cinquantasette giorni prima.

Mi trovavo in un Hotel di Denver, li c'era un buon ospedale per Cassie. Vi era anche un centro di ricerca attrezzato. I miei genitori non sapevano ancora nulla, era una sorpresa. Pensavo al giorno prima, ero passata a salutare Hope e Jerome. Lui era veramente arrabbiato con me e mi salutò distaccato. Quella che mi diede la delusione più grande fu Hope. La mia migliore amica. Quando le raccontai di Rei, di come stavo bene, che finalmente ero felice e che mi avrebbe aiutato a salvare la vita della mia sorellina... lei disse solo « Hai fatto presto con lui eh! Siete già stati a letto? Lui non fa per te, non ti fa bene e poi sono soldi sporchi. ». La più grande delusione della mia vita. Come poteva permettersi di dirmi cos'era o no giusto per me, neanche mi conosceva più. Ero stufa di stare sotto di lei, le volevo un gran bene ma un'amicizia non può essere a senso unico. Fu così che mi lasciai tutto alle spalle, senza sapere cosa sarebbe successo dopo. In un giorno avevo chiuso senza esitare neanche un momento l'amicizia di una vita. Avevo, finalmente, aperto gli occhi.

« Sei pensierosa - mi disse lui - Non devi preoccuparti, andrà tutto bene. » era rassicurante. Avevo bisogno di una persona che mi stesse vicino come stava facendo lui, anche se lo conoscevo da poco.
« Lo spero con tutto il cuore. Non potrei accettare di perdere anche lei - dissi prima di aprirmi del tutto - è che quando sono stata a salutare la mia amica, non è andata bene, e ... abbiamo chiuso. Diceva che non eri giusto per me e cose varie.» Lui mi guardò un po' sorpreso « Solo perché sono un gangster, come mi chiami tu, non vuol dire che sia una cattiva persona... Sai perché mi sto legando a te e ti sto aiutando? - fece una piccola pausa ed io rimasi in silenzio aspettando il continuo - Perché tu hai visto in me delle cose belle. Ho così tanti soldi tra il mio lavoro da barista e il lavoro "sporco" - fece le virgolette con le mani - che non so che cosa farmene. Se una ragazza si avvicina a me o vuole fumare o è interessata ai soldi. Secondo le amiche, le sorelle, i fratelli ecc. non sono proprio il tipo di ragazzo che presenteresti alla famiglia. Ma tu, tu hai visto in me del buono. A te non interessavano i miei soldi, tu sei stata con me e basta.. e non mi succedeva da un sacco di tempo...» Mentre parlava sembrava malinconico, aveva quell'espressione triste di chi ha sofferto così tanto da essersi creato una corazza dura quanto quella del rinoceronte. Ed io, Grace, ero appena riuscita a scolpirla.

Lo baciai senza pronunciare parola. Noi ci capivamo, al contrario di quello che potevano pensare tutti, la nostra relazione non era solo sesso. Anzi, lo avevamo fatto una sola volta. Avevamo un legame particolare.

Quella sera mi portò a cena fuori, avevo detto ai miei genitori che non avevo linea a casa e che quindi li avrei semplicemente chiamati anziché fare la solita videochiamata, così non avrebbero visto dove mi trovavo. Gli telefonai durante il tragitto in macchina per andare al ristorante, li tranquillizzai dicendogli che stavo bene e che stavo andando a cena fuori con il ragazzo che gli aveva "presentato" due sere prima. Loro erano felici per me, non mi vedevano con un ragazzo da molto tempo. Ed io, sinceramente, ero contenta di avere almeno il loro sostegno.

Fermò la macchina davanti ad un ristorante di lusso che sfoggiava sull'insegna le sue cinque stelle con orgoglio. Scendemmo dall'auto e ad accoglierci c'era il parcheggiatore a cui Rei consegnò le chiavi. Mi porse il braccio per accompagnarmi mentre salivamo la gradinata fino all'ingresso « Potrebbe essere il nostro primo appuntamento? » Chiese facendo una smorfia « Sì! » Risposi senza pensarci neanche un momento. Per quella serata aveva messo una camicia nera con un pantalone elegante e la cravatta abbinata. A me, invece, aveva regalato un bellissimo vestito bordeaux elegante, corto avanti e con una lunga coda dietro, ci aveva abbinato degli orecchini, un punto luce e delle scarpe con il tacco nere. Mi faceva sentire una regina. Nessuno si era mai occupato in questo modo di me ed ero sicura che anche lui avesse bisogno di attenzioni. Lui era bellissimo, sembrava un uomo d'affari. Mi guardava intensamente e mi teneva la mano. Mi sentivo speciale al suo fianco e fu gentile da parte sua cercare di tranquillizzarmi. Non volevo per nessun motivo che quella serata finisse. Ma purtroppo, dopo un primo, un secondo e il dolce, eravamo già di ritorno alla stanza, dove continuammo la nostra rilassante festicciola con champagne nella vasca idromassaggio della camera.

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