XIII- Sorelle
L'appartamento di Margaret si trovava sulla Amsterdam Avenue a poca distanza dalla Columbia University dove Margaret frequentava la facoltà di giurisprudenza, infatti la sorella maggiore di Anne, nonostante per ora stesse facendo la modella e la fotografa per mantenersi, sognava di diventare avvocato come Ruth Bader Ginsburg, famosa per essere stata la prima donna ebrea a diventare giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Un vero modello per Margaret e non solo per lei.
L'appartamento non era molto grande, ma era arredato con gusto e si respirava l'odore del legno dei mobili oltre che dei libri.
La casa, infatti era piena zeppa di libri di ogni genere, da quelli giuridici e scientifici ai fantasy che piacevano tanto ad Anne.
Sbarcare il lunario e studiare non era facile, ma Margaret e la sua ragazza facevano del loro meglio per non pesare sulle spalle di nessuno.
-Crystal non c'è? - domandò Anne entrando nell'appartamento che la sorella divideva con la fidanzata.
-No, è andata a fare la spesa, aspetta che la chiamo così sa che abbiamo una persona in più a cena - dichiarò Margaret.
-Tranquilla, tanto so che Crystal compra sempre una quantità industriale di roba quando tu non sei con lei - rise Anne, ricordando le lamentele della sorella riguardo l'incapacità della sua ragazza di avere un senso della misura per quanto riguardava la spesa settimanale.
Margaret rise a sua volta, contenta di vedere che la sorella pareva essere un po' più serena, ora che Allison non era più nelle vicinanze.
-Conosci la strada per la tua stanza? - domandò Margaret con un sorriso.
-Perché esiste ancora?
Anne era sorpresa. Quando Margaret aveva lasciato la casa dei genitori per iscriversi all'università, aveva usato tutte le paghette datole dalle nonne per affittare quell'appartamento, perché era il più vicino all'università e, soprattutto, perché era munito di due camere da letto, una delle quali era stata lasciata libera per Anne.
Margaret aveva capito di essere attratta dalle ragazze quando aveva quattordici anni, e questo le aveva causato molto imbarazzo, soprattutto con le nonne, le quali non riuscivano a capire come mai la loro nipote più grande non portasse mai a casa un fidanzatino.
La maggiore delle due Wilson aveva sopportato le insistenze delle nonne, e aveva intrattenuto qualche relazione con ragazze un po' più grandi, anche se si era più volte trovata davanti allo specchio a piangere, domandandosi cosa ci fosse di sbagliato in lei e se esistesse qualche modo per guarire.
Era stata una psicologa, parecchio illuminata, che Margaret aveva incontrato a scuola, la quale l'aveva aiutata ad uscire da quello status quasi depressivo nel quale la ragazzina era scivolata quasi senza rendersene conto.
Anne aveva ricordi un po' confusi di quel periodo, però ricordava bene il fatto che la sorella, di solito solare e allegra era diventata apatica e malinconica.
Solo anni dopo Anne aveva capito quale era il motivo del malessere di Margaret e si rammaricava di non averlo capito prima, tuttavia la sorella maggiore non era per niente arrabbiata con lei, la piccola Anne non poteva sapere cosa si agitava nella sua testa.
Al liceo la situazione sentimentale di Margaret non era per niente migliorata e i bulli avevano iniziato a prenderla di mira per il suo essere così riservata e tranquilla.
La ragazzina all'epoca frequentava Grace Hartley, capitano della squadra di basket femminile della scuola, una vera fuoriclasse per quanto riguardava lo sport e una vera e propria leonessa fuori dal campo, sempre pronta a proteggere Margaret dalle ire dei bulli.
Grace aveva insegnato a Margaret a rispondere alle offese e alle umiliazioni, oltre a non nascondersi più, nonostante i molti pregiudizi che ancora vi erano riguardo alle donne che amavano altre donne.
La situazione ora si era stabilizzata, dopo la fine della sua storia con Grace, con la quale però aveva una solida amicizia, Margaret aveva conosciuto Crystal, durante il penultimo anno di liceo e si frequentavano da ormai tre anni.
Anne trovava la storia d'amore della sorella come la più romantica che avesse mai visto, fatto di piccoli gesti e di fedeltà reciproca.
Una storia completamente diversa rispetto a quella che Anne vedeva a casa, quella tra Allison e Christopher, la quale era l'esatto contrario rispetto a Margaret e Crystal.
Anne ammirava la sorella e il suo coraggio anche per un altro motivo, Crystal infatti non era bianca, ma afroamericana, e, per questo la loro storia era vista malissimo dai vicini, oltre che da tutta la società.
Inoltre Crystal non veniva da una famiglia agiata, tutto il contrario, la sua infanzia era stata poverissima e burrascosa, trascorsa con una madre single, poi sposata, poi divorziata, poi sposata di nuovo, e cinque tra fratelli e fratellastri stipati in una camera di motel.
Crystal raccontava che vi erano stati periodi in cui non avevano avuto nemmeno un tetto sopra la testa, però lei non si era mai arresa alla condizione di estrema povertà in cui versava la sua famiglia.
La fidanzata di Margaret sognava di diventare un medico e niente l'avrebbe distratta da quell'obiettivo così ambizioso.
La madre di Crystal non era di grande aiuto anche perché era convinta che la figlia non sarebbe riuscita a raggiungere l'obiettivo, poiché nessun ospedale avrebbe assunto una ragazza nera come specializzanda.
Crystal tuttavia andava dritta per la sua strada infischiandosene altamente di tutti i commenti velenosi che si rincorrevano per i corridoi dell'università e per le corsie degli ospedali, in cui aveva fatto domanda per un eventuale futuro.
Anne sapeva quanto la fidanzata di sua sorella odiasse il fatto che non fossero le sue capacità ad essere messe sotto esame, ma il colore della sua pelle.
-Non pensavo che avevate mantenuto la mia stanza, pensavo che l'aveste usata per voi - affermò Anne superando la porta della sua stanza, la cui finestra dava sulla Amsterdam Avenue.
-Che pensieri piccola? Non avremmo mai potuto non lasciare la tua stanza così come l'avevi lasciata tu. Questa è anche casa tua dopotutto. - la voce era quella di Crystal, la quale doveva essere tornata dal negozio.
Anne mise il naso fuori dalla porta della stanza e vide la ragazza di Margaret appoggiare sul grande tavolo della cucina due borse piene di roba.
Lei e Margaret si scambiarono un bacio veloce mentre Anne tornava nella stanza decisa a lasciarle da sole per un po'.
-Memi! Posso usare il telefono? - domandò ad un certo punto Anne raggiungendo la sorella e Crystal in cucina, le quali stavano ritirando la spesa.
Crystal era una ragazza dalla pelle scura, il viso dall'ovale perfetto con labbra piene e morbide, grandi occhi color nocciola, dalle ciglia simili ad ali di farfalla.
Aveva folti capelli inanellati, dai riflessi dorati, che cadevano giù oltre le spalle, a coprirle come un morbido mantello tutta la schiena.
Aveva mani dalle dita affusolate, e piedi magri.
Insomma una vera e propria bellezza, almeno secondo l'umile parere di Anne.
-Certo, fa pure - rispose Crystal con un sorriso.
Anne si diresse verso l'ingresso dove un bel telefono nero lucido faceva bella mostra di sé su un mobile coperto da un centrino fatto a mano da Crystal, l'uncinetto infatti era uno degli hobby preferiti della ragazza.
La piccola Wilson prese il telefono e compose un numero.
Quello di Natalie.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top