XX - Un provino...breve
Il treno da Syosset a New York impiegava cinquantaquattro minuti per arrivare, il che significava che sia Anne che Natalie avevano un sacco di tempo per andare avanti con i libri che stavano leggendo.
Nel caso di Anne il primo libro del ciclo di Dune, mentre per quanto riguardava Natalie The Baby-sitter's Clubs Super Special 1 - Baby-sitters on board di Ann M. Martin.
Un libro, questo, che Natalie aveva chiesto per il Chanukah, ovvero il Natale ebraico.
A differenza delle ragazze, Shelley aveva optato per una copia del New York Times e, ogni tanto, alzava lo sguardo dalle pagine per guardare le ragazze sedute davanti a lei.
Gli occhi di Natalie scorrevano lungo le righe, mentre Anne si stava rosicchiando le unghie con nervosismo mentre le righe scritte dalla penna di Herbert scorrevano sotto i suoi occhi.
-Cavolo Thufir no, stai sospettando della persona sbagliata! Non è sicuramente lady Jessica la spia! - affermò la piccola Wilson probabilmente stava commentando il passaggio che stava leggendo.
Natalie alzò lo sguardo dalle pagine e guardò l'amica sorridendo appena, mentre Anne riprendeva a commentare le scene che leggeva.
-Thufir stai sbagliando, la Reverenda Madre non è venuta su Caladan per Jessica, ma per Paul...- Anne parlava a mezza bocca, mordicchiandosi le unghie e cercando di nascondere quanto fosse presa da quelle righe.
Alla piccola Hershlag piaceva parecchio vedere Anne quando leggeva, anche perché i suoi commenti erano sempre inerenti a quello che le passava sotto gli occhi e, molto spesso si capiva cosa stava pensando guardandola semplicemente in faccia.
Natalie spostò lo sguardo da Anne per concentrarlo sul finestrino e sul paesaggio che scorreva fuori da esso.
Le sagome imponente delle Torri Gemelle dominavano tutta la città gettando la loro ombra su tutto ciò che le circondava.
Erano delle strutture imponenti e Natalie provava un po' di soggezione vedendole così da vicino, nonostante non fosse la prima volta che andava a New York, ma doveva ammettere che tutte le volte rimaneva a bocca aperta nell'ammirare quelle costruzioni così mastodontiche.
-Ci siamo - dichiarò Shelley ritirando il giornale nella borsa, stessa cosa fecero le ragazze facendo sparire i libri dentro gli zaini.
Quando le porte del treno si aprirono, la gente, che fino a quel momento aveva riempito il vagone in modo ordinato e disciplinato, seduti ognuno al loro posto con in mano riviste e libri, si alzò compatta come un reggimento di soldati e si piazzò tutta davanti alle porte, così che, appena queste si aprirono, si precipitò tutta fuori, correndo come non ci fosse un domani.
Dal canto loro, Natalie, Anne e Shelley, aspettarono che il caos passasse per poi scendere dal treno.
La stazione di Pennsylvania era la principale stazione del nord America era sistemata con diversi spazi di smistamento, ciascuno dei quali era affidato ad un diverso operatore, la Amtrak, la New Jersey Transit e la Long Island Rail Road, le quali li avevano allestiti diversamente.
Parti della sezione della Amtrak, in particolare la zona commerciale con i negozi, conservavano l'aspetto degli anni sessanta, mentre le sale di aspetto erano state rinnovate.
Non era difficile pensare alla stazione come un luogo affollato, e in effetti lo era.
-Pronta, Nat? - domandò Shelley, Natalie dal canto suo annuì.
Era nervosa, non sapeva veramente cosa aspettarsi.
Woody Allen era un regista abbastanza importante e si era stupita che le avesse proposto un ruolo, anche se questo non era un ruolo centrale, ma era comunque una parte e Natalie non poteva dire di non essere nervosa.
-Vado a fare una telefonata alla nonna per avvisarla che sono con voi così non si preoccupa - dichiarò Anne, allontanandosi un attimo da loro per raggiungere un telefono.
Natalie la vide tirare fuori dalla tasca una moneta per poi comporre il numero di Mary.
Ovviamente, visto l'enorme mole di chiasso presente in un posto così affollato, era impossibile per Natalie sentire cosa Anne stesse dicendo al telefono, ma, da come muoveva la mano libera dalla cornetta, si capiva che stava cercando di tranquillizzare la nonna circa la sua posizione.
Il pensiero della piccola Hershlag corse alla sera precedente, ricordava per filo e per segno quello che aveva scritto sul suo diario, circa l'ansia che aveva nel fare quel provino con Woody Allen.
-Eccomi qui, scusate, ma la nonna era preoccupata e ci ho messo un po' per tranquillizzarla - dichiarò Anne dopo una decina di minuti, raggiungendo Natalie e Shelley, le quali, nel frattempo, si erano sedute su una panchina a poca distanza dall'uscita della stazione.
-Nessun problema, siamo in orario - rispose Shelley guardando l'orologio che portava al polso.
-Andiamo allora - sorrise Natalie cercando di nascondere il suo nervosismo.
Voleva dare l'impressione di essere calma, ma in realtà non era per niente calma, non vedeva l'ora di sapere cosa voleva Woody da lei.
Uscirono dalla stazione e presero un taxi dirette ad un indirizzo sulla Madison Avenue sulla 93a strada.
L'ufficio dove Woody Allen teneva i provini era in uno di quegli edifici in stile finto spagnolo color crema, retaggio degli Anni Trenta, con tetti di tegole arancione scuro e finestre con le grate di ferro nero, costeggiati da marciapiedi, il quale però stonava un po' se messo a confronto con gli edifici più moderni di cui la Grande Mela era zeppa.
Inoltre era un po' tutto peggiorato dall'usura, il che rendeva tutto un po' inquietante, almeno era quello che disse Anne appena vide l'edificio.
-Ti aspettiamo in quella libreria , Natalie - sorrise Shelley indicando la libreria che si trovava dalla parte opposta della strada.
Il nome era già evocativo Corner Bookstore, la facciata era liscia, color magenta e si vedeva che era un luogo storico.
-Va bene, ci vediamo dopo - sorrise Natalie voltando le spalle alla madre e all'amica ed entrando a grandi passi dentro l'edificio.
Woody Allen era un uomo basso, con i lineamenti marcati, occhiali dalla montatura nera spessa, che nascondevano due occhi scuri piccoli e penetranti.
Stava seduto dietro ad una scrivania e al suo fianco stavano sedute altre tre persone, due uomini e una donna.
Natalie entrò nell'ufficio ordinato e pieno di locandine appese alle pareti, stringendo gli spallacci dello zaino di scuola e si avvicinò con passo titubante.
La ragazzina osservò attentamente la scrivania, ingombra di fogli, foto e appunti di ogni tipo, la calligrafia su quei fogli era disordinata e piena di sottolineature e cancellature, come stesse prendendo appunti sui candidati che gli capitavano davanti.
-Ciao, sono Woody - dichiarò il regista stringendo la mano che Natalie gli porgeva.
-Courtney, Alain, James, lei è Natalie Portman, l'avrete sicuramente vista in The Professional e in Beautiful Girls. - dichiarò l'uomo guardando i suoi colleghi.
La donna era alta e longilinea, dai capelli rossi ricci, lasciati sciolti sulle spalle, grandi occhi verdi, seri e attenti, che scrutavano Natalie con curiosità.
Alain aveva gli occhi castani ed era privo di capelli, indossava una camicia bianca, dalla cui taschina usciva una penna.
L'ultimo era James e sembrava il fratello di Courtney, avevano gli stessi capelli rossi.
-Ehi, sono Natalie - sorrise la ragazzina.
-Piacere di conoscerla, miss Portman, ho visto i suoi precedenti lavori e devo dire che le sue abilità interpretative mi hanno molto sorpresa, vista la sua giovane età. - dichiarò Courtney.
Natalie arrossì, non si sarebbe mai abituata ai complimenti.
-Detto questo ho solo tre domande da farti - cominciò Woody.
Natalie tornò a guardare il regista, voleva accettare quel ruolo, anche se sapeva che il ruolo era marginale.
-Sono tutt'orecchi, signor Allen - dichiarò Natalie.
-Dove vivi?
Natalie rimase un po' sorpresa, ma si affrettò a rispondere :
-A Syosset.
-Quanti anni hai?
Ancora una volta la piccola Hershlag si ritrovò spiazzata, ma ancora una volta rispose senza pensarci troppo.
-Quindici anni -
-Sei libero per l'autunno?
-Certo - rispose lei con un sorriso.
Non aveva progetti per l'autunno, ed era interessata al progetto di Allen e non vedeva l'ora di cominciare.
Angolo Autrice : Nuovo capitolo, spero vi piaccia :) una curiosità, la mania di Anne di parlare mentre legge è una cosa che faccio normalmente, non ce la faccio a stare zitta 😂😂 detto ciò spero che vi piaccia, alla prossima :)
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