But honey I'll be seein' you down every road
But honey I'll be seein' you, ever, I go
But honey I'll be seein' you down every road
Dicembre 1996
Un sorriso è nascosto dalla sciarpa che le arriva proprio sotto il naso. Alza gli occhi al cielo, pensando allo sguardo sereno di Ron e Harry, quando li ha lasciati davanti ai Tre Manici di Scopa, con la scusa di dover andare a comprare un libro. L'ennesimo.
Che siano davvero così distratti? Pensano davvero che sia in grado di leggere così tanti libri? Ne ha già sei non iniziati sul comodino, sarebbe impensabile aggiungerne un altro.
I suoi pensieri vengono interrotti da Fred, che l'aspetta all'angolo della strada. Si sta scaldando le mani con il fiato, saltellando su un piede e poi sull'altro. Non la nota subito, gli occhi sono fissi sul castello, come se stesse ricordando il tempo passato.
"Ti ha colpito un bolide?" gli chiede, quando ormai l'ha raggiunto.
Fred si perde ad osservare quella nuvola di capelli ricci che gli è comparsa davanti, abbassandole con un dito la sciarpa e rubandole le labbra per un secondo.
"Nessun bolide, pensavo che arrivassi da quella direzione."
"Sarebbe stato troppo prevedibile."
Le sorride malandrino, prendendole la mano e incastrando le loro dita. S'incollano di colpo, per staccarle ora sarebbe servita una magia: sono mesi che non si vedono, mesi che Fred continua a mandarle tre lettere al giorno perché - come ci tiene a sottolineare il giovane - in qualche modo deve continuare ad importunarla. Hermione gli risponde solo la sera perché - vuole mettere le cose in chiaro - in qualche modo deve tenerlo sulle spine.
Fred è sempre follia, a volte le arrivano lettere persino nei corridoi, mentre Hermione è regola, le sue arrivano sempre alla stessa ora, rendendo quella del gemello una routine.
"Non pensavo sarebbe mai arrivato questo giorno." confessa uno anche per l'altro, allontanandosi dalle vie principali di Hogsmeade, "Ho cominciato a contare le ore."
La distanza li ha resi folli: un'estate insieme non è stato abbastanza, non con il resto della famiglia di Fred per tutta la casa. Così difficile tenerlo nascosto, così difficile cercarsi sotto un tetto pieno di gente.
"Coma va il negozio?"
"Tutto a gonfie vele, quel filtro d'amore su cui abbiamo lavorato quest'estate si vende come il pane."
"Lo credo bene, dopo tutte le ore perse a... "
Fred scuote il capo, sorridendo, "Non sono mai ore perse, credevo lo avessi capito."
"Parlavo di quelle in cui aspettavamo che gli effetti della pozione scemassero." le guance della giovane si colorano, al ricordo di tutti quei baci, di quelle battutine velate, nascosti nella soffitta della Tana, allo scuro persino di George.
"Specialmente quelle." ghigna lui, trascinandola dentro una caffetteria nascosta, "Non dire mai più che quelle ore sono ore perse."
"Se lo facessi?" si siedono in un angolo, nascondendosi agli occhi interessati di qualche Tassorosso del settimo anno.
Fred si piega su di lei, un bacio si infrange sulle labbra come una stampa indelebile. È più profondo del precedente, sa d'amore, - Non credo che tu sia pronta ad affrontare le conseguenze. - le sorride malandrino, cercando con gli occhi la cameriera.
È ancora imbarazzata quando le viene portato un té caldo, non tanto per il commento vivido del gemello - a quelli ci è abituata -, ma più per il fatto di aver pensato che con Fred sarebbe sempre stata pronta.
Aggiorno un po' prima del previsto!
Questa volta il capitolo è dolce e sa di tanto amore, quindi sono felice di lasciarlo qui: emanano felicità.
Ringrazio ancora quelli che seguono questa piccola storia, che è davvero piccola e non so nemmeno quanto durerà. Ma la lascio qui, perché scriverla mi allieta le giornate in quarantena.
Sia ❤
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