui si erano rifugiati era estremamente rudimentale, composta solo da un montacarichi che attraversava la camera di equilibrio, qualche laboratorio, una grossa rimessa per i rover, e gli alloggi per gli uomini. Disponevano di ossigeno sufficiente ancora solo per pochi giorni, e il sistema di riciclaggio della CO2 era vecchio e soggetto a saltuari malfunzionamenti. Il tempo per finire di prepararsi era poco, ma doveva bastare.

Botkoveli non si faceva sentire ormai da giorni, e questo aveva convinto Rosenberg che un attacco fosse imminente: sicuramente il georgiano era stato catturato, ed era solo questione di tempo prima che parlasse.

Non si poteva attendere oltre: se l'Alleanza sapeva che la minaccia di usare altri Tunguska era un mero bluff, allora il Fronte non poteva fare altro che giocare un all-in.

Gli uomini stavano finendo di riparare i rover sotto l'occhio vigile di Rosenberg. Non appena avessero terminato, sarebbero partiti verso il cratere Vavilov, dove sarebbe stato deciso il futuro della Luna.

«Hans!» esclamò Sylvie alle sue spalle. «Allora? Botkoveli si è fatto vivo?»

«No.»

«Pensi che...»

«Non importa. L'ossigeno è quasi finito, dobbiamo andarcene in ogni caso.»

«Allora attaccheremo?»

Rosenberg si girò verso di lei. «Noi attaccheremo, sì. Tu invece prenderai un rover, andrai alla Kaguya, e chiederai asilo. Se i giapponesi facessero delle domande, di' che ti tenevamo in ostaggio e sei riuscita a scappare rubando un rover.»

«Hans...»

«Sai perché non puoi venire, Sylvie.»

«Vorrei che non andassi neanche tu.» sussurrò lei.

Rosenberg le accarezzò una guancia con affetto. «Tutti sanno chi sono. Io non ho scelta, ma tu sì. E hai un motivo valido per non unirti a noi.»

«E se i giapponesi si rifiutassero di farmi tornare sulla Terra?»

«Le donne incinta hanno il diritto al rimpatrio, non possono rifiutarsi.»

Sylvie strinse Rosenberg in un abbraccio, e i due si diressero verso un rover tenuto da parte per lei. Alcuni degli uomini del Fronte, i suoi amici più stretti, la salutarono con altrettanto affetto prima che lei salisse sul mezzo. «Cercate di non morire, tutti voi. Conto che veniate a visitarmi, sulla Terra.»

Rosenberg sorrise mestamente: sapeva già che nessuno di loro l'avrebbe mai più rivista. 

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