𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟼

Eddie POV:
Così aprii la porta e lo vidi. Era lì, steso, immobile, i suoi enormi occhiali erano posati composti sul comodino di fianco a lui. Mi avvicinai. Ero deluso. Non so cosa mi sarei aspettato precisamente. Forse pensavo che si fosse svegliato.
<<Richie - sussurrai - come va? - gli presi la mano. iniziai a singhiozzare, in silenzio - Non so se puoi sentirmi. Volevo solo chiederti scusa. Scusa. Scusami. È tutta colpa mia. Ma ti prego, svegliati, ti prego. - il mio pianto era ormai incontrollato - per favore, apri gli occhi, non posso vederti così, ti prego.>>
Feci un respiro profondo. Ripresi a respirare regolarmente. Con gli occhi pieni di lacrime avvicinai la mano alla testa di Richie e gli scompigliai i capelli. ero stato uno sciocco a pensare che potesse sentirmi o che la mia presenza potesse in qualche modo cambiare qualcosa. abbozzai un sorriso, asciugandomi le lacrime
<<Io - feci una pausa, inalando quanta più aria possibile - io penso di amarti richie - sussurrai il più piano possibile - ti amo>>  Dire queste due parole ad alta voce era più strano di quanto potessi immaginare. Ma era vero. Lo amavo. Io amavo Richie Tozier. E lo amo tutt'ora. E lo amerò per sempre.
Mi avvicinai con le labbra alla sua guancia, lo stavo per baciare, stavo per fare quello che avevo sempre desiderato fare, quando lui aprì di scatto gli occhi.

Richie POV:
Eddie. Eddie era davanti a me. Mi guardava sorridente, felice, ma con una nota di stupore e preoccupazione. Cosa era successo? Dove mi trovavo? Mi guardai intorno. Non riuscivo a parlare.
<<Richie - disse abbracciandomi - mi perdonerai mai?>>
Ero in ospedale. È come se i nostri ruoli si fossero invertiti: dopo aver sconfitto it ero io al suo posto e lui qui su un letto d'ospedale.
<<Cosa - avevo la bocca secca - cosa mi è successo?>>
Eddie mi accarezzò il ciuffo e mi passo gli occhiali. Li infilai. <<Te lo spiego bene a casa, ora chiamo i medici, così vediamo se ti possono già dimettere>> disse lui alzandosi.

Eddie POV:
Mi alzai e feci per uscire dalla stanza per chiamare i medici, ma Richie mi afferrò il braccio. Mi girai di colpo
<<Anch'io comunque>> esclamò. Lo guardai con sguardo interrogativo. <<Anche io ti amo>> aggiunse arrossendo.
Vorrei aver reagito in un altro modo. Vorrei avergli detto "Richie, forse non lo sai, ma non potevi dirmi una cosa più bella, ora la mia vita è completa, ti amo da morire". Ma non l'ho fatto. Mi sono liberato dalla sua presa e sono corso fuori dalla stanza a chiamare un medico.

***
Quella stessa notte Richie era stato dimesso. Si era rimesso del tutto. Miracolo. Era così che avevano definito la situazione i dottori. Era tornato a casa con noi, i genitori erano come se spariti. Ma Richie non ne era al corrente, non volevamo dargli altre preoccupazioni.
Arrivati a casa, verso le cinque di mattina, era andato subito a farsi una doccia. Io invece mi sono dovuto sorbire la ramanzina di mia madre per averle disubidito ed essere uscito di notte, nonostante lei mi avesse vietato di andare in ospedale. Poi mi andai a lavare i denti e a mettermi il pigiama nel bagno di sotto, poiché Richie era ancora in quello di sopra a farsi la doccia.
Come risalii in camera mi misi subito a letto. Ero molto stanco, erano le cinque.
Fui svegliato dallo scricchiolio della porta della mia camera che si apriva. Non girai la testa, doveva essere per forza Richie. Si sdraiò vicino a me.
<<Perchè te ne sei andato senza rispondermi?>> mi domandò a bassa voce, per evitare che mia madre potesse sentirci, aveva la camera molto vicina alla mia.
Feci un respiro profondo, mantenendo lo sguardo fisso sul muro.

<<Perchè non credevo potesse essere vero - sentii come un tuffo nel cuore e le parole uscirono in autonomia dalla mia bocca - Richie, dimmi la verità, mi ami davvero?>>

ci fu un lungo momento di silenzio che mi sembrò interminabile

<<Si, Eddie>>

Angolo autrice:

Ehyyy, so che non pubblico da un sacco di giorni e che questo capitolo è abbastanza corto, scusatemi, ma ho avuto tantissime cose da fare. Al prossimo capitolo ❤️

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