CAPITOLO 1

Come tutti i giorni Alessia era da sola e stava tornando da scuola a piedi. Guardò l'orologio erano le 2:30. Era in ritardo, sua madre la stava aspettando a casa ormai da un'ora. Prese il telefono: cinque chiamate perse e tre messaggi della madre. Le scrisse un messaggio: sto bene, non preoccuparti. Dopo averlo inviato spense il telefono e lo rimise in tasca. Le aveva promesso che sarebbe stata a casa per l'una e mezza perché quel giorno avrebbe conosciuto il nuovo fidanzato della madre. Suo padre era morto ormai da tre anni e in quel periodo si era chiusa in se stessa talmente tanto che i suoi amici e i suoi compagni di classe avevano smesso di frequentarla. Non aveva ancora superato quella perdita perché erano molto legati loro due. Stessi occhi e stessa passione per la lettura. "Mamma sarà furiosa". Pensò. Non le importava."Aspetta da un'ora e aspetterà ancora per molto".Aveva deciso di tornare a casa per le otto l'ora in cui Matteo, il nuovo fidanzato della madre, se ne sarebbe andato perché iniziava a lavorare. Di lui non sapeva niente a parte che aveva i capelli neri e che lavorava di notte all'ospedale come infermiere. La madre l'aveva appunto conosciuto all'ospedale la sera in cui aveva avuto un incidente d'auto. Uscivano insieme da circa un'anno. Alessia sentì lo stomaco brontolare. Non mangiava dalle otto del mattino. Mise le mani in tasca e contò quanti soldi aveva. Quindici euro. Decise di cercare un posto per mangiare in cui non era mai stata perché era sicura che la madre l'avrebbe cercata in tutti i posti in cui era solita andare. Camminò per circa venti minuti in direzione opposta a casa sua. Ormai era in periferia. Non era mai stata da quelle parti. Si infilò nel primo bar che trovò perché ormai moriva di fame. Dentro era molto pulito. Si sedette su uno sgabello vicino alla vetrina da cui poteva controllare la strada. Era l'unica cliente del locale. Il barista le portò il menù. Ordinò una piadina e una bottiglietta di acqua naturale. Quando finì di mangiare rimase seduta a osservare la strada perché non sapeva dove poteva andare. Verso le quattro vide sei ragazzi che portavano con se delle custodie di strumenti musicali. Da quando era seduta lì non erano i primi ragazzi che vedeva passare con degli strumenti . Pagò il conto: 12 euro. Si rimise lo zaino in spalla e decise di seguirli. Si muoveva furtiva convinta di non essere vista da quei ragazzi. A un certo punto però uno di loro disse- Perché ci stai seguendo?

Alessia, nascosta dietro a una macchina, si guardò intorno non capendo se si stesse riferendo a lei.

-Sto parlando a te nascosta dietro a quella macchina.

Alessia arrossì all'improvviso e sentì molto caldo. Poi uscì dal suo nascondiglio. Tutti gli altri ragazzi la stavano osservando attentamente. -Io sono Andrea- disse il ragazzo che aveva parlato prima. Andrea come Alessia aveva 17 anni. La sua più grande passione era la musica. Aveva i capelli ricci e neri ed era molto alto e magro.

-Io sono Alessia

-Perché ci seguivi?- chiese Karim un ragazzo marocchino scrutandola attentamente.

-Non lo so- rispose lei. Andrea scoppiò a ridere. Alessia ignorandolo aggiunse - Ero seduta al bar e vi ho visti passare. Mi hanno incuriosito le vostre custodie e volevo scoprire dove stavate andando.

Andrea rivolgendosi agli altri cinque ragazzi disse -Che dite la portiamo con noi?

-Come facciamo a sapete che possiamo fidarci di lei?- chiese Greta. Era magrissima coi capelli neri come la pece che le arrivavano alle spalle. Vestiva come un ragazzo aveva una felpa larga grigia con le maniche troppo lunghe e un paio di pantaloni neri della tuta.

-Dai Gre guardala, ha l'aria da brava ragazza sicuramente manterrà il nostro segreto- disse Karim. Alessia li osservava in silenzio aspettando che prendessero una decisione. Era curiosa di sapere quale fosse il loro segreto. Karim e Greta stavano litigando perché non riuscivano a mettersi d'accordo.

-Finitela voi due!- disse Andrea- Decidiamo votando. Chi vuole che lei venga con noi?

Alzarono la mano Andrea, Karim, Christian e Rebecca.

-Siamo in quattro contro due quindi lei verrà con noi!- disse Karim. Greta sbuffò, ma non disse niente. I sei ragazzi la portarono davanti al cancello di una fabbrica abbandonata. Alessia incuriosita si guardò intorno e chiese -Cosa ci facciamo qui?

-Musica!- disse Silvia una ragazza lentigginosa con un sorriso smagliante.

-Musica?- chiese Alessia incuriosita

-Si musica! Qui fuori non si sente niente perché questa fabbrica ha delle pareti spessissime che non fanno passare alcun rumore e stranamente, nonostante sia abbandonata parecchio, ha tutti i vetri intatti. Perfetta per chi, come noi, ama la musica.- disse Andrea

-Tutti i pomeriggi dopo la scuola noi e gli altri del quartiere ci troviamo qui e suoniamo o balliamo tutto il tempo- disse Rebecca.

-Wow!- disse Alessia

-Allora vuoi entrare?- chiese Christian un ragazzo coi capelli scuri e la grande passione per il ballo.

-Ovviamente!- disse Alessia impaziente. I sette ragazzi camminarono attorno alla recinzione finché arrivarono in un punto in cui aveva un buco. Si misero a quattro zampe e passarono in mezzo. Poi raggiunsero la porta. Appena Alessia varcò la porta rimase a bocca aperta. C'era un gruppetto che suonava, una ragazza africana che cantava al microfono e una trentina di ragazzi che ballavano e cantavano spensierati. Finita la canzone la cantante che li aveva visti arrivare li raggiunse.

-Wow Mame, sei stata fantastica!- disse Greta. Mame sorrise e la ringraziò. Notò subito Alessia e le chiese- Sei nuova? da queste parti non ti avevo mai vista.

-Non esattamente, io abito in centro sono finita qui perché per oggi voglio restare lontana da casa

-Problemi coi tuoi?

Alessia raccontò loro della morte di suo padre. Era la prima volta che lo raccontava a qualcuno.E non sapeva neppure lei perché l'aveva raccontato proprio a loro. -È stato investito da un'auto mentre attraversava la strada. Il guidatore era ubriaco. E ora dopo tre anni mia mamma vuole presentarmi il suo nuovo fidanzato. Ma io non voglio conoscerlo- Alessia aveva gli occhi lucidi e stava per mettersi a piangere. Mame l'abbracciò e le disse -Ti capisco, anche mio padre se n'è andato da casa con una donna lasciando soli me, mia madre e i miei quattro fratelli. Non si è più fatto vivo.

-Mi dispiace- disse Alessia.

-Non preoccuparti, è soltanto un grande stronzo. Ormai non penso più a lui. La musica mi ha aiutato a superare la sua mancanza - disse Mame.

-La musica ha aiutato tutti noi. Abbiamo trovato qualcosa su cui fare affidamento. - disse Rebecca.

-Perché non provi anche tu a cantare una canzone?- propose Karim.

Alessia storse il labbro disse- Mi piacerebbe, ma non sono capace- in realtà lei sapeva cantare molto bene, ma non cantava più da quando suo padre era morto perché il giorno in cui era stato investito stava andando a sentirla al sua prima esibizione nel salone dell'oratorio.

-Tranquilla, per ora resta qui ad ascoltare e quando ti sentirai pronta ti esibirai anche tu- le disse Silvia. Quel pomeriggio Alessia per la prima volta dopo tanto tempo si divertì tantissimo. Ballò insieme agli altri dimenticandosi della madre e del suo nuovo fidanzato. La sala si era riempita sempre di più ora i ragazzi riempivano tutto lo spazio disponibile. A un certo punto due ragazze presero Karim per le braccia e lo trascinarono sul palco.

-Facci sentire una bella canzone Karim!- esclamò una delle due.

-Emis Killa: scordarmi chi ero!- disse lui. Alcuni ragazzi iniziarono a suonare e Karim cantò:

Stavo pensando a me

sono un uomo quaggiù come tanti

che mi compro una moto in contanti

e vivo a rate la vita degli altri

che se esco non torno mai presto

perché faccio presto a far tardi

che ho posato per terra i bastoni

perché ho detto basta ai bastardi!

E stavo pensando a te

una donna quaggiù come tante

che vuoi essere al passo con le altre

e mi riempi l'armadio di scarpe

che mi svuoti la testa in un'ora

ma se sbaglio diventi un sicario

che sai essere dolce in un bacio

anche quando c'hai in bocca l'amaro

E stavo pesando a noi

una coppia quaggiù come le altre

che riescono nel loro piccolo

anche se pensano in grande

che hanno preso la vita per gioco

che ha varcato i binari di un treno

che si prendono a insulti per poco

e si vogliono per molto meno

Pensavo a me col mondo in mano ma senza te dov'è che vado?

con tutta questa voglia di brillare su in cielo e di scordarmi chi ero senza di te!

Pensavo a te col mondo in mano ma senza noi dov'è che andiamo?

Con tutta questa voglia di brillare so che se c'è da brindare voglio farlo solamente con te!

Tutti si erano messi a cantare insieme a lui. Quando la canzone finì tutti applaudirono. Alessia si ricordò di quando anche lei cantava davanti ai suoi parenti e amici.

-Karim è fantastico, vero?- le disse Andrea distogliendola dai suoi pensieri.

-Certo,mi sembra bravissimo.

-Devi vedere anche come balla suo fratello Mehdi - disse Mame. Alessia sorrise e guardò l'orologio. Erano già le sette passate. -Purtroppo devo tornare a casa- disse a malincuore.

-Domani tornerai vero?- chiese Silvia.

-Non puoi dire di no- disse Karim che nel frattempo era tornato da loro.

-Sei obbligata-aggiunse Andrea

Alessia non si aspettava che i ragazzi volessero passare del tempo con lei. Forse ho finalmente trovato degli amici. Pensò.

-Certo- disse lei sorridendo -ma c'è un problema: non so come tornare qui.

-Sai raggiungere il bar in cui sei andata a mangiare?- chiese Christian.

-In realtà no- ammise Alessia.

-Dove vai a scuola?- chiese Andrea.

-Studio al liceo Manzoni

-Vengo a prenderti lì domani perché io vado al Leopardi che è a soli 10 minuti dalla tua scuola- propose Christian.

-Sarebbe fantastico!- disse Alessia felice-Però c'è un altro problema

-Cioè?- chiese Karim.

-Non ridete, vi sembrerà strano ma non sono mai venuta in questa zona perciò non so come tornare a casa

Gli altri si offrirono di accompagnarla fin casa perché ormai era quasi buio. Lei gli spiegò dove abitava e uscirono dalla fabbrica. Camminarono per le vie quasi deserte della periferia, man mano che si avvicinavano al centro della città il traffico aumentava. Quando arrivarono a casa Alessia salutò i suoi nuovi amici ed entrò in casa. Sua madre la stava aspettando con la faccia arrabbiata.

-Dove sei stata signorina?

Alessia alzò le spalle e non parlò.

- Matteo è rimasto malissimo: era così impaziente di conoscerti.- disse la madre arrabbiata.

-Quindi non eri preoccupata per me, ti importa solo del tuo fidanzato.

-Tesoro, lo sai che non è così!

-Non sono ancora pronta per conoscerlo lo sai- disse Alessia poi salì le scale e sbatté la porta facendo rumore. Si buttò sul letto e si coprì la testa col cuscino. Iniziò a singhiozzare e presto le lacrime di trasformarono in un pianto disperato. Era triste perché la madre non riusciva a capirla. Sfinita si addormentò senza aver cenato e con il volto bagnato

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