Trying to take control, but I don't know how to


'Cause lately, I've been in the backseat to my own life

Trying to take control, but I don't know how to

Ottobre 2004

La porta della Tana la sovrasta, fa quasi paura.

Forse, a stare rannicchiata su tutti quei documenti da mattina a sera, si è abbassata di qualche centimetro. Morde il labbro inferiore, nascondendo le mani nelle tasche del giubbotto.

Dentro, il suono delle voci, le fa un effetto innaturale: la felicità le è così poco familiare che non sa nemmeno come reagire al rumore dell'ennesima risata che raggiunge le sue orecchie.

Indugia ancora qualche secondo, dondola sulle piante dei piedi come se ce li avesse quei cinque anni che si è attribuita giorni prima. Tuttavia, persino una bambina di cinque anni sarebbe già entrata in quella casa. Hermione scuote il capo, la miriade di ricci si muovono intorno a lei come una nuvola.

Si tortura le mani, si gratta la pelle delle dita con le unghie, presa da un attacco d'ansia. Non torna alla Tana da un anno e cinque mesi, quando precisamente ha accettato un lavoro per il Ministero di Parigi. Ha fatto le valigie, un saluto veloce e se n'è andata con la sua cascata di capelli dall'altra parte del mare.

Un brivido le sale lungo la schiena, come se si sentisse così fuori posto davanti a quella porta, che ad ogni secondo diventa più alta. Nemmeno Hagrid le ha mai fatto quell'effetto. Sorride improvvisamente, scaldata dal ricordo del vecchio amico, appuntandosi di doverlo andare a trovare prima o poi, anche solo per una tazza di tè. Si domanda se sia ancora a scuola, a compiere il suo lavoro di guardiacaccia, si domanda se abbia compagnia, se abbia fatto amicizia con qualche altro ragazzino spericolato.

I ricordi della sua infanzia la sommergono e si sente di nuovo una venticinquenne, con tutti i problemi che l'età adulta si porta dietro. A venticinque anni non si sta ad aspettare davanti ad una porta che non si aprirà mai da sola.

"Se non ti sbrighi ad entrare, mamma verrà a prenderti di peso." la risveglia dai suoi pensieri una testa rossa, quella di Ron, che si affaccia dalla finestra del primo piano con un sorriso amorevole.

Quel volto è una visione dolce - amara, è felicità e risentimento tutta in una volta sola. Una espressione d'affetto le si dipinge sul volto, "Da quanto tempo sapete che sono qui fuori?"

La porta si apre, Ginny è sulla soglia a braccia aperte, "Da quando sei arrivata, non sai che papà ha modificato l'orologio per sapere sempre se stiamo tutti bene?"

Sono tanti i motivi per cui la Tana le è mancata: l'odore del salotto, i ferri di Molly che continuano a lavorare vicino al fuoco, i mobili tutti diversi l'uno dall'altro, il disordine organizzato. Soprattutto, sprofondando nelle braccia di Ginny, si è accorta che le è mancato l'amore di quella famiglia, di quella casa.

"Hermione Jean Granger." la voce di Molly le scioglie il cuore parola per parola e la giovane diventa definitivamente creta nelle mani della donna, quando le stampa un bacio sulla guancia, "Fatti guardare! Come sei cresciuta."

"Per forza è cresciuta, non la vediamo da un anno, cinque mesi e dodici giorni." Harry spunta dalla cucina con un sorriso sul volto per poi abbracciarla, "Pensavamo che non ti saresti più fatta vedere, con il tuo nuovo lavoro a Parigi."

Quello era il piano, è stato il piano per tanto tempo: allontanarsi e non farsi sentire mai più.

"Ti fermi qui, cara? La camera di Ginny è libera, se avessi bisogno di un letto." le offre Molly, tornando ad accarezzarle la guancia.

"Non vorrei approfittare, cercherò un alloggio a Londra..."

"Non essere sciocca Hermione, casa nostra è e sarà sempre casa tua."


Aggiorno aggiorno!
Parto con il fare gli auguri di Pasqua un goccio in ritardo, sono stata impegnata a destra e a sinistra e non ho fatto in tempo a pubblicare ieri.
Perdonate per il capitolo corto e spoglio, è solo di passaggio per quelli futuri, prometto che di Fremione arriverà a palate nei prossimi aggiornamenti: mi piaceva l'idea di un'Hermione che trova finalmente il coraggio di tornare indietro, ripercorrere i suoi passi e raggiungere la Tana. Lì l'hanno sempre trattata come una figlia, quindi mi piace pensare che l'abbiano accolta con amore anche a distanza di anni.
Grazie ancora a tutte le persone che mi seguono, siete davvero importanti.
A presto,
Sia ❤

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