XIX - Si va in scena
Era tutto pronto, lo spettacolo di fine anno scolastico sarebbe iniziato di lì a poco ed Anne non stava più nella pelle.
A causa di un guasto elettrico non avevano potuto mettere in scena lo spettacolo nel teatro della scuola come era sempre stato fatto, avevano dovuto trovare una location diversa e non era stato per niente una passeggiata.
Anzi, Anne doveva tutto a Crystal, la quale conosceva il direttore di un vecchio teatro caduto in disuso e che Anne, insieme ad un folto gruppo di volontari, tra cui Natalie, avevano reso più bello di prima.
La fatica era stata tanta e non erano mancati gli inconvenienti, come i costumi distrutti da chissà chi, le canzoni rubate e i copioni trovati strappati nel bagno della scuola.
Anne aveva dovuto trovare, con poco preavviso, una soluzione a tutto, e ci era riuscita, per poi scoprire che, i colpevoli di tutto erano Shirley e Timothy, il duo più diabolico di tutta la scuola.
Tra Anne e Shirley, una bellezza dai capelli rossi e gli occhi neri, vi era un'antipatia reciproca dalle scuole elementari e crescendo questa rivalità non si era per niente attenuata, anzi.
Shirley era stata, per tre anni di fila, presidentessa del Drama Club della Syosset High School, ricoprendo, quasi sempre il ruolo della protagonista in ogni spettacolo messo in scena.
Se non era la protagonista, a Shirley veniva affidato un altro ruolo importante ovvero quello di regista.
Anne si era sempre tenuta alla larga dal club di teatro, nonostante amasse quella disciplina, per non dover sopportare Shirley e le umiliazioni che sicuramente le avrebbe inflitto se si fossero trovate a dover lavorare allo stesso progetto.
La rossa aveva possibilità precluse ad Anne, ovvero una madre molto ricca, la quale, per compensare i lunghi periodi di assenza per via del suo importante lavoro di amministratore delegato dell'azienda di famiglia, aveva sempre riempito la figlia di attenzioni materiali, gonfiandone incredibilmente l'ego.
La ragazzina si credeva la migliore in tutto ma Anne aveva qualche dubbio in merito.
Certamente gli spettacoli messi in scena dalla rossa erano molto belli e curati, dal punto di vista estetico, ma avevano due problemi di fondo.
Il primo era la mancanza di amore per quello che si metteva in scena che si percepiva, come se fosse un compito in classe fatto bene, ma privo della vera passione per lo studio.
Il secondo era un po' più strutturale erano troppo Shirleycentrici, ovvero tutto girava intorno al personaggio interpretato dalla rossa e questo rendeva i gli altri personaggi poco più che delle macchiette.
Anne pensava che Shirley facesse tutto per impressionare la madre, sempre troppo impegnata col il lavoro per prestare vere attenzioni alla figlia.
Quando la piccola Wilson era subentrata a Terry, una loro compagna di scuola, la quale si era chiamata fuori senza dare una vera e propria spiegazione, si era trovata a dover scegliere gli attori e tutto il resto.
Ovviamente si era trovata davanti ache Shirley, la quale aveva preteso il ruolo di Giulietta, affermando che fosse il ruolo fosse calzante per lei.
Anne allora le aveva chiesto :
-Cosa rende il personaggio di Giulietta calzante per te, rispetto ad Alice?
Shirley era rimasta imbambolata di fronte al banco di Anne, senza sapere cosa rispondere, forse perché nessuno le aveva mai posto una domanda così specifica.
Forse si aspettava una Anne diversa da quella che si era trovata davanti, perfettamente calata nel ruolo di regista, intenta a scegliere ed esaminare i suoi attori, per poter offrire loro il ruolo che più gli si addiceva.
Sembrava aver messo da parte la loro rivalità, e forse era così.
Tuttavia la rossa, non riuscendo a trovare una risposta, aveva balbettato qualcosa circa al fatto che senza di lei lo spettacolo non sarebbe stato bello uguale ed Anne allora le aveva posto un'altra domanda :
-Perché, pensi che io voglia buttarti fuori dallo spettacolo?
A quel punto gli occhi di Shirley erano usciti dalle orbite, ma era rimasta male quando Anne le aveva affidato il ruolo di Monna Montecchi, un personaggio molto marginale, tanto che la rossa si era infuriata, giurando vendetta.
Peccato che Shirley ignorasse che Anne non avrebbe trasposto l'opera di Shakespeare fedelmente, ma aveva in mente alcune modifiche per dare profondità a personaggi, apparentemente senza personalità, come Monna Montecchi.
Ma ora tutto questo era lasciato alle spalle, anche perché, dopo che Shirley aveva letto il copione, dove lei aveva una scena intera dedicata al suo personaggio poco prima di ricevere la notizia della morte di Romeo, la rossa si era pentita amaramente di tutto quello che aveva combinato con l'aiuto di Timothy.
-Sei nervosa? - la voce di Natalie la fece sobbalzare, forse perché Anne non si era accorta della presenza dell'amica visto che era intenta ad osservare la sala piena di persone, da un lembo semi aperto del sipario.
-Solo al punto di non riuscire a respirare - fu la risposta di Anne mentre si lisciava la gonna del vestito color lavanda che portava in quel momento.
Un regalo, quello, delle sue nonne, di Margaret e Crystal le quali erano sicurissime che lo spettacolo sarebbe stato un successo.
-Non ci sono, vero? - la domanda di Anne sorprese Natalie che comprese subito a chi si riferisse la piccola Wilson.
-No, non sono venuti - rispose Natalie abbattuta.
Era sicura che Allison e Christopher sapessero che quel giorno ci sarebbe stato lo spettacolo di fine anno diretto dalla loro secondogenita, sarebbero dovuti essere in prima fila a fare il tifo per lei, invece non c'erano, Natalie avrebbe voluto prenderli a calci.
-Beh, non che mi aspettassi di vederli in sala, anche se lo speravo, sotto un certo punto di vista - sospirò Anne.
-Sta tranquilla e vedrai che tutto andrà per il meglio - Natalie abbracciò l'amica per poi tornare a sedersi.
Lo spettacolo cominciò pochi minuti dopo, i ragazzi sul palco tirarono fuori il meglio di loro, le musiche sembravano essere parte integrante della storia originale.
Alice e Thomas sembravano nati per interpretare quei ruoli e Shirley dimostrò di essere una brava attrice durante il suo monologo, quando il sipario si chiuse e comparvero sul palco il cast al completo più Anne, la sala esplose in un applauso fortissimo, "da spellarsi le mani" come aveva detto Natalie qualche giorno prima.
Mentre si godeva l'applauso e le congratulazioni da parte dei suoi cari e dei suoi compagni, una donna, vestita in maniera elegante e con i capelli neri si avvicinò.
-Anne Wilson, vero? - domandò la donna.
Anne annuì.
-Sono Wendy Tradfor, produttrice teatrale, la sua insegnante mi ha parlato molto di lei, mi farebbe piacere avere un colloquio privato con lei - Wendy le allungò un cartoncino con sopra scritto il nome della donna, il suo numero di telefono e dove era situato il suo ufficio.
-Grazie miss Tradfor.
-La aspetto, martedì alle sedici - detto questo la donna si allontanò lasciando tutti i presenti sbigottiti.
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