XXIII- Come una bambina
Il set di Star Wars Episode I The phantom menace non era un set facile, forse perché era molto diverso da quello a cui Natalie era stata abituata fino a quel punto.
Quella sera, seduta alla scrivania della stanza che divideva con la madre in un hotel a Londra stava facendo il resoconto di quello che aveva vissuto fino a quel momento, e c'è ne erano di cose da raccontare.
Lo si capiva dalla quantità abnorme di note scritte ai margini delle pagine del copione, corredati da post-it giallo paglierino attaccati ovunque sul suddetto copione.
Natalie non aveva avuto tempo di mettere in ordine le sue note mentre era sul set, anche perché, come per quello di Everyone says I love you si trattava di un set ballerino, in cui ci si spostava per varie parti del mondo.
Ora, mentre aspettava che Shelley finisse di fare la doccia, aveva deciso di mettere ordine in quel caos che erano i suoi appunti.
Prese il suo diario, un'agenda dalla copertina viola, impugnò una penna a sfera e si mise a scrivere sulla pagina datata 19 luglio.
19 luglio 1997
Caro diario, sono tornata a Londra dopo un po' di tempo sul set in Tunisia.
Non pensavo che girare Star Wars fosse così difficile, gli orari sono molto lunghi, si inizia a lavorare alle sei del mattino e si torna a casa alle nove di sera.
In Tunisia vi erano una cosa tipo cento gradi tanto che la gente del posto non usciva nemmeno durante il giorno – e abbiamo lavorato dalle 3 del mattino alle 5 del pomeriggio, il caldo era insopportabile, il sole sembrava bucare la pelle da quanto era rovente e io non sapevo come ripararmi.
Tuttavia, nonostante dopo un po' mi fosse passata un po' la poesia, devo ammettere che, se devo tirare le somme non è poi così male.
Ho conosciuto molte persone interessanti su questo set, la ragazza che fa la mia sosia Keira Knightley, è molto simpatica, e ho notato che ci assomigliamo molto, tanto che anche le nostre madri faticano a riconoscerci quando siamo sul set, a volte.
Staccò la penna dal foglio, ricordando quanto lei e Keira si divertissero a far confondere anche i membri della troupe che a volte pensavano di parlare con Natalie e invece stavano chiacchierando con Keira e viceversa.
Insomma, nonostante tutto il lavoro non era così male, ma doveva ammettere che era molto faticoso, lavoravano anche sedici ore al giorno e Lucas era un regista molto esigente, oltre ad avere una certa mania per il controllo.
Tuttavia Natalie pensava che George fosse veramente bravo in quello che faceva peccato che, quando era presente sul set, l'aria si faceva tesa e sembrava che nessuno riuscisse a lavorare bene in sua presenza.
Quando era tornata a Londra aveva pensato che tutti i membri del cast alloggiassero nello stesso hotel, ma non era così, e Natalie si era sentita molto sola in quel periodo, anche perché, Anne era ripartita per New York poco dopo che lei era tornata dalla Tunisia, perché sì, la sua amica l'aveva seguita anche su quel set, anche se non era potuta rimanere per tutto il tempo.
Le aveva raccontato come stava andando il suo spettacolo a Broadway e Natalie era stata felice di vedere che la sua amica era finalmente serena, forse aveva trovato la sua strada.
Wendy le aveva chiesto di scrivere un seguito per Come ali di farfalla ed Anne si stava impegnando per cercare una buona idea che potesse almeno eguagliare il successo del primo.
Riprese a scrivere, cercando di mettere su carta quello che pensava anche se non era tanto semplice.
Mi sto rendendo conto che sto cambiando, sto diventando grande, forse un po' troppo in fretta, talmente tanto che non riesco nemmeno a rendermene conto, e non so se sono pronta a tutto questo.
Sono sempre stata trattata come una bambina sui set, ora sono, tipo, un'adulta. È un grande cambiamento di mente.
Shelley uscì in quel momento dal bagno e fece un cenno alla figlia che si chiuse nel bagno, infilandosi sotto il getto d'acqua bollente cercando di non pensare.
Era sempre stata trattata come una bambina sui set, ma ora non era diverso, il passaggio all'età adulta si stava rivelando fin troppo repentino, non sapeva come comportarsi.
L'acqua calda scivolava lungo il suo corpo minuto, amava fare la doccia calda, era un buon modo per rilassare la mente, inoltre non ci aveva pensato, ma presto sarebbe tornata a New York, visto che le riprese erano finite.
Uscì dalla doccia, avvolgendosi in un accappatoio viola.
Si asciugò in fretta e si vestí trovando sua madre intenta a fare un cruciverba.
-Tutto a posto? Sembri pensierosa - dichiarò Shelley mentre la figlia si sedeva sul letto e recuperando il diario fissando il paragrafo lasciato a metà.
-Sto bene, tranquilla, mamma è solo che... - Natalie distese le gambe osservandole alla luce sbilenca del tramonto.
Stranamente quel giorno non pioveva sulla capitale inglese il che era un sollievo poiché Londra era famosa per le cosiddette shower ovvero scrosci di pioggia improvvisi simili al getto della doccia.
Forse era per questo che era consigliabile portarsi sempre dietro un ombrello prima di uscire.
-Solo che... - la incoraggiò Shelley.
-Ci sono stati parecchi cambiamenti, sul set, certo ho conosciuto persone meravigliose, George è un regista fantastico, però posso dire che è stato un lavoro diverso. Per la prima volta mi hanno trattata da adulta e non sono pronta per questo cambiamento - dichiarò Natalie, decidendosi, finalmente, a buttare fuori quello che pensava.
Era più semplice scrivere su un diario che parlarne esplicitamente.
Non aveva segreti con Shelley, questo era vero, però vi erano delle cose che preferiva tenere per sé, tanto che nemmeno Anne conosceva alcune cose.
-L'adolescenza di per sé è un'età di transizione in cui cambiano parecchie cose, è normale sentirsi spaesati, inoltre tu stai vivendo la tua adolescenza sotto i riflettori, quindi è ovvio che il tuo spaesamento sia più evidente che in altri - Shelley aveva ragione e Natalie trovò a domandarsi come sarebbe potuta essere la sua adolescenza se fosse rimasta una perfetta sconosciuta.
Ovviamente non possedeva la risposta però se avesse potuto vedere oltre la porta nascosta della sua vita era certa che si sarebbe divertita.
-Sí forse hai ragione, forse è soltanto una fase - rispose la ragazzina sdraiandosi sul letto.
Shelley non disse niente, forse comprendendo che la figlia voleva stare da sola con i suoi pensieri.
-Posso dire che il personaggio di Padmé è veramente bello, però i suoi vestiti erano scomodissimi - dichiarò la ragazza rompendo il silenzio che si era insinuato tra di loro con una delle sue grosse risate.
Shelley rise a sua volta per poi ribattere :
-Però devi ammettere che sono bellissimi -
-Certo, bellissimi, ma non confortevoli! - rise ancora Natalie.
Shelley rise a sua volta e, per la prima volta sembrò che la leggera tensione che si era accomulata nella stanza si fosse dissipata.
Angolo Autrice : in teoria questo capitolo doveva uscire ieri, in occasione del compleanno di Natalie Portman, ma non sono riuscita a finirlo in tempo, così lo faccio uscire oggi che è il compleanno di Benjamin (suo marito), spero comunque che vi piaccia :)
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