XXII - Metropolitan Opera House
Il responso di Wendy fu positivo e, in poco tempo Anne si trovò ad avere uno spettacolo scritto da lei in cartellone.
Natalie era orgogliosa di lei e del traguardo raggiunto, asserendo di essere certa che, per l'amica si aprissero ora scenari molto interessanti.
Come sempre, Anne non aveva voluto prendersi alcun merito al riguardo, nonostante la sceneggiatura fosse sua in tutto e per tutto.
Per quanto invece riguardava la piccola Hershlag il ruolo di Anne Frank si era dimostrato molto tosto, ma questo non aveva scoraggiato Natalie che aveva messo tutto il suo impegno, e il risultato era stato meraviglioso, almeno a parer di Anne che rimaneva la sua fan numero uno.
Le prove erano molte e gli spettacoli a volte ravvicinati, ma nonostante questo, Natalie non si lamentava mai, anzi il suo entusiasmo era enorme.
Per quanto riguardava Anne, la regia dello spettacolo era stata affidata ad un giovane regista di nome Alan Crimson, emergente ma con un grande talento, soprattutto perché vi era un continuo confrontarsi con Anne, la quale era la mente dietro a quei personaggi e Alan sentiva di doversi confrontare con lei per ogni variazione.
-Come stanno andando le prove? - domandò Natalie un giorno durante l'intervallo.
-Bene, credo, non sono abituata a questo genere di cose, non pensavo che i miei scritti potessero piacere a qualcuno. Ma sono nervosa, ieri c'è stata l'ultima prova e stasera c'è la prima. Sono tesa, se fosse un flop sarebbe... - Anne si sentí quasi mancare all'idea che ciò potesse succedere.
Avrebbe voluto dire che Allison aveva ragione e che non era in grado di portare a termine nulla, se non in modo fallimentare.
Natalie le afferrò le mani, sentendo che stavano sudando freddo.
-Non pensare in negativo, tu ce la puoi fare! Hai un grande talento ed ora è il momento che emerga - fu la risposta di Natalie.
-Forse hai ragione. - sospirò Anne.
Natalie non era l'unica che cercava di incoraggiare Anne su quella strada, ma anche Margaret e Crystal, insieme alle nonne le stavano vicino, incoraggiandola sempre.
Grandi assenti, come sempre, Allison e Christopher, i quali erano, probabilmente, troppo presi dalle loro vite per rendersi conto che la loro figlia minore stava muovendo i primi passi nel mondo dello spettacolo.
In più i soldi che le spettavano per contratto, sarebbero stati i primi soldi che avrebbe guadagnato e li avrebbe messi da parte perché le sarebbero serviti per l'università.
-Hai già fatto domanda per qualche college? - fu la domanda di Natalie appoggiandosi al lavandino del bagno delle ragazze.
-Sí, ho fatto domanda alla Tisch School of the Arts dell'università di New York, voglio studiare cinema. Non pensavo che sarei arrivata a pensare di voler fare la regista e la sceneggiatrice, ma da quando ho iniziato a seguirti sui set ho capito che è quello che voglio fare - rispose Anne con un sorriso sincero.
-E invece tu? Hai già le idee chiare sul da farsi? A parte la carriera, intendo.
Natalie annuì fissando la sua immagine nello specchio.
-Sí, ho fatto domanda per Harvard, facoltà di psicologia. So che ora ho una carriera solida, almeno per ora, ma so che la fama è effimera quindi andrò all'università come avevo programmato, prenderò la laurea e poi, se sarò ancora sulla cresta dell'onda vedremo cosa accadrà - dichiarò Natalie bevendo un po' d'acqua dal rubinetto.
-Secondo me non perderai mai la fama, Nat, ne sono convinta - Anne si appoggiò al muro di piastrelle gialle che tappezzavano la parete altrimenti bianca del bagno.
Fuori pioveva a dirotto da qualche giorno e si notava perché ovunque, nei corridoi, in mensa, nelle aule, si vedevano tracce di fango, e di acqua portata dagli studenti e dagli insegnanti che entravano e uscivano dall'istituto.
-Non possiamo esserne certi, è ancora presto, ora vedo di finire gli spettacoli con Anne Frank e di girare Star Wars, per il quale sono molto nervosa, perché è un ruolo diverso dal solito e non so esattamente come affrontarlo. I miei cugini mi hanno raccontato la storia, e so che questo è un prequel, ma nonostante questo non sono molto sicura sotto questo punto di vista.
Natalie contorse le mani rese sudate al pensiero.
Sarebbe dovuta partire per Londra qualche tempo dopo per iniziare le riprese e aveva studiato molto il suo personaggio per poter renderla credibile.
Padmé era un bel personaggio e Natalie voleva che il suo lavoro fosse perfetto.
-Non devi essere nervosa, Anne, vedrai che stasera andrà tutto bene, sarò in prima fila ad applaudire.
Anne sorrise guardando l'amica, certa che fosse così.
****
Il silenzio in sala era assoluto, tutti aspettavano che il sipario si alzasse su quello che era un debutto a tutti gli effetti.
Sia per Anne che debuttava come sceneggiatrice, sia per Alan che, per la prima volta dirigeva uno spettacolo in totale autonomia.
Anne era in prima fila, in quanto sceneggiattice, al suo fianco vi era Natalie che le stringeva la mano giusto per evitare che quelle dell'amica tremassero, vicino alla piccola Hershlag vi erano i suoi genitori, le nonne di Anne, Lindsay e Mary e Margaret con Crystal.
La paura di fallire era sempre stata una costante nella vita di Anne, forse per via della presenza negativa di Allison che per affossare le ambizioni altrui era una vera campionessa.
La poca fiducia che la piccola Wilson aveva nelle sue capacità la portavano molte volte a non provare nemmeno a fare ciò che desiderava, convinta, nell'intimo di non esserne in grado.
Aveva portato quella sceneggiatura a Wendy perché Natalie aveva insistito, altrimenti non lo avrebbe mai fatto, così come non sarebbe mai andata dalla produttrice.
Anne non avrebbe tuttavia immaginato che, il primo spettacolo da lei scritto potesse andare in scena al Metropolitan Opera House, uno dei teatri più importanti di New York.
La ragazzina pensava che non sarebbe mai riuscita ad esprimere a parole le emozioni che aveva provato varcando quella soglia.
L'atrio era costituito da due murales opera di Marc Chagall. Essi raffiguravano Il trionfo della Musica (parete di sinistra) e Le fonti della musica (parete di destra).
Il foyer era caratterizzato da uno scalone che collegava i vari piani dell'edificio, e da undici lampadari in cristallo raffiguranti costellazioni.
La sala del teatro poi aveva lasciato Anne senza parole, se mai le fossero rimaste parole da esprimere, il sipario principale era damascato d'oro ed era il più grande del mondo.
Nonostante fosse già entrata in teatro durante le prove, doveva ammettere che vedere la platea piena di gente era un tuffo al cuore per la piccola Wilson.
Davvero così tante persone erano interessate a quello spettacolo?
Evidentemente sì.
Strinse talmente forte la mano di Natalie che temette di stritolarla.
Il brusio in sala era quasi fastidioso per Anne, la quale agognava il silenzio, ma non poteva nemmeno dire a tutta la platea di tacere.
-Stai sudando, calmati, andrà tutto bene - sussurrò Natalie appoggiando la mano libera sulla spalla dell'amica.
-Non sono mai stata così nervosa come ora - dichiarò Anne, proprio mentre le luci del teatro si abbassavano e la platea iniziava ad applaudire ed Anne prese un profondo respiro.
Era pronta.
Angolo Autrice : ci ho messo tre giorni a scrivere sto capitolo e non sono molto convinta di come è venuto, spero però che a voi piaccia :) alla prossima e che la Forza sia sempre con noi :)
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