#15DOH|| linkin park
OS by @wildermind_
***
1998
Mike continuava a battere ritmicamente il piede sul pavimento del salotto. Leggermente nervoso, si avvicinò a me e mi prese per le spalle.
-Dov'é Brad?
Domandò, scaricandomi addosso tutta la sua tensione.
-Che cazzone
Esclamò Rob dall'altra parte della stanza, stravaccato come sempre sulla sua poltroncina
-Sempre in ritardo
-Mi aveva detto che stava arrivando
Risposi io, un po'spaventata. Mike mi fissava come se il ritardo di mio fratello fosse colpa mia. Pochi istanti dopo, il ritardatario si presentò. Sudato, con i capelli attaccati alla fronte, come se avesse percorso miglia e miglia sotto il sole, e probabilmente era quello che aveva fatto. Appoggiò delicatamente la custodia della chitarra accanto alla tastiera di Mike prima di urlare:
-O mio Dio, che caldo!
-È tutto quello che hai da dire?
Rabbiosamente, Mike iniziò ad andargli incontro.
-Sei in ritardo di quasi un ora!
-Scusa!
-Coglione...
Mormorò Rob. Fischiettó qualche secondo prima di chiedere
-Non ti dimentichi di nulla?
-Non credo...
A quel punto, Shinoda si passò una mano sul viso, in segno di esasperazione
-Chester. La voce che ci manca. Quello di A place for my head. Oggi ci chiama e ci fa sentire.
Brad spalancó gli occhi e fischió tra i denti. Immaginavo se ne fosse scordato: lui si dimenticava sempre tutto, persino il suo compleanno.
-Io te l'avevo detto.
Presi coraggio e dissi
-ma non mi hai ascoltat...
In quell'esatto momento squilló il telefono di casa.
Ammutolii, notando Mike farsi sempre più pallido. Rob uscì da quello stato di trance perenne, scambió uno sguardo con mio fratello, che si passò una mano sulla fronte.
Con uno scatto felino, i tre Xero si avventarono sul telefono, facendo a gara per chi sollevasse la cornetta. Alla fine tutti e tre si ritrovarono a gridare
-pronto!
Contemporaneamente. Trattenni usa risata.
Erano ansiosissimi.
Mi avvicinai cautamente a loro.
-Ciao Chester...si è il numero giusto
Mike ridacchió nervosamente
-casa Shinoda
Ci fu silenzio per un momento e feci segno ai ragazzi di mettere in vivavoce.
Così fecero.
-Siamo contenti che tu abbia accettato di farci sentire la tua voce in diretta
Disse Brad emozionato come una scolaretta, prima che Mike o Rob potessero soltanto aprir bocca. Chester rise e rispose
-si si, anche io.
Un silenzio impacciato riempì la stanza, prima che Rob parlasse
-noi siamo pronti. Vai pure quando vuoi.
-Okay
Si sentì partire la base di A Place for my head, dall'altro lato della linea telefonica. Tutti ci guardammo per un infinito secondo, prima che Chester iniziasse a cantare. E anche se nessuno parlava, nella stanza aleggiava sempre la stessa domanda: "Chissà se sarà lui quello giusto".
***
2000
Il 23 ottobre c'era aria di festa allo studio. Brad, Scott e Chester si scatenavano al ritmo di "Back to School days", dei Deftones, Rob era seduto in un angolo della camera di registrazione a ragionare su un pezzo di carta, mentre io, Joe e Mike stavamo in piedi dietro alla consolle, ascoltando la versione definitiva dell'album alla quale i ragazzi avevano lavorato tantissimo.
Io, più che altro, avevo aiutato Joe con le riprese dei video.
-Il nostro primo album da "Linkin Park"- mormorò Mike, con occhi lucidi, quasi incredulo di ciòche lui e il suo gruppo di amici erano riusciti a fare. Lui era un po' il più sentimentale, e ormai ci avevamo fatto l'abitudine.
-Il vostro primo album da "Linkin Park"- dissi io, sorridendo. Accarezzai il braccio del ragazzo, il quale tirò su con il naso, e fissai per un attimo Joe, intento a lavorare sugli ultimi dettagli prima dell'uscita del disco, annunciata per l'indomani mattina.
-Siete stati grandi, ragazzi- sussurrai, un po' commossa. Ero molto più piccola di tutti loro, avevo ancora il diritto di commuovermi, insomma.
-Grazie, Caredee- disse Chester, spuntando dal nulla e inforcando i suoi occhiali da vista dalla poltroncina.
-Anche tu hai fatto la tua parte.
Annuii, poco convinta. Avrei voluto aiutarli di più, ma purtroppo la scuola me lo impediva, e avendo quello stesso anno gli esami, non potevo essere sempre presente.
Sorrisi a Bennington, per poi scrutare con sguardo grato tutti gli altri. Nonostante fossi solo la sorellina minore del chitarrista, avevo trovato il mio posto nel mondo, stando tra quelli che erano passati da "Xero" a "Hybrid Theory" a "Lincoln Park" a "Linkin Park". Erano i miei unici amici veri.
***
2003.
I brutti periodi arrivarono in fretta.
Chester iniziò a sentirsi sempre peggio, finchè Mike non decise di scrivere una canzone per lui, per fargli capire che eravamo tutti al suo fianco, che l'avremmo aiutato a superare tutte le sue dipendenze.
Il ragazzo con gli occhiali afferrò con riluttanza il foglio che Shinoda teneva in mano, e iniziò a leggerlo velocemente, rannichiato sul divano.
Io e Mike ci limitammo a guardarlo in silenzio, mentre le lacrime scorrevano copiose sul suo volto.
Sapevamo che stava cercando in tutti i modi di superare i suoi vizi per potersi dedicare totalmente alla musica, aveva solo bisogno di una spinta, e quella forse era proprio Breaking the Habit.
-Chaz...- mormorai, sedendomi accanto a lui sul divano. Mi distruggeva vedere uno dei miei migliori amici così debole, così indifeso, così solo nell'immensità dei suoi sentimenti. Lo abbracciai e lasciai che sfogasse tutte le sue lacrime, con la testa appoggiata alla mia spalla, mentre Mike ci guardava compassionevole.
Alla fine, si chinò inginocchiandosi di fronte a Bennington. Appoggiò una mano al suo ginocchio, e con voce lieve domandò: -Vuoi andare a provarla? Abbiamo una base.
Chester ci mise qualche secondo a rispondere, ma alla fine annuì. In silenzio, io e Shinoda lo accompagnammo in studio, dove tutti gli altri aspettavano con pazienza.
Gli sguardi tristi di Brad, Rob, Phoenix e Joe sfiorarono prima me, poi Mike e infine Chester che, nonostante tutta la grinta avesse in corpo, in quel momento assomigliava più a un bambino che cercava disperatamente di sveglirsi da un incubo.
E così fu.
***
2007
Data importante, il 2 Aprile: l'ansia per la pubblicazione del video di What I've Done portò via ai ragazzi il colore dal volto, ma alla fine ce la fecero.
Incredibile come dopo dieci anni di carriera musicale, fossero ancora tutti così nervosi alla pubblicazione di un nuovo singolo.
I fan erano cresciuti a dismisura, negli ultimi anni. Nessuno dei Linkin si sarebbe mai aspettato di ottenere così tanto successo con quelle canzoni che una volta si apprestavano a provare nella loro cameretta al college.
Fissai meravigliata il video.
Sarà stata la centesima volta che lo guardavo, ma ogni esperienza era migliore di quella precedente: la pelle d'oca si manifestava sempre alle immagini del gruppo alternate con quelle delle catastrofi mondiali.
-Car- mi chiamò Joe. Andai verso di lui, seduto accanto a Mike davanti allo schermo del computer dello studio.
-Sì?- domandai, prima di rendermi conto di ciò che stava succedendo. YouTube si era bloccato. Le visualizzazioni erano cresciute di così tanto in così poco tempo che il conteggio era rimasto fermo a 301, mentre il video non voleva saperne di ripartire.
Sorrisi, scambiandomi uno sguardo d'intesa con Mike, nell'istante esatto in cui Phoenix entrò nella stanza lanciando un gridolino da cheerleader.
Joe e Brad scoppiarono a ridere e Chester schiaffeggiò Rob, come sempre assorto nei suoi pensieri, sulla nuca.
-Siamo mitici!- urlò il bassista, improvvisando un balletto in piedi su una sedia. Ci trovammo tutti a ridere. Come si poteva avere trent'anni e comportarsi come un bambino di nove?
***
2014
La tranquillità alloggiava in studio, mentre Joe e Mike sedevano alle loro solite postazioni, assicurandosi che Final Masquerade fosse pronta. Come singolo di apertura di The Hunting Party, doveva essere perfetta, e perciò i ragazzi ci lavorarono troppo, giorno e notte, notte e giorno. Quella era la giornata del montaggio finale per il video, per la successiva pubblicazione.
Mi rilassai stringendo tra le mani il mio bicchiere di cappuccino bollente, mentre la dolce ma graffiante voce di Chester camminava per le pareti dello studio.
-The light on the horizon was brighter yesterday...- cantava Bennington, nel pezzo. Fischiettai qualche nota che ormai avevo imparato a memoria e sorrisi a mio fratello Brad, intento a battere le mani come una scolaretta emozionata.
-Okay, ho fatto- urlò Joe, provocando l'immediata reazione dei Linkin Park. Entrarono tutti in sala, appostandosi davanti al pc, e soddisfatti guardarono con occhi innamorati il loro canale YouTube appena aggiornato. Come al solito, tutto il sito entrò in crisi pochi secondi dopo, ma ormai c'erano tutti abituati.
I fan continuavano a essere tanti, continuavano a crescere e a regalare le emozioni migliori a quel gruppo di sei uomini che in realtà erano ancora ragazzini.
Io finii per collaborare strettamente con Joe per ogni video musicale: non avevo bisogno di un lavoro altrove se già ne avevo uno e mi ripagava più di quanto quelsiasi altro mestiere avrebbe mai potuto fare.
Adoravo tutti loro: erano riusciti a mettere da parte i loro problemi di una vita per poterne costruire un'altra, completamente dedicata alla musica, ai fan, alla loro più grande passione.
Ero così fiera di loro, come d'altronde lo era tutto il resto del mondo.
Amavo i miei migliori amici e così continuo a fare tutt'ora. Nulla è cambiato da quel lontano 1998, quando, tutti attoniti, ascoltavamo la versione di A Place for My Head fornitaci da Chester. Andava tutto bene, e sarebbe andato così ancora per un bel po'.
O almeno, speravo.
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Ed oggi, Linkin Park, con un capitolo scritto interamente da @wildermind_. Riassume in poche righe tutta la loro storia, in modo molto realistico secondo me.
Me ne sono resa conto con il tempo: certe band hanno la capacità di piacere a tutti, e i Linkin Park sono una di queste. Penso non ci sia molto da aggiungere, perché il racconto qui sopra riassume già molti miei pensieri.
Questa cosa folle di #15DaysOfHappiness mi sta uccidendo da sola ma OKAAAY.
Ma almeno sta andando tutto secondo i miei piani.
#15DOH||LinkinPark
Take me down to the river bend
Take me down to the fighting end
Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again
Fly me up on a silver wing
|《Ester》|
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