VI.
▶️ Yellow, Coldplay.
Ophelia
Non mi sono mai considerata una persona pazza… oggi però ho cambiato idea.
Capisci di avere qualche problema quando, per scappare dalle avance di un tipo, inizi ad offenderlo in spagnolo senza averlo mai studiato prima.
«Vete a la mierda!» Dico mentre cerco di togliermi un tizio di dosso che mi guarda dall’alto verso il basso con i suoi occhi non molto da sobrio.
«Uh, spagnola? Caliente.» Si avvicina pericolosamente a me mentre porta il suo ciuffo nero all’indietro e mi prende per il braccio.
Ma chi ha mai parlato lo spagnolo! La situazione sta diventando imbarazzante e il suo alito inizia a puzzare un po’ troppo di alcol per i miei gusti.
«Senti, vedi di levarle le mani di dosso o ti colpisco con una padella come farebbe Rapunzel.» La voce più bella che io abbia mai sentito in vita mia decide finalmente di intervenire, provando a difendermi.
«Sei Rapunzel? Fiore dammi ascolto…» Il tizio inizia a cantare mentre accarezza la mia chioma riccia con frenesia. E’ talmente fatto che neanche lui capisce chi ha davanti.
Mi stacco dallo sconosciuto che inizia a lamentarsi con il barista e vado verso Kaden, che mi circonda una spalla con il braccio e cerca di portarmi fuori dalla villa piena di gente.
«Odio le feste universitarie.» Dice una volta arrivati in giardino e raggiunto Aaron intento a reggere Rain probabilmente ubriaca.
«Ma perché siamo venuti qui se dobbiamo cercare Aileen?» Chiedo sbadigliando, sono una di quelle persone che odia le feste e finirebbe per addormentarsi su una sedia anche con la musica a palla.
Siamo in una villa un po’ fuori l’università di Oxford, Rain ci ha convinti a venire qui perché secondo lei una serata di svago senza pensare all’enigma ci avrebbe fatto bene, ma la verità è che lei aveva semplicemente bisogno di bere per non pensare alla sua ragazza scomparsa.
«Sai che è stata un’idea di Rain… sù, forza, andiamo in hotel.» Kaden prende Rain in braccio e la adagia delicatamente sui sedili posteriori del nostro pulmino.
«Quale hotel?» Chiede Aaron rivolgendosi a me.
«Mentre tu e Rain eravate in quella strana stanza, io e Kaden abbiamo trovato un hotel con due stanze disponibili qui vicino, abbiamo bisogno di riposo e di una pausa per capire il nuovo enigma.» Spiego mentre i miei pensieri vanno ad Aileen.
Non posso credere che lei sia davvero scomparsa e che questi enigmi siano veri, purtroppo non so neanche se sia effettivamente Aileen a scrivere tutte queste cose solo per spaventarci, ma a questo punto penso che lei sia in effettivo pericolo. Eravamo molto amiche e mi manca, ma ho paura della verità.
***
«Ok Rain, piano, ci siamo quasi.» Sussurra Kaden mentre saliamo le scale dell'hotel per arrivare nelle nostre camere.
L'arredamento è abbastanza moderno, con una grande sala d'attesa e un bancone che nasconde una signore in preda a un sonno profondo; le scale cono sul beige e portano a diversi piani.
In teoria ci dovrebbe essere anche l'ascensore, ma ci hanno spiegato che in questi giorni è rotta.
Purtroppo le nostre stanze sono al quinto piano, questo significa che dobbiamo fare molte scale. Non sarebbe un problema se fossimo tutti sobri, ma visto che non lo siamo la situazione è abbastanza pericolosa dato che Rain sta barcollando da una scala all'altra.
Fortunatamente Kaden la tiene stretta, altrimenti finirebbe per cadere dalle scale.
Vediamo Aaron tornare dalla sala d'attesa con le chiavi delle stanze in mano. Abbiamo preso due camere con due letti singoli per ciascuna.
Finalmente arriviamo davanti le porte bordeaux delle nostre camere ed entriamo nella mia per adagiare Rain sul letto.
La stanza è sul blu, con due lettini bianchi decorati da due cuscini azzurri; un grande specchio è posto tra l'entrata e la porta del bagno.
Inoltre c'è anche un armadio bianco gigante - che rimarrà vuoto - e una piccola televisione al lato.
«Non male per essere così low-cost.» Mormoro.
Mettiamo Rain sotto le coperte e subito cade in un sonno profondo.
«Va bene ragazzi, potete andare, bado io a lei.» Dico mentre vedo i ragazzi andare nella loro camera.
In realtà non ho molto sonno perché sono appena le undici di sera e il nuovo enigma non mi fa proprio dormire.
Tolgo i jeans neri e il top giallo che avevo indosso e tiro fuori dalla valigia - che ho portato solo io - un pantalone di tuta grigio e una felpa gigante blu.
Lego quindi i capelli in una coda alta e mi affaccio nel piccolo balcone che dà su una splendida vista.
Si vedono tantissime luci delle abitazioni universitarie di Oxford che sono circondate da tantissimi alberi.
Mi sporgo dalla ringhiera per osservare meglio cosa ho sotto di me.
Una stradina in pietra con al centro una bellissima fontana in marmo bianco circondata da due panchine dello stesso materiale e colore; ci sono anche due lampioni che rendono l'atmosfera più fioca.
Il cielo è illuminato leggermente dalla grande Luna, della quale si possono anche osservare i crateri.
Ho sempre amato la Luna, infatti mi sono tatuata le fasi lunari sulla schiena, che per me rappresentano il cambiamento personale del mio carattere.
Giro lo sguardo verso sinistra e vedo che nel balcone accanto al mio ombreggia la figura di Kaden, la si riconosce dal piccolo naso all'insù.
«Ehi.» Mi avvicino al suo balcone, ci separano solo una ringhiera e metri infiniti di vuoto sotto di noi.
«Ti va di scendere giù e sederci sulle panchine accanto alla fontana? Non ho sonno.» Dice Kaden avvicinandosi alla ringhiera per parlare meglio.
I suoi occhi marroni sono illuminati dalla chiara luce lunare che fa scorgere un leggero sorriso sulle sue labbra.
«Certo, ma non posso lasciare Rain sola.» Da dietro la porta vetrata, osservo Rain dormire beatamente sul suo letto.
«Starò io con lei, tanto non ho sonno e non mi va di scendere giù.» Si intromette Aaron uscendo in balcone.
***
La leggera brezza notturna fa prendere vita ai miei ricci che si muovono uniformemente accecandomi la vista.
Intravedo solo il luminoso e vecchio lampione nero che attraverso la sua luce scopre la fontana ricolma d’acqua e la rende più bella e luminosa agli occhi di tutti.
Molte volte credo di aver bisogno di una persona che, come il lampione alla fontana, illumini me stessa per farmi apparire più splendente.
Tutti abbiamo bisogno di un Sole nella nostra vita, una stella talmente luminosa da far riflettere i suoi raggi contro di noi. Una stella che ci faccia brillare più di tutti, che ci faccia sentire speciali.
Fortunatamente io ho Kaden, so’ che può sembrare banale, ma lui mi ha aiutato nei momenti di sconforto; quando nessuno voleva aiutarmi lui c’era sempre per me, mi ha vista cadere piano piano, sbriciolarmi in mille pezzi e nonostante questo non mi ha mai abbandonata.
«A cosa pensi?» Osservo il suo profilo illuminato solo dal bagliore lunare e mi ricordo di quanto io sia fortunata ad averlo come migliore amico.
«Nulla di che, ma Oxford mi ha fatto ricordare i miei genitori…»
Sposto lentamente lo sguardo verso la fontana e ne osservo le luci colorate che appaiono sfocate perché ricoperte dall’acqua che scorre lentamente.
«Ehi Oph, devi sempre seguire i tuoi sogni, non vivere in base a ciò che ti impongono gli altri.» Sento il suo sguardo bruciare su di me e, delicatamente, mette il suo braccio intorno alla mia schiena.
Entrambi i miei genitori hanno frequentato l’università di Oxford e poi hanno deciso di diventare assistenti di volo per realizzare il loro sogno di viaggiare e scoprire il mondo. Nonostante il continuo lavoro, sono riusciti a fare una figlia, ovvero me, e lasciarla crescere in campagna con i nonni.
Sono sempre stata legata a nonna Liz e nonno Sam fin da bambina perché mi hanno cresciuta loro e non mi hanno mai fatto mancare nulla. Purtroppo però avrei preferito passare più tempo con i miei genitori almeno da bambina, perché l’unico ricordo che ho di loro è quando siamo andati in vacanza e avevo cinque anni.
Non li vedo molto spesso, anzi quasi mai, però voglio molto bene ad entrambi e ci sentiamo una volta a settimana in videochiamata.
Ogni tanto litighiamo perché vogliono che io segua la loro stessa esperienza universitaria, ma non sanno che io sogno di fare la scrittrice e non voglio continuare gli studi.
Mia nonna apprezza quello che scrivo e molte volte disegna i personaggi delle mie storie perché ama dipingere ed è anche piuttosto brava.
«Grazie di esserci...» Sussurro mentre appoggio la testa sulla sua spalla lasciando che i miei lunghissimi ricci ricadano sul mio viso coprendolo totalmente.
«Ricorda, se sei felice di fare quello che stai facendo, nessuno può dirti che non hai avuto successo.» Si avvicina a me e sposta i capelli dal mio viso per guardarmi negli occhi.
Non so spiegare l'effetto che lui ha in me, è come una medicina. Ogni volta che mi sento giù mi tira su di morale. Lui è quella persona che mi rende felice, lui è il mio giallo.
Lui è il mio Sole e io sono un girasole che cerca sempre disperatamente il suo aiuto per continuare a vivere.
Non so come spiegare a lui il bene che gli voglio, forse un giorno scriverò tutto su un foglio di carta e glielo farò arrivare tramite piccione viaggiatore.
Sono sempre stata più brava con la scrittura che con dire le cose a voce.
E ora siamo qui, cullati dallo splendido suono dell'acqua, illuminati dall'elegante Luna, legati non dalle catene, ma dal cuore.
Il nostro cuore che batte all'unisono.
Ciaoo, come state?
Scusate veramente per l'assenza, ma in questo periodo sono piena di verifiche e interrogazioni.
Ho cercato però di aggiornare, perché non volevo lasciarvi senza capitolo.
Vi devo dire che purtroppo non so se riuscirò ad aggiornare fino ai primi di giugno, perché non voglio promettere cose che non sono in grado di mantenere.
Quindi è possibile che lunedì prossimo spunti un nuovo aggiornamento come è possibile che io sparisca di nuovo. Purtroppo non dipende da me, ma dalla scuola.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se vi va lasciate un commento e una stellina così capisco se vi sta piacendo la storia!
Baci.❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top