IV - Il regno dei libri
La Mondadori di Milano era enorme. Due piani stracolmi di scaffali, altrettanto pieni di libri.
Natalie aveva visto le librerie di New York, alcune anche più grandi di quella dove si trovava in quel momento, però quella era diversa.
Non sapeva perché, tuttavia, esattamente come per Parigi anche Milano aveva il suo fascino, meno romantico di quello della capitale francese, era un fascino più frenetico, ma pur sempre fascino.
Natalie si era separata dai suoi genitori un attimo e si era messa a girovagare per il primo piano della libreria, ascoltando qua e là le voci delle persone che sciamavano intorno a lei e parlavano quella lingua strana che era l'italiano.
Come il francese anche l'italiano era una lingua molto musicale, lingue molto diverse dall'inglese e dall'ebraico a cui era abituata.
Il suo sguardo si spostò sugli scaffali pieni di ogni titolo e autore, sia italiani che stranieri.
Natalie si domandò se qualcuno dei suoi scrittori preferiti era presente su quegli scaffali, la sua attenzione venne richiamata da una semplice copertina bianca con sopra la foto di Anna Frank sopra la foto campeggiava un titolo molto semplice Diario.
Come ipnotizzata la giovane Hershlag prese in mano il libro e lo sfogliò dal fondo fino al principio, quello che teneva tra le mani era la traduzione italiana de Il diario di Anna Frank e questo risvegliò nella mente della ragazza un ricordo abbastanza importante, almeno per lei.
Quando era ancora in Francia, durante le riprese di The Professional durante un fine settimana, suo padre l'aveva portata a visitare la casa di Anna Frank ad Amsterdam e nella suddetta occasione le aveva dato da leggere Diario.
Lei lo aveva letto, tra un ciak e l'altro sul set, ma non solo, aveva anche preso appunti e sottolineato i paragrafi che più l'avevano colpita, la lettura stessa l'aveva profondamente turbata.
Rimise il libro al suo posto, rendendosi conto che non avrebbe comprato niente, anche perché non vi erano libri in inglese.
Tuttavia non aveva voglia di uscire da quel negozio senza aver comprato niente.
Dopo aver fatto un giro per il negozio e aver raggiunto i genitori che si trovavano nella parte dedicata ai saggi, Natalie passò di fianco ad uno scaffale il quale, a differenza dei precedenti non conteneva libri, ma agende e diari di ogni forma, colore e fantasia.
Uno in particolare colpí la sua attenzione, era un libretto abbastanza spesso, di colore ocra, con sopra disegnato un cigno attorno al collo del quale vi era legato un fiocco nero.
Natalie lo prese in mano rigirandoselo tra le mani, lo aprí e lo sfogliò dal fondo fino al principio notando che tutte le pagine erano già provviste di date, e i mesi e i giorni erano scritti in varie lingue.
-Nat? Hai trovato qualcosa di interessante? - domandò Shelly passandole di fianco.
-Sí, questo - rispose la ragazzina mostrando il diario.
-Bene, allora paghiamo e andiamo- dichiarò Avner avvicinandosi alla cassa.
Le ore successive passarono in fretta, così come la presentazione, le emozioni erano ancora tante e la presenza di giornalisti massiccia.
I flash delle fotocamere rischiavano di accecare la ragazzina che non sapeva dove guardare, da quanti cronisti erano intervenuti all'evento.
Natalie si era ritrovata assediata da ogni genere di domande, alcune delle quali del tutto inaspettate che avevano lasciato la piccola Hershlag a bocca aperta e senza una risposta pronta.
Anche perché alla fatidica domanda "Pensi che questo sarà il tuo lavoro da grande?" rivoltale da un reporter particolarmente curioso non aveva saputo rispondere, poiché era vero che le era piaciuta l'esperienza, ma non era sicura che dopo quel film avrebbe avuto altri ingaggi, quindi aveva risposto con disarmante onestà affermando che non lo sapeva.
Ora, la ragazzina si trovava di nuovo nella sua stanza di albergo osservando lo skyline della città, diversa da Parigi nella sua frenesia, ma al tempo stesso così simile, come ogni città europea.
Un continente diverso, l'Europa, rispetto all'America, dove era cresciuta.
Ancora troppo sveglia per poter dormire, la giovane aprí il cassetto del comodino, tirando fuori il suo diario viola.
16 settembre 1994
Eccomi qui, sveglia ad osservare il soffitto di un'altra stanza di albergo, solo che questa volta non sono a Parigi, ma a Milano.
La première è finita da poco e, nonostante io sia esausta, come due giorni fa, non riesco a chiudere gli occhi, dovrei dormire, è importante visto che domani devo ritornare a Malpensa per prendere l'aereo per tornare a casa, ma penso che dormirò parecchio in volo, non è la prima volta.
Secondo la mamma dormo troppo poco. Forse ha ragione, ma posso assicurare che quando tornerò a casa riprenderò a dormire come sempre, di questo ne sono certa.
Sono molto preoccupata per come prenderanno l'uscita di questo film i miei compagni di scuola.
Non che io sia molto popolare, anzi, molti mi considerano una sfigata...magari però si accorgeranno di me perché ho ottenuto un ruolo importante.
Non lo so penso che lo scoprirò soltanto quando sarò tornata a casa.
Syosset mi manca, non pensavo che fosse possibile ma mi manca parecchio.
Adesso provo a dormire, domani si parte e io devo essere almeno riposata.
Buonanotte
Nat.
La ragazzina ritirò penna e diario dentro lo zaino che aveva appoggiato vicino al letto e si rimise sotto le coperte.
Esausta per le emozioni provate quel giorno Natalie crollò in un sonno profondo.
Angolo autrice : Visto che oggi è il mio compleanno (25 anni) il regalo lo faccio io a voi:) spero vi piaccia :)
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