3. This Charming Man

Non so per quale motivo, ma quella mattina c'era una nebbia fitta ad avvolgere tutta Hawkins; se non si stava attenti si poteva addirittura finire sotto qualche automobile.

Io ero uscito di casa prima perché non mi andava di far aspettare Dustin – quella mattina gli avevo promesso che sarei passato io da casa sua per portarlo a scuola, prima di iniziare il mio turno al Family Video. Robin, la mia collega, era stata già avvisata; dopotutto non ero un taxi! E non avevo nemmeno il dono dell'ubiquità; quindi, avrei potuto portare o lei o il ragazzino.

Il problema era che con il ricciolino ci stavamo un pochino perdendo di vista da quando aveva cominciato a frequentare l'Hawkins High – era, infatti, entrato in un nuovo giro di strambi nerd, che si riunivano con cadenza regolare per giocare ad un gioco di ruolo in cui ognuno di loro avrebbe dovuto interpretare un personaggio. Eppure non era stato nemmeno quello il motivo del nostro parziale allontanamento, quanto il fatto che quel club di nerd fosse capitanato dal nerd più strano in assoluto, il "famoso" Eddie – the freak – Munson.

Aveva praticamente la mia età, eppure, ancora andava a scuola: pluribocciato, svitato e spacciatore seriale. Avevo intimato spesso Dustin di stargli alla larga ma, purtroppo, lui e gli altri ragazzini lo consideravano una specie di santone di Dungeons and Dragons e pendevano dalle sue labbra!

Scossi la testa nel ripensare all'ultima conversazione che avevo avuto con quei mostriciattoli, in cui praticamente ognuno di loro lo aveva difeso a spada tratta.

Frenai dopo che ebbi superato casa Henderson per più di un centinaio di metri, in quanto, assorto nei miei pensieri non mi ero accorto di essere già arrivato.

Ingranai la marcia indietro e feci dietrofront.

Dustin era seduto sul gradino della soglia di casa e non appena mi vide accostare mi regalò un sorriso mezzo sdentato, seguito da un'occhiataccia.

<Finalmente! Meno male che dovevi passarmi a prendere per non farmi fare tardi!> mi rimproverò, inforcando lo zaino.

Aprì la portiera e saltò in macchina, buttando la cartella senza troppa grazia sui sedili posteriori.

<Ti sei pulito le scarpe??> fu la prima cosa che gli dissi, in quanto ogni volta che saliva lui nella mia vettura ritrovavo il tappetino del lato passeggero ridotto una schifezza.

<Erano già pulite!> aggrottò le sopracciglia.

<Mh. Comunque, ritieniti fortunato che ti accompagna il vecchio re Steve, sai quante pupe attirerai uscendo dalla mia BMW?> lo stuzzicai.

<Sei troppo autoreferenziale! E poi, dopo la fine della tua relazione con Nancy non è che tu sia ancora così in cima alla lista delle ragazze, sai?>

Sgranai gli occhi, offeso.

<Ah davvero? E sentiamo, chi sarebbe il nuovo re del liceo?> ero estremamente seccato e anche un po' curioso. Poi aggiunsi, <Quello svitato del tuo nuovo amico?>

<Se intendi Eddie, no, assolutamente! A lui non interessano queste cose venali! Lui sta molto più avanti! E inoltre, purtroppo, vanta una cattiva nomea che di certo non lo aiuta ad essere popolare!>

Ridacchiai.

<Steve! Non dovresti prenderlo in giro, non dopo quanto ti è successo negli ultimi mesi! Sai benissimo quanto le false dicerie possano essere dannose!> mi ammonì, facendomi sentire leggermente in colpa.

<Sì, ma devi ammettere che alcune delle cose che si dicono su di lui sono vere!> ribattei.

<Per esempio?>

<Il fatto che ha la mia età e stia ripetendo per l'ennesima volta l'ultimo anno, o che spacci?> aggrottai le sopracciglia, mimando una smorfia come se stessi constatando l'ovvio.

Ci pensò un attimo su.

<Okay, questo te lo concedo, ma è perché ha avuto momenti difficili e noi non siamo nessuno per giudicarlo! Dovresti essere meno geloso che ho un altro amico più grande e provare a conoscerlo!> propose, facendomi strabuzzare gli occhi.

<Allora, mettiamo un pochino di cose in chiaro signorino: punto primo io non sono assolutamente geloso, per esserlo vuol dire che ci si deve sentire minacciati un pochino e non se ne parla nemmeno che io possa sentirmi minacciato da uno come lo svitato Munson...>, fece per replicare ma io lo zittii con una mano, <Punto secondo io non ho assolutamente bisogno di conoscere meglio nessuno, se vuoi essergli amico sono fatti tuoi, ma poi non venire a piangere da me se e quando farà qualcuna delle sue stranezze!> lo avvisai.

<Steve...> disse lui scuotendo quel testone riccioluto che si ritrovava, poggiandomi una mano sulla spalla, <Non sai nemmeno di cosa tu stia parlando!>

Alzai gli occhi al cielo, ma decisi di non controbattere, altrimenti quella discussione avrebbe potuto prenderci ore.

Arrivammo davanti scuola in tempo per sentire la campanella della prima ora suonare.

<Buona giornata testina di cazzo!> lo salutai.

Lui mi guardò male e prima di saltare fuori mi disse <Ho imparato dalla testona di cazzo migliore di tutti!>

Scoppiai a ridere, facendolo ridere a sua volta.

Ingranai la prima e mi allontanai.

Era sempre strano per me ritrovarmi in quel posto; lì avevo vissuto davvero i miei migliori momenti, ma allo stesso tempo se mi mettevo a riflettere sul passato, mi sembrava di vedere uno Steve che adesso non esisteva più. Aveva avuto ragione Henderson a rimproverarmi prima per quello che avevo detto sullo svitato, almeno in parte, e anche se non glielo avrei mai ammesso, io forse non ero così diverso da lui (spaccio di droga a parte!) – anche io avevo avuto i miei momenti no, uno su tutti le varie liti con Billy Hargrove, e forse era vero che al liceo non ero più considerato come una volta.

Imboccai Cherry Lane per raggiungere il negozio, quando al lato della carreggiata vidi un auto in panne, con del fumo che fuoriusciva dal motore. Mi accostai, e abbassai il finestrino.

<Ha bisogno di aiuto?> chiesi senza uscire dal mio veicolo.

Solo in quel momento, vidi spuntare da dietro il cofano aperto, la testa riccioluta dello svitato amico di Dustin.

Troppo tardi per poter tagliare la corda, restai in attesa di una risposta.

<Non so cosa cazzo sia successo, ma si sono accese cinque spie contemporaneamente e ho fatto appena in tempo a spostarmi dalla strada che il motore ha cominciato a fumare!>

Si avvicinò e solo in quell'istante notò il mio viso, mostrandomi una strana espressione. Sinceramente, non sapevo se mi conoscesse, ad ogni modo, la smorfia che aveva stampata non era un buon segno.

<Io non ci capisco molto di motori, ma se vuoi posso accompagnarti a cercare aiuto.> fu il massimo che riuscii a dire, pentendomi anche delle mie parole.

Stavo forse diventando troppo buono? In teoria, avrei potuto infischiarmene e lasciarlo ai suoi casini, eppure, un pochino mi dispiaceva mollarlo lì da solo. Frequentare quei ragazzini mi stava facendo davvero diventare troppo un babysitter preoccupato e pronto a dare aiuto.

Lo sguardo del ragazzo di fronte a me per un attimo mi sembrò diverso, come se la mia proposta del tutto inaspettata lo avesse in qualche modo meravigliato positivamente.

<Okay, se non ti pesa troppo!> fece spallucce.

<No, dai, spiegherò il motivo del ritardo in negozio senza problemi!> minimizzai con la mano e gli aprii la portiera.

Lui entrò scaraventando il suo zaino nero con tantissime toppe sopra, sul sedile posteriore, nella stessa maniera di Dustin. Alzai gli occhi al cielo.

<Mi chiamo, Eddie, Eddie Munson!> si presentò non appena ebbe richiuso lo sportello.

<Sì, ti conosco. Io sono...>

<Steve Harrington, lo so!> mi tolse le parole di bocca, sorprendendomi.

<Ah, wow, non pensavo mi conoscessi!> ammisi.

<Scherzi? Chi non conosce il re dell'Hawkins High, Steve – bei capelli – Harrington?!> mi sorrise in maniera sfacciata, mentre io cominciavo ad offendermi per l'appellativo che mi aveva dedicato.

<Eh sì, una volta, ormai so che al liceo c'è un nuovo re!> decisi di non prendermela.

<Intendi quel coglione di Jason Carver? Gesù, si può essere più stronzi di lui???> scosse la testa, rivelandomi il nome del mio successore che Dustin mi aveva taciuto.

<Ah quindi sarebbe Carver il mio sostituto?> chiesi mentre svoltavo a destra all'incrocio per cercare un meccanico di turno.

<Guarda non ne andrei fiero, cioè Carver è persino peggio di te e Hargrove! Senza offesa!> poi aggiunse notando il mio sconcerto.

<E chi si offende! So benissimo che sono stato uno stronzo nei miei primi anni del liceo! Anche se sono migliorato durante il mio ultimo anno!> aggiunsi senza sapere perché, ma non mi andava che quel ragazzo avesse l'impressione che io fossi come Jason e Billy!

<Siamo in un paesino bigotto che si ricorda la piccola stronzata che hai commesso e non tiene conto di quanto tu abbi fatto per rimediare! Ricordalo!> e nell'elargirmi quella perla di saggezza mi toccò la spalla, facendomi saltare. Per fortuna che avevo buoni riflessi, altrimenti avrei avuto bisogno di un meccanico anche io.

Non so se Eddie se ne accorse del mio momentaneo turbamento, in quanto ritornai padrone del veicolo in una manciata di secondi, ma mi sembrò vedergli un guizzo divertito sul viso.

<This charming man!> mi sembrò di sentirgli dire.

<Cosa?> chiesi, stranito.

<Niente, lascia perdere!> mi rispose guardando fuori dal finestrino. Decisi di fare quanto suggeritomi.

<Ad ogni modo, ti ringrazio del consiglio, ma ormai mi sono rassegnato a questo posto del cazzo e alla mentalità bigotta dei suoi abitanti! A volte mi sembra di non essere nel 1986, ma almeno cento anni prima!> confessai, mettendo la freccia per l'ennesima svolta, costeggiando il bosco.

<Pensa a come debba sentirmi io allora: emarginato da tutti perché vivo in un posto di merda e per campare devo fare cose a limite della legalità!> mi rivelò a sua volta.

<Beh, se posso permettermi, lì sei anche tu che ci metti del carico!> osai.

<Ma che cazzo ne sa Steve – il fottuto principino – Harrington di come si fa per campare quando non hai mammina che ti stira le mutande e papino che ti ricopre di soldi?? Lo sai che la vita vera è un'altra, cazzo? C'è gente che non arriva a fine mese e che è costretta a indebitarsi anche quello che non ha pur di sopravvivere!!! Fermati!> si inalberò, spalancando la portiera.

Frenai di botto, ringraziando tutti gli dei di non aver avuto qualcuno dietro, altrimenti sarebbe stato un tamponamento sicuro. Accostai, e uscii di corsa dalla macchina.

<Ma sei impazzito?!?> provai a raggiungerlo, mentre lui sembrava dare di matto, buttando in aria le braccia.

<Lasciami in pace!> mi urlò, continuando a camminare verso il bosco.

Il mio cervello mi stava urlando che un'occasione del genere non mi si sarebbe ripetuta, di coglierla al volo, risalire in macchina e fanculo allo svitato! Ma, nonostante fossi consapevole che fosse un'idea del cazzo, decisi di partire alla volta del riccio.

Mi addentrai a mia volta tra le spesse fronde degli alberi – doveva essere davvero incazzato per correre così velocemente, quasi non riuscivo a ritrovare le sue tracce.

'Se non lo ritrovo entro un paio di minuti, giuro che me ne vado!' pensai, stringendomi sempre di più nella felpa e maledicendomi per essermi lanciato in quell'assurdo inseguimento di una persona che mi stava pure sulle palle, tra l'altro.

<Eddie??> cominciai a chiamarlo. Quello era davvero l'ultimo tentativo ultimo prima di girare i tacchi e lasciarlo al suo destino.

<Dai, Eddie, torna indietro! Mi dispiace, non dovevo giudicarti! Non ti conosco!> urlai praticamente al bosco. Mi sentivo totalmente ridicolo. Basta, non sarei rimasto un secondo in più. Mi voltai deciso a tornare verso la strada.

<Ti lamenti tanto degli altri e poi tu sei più bigotto di loro, principino!> mi bloccai sentendo una voce alle mie spalle.

<Non chiamarmi principino! Nemmeno tu mi conosci!> gli intimai, puntandogli un dito contro.

<E' vero! Ma hai visto quanto ci si sente di merda quando la gente pensa di conoscerci, ma in realtà non sanno un cazzo?!> mi raggiunse, posizionandosi davanti a me.

<Ti ho già chiesto scusa, mi pare!> incrociai le braccia, sostenendo lo sguardo inferocito che mi stava inviando.

'Che cazzo credi Munson che solo tu sai essere aggressivo?' pensai, ma non lo dissi.

Non mi toglieva gli occhi di dosso, e cominciò ad avanzare verso di me, facendomi paura. Iniziai ad indietreggiare, mentre lui sempre più incattivito mi veniva contro. Rischiai più volte di inciampare perché ero talmente preso dall'evitare dal farmi ammazzare dallo svitato, quando la mia schiena sbattette su qualcosa di duro – era una vecchia quercia. Era finita! Ora lo svitato mi avrebbe fatto a pezzi! Lo vidi alzare un braccio ma fui più veloce di lui, mettendo a segno uno dei miei migliori pugni, dritto sulla sua tempia.

Lui urlò dal dolore e si piegò sulle ginocchia. Solo successivamente mi resi conto che con il braccio alzato aveva evitato di farmi cadere durante il mio incontro-scontro con l'albero secolare.

<Ma che cazzo fai???> imprecò, apostrofandomi con una serie di epiteti a malapena incomprensibili, perché intercalati da invettive varie.

<Scusami, io credevo che volessi colpirmi!> mi chinai su di lui, cercando di aiutarlo, ma lui mi scansò.

<Tu sei pazzo, Harrington!> si toccava la tempia, dove un rossore cominciava a irradiarsi in tutta la zona coinvolta.

<Mi dispiace davvero, merda!> ripetei.

<Se questo è il tuo modo di dispiacerti, meglio quando non te ne frega un cazzo!>

<Dai, dico sul serio!> mi sedetti vicino a lui, che intanto aveva appoggiato il capo al tronco dietro di noi. <Ti fa male la testa? Ti senti confuso per caso? Hai bisogno di qualcosa?> cercai dei segnali di uno shock causato da un forte colpo.

<Ho bisogno che tu chiuda quella cazzo di bocca!> mormorò esasperato.

<Scusami!> ormai ripetevo quella parola in loop.

Stemmo un pochino così, il ragazzo accanto a me aveva il respiro rotto e io mi sentivo tremendamente in colpa e temevo di avergli causato un danno irreparabile.

Cominciai a tremare e seguendo uno strano impulso provai a toccargli il punto che ormai era diventato sempre di più un bozzolo. Ma lui, nonostante tenesse gli occhi chiusi, mi afferrò il polso, fermandomi, come se avesse sentore di tutto ciò che succedeva attorno a lui.

<Vuoi colpirmi di nuovo?> spalancò gli occhi, puntandoli nei miei.

<Volevo solo vedere come stavi!> ribattei, mantenendo il gioco di sguardi.

Continuava a non lasciarmi il polso, la sua presa era sempre più stretta. Quello strano contatto mi metteva i brividi.

<Stai tranquillo, non ti colpirò ancora, puoi fidarti.> cercai di trasmettergli tutta la verità che era racchiusa in quella promessa.

La presa istantaneamente si allentò, ma le sue dita non lasciarono mai il mio braccio, anzi cominciarono a spostarsi su e giù e a disegnare strani cerchi sulla mia pelle. Il contatto visivo continuava in essere, nessuno dei due era deciso a spezzarlo. Le sue dita ruvide mi solleticavano la pelle, mandandomi una serie di scosse che mi risalivano facilmente fino al cervello, eppure, ero ipnotizzato, non riuscivo a muovermi nemmeno di un millimetro! Né riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi, anzi, mi stava sembrando come entrare in un mondo oscuro, profondo, eppure attraentissimo.

Sapevo con tutto me stesso che avrei dovuto alzarmi e allontanarmi il più possibile da quello che stava succedendo, ma non riuscivo minimamente!

Ero anche consapevole che se uno dei due in quel momento avesse parlato avrebbe rotto quella bolla extracorporea che sembrava averci avvolto quella mattina in quel dannato bosco.

Come un magnete attratto dal ferro mi sporsi in avanti, fermandomi a due millimetri dal suo viso. Sentivo il suo respiro farsi ancora più pesante e i battiti del mio cuore che sembravano impazziti. Riuscivo a sentire anche l'odore di fumo misto ad un profumo di second'ordine che emanava la sua pelle.

Che cazzo stavo facendo? Scossi la testa e interruppi il contatto visivo. Indietreggiai, ma non abbastanza, in quanto Eddie con l'altra mano agguantò i lacci della mia felpa e mi tirò a se, facendo scontrare le mie labbra con le sue.

Fu un'esplosione di emozioni e sensazioni mai provate prima, mentre con la lingua guadagnai accesso alla sua bocca, mappandogli il palato. I nostri respiri si mischiarono, così come i nostri fiati, le sue labbra erano incredibilmente morbide. Mi spostai di lato per mettermi più comodo e lui ne approfittò per mettersi cavalcioni su di me. nonostante la sorpresa di ritrovarmelo addosso non feci obiezioni, ma mi adattai facilmente a quella nuova posizione, muovendo il mio corpo al ritmo del suo e intrecciando le mie mani nei suoi capelli, che risultarono di una morbidezza assurda. Lui, di conseguenza, invece cominciò a passarmi una mano sulla schiena, facendomi rabbrividire.

Cominciai a mordicchiare il suo labbro inferiore, causandogli una serie di gemiti, mentre la sua mano si faceva sempre più audace e senza sapere nemmeno io come ma era arrivata a contatto con la mia pelle, superando gli strati di cotone della felpa, e continuando a disegnare strani simboli e a muoversi su e giù sulla mia schiena, mi dava una serie di brividi che percorrevano tutta la mia spina dorsale.

<Mi piace il tuo modo di scusarti!> mi sussurrò lui, fermandosi, ma con ancora le sue labbra sulle mie.

Non seppi cosa rispondere quindi rimasi in silenzio.

<Credo che sia la prima volta anche che sono contento di essermi preso un pugno in faccia.> rise e io quasi ci restai secco, in quanto mi accorsi che aveva un sorriso stupendo.

<Scusami per il pugno!> gli toccai la tempia e lui chiuse gli occhi a quel contatto, come un cucciolo che si tranquillizza con le carezze. Mi diede una sensazione strana, non mi era mai successa una cosa simile.

<E tu scusami per il principino!> ribatté lui.

<E tu anche perché ti ho giudicato!> colsi l'occasione per definire le mie scuse urlate di prima.

<La smettiamo con questo gioco?> ridacchiò.

<Sì, decisamente!> sorrisi anche io.

Con uno scatto si alzò e mi tese la mano, la afferrai e mi aiutò a mettermi in piedi.

<Stai bene, cioè, sei sicuro che non ti giri la testa?> mi rassicurai.

<Mai stato meglio!>

Sempre mano nella mano ci avviammo per tornare alla macchina. Mi sembrava come se fosse sceso uno Steve e ora ne stesse risalendo un altro. Mi sentivo una persona nuova e, anche se non ci stavo capendo un cazzo, e avrei passato i prossimi giorni a lambiccarmi il cervello per cercare di dare una spiegazione logica a quanto successo, al momento me ne sbattevo altamente, perché l'euforia e la sensazione di benessere che stavo provando in quei momenti mi avrebbero ricompensato di tutto il resto. Eravamo entrambi consapevoli che la felicità dell'uno si rispecchiava nel sorriso aperto dell'altro.

Il resto era contorno, per il momento c'eravamo solo io e lui e quello era ciò che mi interessava.

When in this charming car
This charming man

Why pamper life's complexity
When the leather runs smooth
On the passenger's seat?


⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.

***

ciao a tutt*,
oggi vi sorprendo con una nuova shottina Steddie che mi è venuta in testa oggi pomeriggio e ha accompagnato la mia domenica piovosa!
spero che accompagnerà anche la vostra e che vi piacerà ** 
Vi lascio con la canzone che l'ha ispirata, se non la conoscete ascoltatela, se potete proprio mentre leggete la shottina perché mi sembra molto adatta <3
se la storia vi piace, vi chiedo di sostenerla con una stellina e un commento **
grazie **

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